Arte - Sito ufficiale Valseriana e Val di Scalve https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/ Portale turistico Sat, 20 Apr 2024 10:16:20 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 125612197 Museo della miniera e dell’emigrazione https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-della-miniera-e-dellemigrazione/ Sat, 06 Apr 2024 09:20:17 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=67631 Il Museo nasce dal forte interesse della famiglia Rota di Nembro a mantenere viva la memoria di una storia, che è stata l’esperienza di molte famiglie italiane nel periodo successivo alla II Guerra Mondiale

Il museo, allestito dove vi era già un foro nella roccia, è stato ricostruito proprio come l’entrata in miniera di fronte a cui poteva trovarsi un emigrato italiano. Nel corso di tutti questi anni, è stato arricchito di testimonianze preziose e dal grande valore storico (attrezzi, materiali, documenti e foto), grazie all’impegno della famiglia Rota nel recuperare oggetti direttamente in Belgio.

La gestione è curata dall’associazione Emigranti Nembresi, in collaborazione con la Coop. Interculturando.

Fra i principali obiettivi che il museo si pone, c’è la diffusione di conoscenza del fenomeno delle emigrazioni che hanno interessato l’Italia nel secondo dopo guerra, comprendere il fenomeno delle immigrazioni che interessano l’Italia oggi, mantenere sempre vivo il ricordo della tragedia avvenuta a Marcinelle in Belgio nel 1956

 


IL MUSEO OSPITA INIZIATIVE CULTURALI DURANTE TUTTO L’ANNO.

PER INFORMAZIONI SULLA VISITA E ORARI DI APERTURA CONTATTARE:
Ufficio Cultura Comune di Nembro
035.471362
cultura@nembro.net

ALCUNI DETTAGLI:

ACCESSIBILITÀ
Il Museo risulta parzialmente accessibile; di fronte all’ingresso è presente un fondo con ghiaia e un gradino basso.

PARCHEGGI
Parcheggio Via Lonzo, Piazzetta dell’Emigrante – gratuito
La fermata TEB più vicina è NEMBRO CENTRO. Dalla stazione al museo sono circa 17 minuti a piedi

 

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Villa d’Ogna: percorsi tra arte, natura e tradizione https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/villa-dogna-percorsi-tra-arte-natura-e-tradizione/ Fri, 12 May 2023 15:30:09 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61386 1  – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA 


1 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

 

Dalla Piazza del Municipio potete iniziare la visita alla scoperta della storia, dell’arte, della cultura e dell’ambiente del territorio. Seguendo i punti dell’audio guida potrete apprezzare le affascinanti bellezze del borgo, le strade ciottolate, le costruzioni rurali e nobiliari che presentano ancora loggiati, colonne ed archi originali.
Villa d’Ogna è situata in ValSeriana, dove l’Ogna confluisce nel fiume Serio, sulla sinistra orografica di quest’ultimo; dista circa 33 km a nord-est dal capoluogo orobico ed è parte della Comunità Montana della Valle Seriana.
Dal punto di vista amministrativo il paese di Villa d’Ogna è costituito da diverse frazioni e contrade: oltre al centro di Villa, la frazione di Ogna, quella della “Biciocca”, la Festi Rasini, Sant’Alberto e le più piccole contrade “Gazza” e San Lorenzo.
L’attuale entità amministrativa risale al dopoguerra, quando nel 1958 i territori di Oltressenda Alta e Piario si staccarono da Villa d’Ogna formando comuni distinti.
Ascoltando le audio guide potete mettere in pausa e passare da un punto informativo all’altro. Iniziate la vostra visita dirigendovi verso la frazione di Ogna con la sua antica piazza e accolti dal rumore dell’acqua scrosciante della sua fontana, percorrendo Via Agro.
Ci auguriamo che sia un viaggio ricco di sorprese!

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fotografie: © Lino Olmo – linoolmostudio.it

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Percorsi naturalistici, gastronomia e ospitalità https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/percorsi-naturalistici-gastronomia-e-ospitalita/ Tue, 09 May 2023 08:21:52 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61404 12 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA


12 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

Numerosi sono gli itinerari naturalistici che il paese offre. Destinati a turisti e visitatori di ogni genere, possono soddisfare sia l’esperto escursionista sia chi è alla ricerca di una rilassante passeggiata nel verde. Tra le proposte più impegnative si trova il trekking sulle pendici del monte Vaccaro, al lato orografico destro della valle, e quello al monte Blum, lato sinistro. Inoltre per una semplice camminata, ideale è la Ciclovia della Valle Seriana che transita sul comune lungo il corso del fiume Serio.

Si può percorrere “il Sentiero dei Sapori”, un percorso che tocca i comuni dell’Asta del Serio. La piazza di Ogna, punto di partenza per il sentiero che porta ai laghetti dell’Ogna, è una delle tappe di questo sentiero: qui si possono degustare e acquistare gustosi formaggi.

Si potranno assaporare, inoltre, presso i ristoranti del territorio i prodotti tipici e soggiornare negli agriturismi o nei Bed and Breakfast. Villa d’Ogna rappresenta il punto di partenza per vari percorsi dedicati agli amanti della mountain bike, verso Clusone, Ardesio e Valbondione.

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fotografie: © Lino Olmo – linoolmostudio.it

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Casa Beato Alberto e il Ponte che balla https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/casa-beato-alberto-e-il-ponte-che-balla/ Tue, 09 May 2023 08:20:56 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61403 11 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA 


11 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

Di grande importanza è la casa del Beato Alberto, laico vissuto nel XIII secolo, nativo di Villa d’Ogna.

Posta sul fondovalle in località Sant’Alberto ed edificata nel corso del XIII secolo, la casa natale fu trasformata nei secoli seguenti in convento, tanto che ancora oggi si può notare l’abside di quello che era l’attiguo santuario, distrutto da una frana nel 1813. All’interno della casa si può ammirare l’altare a lui dedicato.

Alberto nacque nel 1214 a Villa d’Ogna da una famiglia di modesti contadini. Tra il 1240 e il 1255 morirono prima i genitori e poi la moglie. Così Alberto decise di abbandonare tutti i suoi beni, cedendo tutto alla comunità di Villa, in favore dei bisognosi. Si trasferì poi a Cremona dove si dedicò all’attività di bracciante e di brentatore; si occupò inoltre di carità, fondando un ospedale per gli infermi vicino alla Chiesa di San Mattia, poi distrutta. Sempre a Cremona si aggregò all’Ordine dei frati predicatori come

terziario secolare.

Il Laicato Domenicano, ramo della Famiglia Domenicana, esisteva già ai tempi di San Domenico intorno ai conventi dei frati domenicani; nato come ‘Ordine della Penitenza’ o ‘Ordine della Milizia di Gesù Cristo’, era addirittura preesistente all’Ordine regolare stesso. In altri casi si riconoscevano con il termine “Le Mantellate/I Mantellati” per via della mantella nera che portavano in segno di austerità e penitenza nel costume. Figlia di maggior splendore, fra le Mantellate, è proprio santa Caterina da Siena. Alberto, da quanto si apprende dalla documentazione, svolse diversi pellegrinaggi a Roma, a Gerusalemme e a Santiago di Compostela. Morì a Cremona il 7 maggio 1279.
Nella sua casa natia, nella frazione di Sant’Alberto a Villa d’Ogna, esiste una chiesetta a sua memoria.
Verso la metà del XVIII secolo la Compagnia dell’Arte dei Brentatori di Bologna scelse come proprio patrono il beato Alberto da Villa d’Ogna, per avere egli esercitato in gioventù il mestiere del «brentatore». La prima festa
del patrono della Compagnia venne celebrata il 13 agosto 1572.

Ora, potreste raggiungere il punto di partenza nei pressi del parco della Festi Rasini, ma prima di ritornare sui vostri passi vi consigliamo una deviazione verso il “ponte ballerino”, al di là della strada provinciale. Una splendida esperienza che vi regalerà una vista naturalistica sul fiume Serio. Ritornati al parco potrete ascoltare alcune indicazioni per fruire dei percorsi e sentieri naturalistici che il territorio offre, nonché alcune note sull’accoglienza e l’enogastronomia.

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Il complesso industriale “Festi Rasini”, il parco e la ciclopedonale https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/il-complesso-industriale-festi-rasini-il-parco-e-la-ciclopedonale/ Tue, 09 May 2023 08:19:47 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61402 10 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA


10 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

Siete nel parco pubblico della frazione Festi Rasini per concedervi una pausa prima di riprendere il viaggio alla scoperta di Villa d’Ogna. Da qui potete accedere alla sponda del fiume Serio e camminare lungo la pista ciclopedonale che attraversa il paese.

Nei pressi del parco è ubicata la chiesa di Santa Maria Nascente.

Edificata con singola navata nel 1990, presenta linee semplici ma moderne con muratura in mattoni a vista. All’interno si distingue la pavimentazione in marmo bianco e giallo, senza tuttavia alcuna decorazione artistica o architettonica.

La frazione Festi Rasini è un’area prettamente residenziale e industriale. Nella seconda parte del XIX secolo, contestualmente all’Unità d’Italia, si verificò uno sviluppo dell’industria mediante l’introduzione di realtà operanti nell’ambito tessile che in breve si insediarono sul territorio, la principale delle quali fu proprio la “Festi Rasini”. Fondata nel 1889 e diretta dalle omonime famiglie di industriali milanesi Festi e Rasini, cominciò ad attrarre in modo significativo gli abitanti dei paesi vicini, permettendo un considerevole aumento dei residenti nel comune. Gli abitanti, invariati tra il 1861 ed il 1881, raddoppiarono sul finire del secolo, toccando quota 1364

nel 1901. Il polo produttivo era posto sulla riva orografica destra del Serio e, anche grazie allo sfruttamento delle acque del fiume prelevate in località “Valzella” di Ardesio, era dotato di 8000 fusi e garantiva il lavoro a centinaia di operai, condizione che lo rese il terzo gruppo tessile della Lombardia.
La maggior parte degli edifici della frazione furono costruiti per i dirigenti della Festi Rasini e per le famiglie degli operai. L’idea dell’azienda infatti era quella di creare una sorta di villaggio operaio, con la costruzione di un convitto per le operaie residenti in altri paesi, di un asilo, di una scuola elementare e di offrire altri servizi alle famiglie dei lavoratori.

A partire dalla seconda metà del 1900 gli stabilimenti tessili subirono un drastico ridimensionamento fino ad arrivare alla completa chiusura. Nel frattempo le realtà legate all’industria tessile vennero affiancate e sostituite da attività operanti nei settori meccanico, meccano-tessile ed artigianale.
Nel luglio del 1944 il paese di Villa d’Ogna fu teatro di due rastrellamenti ad opera di soldati nazi-fascisti, alla ricerca di alcuni partigiani rifugiatisi sul territorio. Il rastrellamento causò la morte di cinque persone e la distruzione dell’abitato di Valzurio.
A questo punto, potete raggiungere la casa del Beato Alberto presso l’omonima località.

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fotografie: © Lino Olmo – linoolmostudio.it

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Ogna, l’antica piazza del centro storico https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/ogna-lantica-piazza-del-centro-storico/ Fri, 12 May 2023 15:35:37 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61391 2 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA 


2 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

Molto interessante è la contrada di Ogna, nella piazza stretta attorno alla parrocchiale di San Giovanni Battista e agli edifici che la compongono,
tutti risalenti a un periodo compreso tra il XIV ed il XVIII secolo e composti da muri perimetrali in pietrame, loggiati e copertura a tetto a falde, ancora ben conservati.
La piazza rappresenta un piccolo gioiello di architettura rurale e nobiliare ed è stata per lungo tempo sede del mercato locale, luogo degli scambi di generi alimentari anche provenienti dalle valli limitrofe.
Al centro della piazza in ciottolato spicca un’artistica fontana esagonale, costruita a cavallo degli anni 30 e 40 del ‘900. L’antica fontana con lavatoio era posta su un lato della piazza ed era alimentata con una condotta fatta di coppi, tutt’ora in parte esistenti.

Sull’origine del nome “Ogna” non vi è certezza. Secondo la teoria più riconosciuta, il nome deriverebbe dal latino “onus” che significa “imposta di dazio”. A sostegno di questa tesi bisogna tener conto della posizione

strategica del paese: i principali centri abitati della ValSeriana, della Val di Scalve infatti, per collegarsi con Bergamo, dovevano necessariamente passare per Ogna.

Da qui si articolavano tre diramazioni: per Clusone, per Fiumenero e Lizzola da cui si raggiungeva la Valle Brembana e per la Presolana da cui si proseguiva per Schilpario nella Val di Scalve.

La tradizione popolare narra che sotto l’arco della “Casa dei Pagani”, che ancora si può ammirare nella piazza con arcate, pilastri e capitelli in pietra, vi fosse una dogana dove si pagava il dazio sulle merci in transito.

La vera origine del nome Ogna potrebbe far riferimento. alla funzione della Ca’ del paga’, casa del pagare dazio, in italiano che è divenuta quindi “Casa dei Pagani”.

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fotografie: © Lino Olmo – linoolmostudio.it

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La Chiesa parrocchiale di San Matteo Apostolo e del Sacro Cuore https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-chiesa-parrocchiale-di-san-matteo-apostolo-e-del-sacro-cuore/ Tue, 09 May 2023 08:18:07 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61401 9 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA 


9 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

Nel 1937 si diede inizio alla costruzione della nuova Chiesa, su progetto dell’ingegnere Fornoni. I lavori furono affidati alla locale Cooperativa Sant’Alberto e si protrassero fino al 1953, quando il 22 agosto venne consacrata dal Vescovo di Imola Mons. Benigno Carrara. Spronata dal parroco don Pietro Forzenigo, tutta la popolazione concorse alla sua edificazione, sia lavorando attivamente sul cantiere, sia partecipando

economicamente.

Le pietre ricavate dalle montagne circostanti furono trasportate sul cantiere con dei carretti, i mezzi allora a disposizione della comunità. Lo stesso dicasi per la sabbia che, sottratta al greto del Serio, veniva messa in sacchetti e trasportata da giovani e adulti.

L’opera fu finanziata quasi del tutto dalla popolazione, un buon aiuto si ottenne inoltre dalle trattenute sulla busta paga delle maestranze della Manifattura Festi Rasini.

Il mastodontico edificio, costruito in pietra lavorata fa spicco per la sua imponenza pur mancando il campanile; si erge a trenta metri di distanza dalla vecchia Chiesa Parrocchiale.

Il giorno successivo alla consacrazione e in occasione del 50° anniversario della traslazione del corpo del Beato Alberto, fu visitata dall’allora Patriarca di Venezia, Card. Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII e dedicata a San Matteo e al Sacro Cuore di Gesù. Internamente la chiesa a croce latina ha tre altari: quello maggiore dedicato a San Matteo Apostolo è opera di Costante Coter, quello di destra è dedicato alla Madre di Dio e quello di sinistra in marmo rosso variegato e alabastro è dedicato al Beato Alberto su disegno
di Fornoni. Una teca conserva le spoglie del Beato.
Notevoli e di pregiata fattura sono le tele di Domenico Carpinoni, originario di Clusone, realizzate nel 600 e trasferite dal Santuario alla nuova chiesa. Raffigurano “la Madonna del Rosario con i Santi Domenico e Caterina” e “i Santi Rocco, Defendente e Sebastiano”.
Tutt’intorno alla navata centrale troviamo i quadri della Via Crucis, ad opera di Manini (1956). Il tabernacolo è stato realizzato dalla scuola del Beato Angelico. Fra le varie opere di compimento della Chiesa vanno ricordati: il materiale fonoassorbente alle pareti, il pavimento di granito sardo, la ricomposizione del presbiterio, la statua bronzea della Madonna opera dello scultore Elia Ajolfi, i lavori a sbalzo su argento per la reliquia del Beato Alberto dello scultore Nani, la porticina del tabernacolo in argento di Eugenio Lattuada.
Usciti dalla chiesa, rientrate verso la piazza del municipio, osservando anche gli affreschi che decorano alcuni palazzi. Da qui, potete raggiungere a piedi, in bicicletta o in auto la località Festi Rasini, nei pressi del parco pubblico, per proseguire questo itinerario.

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fotografie: © Lino Olmo – linoolmostudio.it

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La Casa dei Pagani, la Torre e i Palazzi Nobiliari https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-casa-dei-pagani-la-torre-e-i-palazzi-nobiliari/ Tue, 09 May 2023 08:10:28 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61392 3 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA 


3 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

La Casa dei Pagani, sul lato di fronte alla chiesa, si presenta con sottopassaggio ad arcate, pilastri e capitelli in pietra del ‘300 e del ‘400. La

tradizione narra che qui vi fosse una dogana dove si pagava il dazio sulle merci in transito, dal momento che l’arco rappresentava un passaggio obbligatorio.

Nell’antichità infatti, le tre valli Brembana, Seriana e di Scalve erano collegate a Bergamo da una strada che, fiancheggiando il Serio, arrivava fino a Ogna. Le valli inoltre erano ricche di ferro, rame e zinco, e tutto ciò

che proveniva dalle miniere in direzione di Bergamo passava proprio dalla “Casa dei Pagani” di Ogna.
Di rilevanza storica è inoltre la Torre trecentesca edificata in pietra squadrata, oggi cimata ed adibita ad abitazione privata. Era unita alla “Casa dei Pagani” e ad alcuni edifici circostanti attraverso cunicoli che conducevano a uno sbocco nel torrente. Fanno eco leggende di sparizioni di persone su ordine dei Pagani, famiglia benestante proprietaria dell’omonima casa.

Anche la casa del Pio legato Bettoncelli è di notevole pregio: le strutture architettoniche tipiche del ‘500 sono ancora visibili sul lato della piazza affacciata verso il fiume. Le belle inferriate alle finestre, finemente lavorate, e le arcate sostenute dalle colonne cinquecentesche determinano l’importanza dell’edificio nobiliare. Giovanni Bettoncelli fu funzionario statale nativo di Ogna che in testamento lasciò ai suoi compaesani dei sussidi in denaro e generi alimentari, più borse di studio per due ragazzi. Il suo lascito è attivo tutt’oggi. Il colpo d’occhio sugli edifici e sulla chiesa
ci riportano indietro nel tempo e ci fanno assaporare le vicende storiche che hanno attraversato Ogna nel corso dei secoli.

Uno spettacolo da vedere: pare che il tempo si sia fermato in questo angolo di terra bergamasca! Ora vi invitiamo a visitare la chiesa di San Giovanni Apostolo, ricca di numerose opere d’arte di rilievo.

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fotografie: © Lino Olmo – linoolmostudio.it

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La chiesa di San Giovanni Apostolo ed Evangelista https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-chiesa-san-giovanni-apostolo-ed-evangelista/ Tue, 09 May 2023 08:11:51 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61393 4 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA 


4 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

La chiesa di Ogna è dedicata a San Giovanni Evangelista e risale al XVI secolo. Il primo documento in cui viene citata risale al 1520, quando venne eretta a parrocchia. Nel 1575, in occasione della visita pastorale dell’allora Arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, la chiesa si presentava in cattivo stato di conservazione. Nei decenni successivi vennero effettuati importanti lavori di manutenzione e di restauro. Degno di nota è l’altare maggiore, opera fantoniana, con due angeli marmorei scolpiti e una medaglia centrale raffigurante l’Assunzione di Maria.

Nel 1864, in occasione della visita pastorale di Mons. Pietro Luigi Speranza, Vescovo di Bergamo, la chiesa subì un ulteriore restauro con l’innalzamento della torre campanaria.

Un secolo più tardi altri lavori vennero effettuati dai fratelli Taragni (figli del decoratore Fermo Taragni).

La chiesa si sviluppa a croce latina con un’unica navata, suddivisa in quattro settori da altrettante lesene con capitelli e coperta da una volta a botte. All’interno si possono trovare opere di Domenico Carpinoni e una di Carlo Ceresa raffigurante San Narno, primo Vescovo di Bergamo, originario di Ogna, oltre che una rara lanterna in legno dorato risalente ad un periodo compreso tra il XVI ed il XVII secolo, un inginocchiatoio del XVIII secolo e una pisside in bronzo eseguita nel 1590. Le pale dei due altari laterali, dedicate a San Lorenzo e alla Madonna del Rosario, rispettivamente con le statue in legno laccato dei Santi Domenico e Caterina e del beato Alberto di Villa d’Ogna e S. Lucia sono di bottega fantoniana.

Opera di notevole rilevanza culturale è l’organo la cui storia è antica: il primo organo fu costruito nel 1790 dalla ditta Perolini di Villa d’Ogna mentre lo strumento attualmente in uso risale al 1926.
Nel 1869 viene infine costruita la Nicchia di S. Luigi, venne abbassato il pavimento di mezzo metro circa, fu eretta la seconda sacrestia di fianco alla facciata e fu costruito ex novo l’altare dell’Immacolata.

Ora, usciti dalla chiesa potete incamminarvi verso il torrente Ogna per scoprire altre curiosità sulla storia della frazione.

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Il torrente Ogna e l’antico borgo con il polo artigianale https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/il-torrente-ogna-e-lantico-borgo-con-il-polo-artigianale/ Tue, 09 May 2023 08:12:19 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61394 5 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA 


5 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

Usciti dalla Chiesa, sul lato sinistro della piazza, tra i due edifici storici potrete percorrere la via Cartiera, piccolo vicolo che vi condurrà fino al torrente Ogna, principale corso d’acqua del territorio comunale, e al fiume Serio.

Alla vostra sinistra potete ammirare il vecchio lavatoio posto sotto le strutture del ponte, dove venivano incanalate le acque del torrente, e i resti dell’antica segheria, ora edificio privato. Saliti sul ponte, alla vostra sinistra farete caso a quel che resta delle antiche cartiere e dello storico polo artigianale produttivo. Sul lato destro invece, si possono osservare i resti delle strutture che sostenevano la ruota idraulica che ne alimentava

la produzione. La forza motrice dell’acqua dello stesso torrente permise la creazione di alcune cartiere, la cui carta prodotta era ritenuta di ottima qualità.

Celestino Colleoni, nell’Historia quadripartita di Bergomo del 1617 scriveva “…seguitando la primiera strada, oltre ‘l Serio a man dritta si scorge Villa di Val Seriana Superiore detta hoggidi Villa d’Ogna, dove pur si fanno chiodi da cavalo e si fabrica carta d’Ogne sorte da stampare, picciola e grande, la più bella, e buona, ch’altronde si trovi; perché questa supera la Bresciana, e quella di Salò, di Fabriano, e di Leone ancora”.

Era un tipo di carta molto ricercata, più solida e resistente delle carte comuni perchè ottenuta dall’alto contenuto di calcare delle acque. Nel 1776 le cartiere in bergamasca erano 10, di cui tre si trovavano a Villa d’Ogna (due nella frazione di Ogna, l’altra a Villa d’Ogna). Nel 1857, in occasione dell’Esposizione provinciale di Bergamo, la cartiera Legrenzi di Ogna presenta ben 87 tipi di carta diversi. Nel 1861 una grande alluvione provocò una frana sull’Alpe Rigada, nell’attuale territorio di Oltressenda Alta,
causando gravi danni alle abitazioni circostanti e alle stesse cartiere presenti in prossimità del torrente Ogna. L’industria cartiera a Villa d’Ogna iniziò ad avere segni di cedimento verso la fine del XIX secolo che rese i processi manuali di produzione ormai obsoleti.
Una volta attraversato il ponte, potrete procedere nel primo vicolo a sinistra e inoltravi nell’antico borgo che ancora conserva pregevoli edifici, lungo le vie dove c’erano magli e officine per la produzione di chiodi. L’area è famosa anche perché qui si fabbricavano i chiodi per ferrare i cavalli, fiorente attività artigianale tipica di Villa d’Ogna. Dalla metà del ‘600 fino a tutto il ‘700 fiorì l’arte della fabbricazione di balconi, logge e parapetti sia in legno sia in ferro. A Ogna forgiò opere pregevoli anche lo Zanoletti.
Il materiale ferroso cavato dalle miniere e fuso con carbone di legna nei vecchi forni fusori, forgiato a massello passava ai magli azionati dalle cascate d’acqua, per prendere più tardi la forma di cancelli, inferriate e parapetti attraverso l’officina del fabbro artigiano.
Al termine raggiungete di nuovo la strada principale, attraversate
e scoprite l’interessante Palazzo Moroni.

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fotografie: © Lino Olmo – linoolmostudio.it

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Palazzo Moroni https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/palazzo-moroni/ Tue, 09 May 2023 08:13:49 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61395 6 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA 


6 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

Le mura che circondano la residenza estiva dei conti Moroni sono interrotte dai due portali d’ingresso con archi a tutto sesto e portoni imponenti, protetti alla base dai robusti paracarri. È di particolare rilevanza l’edificio, oltre il torrente Ogna, originariamente appartenuto ai conti Moroni e frequentato dalla famiglia bergamasca per le vacanze estive. La grande villa e il parco furono costruiti nel XVII secolo dai nobili bergamaschi Moroni. Principalmente vissuta come residenza di villeggiatura, ma strategica
per i numerosi interessi commerciali in Alta ValSeriana dei nobili bergamaschi. Diversi rimaneggiamenti architettonici hanno trasformato il complesso monumentale di cui rimane visibile però l’impostazione palatina. Attualmente l’edificio è di proprietà dell’Istituto don Luigi Palazzolo delle Suore Poverelle e dal 1920 Palazzo Moroni è sede di un convento monastico.

Su prenotazione o provando a chiedere alle religiose, si può visitare il suo interno. Di notevole pregio è il cortile e l’atrio col porticato e la cappella. Si possono notare le antiche colonne che una volta ospitavano i cavalli dei conti e dei nobili ospiti. Si possono osservare ancora alcuni anelli infissi nelle strutture ai quali erano legati i cavalli a riposo. Bello è il notevole parco che circonda il palazzo, ancora tenuto in parte come giardino all’italiana. Nella parte a nord del giardino si può ammirare un’antica torretta di sorveglianza, che custodiva il passaggio della mulattiera delle merci provenienti dalle antiche vie commerciali verso Oltressenda Alta. All’uscita del palazzo potreste percorrere la mulattiera che vi porterà, in pochi minuti di cammino, verso la chiesa di San Lorenzo, permettendovi di camminare in un ambiente naturale affascinante. Oppure potreste visitare la chiesa successivamente con i vostri mezzi, una volta rientrati nella piazza comunale da dove siete partiti per la visita.

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fotografie: © Lino Olmo – linoolmostudio.it

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La chiesa di San Lorenzo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-chiesa-di-san-lorenzo/ Tue, 09 May 2023 08:14:36 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61396 7 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA 


7 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

Lungo la mulattiera che da Palazzo Moroni conduce alla chiesa di San Lorenzo si può apprezzare l’ambiente naturalistico delle antiche vie che in tempi remoti erano percorse dai commercianti con i muli per vendere i prodotti in piazza di Ogna.

Degna di nota è la chiesa di San Lorenzo, situata lungo la vecchia mulattiera che conduce a Nasolino. La semplice struttura è ad una navata, suddivisa in tre campate da due lesene, con il presbiterio a pianta rettangolare. Quest’ultimo, più stretto della navata, lascia ai lati due spazi dove sono conservati la tela dell’Incoronazione della Vergine e la nicchia con la statua di San Lorenzo.

Dalla chiesetta si può godere di un bel panorama dall’alto su Villa d’Ogna.

Ora, ripercorrendo il cammino a ritroso fino al Municipio, potrete avvicinarvi alla parte più antica del territorio, con un percorso che fa tappa all’antica chiesa parrocchiale di San Matteo Apostolo, eretta nel XI secolo e poi successivamente riedificata.

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fotografie: © Lino Olmo – linoolmostudio.it

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Miniera Sant’Aloisio in Valle Trompia https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/miniera-santaloisio-in-valle-trompia/ Sat, 25 Feb 2023 15:49:51 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=59903 La Miniera S.Aloisio di Collio V.T. è inserita nell’Itinerario La Via del Ferro e delle Miniere della Valle Trompia.
Nota come la più importante miniera italiana per l’estrazione della siderite, minerale di ferro, chiuse definitivamente nel 1984, in seguito alla progressiva recessione dell’attività estrattiva a partire dagli anni ’30. All’inizio degli anni Duemila, la sede entrò a far parte del Sistema Museale.

Oggi è possibile compiere due appassionanti itinerari esplorativi e conoscitivi:
1. IL TREKKING MINIERARIO
Il percorso, della lunghezza di circa 2 Km, si dipana all’interno delle gallerie sotterranee in cui è possibile ammirare l’affascinante scenario naturale delle diverse formazioni geologiche

2. IL PARCO AVVENTURA
Il percorso propone una vera e propria avventura tra ponti tibetani, passerelle tirolesi e scale a pioli.

La miniera ospita inoltre un centro Speleoclimatico che si sviluppa per 1.400 m. Si viene condotti a bordo di un trenino all’interno delle gallerie per circa 400m ed è possibile percorrere il resto della miniera a piedi, lungo un percorso totalmente cementato e illuminato, con panchine per riposarsi, tavoli, fotografie storiche, attrezzi originali.

INFO PER LA VISITA
Il museo è dotato di audioguide in italiano e inglese ascoltabili presso il museo o direttamente da casa.

APERTURE PARCO AVVENTURA E TREKKING:
Tutte le domeniche nei mesi di aprile, maggio, giugno, settembre, ottobre: 10-18
Sabato e domenica nei mesi luglio: 10-18
Tutti i giorni dal 5 al 27 agosto: 10-18
Visite previste: 11.00 – 14.30 – 16.15 (ultimo ingresso)

COSTI IN ORARIO DI APERTURA:
Visita in miniera
Intero: 10 euro (dai 14 anni in su)
Ridotto: 8 euro (fino 13 anni; gruppi minimo 20 persone paganti biglietto)

Visita in miniera + parco avventura
Intero: 21 euro (dai 14 anni in su)
Ridotto (fino ai 13 anni): 16 euro

Per info e prenotazioni (obbligatorie): 339.6055118  | miniereskimine@gmail.com



La società Miniere Ski-Mine è parte della rete coordinata da Promoserio nell’ambito del progetto Nel cuore della Terra. In viaggio tra valli bergamasche e bresciane realizzato in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

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Miniera Marzoli in Valle Trompia https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/miniera-marzoli-in-valle-trompia/ Sat, 25 Feb 2023 15:32:39 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=59901 La Miniera Marzoli di Pezzaze è inserita nell’itinerario La Via del Ferro e delle Miniere della Valle Trompia.

Aperta al pubblico dal 1999, la sede museale definita “Le miniere” rappresenta oggi un luogo di memoria collettiva ed accedervi equivale a varcare la soglia di un luogo ove tutti i sensi sono pronti a cogliere ogni minima variazione.
La prima opportunità di visita è data dall’ingresso nelle viscere della montagna con un treno che permette al visitatore di vivere un’esperienza affascinante e irripetibile. Grazie alla presenza di sagome scure che si intravedono nelle diramazioni laterali, sono evocati i momenti del duro lavoro dei minatori. Il riallestimento del 2011 propone riproduzioni visive e sonore che arricchiscono l’esperienza sensoriale.
Alla visita in galleria si aggiunge lo spazio museale dedicato a “Il Mondo dei Minatori e dell’Arte del Ferro”, allestito nell’edificio un tempo riservato a funzioni di servizio dell’attività produttiva e ai dipendenti della miniera. Il museo si compone di due sezioni dedicate rispettivamente all’illustrazione storico-scientifica della realtà mineraria del luogo e alle opere in ferro dello scultore Vittorio Piotti (1935-2000).

INFO PER LA VISITA
Il museo è dotato di audioguide in italiano e inglese ascoltabili presso il museo o direttamente da casa.

APERTURE:
Tutte le domeniche nei mesi di febbraio, marzo, aprile, maggio, ottobre, novembre, dicembre: 10-12 / 14-17
Sabato e domenica nei mesi di giugno, luglio, agosto, settembre: 10-12 / 14-18
Tutti i giorni ad agosto: 10-12 / 14-18

COSTI IN ORARIO DI APERTURA:
Intero: 10 euro (dai 14 anni in su)
Ridotto: 8 euro (dai 4 ai 13 anni; gruppi minimo 20 persone paganti biglietto)
Gratuito: 0-3 anni

Per info e prenotazioni (obbligatorie): 339.6055118  | miniereskimine@gmail.com


 

La società Miniere Ski-Mine è parte della rete coordinata da Promoserio nell’ambito del progetto Nel cuore della Terra. In viaggio tra valli bergamasche e bresciane realizzato in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

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La via del ferro e delle miniere in Valle Trompia https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-via-del-ferro-e-delle-miniere-in-valle-trompia/ Sat, 25 Feb 2023 15:21:02 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=59899 La Valle Trompia è caratterizzata dal tipico contesto montano, con consuetudini rurali e pastorali, ma manifesta storicamente anche una specifica vocazione alla metallurgia: sin dall’antichità è la “Valle del Ferro”, con la presenza di siti minerari e luoghi di fusione e lavorazione del metallo. Dalla seconda metà dell’ 800 la diffusione di forme produttive di tipo industriale e di nuovi modelli economici ha determinato la trasformazione del territorio e delle consuetudini sociali, con il permanere di elementi propriamente rurali nelle realtà più appartate di montagna e una evoluzione che ha mutato l’intero fondovalle con ripercussioni sul paesaggio montano.

LA VIA DEL FERRO E DELLE MINIERE
Si tratta forse dell’itinerario più caratterizzante fra quelli individuati in Valle Trompia. La Via attraversa l’evoluzione delle attività estrattive e siderurgiche e le testimonianze che il passato produttivo ha lasciato fra i monti, lungo i corsi d’acqua, negli abitati, in un territorio che più di altri è stato investito negli ultimi decenni da una trasformazione radicale.
Un territorio caratterizzato da specificità che solo la geologia e la mineralogia possono spiegare: l’antica filiera produttiva prendeva infatti idealmente il via dai siti minerari dell’alta Valle, passava attraverso gli impianti di fusione prossimi ai corsi d’acqua fino ad arrivare alle fucine della media-bassa Valle, all’interno delle quali avveniva la trasformazione del ferro.

La memoria del lavoro, che assegnò per secoli un ruolo di primo piano ai forgiatori e ai maestri di forno triumplini, è radicata nelle cose e negli edifici, negli strumenti, nei gesti e nelle parole che rappresentano vive testimonianze di un’esperienza secolare, richiamando una realtà la cui progressiva emarginazione non si è risolta in una cancellazione irreversibile.
È proprio nella dimensione della memoria collettiva che territori come quello triumplino si sono resi conto di poter riscoprire e quindi aggiornare la propria identità.

INFO PER LA VISITA
La “Via del Ferro e delle Miniere” è anche la denominazione dell’itinerario proposto dal Sistema Museale di Valle Trompia alle scuole, ai gruppi ed ai singoli visitatori. Attraverso visite guidate e laboratori didattici è possibile scoprire l’antica filiera produttiva legata all’estrazione del ferro: il Borgo del Maglio di Ome, il Museo i Magli di Sarezzo, il Museo delle Armi e della Tradizione Armiera di Gardone Val Trompia, il Museo Il Forno di Tavernole, il reticolo delle gallerie della Miniera Marzoli di Pezzaze e della Miniera S. Aloisio di Collio, le grandi strutture estrattive e le innumerevoli bocche di miniera che restano nell’alta Valle, rappresentano le tappe principali di un itinerario che è parte integrante della rete degli itinerari e dei musei del lavoro bresciani.



La Comunità Montana Valle Trompia è parte della rete coordinata da Promoserio nell’ambito del progetto Nel cuore della Terra. In viaggio tra valli bergamasche e bresciane realizzato in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

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Le grotte della Val Brembana https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/le-grotte-della-val-brembana/ Sat, 25 Feb 2023 15:00:27 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=59895 Il territorio della Val Brembana è ricco di bellezze culturali conosciute a più ma anche di tesori nascosti, custoditi nel cuore della terra.
Un mondo sotterraneo quelle delle Grotte caratterizzato da un’insolita, ma straordinaria conformazione geologica. A forgiare a questo mondo sotterraneo, non solo l’acqua che erode le rocce creando stallattiti e stallagmiti e modellano conformazioni di rocce in forme straordinarie, ma anche l’uomo con l’azione di estrazione mineraria.

LE GROTTE DEL SOGNO DI SAN PELLEGRINO TERME
Scoperte nel 1931 da Ermenegildo Zanchi, chiamato il «nonno degli abissi», e già dall’anno successivo aperte alle visite del pubblico (furono le prime attrezzate in Lombardia).
Dal 2016 le Grotte, situate tra le località Vetta e Aplecchio, sono visitabili grazie al lavoro della Cooperativa «OTER: Orobie Tourism, Experiece of Real», un gruppo di giovani nato nel 2015, inizialmente come associazione, volto alla promozione turistica della Valle Brembana.

INFO PER LA VISITA
La Visita, della durata di circa 30 minuti, prevede un percorso di risalita (per garantire maggior sicurezza) che, dalla parte più bassa delle grotte, passa lungo i cunicoli impreziositi da stalattiti e stalagmiti.
Durante il tour è anche possibile vedere il passaggio che permise a Ermenegildo Zanchi di scoprire le Grotte, nel lontano 1932.
Per prenotazioniwww.orobietourism.com

 

LE GROTTE DELLE MERAVIGLIE DI ZOGNO
Il complesso delle Grotte delle Meraviglie si apre entro il bancone calcareo di color grigio chiaro che sovrasta la provinciale per la valle Brembana in prossimità della galleria di Zogno. La formazione geologica è quella denominata “Calcare di Zù” ricca di coralli, del Retico Inferiore. Il complesso ha due accessi: quello superiore con una stretta apertura (Büs de la Marta), che consente la discesa lungo una serie di pozzi verticali, con un dislivello complessivo di 60 metri circa; quello inferiore, ubicato nel parco sovrastante la provinciale per la valle Brembana, offre in alternativa una comoda via di accesso alle grotte, lungo una galleria artificiale, scavata nella roccia, lunga 73 metri, con andamento sinuoso e in leggera salita fino a raggiungere la grotta più interna.
Le grotte devono la loro fama alla generosità e alla tenacia di Ermenegildo Zanchi del Gruppo Grotte S. Pellegrino che ne fece una delle prime grotte turistiche d’Italia nel 1939.

INFO PER LA VISITA
La grotta è turistica e ben illuminata. Per bambini anche piccoli non ci sono problemi. Non si puo’ entrare con passeggini o zaini. I bimbi vanno accompagnati camminando o tenuti in braccio.
Per prenotazione gruppi o scuole EXTRA CALENDARIO o per qualsiasi informazione: 366.4541598 | giovanni@grottedellemeraviglie.com


Le Grotte e le Miniere visitabili della Val Brembana, grazie alla collaborazione di Visit Brembo, fanno parte della rete coordinata da Promoserio nell’ambito del progetto Nel cuore della Terra. In viaggio tra valli bergamasche e bresciane realizzato in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

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Le miniere di Dossena https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/le-miniere-di-dossena/ Sat, 25 Feb 2023 14:35:28 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=59893 Dossena vanta un passato minerario di tutto rispetto probabilmente risalente all’epoca etrusca. Durante il periodo romano Dossena era un importante centro minerario dell’impero. All’interno delle antiche miniere venivano condannati Ad Metalla gli schiavi di Roma. È forse per questo che nasce proprio in questo piccolo paese montano la prima chiesa della valle brembana.

I lavori di ripristino delle miniere di Dossena, in località Paglio, sono iniziati nel settembre 2014, grazie al lavoro di 80 volontari coordinati dal Comune di Dossena. La pulizia dagli antichi detriti, l’illuminazione e la messa in sicurezza dei tunnel prefissati, hanno reso possibile l’inaugurazione avvenuta il 6 dicembre 2014, e la successiva apertura del 2 maggio 2015, lungo un tragitto relativamente breve attraverso antichi scavi minerari.

LA VISITA IN MINIERA
Visitare le Miniere di Dossena è come vivere una avventura nel passato. Percorrendo le gallerie con il caschetto in testa e la torcia in mano, non potrai fare a meno di immaginare i minatori che vi lavoravano per giorni interi, senza mai vedere la luce del sole.
Il percorso si snoda tra grotte naturali e gallerie artificiali, seguendo le antiche rotaie dei carrelli utilizzati per il trasporto dei materiali.
Tunnel scavati nella roccia, camini di aerazione, carrelli arrugginiti, un laghetto sotterraneo che scompare alla vista inghiottito dagli abissi …Affronterai i percorsi in totale sicurezza con le attrezzature fornite dall’organizzazione. Avrai l’occasione di vedere da vicino gli antichi strumenti di lavoro, con l’ausilio di una guida che narrerà le origini e la storia delle miniere, i minerali presenti e le tecniche di estrazione, seguendoti passo-passo in tutto il tragitto.
Per info e prenotazioni: www.visitdossena.it

COSA FARE DOPO UNA VISITA ALLE MINIERE?
1. Sfida l’altezza percorrendo il Ponte del Sole; si tratta del ponte tibetano più lungo al mondo a pedata discontinua e senza tiranti laterali
2. Metti alla prova coordinazione e coraggio nell’unico parco Speleologico europeo, un percorso attrezzato in sicurezza, da vivere in chiave ludica e culturale. 
3. Divertiti a cercare i Murales diffusi tra le vie del borgo montano; troverai 30 opere realizzate in tre fasi successive, nel 1981, nel 1982 e nel 1984 su progetto dell’artista locale Filippo Alcaini.



Il Comune di Dossena e le associazioni del territorio fanno parte della rete coordinata da Promoserio nell’ambito del progetto Nel cuore della Terra. In viaggio tra valli bergamasche e bresciane realizzato in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

 

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Fondazione Giusi Pesenti Calvi – ETS https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/fondazione-giusi-pesenti-calvi-ets/ Fri, 27 Jan 2023 11:13:24 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=59304 La Fondazione Giusi Pesenti Calvi è stata fondata dal Comune di Alzano Lombardo nel 2020 al fine di ottemperare alle disposizioni testamentarie connesse all’eredità pervenuta alla città dal dottor Giuseppe Pesenti Calvi (1925-2018), tra cui la gestione e conservazione della vasta e antica proprietà “Belvedere”, della casa-museo e del suo patrimonio culturale, la prosecuzione dell’attività agricola, l’indizione annuale di Borse di Studio e del “Roving” di tiro istintivo con l’arco, oltre alla promozione di attività sociali, sportive e culturali, a partire dalla valorizzazione dell’eredità culturale propria del compendio “Belvedere” e delle sue relazioni col territorio.

Approfondisci di più la storia del Belvedere QUI

Cuore del sito è il Belvedì, edificio di antiche origini riconfigurato in residenza nel 1959 dal dott. Pesenti Calvi. La villa è una casa-museo che ospita una collezione molto articolata di dipinti, arredi, suppellettili e altri oggetti d’interesse, oltre all’archivio storico. Nella proprietà, di grande fascino paesistico, altri immobili rurali e la prima cava Italcementi.


Il sito è visitabile in occasione delle visite guidate, potete vedere quelle in programma -> QUI
Il sito non è accessibile ai disabili. 

Parcheggi nelle vicinanze:
– via Olera
– via Fornaci

Fermate nelle vicinanze:
– 30 minuti da TEB Alzano Centro
– autobus linea 26, fermata Nese

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Proposta didattica – Ecomuseo delle Miniere di Gorno https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/proposta-didattica-ecomuseo-delle-miniere-di-gorno/ Sat, 29 Oct 2022 14:56:48 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=58259 L’Ecomuseo delle Miniere di Gorno  apre le sue porte per ospitare visite guidate per gruppi di ragazzi e studenti a partire dalla scuola dell’infanzia per arrivare agli universitari nel museo completamente rinnovato in ambienti ed esposizioni , e in abbinamento, alla visita delle miniere di Costa Jels, sito che è stato ampliato e ulteriormente migliorato dal punto di vista della sicurezza.

Nel 2009 il territorio di Gorno è stato riconosciuto come ecomuseale dalla Regione Lombardia . E’ stato il risultato finale di un percorso di recupero dell’antica trazione mineraria e naturalistica finalizzato alla sua valorizzazione.

Nel corso degli anni successivi sono stati realizzati gli interventi tangibili di tale valorizzazione:
– Messa in sicurezza e allestimento di un percorso guidato in sottosuolo nelle vecchie miniere di “Costa Jels – imbocco Serpenti” della durata di circa un’ora e mezza ; sul percorso si incontrano postazioni interattive anche per i più piccoli (bimbi fino agli 8 anni) con l’allestimento di una piccola
miniera chiamata dei “Galecc” con attrezzature in legno studiate appositamente (vagoni , binari , attrezzi );
– Allestimento del “Museo delle Miniere” un percorso di un ora raccolta di materiale del mondo
minerario di Gorno , raccolta di immagini e foto con possibilità di visione di filmati d’epoca relativi
all’attività delle miniere
– Allestimento dell’ Archivio Minerario che è a disposizione per la consultazione della documentazione conservata ;
– Formazione di guide per l’accompagnamento dei visitatori
– Realizzazione di strutture necessarie all’accoglienza dei visitatori.


UN GIORNO IN MINIERA
– Visite guidate al Museo delle Miniere e ai siti minerari dislocati sul territorio di Gorno. Sarà disponibile una navetta per raggiungere e tornare dalla miniera.
– Degustazione di prodotti tipici locali, come formaggio di alpeggio.
– Intrattenimento storico culturale con il gruppo folkloristico “Le Taissine” di Gorno con canti e recitazioni di poesie sul tema minerario e del lavoro femminile nelle miniere.

Durante la visita guidata oltre alle classiche tematiche minerarie verranno affrontati inoltre la nascita dell’Ecomuseo, l’aspetto dell’emigrazione dei minatori del secolo scorso e gli aspetti socio-economici della presenza dell’attività mineraria sul territorio .

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Museo Casa dell’Orfano Mons. Antonietti https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-casa-dellorfano-mons-antonietti/ Sun, 21 Aug 2022 07:08:46 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=57155 La Casa dell’Orfano di Clusone fu fondata nel 1925 da Mons. Giovanni Antonietti (1892 – 1976), sacerdote e cappellano militare nella Prima guerra mondiale.

La struttura si estende su cinquantacinquemila metri quadri abbracciati dai sentieri della splendida Pineta clusonese e ospita diversi edifici che permettono di rivivere le tappe della storia che caratterizzò questo sito.

La chiesa è dedicata a Cristo Re, progettata dall’Ing. Luigi Angelini nel 1929 e affrescata da Pasquale Arzuffi, Pietro Servalli e Fermo Taragni; la casa portineria, edificio Liberty costruito nel 1931 su progetto dell’Ing. Pietro Savoldelli ed ospita la sezione museale.
La sala maggiore infine, oggi museo commemorativo, è integralmente dipinta con ricordi di guerra.

Il Museo ospita la stanza di Monsignore, l’archivio e le stanze di rappresentanza con arredi e opere d’arte dell’epoca. Si conservano inoltre le copie dei dipinti donati alla collezione del MAT – Museo Arte Tempo, dove sono attualmente esposti nella sede in Palazzo Marinoni Barca, sempre a Clusone.


APERTURE ESTATE 2023
sabato 15.00 – 18.30
domenica 10.00 – 12.00

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Laura Benzoni – Guida Turistica https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/laura-benzoni-guida-turistica/ Sat, 09 Apr 2022 20:46:43 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=53599 Laura Benzoni è una guida turistica abilitata, in italiano e spagnolo, ed è laureata in Storia dell’Arte, specializzata in arte locale. Opera in tutta la provincia di Bergamo, ma soprattutto in ValSeriana: la sua missione è valorizzare i piccoli gioielli nascosti di questa valle perché è sicura che riserva molte sorprese inaspettate.

Le sue visite sono sempre condite di suggerimenti di itinerari: altri luoghi d’arte da visitare, passeggiate naturalistiche, degustazioni, attività sportive o luoghi di relax che solo chi vive da sempre in questi luoghi può conoscere.

Lavora da anni nel turismo, nell’accoglienza e nella comunicazione turistica ed è anche insegnante alla scuola primaria. Per questo ha una particolare attenzione per i bambini, che ama coinvolgere e sensibilizzare alla Bellezza, perché saranno i custodi futuri del nostro patrimonio. Pensa per loro anche attività ad hoc e laboratori, fin dalla scuola dell’infanzia.

È particolarmente sensibile alle persone con disabilità: negli anni si è specializzata nell’accompagnare i non vedenti a visitare musei e mostre d’arte e si è avvicinata alla cultura sorda per poter accompagnare al meglio i visitatori sordi (con un proprio interprete).
Il suo obiettivo è fare vivere a tutti l’emozione della scoperta, il gusto del piacere estetico, la curiosità, il desiderio di sapere. Le sue visite sono sempre pensate su misura in base alle esigenze del cliente; le piace collaborare con altri operatori, artisti, artigiani e scoprire storie di vita vera per trasformare le visite guidate in vere esperienze alla scoperta del territorio in tutti i suoi aspetti.


ATTIVITÀ:
– Visite guidate a Bergamo e provincia
– Visite guidate per mostre
– Visite guidate e laboratori per CRE – Centri Ricreativi Estivi
– Visite guidate per aziende e CRAL aziendali
– Turismo Scolastico
– Laboratori didattici per bambini, a partire dalla scuola dell’infanzia
– Lezioni di storia dell’arte e storia dell’arte locale
– Collaborazione con Pro Loco ed enti turistici per la valorizzazione culturale del territorio
– Buoni regalo visite guidate per eventi speciali

 

Segui tutte le attività di Laura Benzoni sui social:
FB: Laura Benzoni – Storica dell’arte e guida di Bergamo
IG: benzonilla_guida_bergamo
IN: laura-benzoni-guida-bergamo

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Museo Parrocchiale Santa Maria Assunta di Vertova https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-parrocchiale-santa-maria-assunta-di-vertova/ Mon, 24 Jan 2022 14:08:30 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=52391 Il percorso museale, inaugurato nel 2008 e facente parte della Rete dei Musei della Diocesi di Bergamo, si pone come naturale completamento del già ricchissimo itinerario artistico che si snoda attraverso la Chiesa parrocchiale di Vertova e le due sacrestie.

L’edificio sacro, alla sobria eleganza dell’esterno, contrappone una stupefacente e sontuosa decorazione interna. Le sale del museo, ospitate negli antichi ambienti posti nelle adiacenze della prepositurale e abilmente recuperati, raccolgono un ricco patrimonio, organizzato secondo criteri espositivi tematici.
Tra questi temi (Patroni, iconografia mariana, chiese sussidiarie, Venerdì Santo) spicca quello del Tesoro, la cui sala è stata recentemente rinnovata e implementata.

La chiesa, le sacrestie e il museo custodiscono le opere di artisti tra i più rinomati del panorama barocco bergamasco. Il Crocifisso di Andrea Fantoni, protagonista della sacra rappresentazione del Venerdì Santo, si accompagna alla statua del Risorto del medesimo autore. Tra i dipinti spicca, in particolare, la “Madonna con Bambino in trono e Santi” di Enea Salmeggia.


Il Museo Parrocchiale si inserisce come tappa imprescindibile per gli appassionati di arte sacra che in ValSeriana possono approfondire il tema e meravigliarsi di fronte alla ricchezza custodita nelle Basiliche e negli annessi musei lungo un tour nella Valle delle Basiliche.
Il percorso tra arte e devozione contempla, oltre a quello di Vertova, anche il Museo della Basilica di Alzano Lombardo con le sue sagrestie fantoniane, il Museo di Gandino e da ultimo le sale espositive del Museo d’arte sacra di Clusone

Una visita al Museo d’Arte Sacra di Vertova è consigliata anche a tutti coloro che vogliono dare un tocco di cultura a una giornata all’insegna della natura: la parrocchia e il museo distano infatti solo 3 km dall’inizio del sentiero della Val Vertova,  paradiso naturalistico con pozze cristalline e sentieri incontaminati.

 


INFO PER LA VISITA
Il museo è visitabile tutte le domeniche dalle 15.30 alle 18.00

Biglietto intero: 5 € (comprensivo di visita guidata al Museo, alla Basilica e alle 2 sagrestie)
Biglietto ridotto 3 € (per gruppi e scolaresche)

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Associazione culturale Guide turistiche Città di Bergamo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/associazione-culturale-guide-turistiche-citta-di-bergamo/ Mon, 01 Feb 2021 12:12:04 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=46057 L’Associazione Guide Turistiche Città di Bergamo nasce nel 1988 per volontà di alcune persone innamorate della propria città che decidono di organizzarsi per offrire ai cittadini e ai turisti la possibilità di conoscere e approfondire storia, arte e cultura di Bergamo e del suo territorio.

Oggi, al gruppo storico iniziale, si sono aggiunte altre guide che condividono questa stessa passione ed esercitano l’attività in modo regolamentare, essendo tutte abilitate dalla Regione Lombardia e dalla Provincia di Bergamo all’esercizio della professione di Guida Turistica.

SERVIZI OFFERTI

  • Visite guidate per singoli e gruppi
  • Visite guidate a Bergamo città e nella sua provincia
  • Visite guidate a musei ed enti museali
  • Visite tematiche
  • Visite guidate per scuole di ogni ordine e grado

 


Scopri  QUI il ricco patrimonio storico artistico della ValSeriana e Val di Scalve

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Gardens for School – portare la biodiversità nelle scuole https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/gardens-for-school-portare-la-biodiversita-nelle-scuole/ Mon, 25 Jan 2021 14:53:35 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=45991 Vittoria’s Farm presenta Gardens for School, un progetto con le scuole, che ha lo scopo di avvicinare gli alunni alla natura e agli esseri viventi che ne fanno parte.
L’équipe è formata da:  Alessandra, naturalista, gestisce il Biodiversity Garden della Vittoria’s Farm, da 15 anni si occupa di educazione ambientale e divulgazione scientifica con le scuole; Marco, psicologo clinico, si occupa di progettazione di spazi sensorialmente rispettosi. Lavora inotre con le persone autistiche e in ambito di comunità. Progetta attivamente attività occupazionali su misura per le diverse utenze; Debora, scenografa; Larisa, botanica.
Ogni “Garden” è unico, personalizzato e flessibile. Tutto nasce dall’incontro tra le differenti idee, volontà, esigenze e stili cognitivi di funzionamento.
Ridefinire uno spazio all’aperto in modo che diventi simultaneamente una piccola oasi naturale e un nuovo spazio esperienziale?
Una soluzione intelligente per il raggiungimento di due importanti obiettivi:
– avrete uno spazio all’aperto km0 dove i bambini potranno svolgere attività didattiche e svaganti all’aperto e a contatto con la natura;
– dar vita ad una piccola “oasi di biodiversità”, un aiuto importante agli impollinatori (farfalle, api selvatiche…) e ad altri piccoli animali!

Per la presentazione completa della proposta didattica premi QUI
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Terre di Bergamo in classe: un museo a cielo aperto https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/terre-di-bergamo-in-classe-un-museo-a-cielo-aperto/ Thu, 07 Jan 2021 14:32:24 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=45931 La guida Tosca Rossi di Terre di Bergamo propone le nuove visite guidate online legate al territorio cittadino e provinciale in considerazione dell’impossibilità di effettuare le consuete e annuali uscite guidate di taglio didattico sul territorio a causa dell’emergenza sanitaria in corso.
Ha poi aggiunto in coda altre due proposte dedicate agli itinerari turistici del Centro Europa e delle Fiandre e alla disanima delle professioni turistiche di guida e di accompagnatore, che oggi possono essere considerate attività lavorative e remunerative a tutti gli effetti, quindi valida alternativa professionale ancora poco considerata.

IL PROGRAMMA:

1- Bergamo, la città in classe

2- Città e territorio in classe

3- Tu, turista nelle Terre di Bergamo: un mondo a cielo aperto in classe

4- I pittori bergamaschi in classe: dalle origini all’ottocento

5- Viaggio nel mitte Europa, in Belgio e nei Paesi Bassi dalla classe

6- Professioni turistiche: guida e accompagnatore turistico

Questa modalità di visita, che ci si augura essere temporanea, non può sostituire un regolare servizio di visita guidata – che deve essere svolto esclusivamente da una guida turistica professionista regolarmene abilitata e dotata di patentino – ma ha semplicemente il compito di dimostrare come il territorio costituisca un libro di testo e un museo a cielo aperto, adatto a tutte le scuole di ogni ordine e grado. Anche per questo motivo ha previsto momenti di interazione con la classe ed eventualmente la restituzione dell’esperienza con successivo intervento. Sono tante le proposte di visita didattica ideate negli anni da Terre di Bergamo e confluite nell’offerta didattica pubblicata integralmente sul sito internet ognuna può rispondere alle diverse esigenze avanzate dal parco docenti, presentando connessioni interdisciplinari – dalla geografia alla storia, dalla religione all’arte, dall’archeologia industriale all’orienteering – per ribadire di come sia fondamentale che sin dall’età scolare si debba prendere coscienza dell’incredibile patrimonio che ci circonda e di come questo sia alla portata di tutti.

Clicca QUI e scarica la guida didattica con tutte le informazioni aggiuntive

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MuMeSE – Museo Memoriale di Sciesopoli Ebraica Casa dei bambini di Selvino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/mumese-museo-memoriale-di-sciesopoli-ebraica-casa-dei-bambini-di-selvino/ Tue, 06 Oct 2020 13:30:20 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=45085 Tra il 1945 e il 1948 a Selvino, nella colonia chiamata “Sciesopoli”, sono stati accolti 800 bambini e ragazzi ebrei, sopravvissuti alla Shoah. Qui hanno ritrovato la vita dopo essersi salvati dalla violenza nazifascista, ormai senza più famiglie né abitazioni cui tornare. Qui hanno ritrovato le proprie identità e iniziato a guardare al futuro.
Per un paradosso della storia, il grande edificio disegnato dall’Architetto Paolo Vietti Violi nel 1932, dove si educavano i giovani al fascismo, è diventato il luogo di rinascita delle vittime di quello stesso regime.

Dopo il 1948 Sciesopoli ha continuato a svolgere un ruolo importante come colonia estiva e, durante l’anno scolastico, anche come scuola materna ed elementare: si calcola che nell’arco di quasi quarant’anni abbia ospitato almeno 50.000 bambini.
La colonia è stata chiusa nel 1985, ma non si è mai esaurito il ricordo di quella storia, tenuto vivo dai selvinesi, dai testimoni diretti e dai loro eredi. Con la scomparsa di molti dei bambini vissuti a Sciesopoli, si è sentita la necessità di raccogliere le loro storie con libri, ricerche, documentari, mostre, attività, culminati nel settembre del 2015 nel grande incontro per i settant’anni della presenza ebraica.
Con questo Museo la storia dei Bambini di Selvino, che a Sciesopoli hanno ritrovato la loro infanzia rubata, è messa a disposizione di tutti per mantenere viva la memoria e il messaggio di speranza.

Il Museo ospita steli in legno con incisioni dei nomi degli 800 bambini, accolti in Selvino a Sciesopoli, sopravvissuti alla Shoah.
Pannelli descrittivi dei vari periodi storici di Sciesopoli oltre a mappe e documentari (anche di Rai Storia).

Vieni a visitare tutti i musei aderenti al Circuito Mus.E.O. – Musei Est Orobie.


ORARI DI APERTURA
Aperto ogni prima domenica del mese.
Ingressi alle ore: 10,00 – 10,30 – 11,00 – 11,30 – 15,00 -15,30 – 16,00 – 16,30


COSTI INGRESSO
Ingresso intero: € 5,00 a persona (brochure compresa)
Bambini fino a 5 anni – ex Bambini di Selvino e familiari – autorità – disabili: gratuito (brochure compresa)
Ingresso scolaresche: € 2,00 a persona (brochure compresa)
Iniziative convenzionate con il Comune: € 2,00 a persona (brochure compresa)
Acquisto brochure: € 0,50

 

 

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Casa della Pierina https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/casa-della-pierina/ Sat, 28 Dec 2019 16:31:29 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=41214 La Pierina era la sarta del paese: entrare nella sua casa permette al visitatore di capire come si viveva ad inizio Novecento a Parre. La struttura della casa risale al XVI secolo, ben conservata e visitabile, e si sviluppa su tre piani: è possibile vedere i locali della cucina, il “selter”, cioè la stanza più fresca della casa che fungeva da frigorifero, il laboratorio di sartoria della Pierina, la stalla, le camere da letto, la stanza per la lavorazione del miele, la soffitta.

Visitare la casa della Pierina è fare un viaggio all’indietro nel passato, in una casa della Parre di inizio Novecento. Tra i molti oggetti e utensili della vita quotidiani, tanti sono stati realizzati interamente a mano dal padre di Pierina, riciclando spesso materiali di scarto, in modo da ridurre al più possibile le spese della famiglia ingegnandosi con ciò che già si aveva in casa. Inoltre è ben documentata la specializzazione della Pierina, la sartoria, attraverso i suoi quaderni con appunti, riviste di moda dell’epoca, disegni, nastri, pizzi.


APERTURE
Visite su appuntamento contattando Scopri Parre.

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Santuario della Santissima Trinità https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-santissima-trinita/ Mon, 21 Oct 2019 16:28:53 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=40198 Sulla sommità del monte Cϋsen (dal gaì, la lingua dei pastori, che significa “roccia”), dove già probabilmente esisteva un’edicola o una cappella semidistrutta, si erge oggi l’oratorio della S.S Trinità di Parre.
Il primo documento che ne attesta l’esistenza riguarda la visita del vescovo Cornaro del 1565. La chiesa fu eretta per iniziativa del parrese Giacomo Cominelli detto Mistrù.

Una caratteristica particolare della vita dell’oratorio è stata per secoli la presenza fissa di un romito, cioè di una persona che si dedicava ad una vita solitaria, talvolta con impegni religiosi, e custodiva la chiesetta.

La chiesa ha subito in seguito numerosi interventi di restauro, conservazione e ampliamento. Il campanile in pietra viva con tre campane è datato 1610; del 1700 sono invece l’adiacente casa del custode e il loggiato in pietra di Sarnico.
Altro dettaglio di rilievo è che la S.S Trinità, a differenza di tutte le altre chiese, è stata costruita rivolta a nordest e non verso est, verso il sole nascente, simbolo di Gesù. È stata una scelta obbligata considerata la roccia viva sottostante.

Di rara bellezza è l’affresco della Madonna col Bambino, che da quasi cinque secoli attira la devozione dei fedeli. Particolare suggestivo è anche il panorama che si gode dall’ampio loggiato della chiesa.

Essa è raggiungibile attraverso un ripido sentiero a gradini che parte una decina di metri dopo l’arco di San Cristoforo o dalla “vià di Prècc” una mulattiera che parte anch’essa da San Cristoforo arriva a Cima Campella e porta al piazzale con fontana appena sotto il santuario, distante solo una decina di minuti.

Scopri tutti i luoghi della fede in ValSeriana

 

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Proposte didattiche Circuito Mus.E.O. https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/proposte-didattiche-circuito-mus-e-o/ Tue, 23 Apr 2019 15:28:41 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=35529

Il Circuito Musei Est Orobie nasce nel 2015 grazie a un lavoro di rete portato avanti da Serio Art, tavolo di lavoro di Promoserio, con l’obiettivo di ottimizzare le risorse e valorizzare il ricco patrimonio artistico e naturalistico del territorio. Sono 32 al momento i musei, le collezioni museali e le gallerie private aderenti al Circuito che conservano storie e memorie preziose del passato recente e remoto ma non solo. Tra gli spazi espositivi figurano anche realtà poliedriche, luoghi di sperimentazione e divulgazione dei linguaggi della modernità, con uno sguardo al presente e al futuro. La presente guida didattica si rivolge agli insegnanti per facilitare
la scoperta della variegata offerta didattica riservata alle scuole primarie. Un utile strumento per conoscere queste piccole ma importanti realtà museali e per approfondire la conoscenza del territorio attraverso attività dinamiche e coinvolgenti.

Clicca QUI e scarica la guida didattica con le principali proposte laboratoriali dei musei.

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Spazio Espositivo Gleno https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/spazio-espositivo-gleno/ Wed, 20 Feb 2019 14:40:51 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=33903 Quasi cento anni sono passati dal crollo della Diga del Gleno a Vilminore di Scalve il 1 dicembre 1923. Nel corso di questi anni la diga ha rappresentato per le comunità della Val di Scalve una presenza fissa e una fonte di “appaesamento”.
La diga del Gleno ha assunto diversi significati per diverse comunità (valligiani, turisti, storici locali, ingegneri) e oggi rappresenta un caso esemplare di eredità culturale immaginata da valorizzare per il futuro. Il disastro è lontano nel passato, ma la presenza fisica della diga danneggiata continua a generare significati attuali.

Nel corso degli ultimi quindici anni si sono succedute molte iniziative culturali volte a ricordare e riscoprire il disastro del Gleno. Queste iniziative dimostrano la forte presenza della diga del Gleno nell’intera valle, facendo di essa una risorsa da sviluppare. Ci sono state numerose pubblicazioni, articoli scientifici, opere teatrali , dischi musicali, documentari, film, oltre a mostre e ricerche condotte da ricercatori locali, dalla scuola e dalla biblioteca comunale. Questi prodotti culturali dimostrano la forte presenza della diga del Gleno nella riproduzione dell’identità locale scalvina e testimoniano le potenzialità di questa presenza per uno sviluppo locale che sia in grado di valorizzarla.

Leggi l’articolo sul disastro della Diga del Gleno, scritto per VALSeriana & Sclave Magazine – autunno 2018

La Proloco intende raccontare la presenza e il significato della diga del Gleno oggi, tra le persone che abitano la Valle, attraverso l’allestimento dello Spazio Espositivo Gleno nel centro del paese di Vilminore, utilizzando materiale fotografico d’archivio, materiale fotografico appositamente realizzato per rendere identificabile in maniera univoca il legame tra la diga e le persone della Valle oggi.

L’iniziativa proposta cerca di fare il punto sull’immaginario legato alla diga del Gleno, con l’obiettivo di mettere in evidenza l’attualità della presenza della diga e le potenzialità che essa fornisce oggi per uno sviluppo culturale e turistico della Valle di Scalve.

A supporto di questo progetto archivistico è disponibile online il nuovo sito dedicato.

Visita il sito www.archiviogleno.it

Per organizzare una visita o un percorso guidato allo Spazio Espositivo Gleno per scolaresche o gruppi si chiede di contattare la Pro Loco Vilminore al numero 0346.51002 o tramite mail proloco.vilminore@scalve.it

Lo Spazio Espositivo Gleno è stato realizzato dalla Pro loco Vilminore in collaborazione con la Biblioteca comunale di Vilminore e con il Comune di Vilminore di Scalve.

Organizza il tuo trekking alla Diga

 

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Terre di Bergamo di Tosca Rossi https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/terre-di-bergamo-di-tosca-rossi/ Wed, 17 Oct 2018 13:42:16 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=30605

Terre di Bergamo è Tosca Rossi, storica dell’arte e ricercatrice locale, guida e accompagnatrice turistica abilitata in lingua italiana e tedesca per Bergamo, Provincia, Musei, Mostre in Accademia Carrara, Fondazione Credito Bergamasco e tanto altro.

Le abilitazioni sono state conseguite rispettivamente nel 1998 e nel 2001 e da allora l’attività è stata mirata e capillare, con progettazione, ideazione e tenuta di percorsi tematici e calibrati in base alle diverse tipologie di clientela e ai vari target, considerando le singole e specifiche esigenze (business, cral, associazioni culturali, parrocchie, scuole, incoming Mitte Europa, privati).

All’attivo di Tosca Rossi sono diverse pubblicazioni dedicate al comparto storico artistico della città di Bergamo e la collaborazione con testate giornalistiche locali (Rivista di Bergamo, BergamoPost, Bergamè).


AREE DI COMPETENZA:
– Bergamo Città e hinterland Musei e Mostre
– Valle Imagna
– Valle Brembana
– ValSeriana
– Valle Calepio
– Val Cavallina
– Pianura
– Isola

ATTIVITÀ:
– Visite guidate Bergamo Città
– Visite guidate Provincia di Bergamo
– Visite guidate a Musei e Mostre dell’Accademia Carrara
– Turismo Scolastico
– Turismo Cral aziendali
– Ideazione percorsi tematici
– Progettazione eventi guidati
– Preventivazione
– Assistenza per prenotazioni e autorizzazioni


           

Segui tutte le attività di Tosca Rossi sui social:
FB: toscarossi.guidaturisticabergamo
IG: tosca.rossi_guida_bergamo
Twitter: toscarossi
IN:tosca-rossi

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BACS Arte e Società https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/bacs-arte-e-societa/ Fri, 11 Aug 2017 15:02:00 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=23509/ BACS Arte e Società espone opere d’arte contemporanee che si confrontano col pensiero sociologico, nella sintesi espressiva dell’arte.

Le arti visive trovano nella cittadinanza attiva, nell’impegno sociale, le motivazioni per svilupparsi in ascolto della sociologia.
La sociologia trae linfa nella sintesi espressiva dell’arte e insieme sviluppano visionarietà.

Le opere d’arte contemporanee si confrontano col pensiero sociologico, questo lo scopo dell’associazione culturale artists.sociologists che ha una sua sede espositiva a Leffe (BG) in via Donizetti 40/42, studio dell’artista Patrizia Bonardi.

L’associazione è stata fondata nel 2016 da Bonardi sulla scorta della sua tesi di ricerca “Incontri inattesi quando artisti e sociologi dialogano” 2009.
Il confronto in artists.sociologists fra artisti e sociologi avviene principalmente secondo questa modalità:
– i saggi sociologi sono a fondamento delle mostre e ne ispirano i contenuti (omonimia fra saggi alla base degli eventi e titolo delle mostre)
– nell’associazione gli artisti mostrano il frutto delle loro ricerche ai sociologi e ai pensatori sociologici che scrivono testi di respiro sociale ispirati dalle loro opere

artists.sociologists nasce come progetto sui social nel marzo 2015, per un anno costruisce una piattaforma tesa al dialogo fra gli operatori delle arti visive e della sociologia che anche attualmente risulta il trampolino di lancio delle sue iniziative e della formazione di un pensiero di arte partecipativa e di una sociologia che guarda l’arte.

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Convento della Ripa https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/convento-della-ripa/ Sat, 20 Apr 2024 10:05:14 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=23474/ Il 9 ottobre 1440, presso il notaio Gabriele Borrelli, sotto gli occhi di molti testimoni, viene redatto un documento che racconta ciò che è appena avvenuto a Desenzano, nella Valle Seriana Inferiore. Venturina, una ragazzina di undici anni, affetta da un male che le aveva fatto “morire” la gamba sinistra, è guarita: è stata la Madonna, “apparsa in tutto il suo splendore”, a compiere il miracolo e a chiederle di fare erigere su una “certa ripa” una cappella per ricordare a tutti quel che è accaduto.

Ecco il primo nucleo della RIPA, luogo di devozione alla Vergine, costruito grazie al contributo di Conzino Signori di Comenduno e di molte altre donazioni: prima semplice cappella, poi chiesa e, pochi anni dopo, convento della Congregazione dei Carmelitani di Mantova. Anche oggi il complesso è formato da un convento e da due chiese: l’una, ad aula unica con presbiterio a terminazione rettilinea, è chiamata “superiore” perché nel 1478 venne edificata una seconda chiesa, detta invece “inferiore”, dedicata all’Annunciazione, per dare spazio al fervore religioso dei pellegrini e garantire la serenità e il raccoglimento in preghiera dei frati. Quest’ultima è ora riconoscibile solo dall’esterno essendo oggi utilizzata come lattoneria.

Molte e interessanti sono invece le testimonianze artistiche che ornano la chiesa superiore e ne testimoniano l’importanza come centro di culto per il territorio: i tondi della bottega dei Marinoni, posti negli spicchi della volta a ombrello all’ingresso; il Padre eterno circondato da angeli, affrescato nella lunetta del nicchione absidale e l’affresco che raffigura la Madonna col Bambino e Santi.
Di particolare valore sono gli interventi di entrambi i Moroni, padre e figlio, relativi all’altare della Vergine del miracolo.

Tra il 1595 e il 1596 venne incaricato il pittore bergamasco Enea Salmeggia, detto il Talpino, per la realizzazione del quadro rappresentante la Vergine con i santi Pietro, Alessandro, Arnaldo da Comenduno (o Agostino) e Alberto Carmelitano: il dipinto, firmato e datato “Aeneas Salmetia Bergomensis F.1596”, si può dunque ammirare sull’ancona dell’altare maggiore.
Legati, indulgenze, feste, fiere: sono molteplici i segni che testimoniano il rapporto strettissimo tra convento e territorio nei secoli XVI e XVII.
Quando, nel 1738, la visita pastorale del vescovo di Bergamo attesta la presenza nel convento della Ripa di otto Padri e quattro laici, risulta evidente la contrazione in atto, in linea con quanto avviene altrove e che dalla metà del Settecento interessa anche i territori della Repubblica di Venezia. Nel 1788 il Monastero viene soppresso ed il patrimonio venduto in un’asta ai privati: ad un patrizio di Bergamo, Antonio Adelasio, i beni di Gavarno; a Lorenzo Zanchi e Pietro Bertani, i terreni di Desenzano e Comenduno. Il 20 marzo 1801 Pier Girolamo Zanchi vende a Luigi Briolini per 62500 lire l’ex convento e il possesso della Ripa. La famiglia Briolini userà il convento per insediarvi una filanda.

La Cooperativa Sociale La Fenice Onlus acquista il Convento nel settembre 2007. Oggi ospita la sede dell’Associazione Diaforà, uno spazio per l’ospitalità, La Ripa Boutique Hotel, e uno per la ristorazione, Nasturzio, una sala convegni e alcuni uffici. Lo spazio all’aperto è composto da un giardino ornato da piacevoli betulle, favorevole alla pausa meditativa e alla socialità.

Sfoglia la brochure

 

Santuari della fede, Santuari di cultura” è un itinerario realizzato nell’ambito del “Progetto bando Turismo Religioso” promosso da Regione Lombardia, UnionCamere Lombardia, PromoIsola e PromoSerio.

 

 

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Percorsi turistici culturali https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/percorsi-turistici-culturali/ Fri, 15 Jul 2016 10:06:01 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=11163 I Percorsi Turistici Culturali sono un progetto nato per valorizzare il territorio dal punto di vista culturale e artistico, coinvolgendo il tessuto commerciale, dando anche un’opportunità lavorativa e di formazione a ragazzi di età inferiore ai 35 anni nell’ambito delle politiche giovanili.

I Percorsi Turistici Culturali sono visite guidate adatte a tutti coloro che vogliono scoprire curiosità sulla storia e sulle tradizioni della ValSeriana e Val di Scalve. Le visite guidate si arricchiscono con degustazioni di prodotti del territorio, aperitivi a tema, tisane della buona notte e show cooking con prodotti Sapori Seriani.

Si ringraziano tutti gli operatori e i partecipanti al progetto.

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La Valle delle Basiliche a Alzano Lombardo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-valle-delle-basiliche-a-alzano-lombardo/ Sat, 21 Jan 2017 14:06:54 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=19709/  

Un affascinante itinerario alla scoperta di tre bellissime basiliche. Un viaggio lungo la ValSeriana, che percorre e inizia qui: la Valle delle Basiliche a Alzano Lombardo.

L’itinerario “La Valle delle Basiliche” incomincia ad Alzano Lombardo, a soli 10 km dal casello autostradale di Bergamo o di Seriate.

Proprio ad Alzano, come nelle altre tappe della giornata, una guida vi attenderà all’apposita area di sosta per i bus in via Roma e vi accompagnerà alla scoperta della fastosa Basilica di San Martino, edificata nelle sue forme attuali a partire dal 1656 su progetto di Gerolamo Quadrio.

La sovrabbondante decorazione a stucco, i numerosi dipinti e la profusione dei marmi vi avvolgeranno in questo ambiente tardo-barocco. La Basilica conserva grandi capolavori come il prezioso pulpito in marmo di Andrea Fantoni o la ricchisima cappella del Rosario, nota per la quadreria neoclassica con dipinti di Piccio, Appiani, Diotti, Camuccini…

Le stupefacenti Sacrestie Fantoniane, superbamente arredate dalle armadiature che vedono la collaborazione degli ebanisti Caniana, e l’attiguo museo, completano la visita del complesso tramite una selezione di opere che vi racconteranno la storia di questa ricca cittadina. Opere del
Tintoretto, di Fra Galgario, del Cavagna vi stupiranno per bellezza e qualità.

LEGGI ANCHE> I Fantoni di Rovetta – itinerario SerioArt

Il percorso de La Valle delle Basiliche a Alzano, ci porta nel Centro Storico, di impianto medievale, ospita numerosi edifici degni di nota. Importanti i palazzi nobiliari, gli edifici civili, anche fortificati, e i grandi complessi industriali visitabili come l’ex cementeria Italcementi. Tra le altre chiese si segnalano l’antica San Pietro, celebre per aver accolto la pala col Martirio del Santo di Palma il Vecchio oggi visibile in museo. Interessanti anche la chiesa di San Michele, progettata da Giovan Battista Caniana, la chiesa della Pace e quella del Monastero della Visitazione.

Tornati al bus si proseguirà lungo la Valle delle Basiliche a Gandino, che dista da Alzano Lombardo 19 km.

Se l’itinerario la Valle delle Basiliche a Alzano Lombardo ti è piaciuto, scopri l’offerta dedicata ai gruppi!!

 


 

CONTATTI E INFORMAZIONI PER LE VISITE 

> Ogni domenica e giorni festivi
dalle ore 15.00 alle ore 18.00
visita guidata all’intero complesso (Basilica, Cappella del Rosario, Sagrestie e Museo)
Inizio percorso alle ore 15.00 – ingresso € 6
Ingresso gratuito per i residenti in Alzano Lombardo e per i ragazzi sotto i 14 anni

> Lunedì – Mercoledì – Giovedì – Venerdì
dalle ore 9 alle ore 12,00 – dalle ore 15,30 alle ore 17,30

> Sabato
dalle ore 9 alle ore 12,00
visita alla Basilica e Sagrestie – ingresso € 4
Ingresso gratuito per i residenti in Alzano Lombardo e per i ragazzi sotto i 14 anni

INFO
035.516579 – info@museosanmartino.org
www.museosanmartino.org

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Archeologia industria Val Seriana | 1 https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/archeologia-industria-val-seriana-1/ https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/archeologia-industria-val-seriana-1/#respond Wed, 27 Apr 2016 14:33:09 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=4601 Tra i percorsi d’arte, nella valle che per anni è stata sinonimo di lavoro industriale in tutta Europa e d’innovazione tecnologica sino dal medioevo, non può mancare qualche suggerimento di visita ai siti dove ancor oggi è possibile ammirare, magari solo dall’esterno, i silenziosi e fieri testimoni del lavoro dell’uomo.

Opere architettoniche che possono essere catalogate come Archeologia Industriale, una nuova branca dell’archeologia che ha come oggetto di studi le diverse testimonianze del processo d’industrializzazione che ha interessato un territorio, permettendo di ricostruirne le dinamiche storiche, sociali e tecnologiche.

Generalmente questo percorso interessa un periodo abbastanza recente, sicuramente non prima dell’Ottocento quando le millenarie attività contadine e d’allevamento sono state affiancate dalle prime forme di industrializzazione in Val Seriana, ma comprende anche siti ben più antichi. In luoghi strategici per le risorse offerte dal territorio, sono sorti apparati industriali che oggi, persa la loro vocazione produttiva, rimangono affascinanti esempi d’architettura, tecnologia, urbanistica e storia del lavoro.

Questo percorso di archeologia industriale, così come il processo di industrializzazione ottocentesco, si genera appena al di fuori dalla città di Bergamo, per spingersi verso l’alta valle alla ricerca delle più remote risorse materiche e industriali.
Si concentra per lo più su edifici monumentali con un fascino particolare, alcuni di essi con progetti di interesse culturale che li hanno fatti o li faranno diventare “musei” e nuovi luoghi di cultura.

È questo il caso del Cementificio Italcementi che sovrasta con la sua grande mole il comune di Alzano Lombardo. Impossibile per chi transita nella zona non notare gli alti forni verticali che si innalzano nel panorama circostante. Il complesso industriale venne costruito nel 1883 dalla ditta F.lli Pesenti fu Antonio, e dotato di sei forni verticali, chiamati “a Vulcano“ per la cottura dei calcari marnosi; un progetto che fu per molto tempo all’avanguardia sia per la sua modernità e produttività, sia per una certa ricercatezza nello stile architettonico. Il culmine della produttività arrivò negli anni Quaranta, con centinaia di operai impegnati complessivamente, ma già dagli anni Sessanta l’attività iniziò a calare drasticamente fino alla chiusura definitiva.
Oggi l’area del Cementificio è stata parzialmente recuperata nella sua parte più ricercata architettonicamente.

Sempre ad Alzano è interessante la sede originale delle Cartiere Pigna, un affascinate complesso di edifici industriali di fine Ottocento, concreto esempio di rivitalizzazione di un’area dismessa grazie allo Spazio FaSE modello sperimentale per la rigenerazione economica sociale del territorio, oggi vivibile ogni weekend con i suoi seguiti eventi.
Poco distante, a Nembro è possibile ammirare uno dei complessi industriali più articolati e completi della valle, parente minore del ben più famoso villaggio operaio di Crespi d’Adda (oggi sito Unesco e centro di importanti progetti di valorizzazione).
La sua fondazione si deve ad un protagonista dell’industrializzazione lombarda e bergamasca in particolare, Benigno Crespi di Busto Arsizio, che fondò a Nembro, poco dopo l’Unità d’Italia, una filatura di cotone. Dopo aver avviato lo stabilimento, Crespi lo dotò delle abitazioni e dei servizi necessari per dare alloggio e rifornire gli operai che vi lavoravano. L’interesse dell’industriale milanese ben presto si spostò alla creazione del sito di Crespi d’Adda, lasciando incompleto il villaggio seriano, pur mantenendone la produttività.
Nel 1972 la Manifattura Crespi è passata al gruppo industriale Roncoroni: l’industria si è ridotta alla sola parte produttiva, mentre le case popolari e l’ex convitto sono stati ceduti al Comune, che li ha privatizzati.

Interamente dedicato alla filatura del cotone è un edificio industriale che ha recentemente dimesso la sua produttività dopo oltre 150 anni di attività: è il Cotonificio Honegger-Spoerry, situato a nord della provinciale nei pressi di Albino. Anche in questo caso, accanto ad un’iniziale attività industriale, si sviluppò un vivace quartiere operaio con l’affiancamento di blocchi di case operaie e la villa dei direttori. E’ questo uno dei più belli e meglio conservati complessi di archeologia industriale della provincia, che mantiene valorizzati e visibili i caratteri originari delle strutture realizzate dal 1876 alla metà del XX secolo.

Il nostro itinerario alla scoperta dell’archeologia industriale continua in media ValSeriana, visiteremo Cene, Ponte Nossa e Villa d’Ogna. E poi ancora, Valbondione, Castione della Presolana e Rovetta.

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Giovan Battista Moroni | Tappa 3 https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/giovan-battista-moroni-in-val-seriana-3-tappa/ https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/giovan-battista-moroni-in-val-seriana-3-tappa/#respond Tue, 07 Jun 2016 15:48:13 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=8198 Il nostro viaggio alla scoperta delle opere di Giovan Battista Moroni, ci porta in bassa ValSeriana. Dopo aver conosciuto le opere conservate ad Albino e in media e alta ValSeriana, torniamo verso Bergamo.

Tappa obbligatoria alla Chiesa dei Santi Sette Fratelli Martiri di Ranica che ospita due importanti lavori moroniani: il politico con il Battesimo di Cristo datato 1561-63 ca e recentemente restaurato dalla Fondazione Credito Bergamasco e il Crocifisso con la Vergine e Santi, di qualche anno più tardo, collocato dagli studiosi alla fine degli anni ’60. Il polittico ai primi dell’ottocento venne inserito in una cornice in stile neoclassico: al centro la scena principale rappresenta il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano mentre la colomba della Spirito Santo appare in cielo e irradia la sua luce fino al capo di Cristo ricordando che tutti i cristiani non sono battezzati solo con acqua ma anche “in Spirito Santo”. Ai lati della tela principale sulla destra un giovanissimo San Giovanni Evangelista volta lo sguardo verso lo spettatore, mentre sulla sinistra un assorto S. Giacomo sembra avere lo sguardo perso nel vuoto. In alto due tele più piccole rappresentano l’Annunciazione.

La crocifissione ospita una serie di personaggi in una rappresentazione in parte nuova, ai piedi della croce stanno Giovanni evangelista, che rivolge lo sguardo al Cristo, e Maria che allarga le braccia e sembra avvolgere con il suo sguardo lo spettatore; Maria Maddalena abbraccia invece il legno della croce e tiene gli occhi chiusi e il capo chino, in un gesto di dolore molto composto, infine San Defendente è inginocchiato e si rivolge con le mani giunte al Crocifisso, la sua posa ricorda molto quella di un donatore, solitamente raffigurato in preghiera.

Per i paesi vicini Moroni realizzò anche diversi stendardi: quello di Villa di Serio, rappresentante il Cristo Risorto, è conservato nella sagrestia della parrocchiale mentre quello di Pradalunga dedicato al Calice eucaristico è esposto presso il Museo Adriano Bernareggi di Bergamo. Infine segnaliamo che sempre a Bergamo, presso l’Accademia Carrara, è conservata la Deposizione di Cristo realizzata per la Chiesa degli Zoccolanti di Gandino, firmata e datata 1566.

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La Valle delle Basiliche a Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-valle-delle-basiliche-a-gandino/ Sat, 21 Jan 2017 14:22:49 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=19710/ Dopo aver visitato la Basilica di San Martino ad Alzano Lombardo, l’itinerario continua con la seconda tappa: La Valle delle Basiliche a Gandino.

Nuovamente una guida vi accoglierà presso il posteggio riservato agli autobus di via Cavalieri di Vittorio Veneto e vi accompagnerà con la visita
guidata alla celebre Basilica di Santa Maria Assunta.

Seguirà il pranzo presso il Ristorante Centrale nell’antica piazza Vittorio Veneto. Qui potrete degustare le specialità locali in base ai menù tipici indicati che offrono in particolare piatti a base di Mais Spinato di Gandino e ritemprare le vostre forze!

Nel pomeriggio, Valle delle Basiliche a Gandino continua con la visita del Museo della Basilica che ospita preziosi tesori: oreficerie, arazzi e tessuti. È possibile ammirare anche la ricca sezione dedicata ai presepi e alla tessitura.
Gandino, capoluogo dell’omonima valle, che sorge in un’ampia conca, da circa dieci secoli è stato culla di una fiorente comunità mercantile prima, e di una importante vocazione industriale poi.

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Numerose sono le testimonianze architettoniche medievali e rinascimentali. Nel compatto nucleo storico sono presenti palazzi appartenuti alle grandi famiglie ed un’architettura di connettivo mai banali. Si conservano ancora, fra l’altro, tratti delle antiche mura con le relative torri di guardia. Segno forte nel tessuto edilizio sono le numerose chiese sorte fra il XV e il XVIII secolo. Sono visitabili, oltre al complesso basilicale (che si distingue per l’originalità dell’architettura, l’incredibile dotazione di marmi, dipinti e intagli), l’ex monastero benedettino del XVII secolo con la chiesa di S. Mauro e S. Carlo, il Museo delle Orsoline, la sala capitolare dell’antico convento francescano di Santa Maria ad Ruviales, un raro stenditoio (ciodéra) per l’asciugatura dei panni lana.
Tra le architetture civili si segnalano: il palazzo e la piazza del comune, i palazzi Giovanelli, Radici, Ghirardelli, Caccia e molti altri.

Al termine della visita, il viaggio lungo la Valle delle Basiliche continua per Clusone.

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Santuari della fede, Santuari di cultura https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuari-della-fede-santuari-cultura/ Wed, 09 Aug 2017 10:35:53 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=23428/ Il legame tra uomo e fede sta alle origini di qualsiasi insediamento, un legame che ha segnato in modo particolarmente significativo i luoghi in cui viviamo. Dal profilo di ogni città e paese si innalzano talvolta maestosi, a volta discreti, ma pur sempre solenni campanili, punti di riferimento, oggi come un tempo, quando il suono delle loro campane richiamava i contadini dalle campagne all’imbrunire o quando scandisce ogni momento della vita civile e religiosa.

Santuari della fede, Santuari di cultura” è un itinerario realizzato nell’ambito del “Progetto bando Turismo Religioso” promosso da Regione Lombardia, UnionCamere Lombardia, PromoIsola e PromoSerio.

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La Valle delle Basiliche a Clusone https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-valle-delle-basiliche-a-clusone/ Sat, 21 Jan 2017 14:58:02 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=19711/ Dopo aver visitato la Basilica di Alzano Lombardo e Gandino, l’itinerario continua con la terza tappa: la Valle delle Basiliche a Clusone.

Giunti nella cittadina dell’alta valle potrete ammirare la monumentale
Basilica dedicata a S. Maria Assunta e S. Giovanni Battista edificata tra il 1688 e il 1698 su disegno del Quadrio, architetto della Fabbrica del Duomo di Milano.
Nell’unica navata si aprono otto cappelle contenenti altrettanti altari. La volta è affrescata con motivi architettonici e floreali di Bernardino Brignoli e con medaglie su tela di Antonio Cifrondi. Per tante tele di notevole valore che la ornano, questa chiesa può ritenersi una vera galleria di pittura lombardo-veneta ove spiccano la pala dell’Assunzione del Ricci, la Nascita di San Giovanni Battista del Carpinoni e il Sant’Antonio del Cignaroli. Si segnalano inoltre il gruppo ligneo fantoniano del Crocifisso, il maestoso altare maggiore, il Pulpito confessionale e il Fonte battesimale del ‘400.

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Adiacente la Basilica, sorge l’Oratorio dei Disciplini edificato nel XIV sec. sulla cui facciata campeggiano gli straordinari affreschi della Morte (1485) che rappresentano una sintesi unica in Europa dei temi della Morte alla fine del Medioevo. Nella parte superiore il tema dell’incontro dei
tre vivi e dei tre morti e il grande Trionfo della Morte; nella fascia intermedia la celebre Danza Macabra; della parte inferiore restano solo frammenti. Internamente è affrescata la Vita di Gesù (1470) e una grandiosa Crocifissione del Borlone.

Il Museo della Basilica corona il complesso monumentale custodendo i tesori della Basilica e ospitando mostre temporanee. La cittadina si distingue poi per le numerose facciate dipinte che caratterizzano gli edifici del centro storico. Il famoso orologio planetario realizzato da Pietro Fanzago nel 1583 domina la piazza centrale.
Tra le chiese più significative è poi da segnalare il Santuario del Paradiso, l’antica S. Defendente e Sant’Anna.

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La Via dei Metalli | 2 https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-via-dei-metalli-2/ Thu, 19 Jan 2017 15:23:22 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=19546/ Dopo la prima tappa, l’itinerario lungo la via dei Metalli in Alta Valseriana prosegue per Ponte Nossa, borgo in cui durante la dominazione della Serenissima (1427 – 1797) per via della lavorazione del ferro sorsero il Maglio Minore o Beltrami, e il Maglio Maggiore, In questi antichi edifici, destinati alla lavorazione dei metalli originati dalla fusione di minerali ferrosi coltivati nelle miniere delle vicine Valli di Scalve e Bondione, il ferro, dopo essere stato arroventato nella forgia, veniva trasformato in chiodi, martelli e picconi per l’attività edilizia o in zappe, vanghe e badili per l’agricoltura.
I magli, per il funzionamento dei grandi martelli a testa d’asino e per la rotazione delle pietre da mola sfruttavano l’energia del fiume Nossa che caratterizza la Val Dossana.
Oggi, la ristrutturazione del Maglio Minore o Beltrami ha ricreato i presupporti per il recupero dell’antico mestiere dei forgiatori e offre un percorso didattico che spiega il mestiere dei ‘maér’.
Accanto al vecchio lavatoio che sfrutta la canalizzazione dell’acqua destinata al maglio stesso, si conserva ancora l’antica tromba idroeolica, conosciuta anche come “la tina de l’ora” che soffia aria trasportata dall’acqua, nel bracere della forgia nella fucina.
Salendo da Ponte Nossa, si raggiunge l’abitato di Parre e l’OPPIDUM DEGLI OROBI.
La località Castello, sembra essere quella che fonti antiche chiamano Parra Oromobiorum oppidum (Parra centro fortificato degli Oromobi o Orobi); sorgeva infatti su un terrazzo fluviale in una posizione naturalmente difesa e strategica per il controllo delle vie di transito e dell’accesso alle risorse, soprattutto minerarie che sono particolarmente abbondanti in questa parte della Valle Seriana. L’importanza del sito era nota già nell’Ottocento; proprio in questo luogo infatti, venne alla luce un accumulo di manufatti bronzei deposto in un pozzetto nel V sec. a.C. e interpretato dagli archeologi come il ripostiglio di un artigiano fonditore.
Tra il 1983 e il 1994 sono state effettuate campagne di scavo da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, al fine di indagare il ricco deposito archeologico.
Tracce consistenti di un insediamento risalente alla fine dell’età del Bronzo (secoli XIII-X a.C.) sono state rinvenute in località Botti: i manufatti ritrovati e le strutture testimoniano che qui si svolgeva attività metallurgica: estrazione del rame dai minerali, fusione e colatura in matrici di pietra.
Questa attività artigianale proseguì poi al Castello: dove venivano lavorati il rame, che legato allo stagno forniva il bronzo e, a partire dalla seconda età del Ferro, il piombo, probabilmente sfruttando i giacimenti metalliferi del vicino Monte Trevasco.
Probabilmente in virtù delle risorse minerarie di cui dispone, Parre, in questo periodo, si colloca all’interno di una fitta rete di traffici commerciali con le popolazioni limitrofe, centro-alpine e celtiche.
Il sito di Parre fu abbandonato alla fine del I secolo a.C., quando i Romani conquistarono le Alpi,
dalla fine del II d.C. al V d.C. l’altura venne insediata nuovamente, forse con funzioni militari, come potrebbe indiziare la presenza di particolari monete usate per il salario dei soldati.

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I Luoghi della Fede https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/luoghi-della-fede/ Thu, 19 Jan 2017 15:19:36 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=19490/ I santuari sorti nei secoli scorsi sono meta ancora oggi di continui pellegrinaggi, a testimonianza di una devozione popolare molto radicata e sentita. Questo itinerario che coniuga arte e fede, conduce a siti che in precedenza erano in aree campestri e sui colli che dominano la Valle, in visita ai luoghi di culto spesso legati ad apparizioni della Vergine Maria o a guarigioni miracolose avvenute tra Cinquecento e Ottocento.
La prima tappa è il Santuario della Beata Vergine del Buon Consiglio a Villa di Serio che include il più antico santuario di Santa Maria dei Campi. La chiesa, costruita in stile gotico lombardo, conserva due tele di Enea Talpino detto il Salmeggia. A pochi chilometri di distanza, a Nembro, si trova il Santuario della Madonna dello Zuccarello, con il suo porticato ad arcate e la vista panoramica sulla Media Valle.
In direzione delle Cinque Terre della Valgandino, in località Castellum a Casnigo troviamo il trecentesco Santuario della Trinità. Al suo interno è ospitato il Giudizio Universale di Cristoforo Baschenis il Vecchio, dipinto che lo ha reso famoso come “La Cappella Sistina della bergamasca”.
In Val del Riso, in direzione Oneta, si raggiunge il Santuario della Madonna del Frassino che venera il miracolo della lacrimazione di un’effige della Madonna nel 1512. La navata centrale presenta affreschi di Giovanni Brighenti di Clusone ed è arricchita da due tele di Antonio Cifrondi. L’altare maggiore in marmo ha due angeli adoranti ai lati, opera di Grazioso Fantoni.
Ad Ardesio il Santuario della Madonna delle Grazie celebra il miracolo dell’apparizione mariana del 23 giugno 1607. Nel presbiterio è collocata la stanza dei Santi con l’affresco dell’Apparizione; molto ricca è anche la raccolta di ex-voto nella cripta. Infine nello scurolo, sette grandi statue compongono il Sepolcro fantoniano. Il Santuario di Sommaprada a Rovetta è facilmente visibile dalla strada provinciale, secolare luogo di passaggio. Qui la notte del 2 luglio del 1533 la Madonna salvò dei viandanti dall’aggressione dei briganti. All’interno un affresco quattrocentesco di Giacomo Borlone e nella cripta una pietra con le impronte della Vergine. Poco distante, a Dorga, sorge il Santuario di Nostra Signora delle Grazie di Lantana, elegante edificio circondato da un portico ad archi, con affreschi del XV secolo.

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I Fantoni di Rovetta https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/i-fantoni-di-rovetta/ Thu, 19 Jan 2017 16:09:47 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=19601/ I Fantoni di Rovetta furono una dinastia longeva di scultori e intagliatori. Esordirono come marangoni o magistri lignaminis, meritando considerevoli committenze ecclesiastiche in ValSeriana e Val di Scalve.

La bottega iniziò a Rovetta nel 1460 con Bertulino De Fantonis e rimase operativa fino al primo Ottocento; tra tutti si distinse l’artista settecentesco Andrea Fantoni.

L’itinerario non può che partire dalle Sacrestie di Alzano Lombardo, laddove i Fantoni realizzarono intagli, arredi e il Trionfo di San Pietro. Altre opere lignee di altissimo pregio sono anche le statue in legno policromo di Gesù Cristo Crocifisso e il Cristo Risorto del Museo parrocchiale di Santa Maria Assunta a Vertova, ma soprattutto il complesso statuario settecentesco del Compianto sul Cristo morto conservato presso l’Oratorio dei Disciplini di Clusone.

Punto fermo del percorso è assolutamente la Casa Museo Fantoni di Rovetta, originario fulcro artistico che conserva tutt’oggi moltissimi bozzetti e lavorati fantoniani. Pochi passi e, nella limitrofa parrocchiale di Rovetta, ritroviamo una notevole concentrazione di opere fantoniane, costante della maggior parte delle chiese maggiori dell’Alta Valle.

L’apparato per organo e la cantoria nella Chiesa di Sant’Alessandro di Castione della Presolana. Grazioso Fantoni il Vecchio, padre di Andrea, ricevette la commissione per l’imponente apparato per l’organo e per la cantoria nel 1683; il disegno preparatorio si trova presso la Fondazione Fantoni di Rovetta. Grazioso eseguì magistralmente la balconata della sontuosa cassa lignea, arricchita da cariatidi, da rilievi intagliati con scene della fanciullezza di Gesù in cui è rappresentata un’Adorazione dei Magi e da numerose statue, tra le quali svettano San Pietro, San Paolo e Sant’Alessandro soldato della Legione Tebea.

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La Via dei Metalli | 1 https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-via-dei-metalli2/ https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-via-dei-metalli2/#respond Thu, 19 Jan 2017 14:56:16 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=8749 La Via dei Metalli traccia, in Alta ValSeriana, un lungo percorso storico a tappe che ha inizio con l’età del Bronzo e si conclude negli anni ’80 del Novecento. Il percorso ha la finalità di mostrare quanto le risorse minerarie di cui il territorio è sempre stato naturalmente ricco, siano state significative per secoli per muovere l’economia dei luoghi della Valle dove minerali e manufatti metalliferi venivano lavorati e venduti anche ad acquirenti che provenivano sin da molto lontano. I proventi generati da questo mercato dei metalli hanno contribuito nei secoli allo sviluppo tecnologico, culturale e artistico dei borghi dove si svolgevano queste attività. Testimonianze che sono state salvaguardate e conservate nel tempo, per giungere sino alla nostra epoca, in cui processi metallurgici avvengono con tecnologie moderne, ma ancora basati sulle sperimentazioni dei nostri antenati.

La prima tappa della Via dei Metalli è il Museo delle miniere di Gorno che è allestito esclusivamente con materiale originale donato da privati compaesani e recuperato dai siti minerari dismessi. Al suo interno si percorre il “viaggio dello zinco” dall’estrazione dei minerali, sino al prodotto finale in lingotti di zinco e piombo. Nella sala audiovisivi si visionano filmati originali dell’attività mineraria del secolo scorso. Nell’ufficio del perito, originale dell’epoca, con gli strumenti scientifici e le mappe, si rivive del l’atmosfera del villaggio minerario di Campello, sito di interesse archeo industriale poco lontano dal museo. La sezione della mineralogia mostra i minerali di sfalerite, calamina e galena estratte dalle miniere di Gorno ma anche altri rarissimi pezzi. Per gli studenti e i ricercatori è consultabile l’archivio minerario, preziosissima fonte di ricerche, approfondimenti e scoperte. Centinaia di reperti, documenti, fotografie parlano della dura vita dei “minadur”, delle “taissine” e dei “galecc” e della storia di una comunità che nel corso dei secoli è stata permeata dalle alterne vicende di miniera. Tracce dei tempi in cui mancava la possibilità di occupazione in Val del Riso raccontano di quando i gornesi emigravano all’estero: in Europa, in particolare in Francia, ma anche in Australia e in America e prediligevano il mestiere del minatore.

La visita al sito minerario di Costa Jels racchiude in sé la vicenda accaduta a un minatore gornese in Australia nel 1907, quando un nubifragio inondò la miniera d’oro Westralian Extension, undici Km. A Nord di Coolgardie e il minatore Modesto Varischetti, chiamato Charlie, fu intrappolato dall’acqua a circa 300 metri sotto terra e fu liberato dopo nove giorni d’isolamento, dai palombari giunti da Perth.

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Villa Carrara https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/villa-carrara/ Fri, 24 Jun 2016 07:59:48 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=9270 Interessante per architettura e dimensioni oltre che per la storia secolare che l’accompagna, la Villa Carrara, unica nel suo genere a Villa di Serio, fu dimora padronale fino al 1978, anno in cui morì la nobile Camilla ultima discendente della famiglia Carrara.

Racchiusa tra la centrale via Papa Giovanni e la pedecollinare via Mascarelli, Villa Carrara copre 1275 mq sviluppando su tre piani una superficie utile di 1971 mq per oltre 10200 mc di volume complessivo. L’area scoperta di diretta pertinenza della villa è divisa tra cortile e giardino e misura circa 5000 mq, a cui vanno aggiunti 1200 mq relativi al cortile e alla casa rurale (proprietà privata) contigui alla villa.

Ad una prima osservazione appare evidente come l’intero complesso sia sorto in modi e tempi tutt’altro che univoci, fra il XV e il XVIII secolo.
Su di un primo edificio più antico, forse rurale, si innestò verso la fine del 1500 una costruzione ben più nobile per fattura e dimensione. È questo il corpo di fabbrica a ovest dell’edificio che, se pur in gran parte compromesso dalle sovrapposizioni succedutesi, non ha perso la sua originaria eleganza. Qui troviamo la bella corte chiusa con le rimesse e le scuderie: spazio prezioso quest’ultimo, forse ampliato durante il periodo d’oro di Villa Carrara, tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVII secolo.

Sul lato opposto, propaggine a nord-est della villa, resiste fino a noi una casa rurale con corte spaziosa, portico e vasta cantina, di epoca seicentesca, dove, dopo la costruzione della parte nobile, alloggiavano i coloni e il fattore con la sua famiglia.

Al centro, disposta su un’ampia elle, la villa padronale vera e propria, di fattura seicentesca ma con probabili e forse notevoli aggiustamenti e abbellimenti di inizio Settecento.
Uno slargo nella via Papa Giovanni – l’antica contrada del Pozzo – contrassegna tuttora l’ingresso della villa cui si giunge attraverso il viale, entro il piccolo parco con alberi ad alto fusto. Fino al 1850 lo slargo era anche punto di raccordo con la contrada Barzaga che, lambendo il parco e l’intero complesso, attraversava i due broli della villa e quindi la contrada dei Mascarelli (l’attuale via Mascarelli) per inoltrarsi infine nei campi detti delle Barzaghe.

Oltre il bel portale sovrastato da un balcone, oltre l’atrio e il vasto porticato, si apre la corte nobile. Da qui, un lungo viale oggi scomparso, attraversava il giardino padronale,superava la cancellata delimitata dalle due uccelliere e tagliava linearmente in due il brolo Mascarello fino a spegnersi contro una grande muraglia di prospettiva a ridosso del muro confinante con la contrada Mascarelli.
Villa Carrara è stata acquistata dal Comune alla fine degli anni ’90; dal 2000 ospita la biblioteca e dal 2001 anche gli altri uffici comunali.

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Archeologia industria Val Seriana | 2 https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/archeologia-industria-val-seriana-2/ https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/archeologia-industria-val-seriana-2/#respond Tue, 07 Jun 2016 16:13:44 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=8203 Abbiamo scoperto come questo percorso di archeologia industriale si sia generato appena al di fuori dalla città di Bergamo e ora procediamo ulteriormente verso l’alta valle.

Nei pressi del comune Cene è difficile non notare gli edifici del Cotonificio Valty-Wildy, ora Texcene SpA. Le strutture industriali tardo ottocentesche (1874), volute dagli imprenditori svizzeri da cui deriva il nome originario, sono divise dal corso del fiume Serio per sfruttarne le acque e dalla seconda metà del XX secolo il sito del cotonificio è stato frammentato in attività artigiane minori di vari settori. Tuttavia ancora oggi è ben visibile la duplice struttura originaria: lo stabilimento produttivo e le case operaie, separati dal fiume e collegati dal ponte in pietra.

Una fortissima concentrazione di elementi relativi all’archeologia industriale è riscontrabile anche nella zona tra i comuni di Ponte Nossa e Villa d’Ogna, laddove sono visibili, sulle Sponde del Serio, diverse industrie storiche come il cotonificio Cantoni (1968), già De Angeli Frua dal 1910 e precedentemente Cotonificio Bergamasco da fine XIX secolo. Sempre del periodo tardo ottocentesco è anche il complesso della manifattura tessile Festi Rasini, sulla riva destra del Serio a Villa d’Ogna (1889).

Infine a Valbondione, nella località Gavazzo, rimane l’importante struttura dei forni fusori, testimoni silenziosi della secolare attività di estrazione dei minerali ferrosi in alta ValSeriana. In particolare è il tardo Ottocento che vede l’industrializzazione del sito con la creazione della grande struttura produttiva e della particolare palazzina in stile liberty (recentemente ristrutturata), adibita ad ufficio per i dirigenti del sito industriale.

Sempre nel comune di Valbondione è assolutamente consigliabile, a chi ama camminare, una visita alla diga idroelettrica del Barbellino, realizzata a quota 1.800 m.s.l. e costruita tra il 1917 e il 1931 per rifornire di energia elettrica i numerosi centri industriali seriani.

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Oggi la struttura della diga è meta di escursioni per lo straordinario contesto ambientale montano in cui è incastonata, ma soprattutto in occasione delle aperture delle cascate del Serio, che danno vita ad uno spettacolare triplice salto d’acqua di oltre 300 metri, evento unico al mondo.

Infine, una curiosità imperdibile di architettura novecentesca, collocata in una delle aree a vocazione naturalistica più belle del contesto seriano. Tra Rovetta e Songavazzo il ponte Valleggia, un ponte in cemento armato che consente di superare il torrente omonimo, costruito tra il 1910 e l’anno successivo. Per la sua archeologia e per la sua realizzazione strutturale rappresenta uno dei primi ponti in cemento armato a struttura leggera realizzati in Europa.

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Eccellenze monumentali alla scoperta della ValSeriana e Val di Scalve https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/eccellenze-monumentali-della-valseriana/ https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/eccellenze-monumentali-della-valseriana/#respond Wed, 18 Jan 2017 16:25:13 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=8748 Il nostro itinerario alla scoperta delle eccellenze monumentali della ValSeriana e Val di Scalve parte da due splendide ville che ci accolgono appena arrivati: la storica residenza nobiliare Villa Carrara a Villa di Serio, oggi sede del municipio, e la neoclassica Villa Camozzi a Ranica, che ospita il rinomato Istituto Di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.

Salendo nella piccola frazione Abbazia di Albino, visitiamo la suggestiva e imponente abbazia benedettina.
A Gazzaniga, il maestoso ottocentesco Mausoleo Briolini testimonia l’importante lascito della Famiglia Briolini, ricchi industriali della seta.
Lo splendore del Monastero di San Patrizio, abbarbicato sul monte Cavlera, domina il borgo di Colzate.
Risaliamo lungo la valle e arriviamo nella laboriosa Val Gandino. Gandino è uno scrigno di eccellenze monumentali. Imperdibile è il centro storico con la Basilica Minore di Santa Maria Assunta, uno degli edifici religiosi di maggior ricchezza storica e religiosa del contesto seriano.

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Arrivati a Gromo, uno dei Borghi più belli d’Italia, visitiamo il duecentesco Castello Ginami che sorge a picco sul fiume Serio. Anche a Fino del Monte troviamo le tracce di una fortezza del XII secolo e l’affascinante convento di San Salvatore.
In direzione di Castione della Presolana, la nostra attenzione verso le eccellenze monumentali è attirata dalle numerose dimore estive in stile Liberty che, immerse in splendidi giardini, caratterizzano il paese e le frazioni di Bratto e Dorga.
Tra le eccellenze monumentali, Piazza dell’Orologio a Clusone, dominata dal millenario Palazzo Comunale, racconta con i suoi stratificati affreschi le alterne vicende e dominazioni della ValSeriana. Accanto sorge la Torre Civica che ospita l’Orologio Planetario Fanzago, mirabile gioiello di orologeria italiana.

In Val di Scalve va assolutamente notato il trecentesco Palazzo Pretorio di Vilminore, simbolo dell’indipendenza e dell’unità della valle.

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La Via dei Metalli | 3 https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-via-dei-metalli-3/ Thu, 19 Jan 2017 15:33:03 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=19547/ La Via dei Metalli prosegue da Parre (seconda tappa) e arriva a Gromo,attraverso la provinciale dell’Alta Valseriana.
Il Palazzo Milesi ospita il MAP Museo delle Armi bianche e delle Pergamene che custodisce una collezione privata di armi bianche dal sec. XV al sec. XVII che comprende alabarde, spade da fante, spade a tazza, strisce e pugnali, coltelle con i punzoni delle famiglie di spadai gromesi Scacchi, Ginami, Zuchini. Il ‘quadrono’ in ghisa, le ‘vergelle’ e gli incudini da fabbro del sec. XVII raccontano la metodologia antica di forgiatura delle lame da spada e delle punte da alabarda prodotte a Gromo prima della rovina del Goglio del 1666.
Le pergamene antiche, appartenenti al fondo ‘Donazione Valerio Milesi’ (1323 – 1800) e all’Archivio comunale, esposte nelle teche delle tre sale, sono documenti di grande interesse per la ricostruzione storica dell’attività della lavorazione del ferro a Gromo nei secoli XV e XVI.
La ‘Sala delle Armi’ e il ciclo di affreschi collocabile in quel filone pittorico degli inizi del secolo XVI ben documentato in ambito alpino, è un ‘unicum’ per il soggetto rappresentato che richiama i commerci a lungo raggio che resero ricchi il comune e i suoi mercanti.
Le ‘tavolette da soffitto’, dipinte con quel gusto che si diffuse nell’area Cremasca nell’ultimo quarto del ‘400 in molti centri lombardi, come arredo decorativo di prestigio in edifici di rango sono probabile residuo della decorazione tardo quattrocentesca di palazzo Milesi, che ospita il museo.

Da Gromo si fa ritorno a Clusone e dal Passo della Presolana si scende a Colere, in visita al Museo delle Miniere ‘Zanalbert’ che è parte dall’Ecomuseo delle Orobie, un comprensorio che custodisce immagini, simboli e di tracce di un passato fatto di lavoro duro e povertà, ma che conserva anche i veri valori della solidarietà e della concretezza della vita dei tempi passati.
Il muso nasce dalla ricerca attuale e dalla riscoperta di un passato non troppo lontano, improntato sull’identità storica e culturale della comunità scalvina. Sono molte le tracce sul territorio ecomuseale scalvino, dove riemergono i segni di luoghi in cui si praticavano tutti gli antichi mestieri legati all’estrazione e alla forgiatura del ferro.
L’ecomuseo comprende anche il complesso archeologicoa industriale in località Carbonera, costituito dalle antiche laverie dove confluivano i minerali dalla località Albani (a 2000 mt. di quota) attraverso la teleferica. Nella laveria il minerale veniva lavato, stoccato e poi trasportato altrove per essere calcinato. Della storia delle miniere di Fluorite di Colere restano all’interno i carrelli sui tratti delle linee di carreggio, gli antichi utensili e gli indumenti originali testimoni delle differenti maestranze che operavano in miniera.

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Giovan Battista Moroni | Tappa 1 https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/giovan-battista-moroni-in-val-seriana-1-tappa/ https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/giovan-battista-moroni-in-val-seriana-1-tappa/#respond Sat, 20 Apr 2024 10:16:53 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=8195 Tra i numerosi artisti a cui la Valle ha dato i natali il più noto è sicuramente l’albinese Giovan Battista Moroni. Nato ad Albino intorno al 1520 con i suoi ritratti conquistò la nobiltà del tempo e con le sue opere religiose adornò numerose chiese della bergamasca. La sua bravura era tale che si narra che persino Tiziano, raggiunto a Venezia da un uomo che voleva farsi ritrarre da lui chiese al potenziale committente: “Non avete forse a Bergamo il Moroni?”, un aneddoto probabilmente inventato ma di significativa importanza per comprendere la grandezza del pittore albinese.
Il ritratto è il grande punto di forza del Moroni che “immortalò” negli anni rampolli e rappresentanti delle più importanti famiglie bergamasche, ma anche (e fu questa la sua grande forza) uomini e donne più umili ma altrettanto dignitosi: avvocati, sarti e mercanti ritratti con gli attrezzi del loro lavoro e con un realismo senza precedenti che non perdonava neppure i dettagli meno belli come rughe, bernoccoli e altri difetti fisici.
Oltre alle committenze private giunsero numerose al pittore le commissioni di opere sacre, molte delle quali ancora oggi sono conservate nelle loro collocazioni originali in diverse chiese della Val Seriana.

L’itinerario che vi proponiamo parte da Albino, dove il pittore è documentato in diversi periodi della sua vita, e dove è possibile scoprire alcuni dei luoghi importanti per la sua biografia. Nel centro storico troviamo la chiesa parrocchiale di San Giuliano Martire che ospita, in due altari laterali, la tela rappresentante il Crocifisso tra i Santi Bernardino e Antonio da Padova risalente al 1573-75 ca e l’opera raffigurante la Trinità datata intorno al 1555 e inizialmente destinata alla chiesa della Trinità di Fiobbio, frazione di Albino. La Crocifissione è ritenuta dagli esperti tra le opere sacre più alte dell’artista per la sua capacità di rappresentare “l’immersione fisica e psicologica del personaggi” all’interno dell’ambiente che li circonda. Per la Trinità Moroni si ispirò all’opera con medesimo soggetto realizzata da Lorenzo Lotto, nell’opera moroniana però il Cristo risulta più statico e riprende l’iconografia medievale che vedeva il Cristo rappresentato in una mandorla, qui in qualche modo sostituita dalla luce dorata che lo circonda. La sagrestia di San Giuliano conserva infine uno stendardo doppiamente dipinto: da un lato la Madonna con Bambino, dall’altro la Visitazione che rappresenta l’incontro di Maria con Santa Elisabetta che porta in grembo Giovanni Battista.
Un’altra frazione di Albino, Bondo Petello, ospita sull’altare maggiore della Chiesa parrocchiale dedicata a Santa Barbara la Madonna col Bambino in gloria e le Sante Caterina d’Alessandria e Barbara; datata 1562-1564 ca l’opera è la più antica pala d’altare realizzata dal pittore per la propria città natale.
Le Sante si comportano in modo completamente diverso: sulla sinistra Barbara, riconoscibile dalla torre, simbolo del suo martirio, si rivolge in preghiera alla Madonna, apparsa nel cielo su una nube e circondata da piccoli cherubini; sulla destra Santa Caterina rivolge invece lo sguardo verso lo spettatore, quasi invitandolo a partecipare alla sacra conversazione e facendo quindi da tramite tra il mondo terreno e quello divino.

Per Albino citiamo infine il Cristo Portacroce, datato intorno al 1570-75, conservato presso il Santuario della Madonna del Pianto ma proveniente dall’antica chiesa di San Rocco.

Lasciando Albino, si hanno ora due possibilità: risalire la Valle lungo la strada provinciale che porta a Clusone, soffermandosi a Fiorano al Serio e a Parre oppure scendere verso Bergamo per scoprire le opere conservate a Ranica e Villa di Serio.

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Arte e vita contadina in ValSeriana | 3 https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/arte-e-vita-contadina-in-valseriana-3/ https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/arte-e-vita-contadina-in-valseriana-3/#respond Fri, 10 Jun 2016 19:55:38 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=8225 Diversi dalla concezione classica di museo e sicuramente interessanti per le loro raccolte inusuali che raccontano l’arte e vita contadina in ValSeriana, la Casa Museo di Piario e il Museo della cultura locale di Valbondione. Dimenticate le vetrine “statiche” dei musei e i pannelli esplicativi, qui tutto è pensato per accogliervi in un clima di casa e autenticità.

La “casa dei Rundenì” a Piario è un’antica abitazione rurale dove il tempo sembra essersi fermato e ogni stanza è conservata alla perfezione dagli arredi, alle suppellettili, agli oggetti personali di uso comune, fino agli straordinari pezzi di corredo ricamati a mano.

A Valbondione una casa sul fiume, in passato sede della società elettrica, ospita, in alcune stanze, il Museo dell’identità e della cultura locale. Una raccolta di attrezzi e oggetti di uso quotidiano provenienti dalle soffitte e dalle cantine del paese, attentamente restaurati per la rappresentazione del presepe vivente, che ogni inverno anima la frazione di Fiumenero, e conservati nel resto dell’anno in questo piccolo museo dove un’attenta guida locale spiega l’utilizzo l’arte e vita contadina del borgo attraverso oggetti più rari e narrando vecchi aneddoti legati alla storia del paese.

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Oltre alla cultura contadina, in passato primo sostentamento delle famiglie, la storia economica della ValSeriana è legata fortemente all’industria tessile e in particolare i cinque comuni della Val Gandino ne conservano la storia e l’evoluzione. Di grande interesse il Museo del tessile “Martinelli Ginetto” di Leffe ospitato in un ex opificio degli anni ’60. Qui è possibile scoprire le varie fasi della lavorazione dei tessuti: dalla coltivazione della seta alla cardatura, dalla tessitura con i diversi macchinari fino all’abbellimento dei prodotti finali. Di grande interesse il torcitoio circolare, sapientemente ricostruito dai volontari del museo, attivato dalla forza dell’acqua. In primavera inoltre si può assistere alle diverse fasi dell’allevamento del baco da seta.

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A Gandino, famosa sin dal 1400 per la produzione di panni di lana, è possibile visitare una “ciodera” completamente restaurata, tra le poche rimaste in Italia. Si tratta di un grande edificio esposto a sud, costruito con tre lati in muratura e il lato meridionale completamente aperto e costituito da una serie di travi in legno adorante da lunghe file di chiodi (da qui il nome) a cui venivano stesi ad asciugare i panni di lana appena lavorati.
Per approfondire ulteriormente il commercio di tessuti che dalla Val Gandino si estendeva in tutta Europa consigliamo la passeggiata lungo la strada sterrata che da Peia porta alla chiesa di Santa Elisabetta: il cammino riprende l’antica via della lana, strada commerciale costruita nel 1466 che, attraverso il passo della Forcella, collegava la Val Gandino con Riva di Solto per costeggiare il Lago d’Iseo e raggiungere poi Brescia e Venezia.

Per concludere il nostro viaggio alla scoperta dell’ arte e vita contadina in ValSeriana, segnaliamo l’Ecomuseo della Val Borlezza, vero e proprio museo diffuso è composto da una serie di luoghi d’interesse nel comune di Cerete e offre un interessante percorso dedicato all’acqua, bene prezioso e “motore naturale” per numerose attività.

Di grande interesse il pestone idrico, recentemente ricostruito là dove sorgeva l’originale, il grande macchinario serviva a polverizzare il tannino, elemento fondamentale per la concia delle pelli. In passato anche la cartiera, la segheria e le fucine erano alimentate grazie al movimento prodotto dalla forza dell’acqua. A Cerete sono inoltre presenti due mulini , oggi di proprietà privata, ancora funzionanti e utilizzati per la produzione di farine. Da ultimo citiamo la calchera, anch’essa rimessa a nuovo, un tempo utilizzata per la produzione della calce grazie all’utilizzo della roccia calcarea di cui la zona è ricca.

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Eccellenze artistiche in ValSeriana | 2 https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/eccellenze-artistiche-in-valseriana-2/ https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/eccellenze-artistiche-in-valseriana-2/#respond Fri, 10 Jun 2016 20:38:18 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=8229 Continua il nostro viaggio alla scoperta delle eccellenze artistiche in ValSeriana e Val di Scalve.
Tra i paesi più ricchi di opere d’arte va sicuramente citato Clusone con il grande affresco del Trionfo della morte, tra i meglio conservati in Europa, e il vicino complesso della Basilica di Santa Maria Assunta.

L’Oratorio dei Disciplini di San Bernardino, adiacente al maestoso edificio della basilica, attira spesso le attenzioni del visitatore per il particolare dipinto affrescato sulla sua facciata.
Convenzionalmente conosciuto come Danza Macabra, in realtà l’affresco è una sorta di antologia dei temi macabri quattrocenteschi, uniti in un’unica imponente rappresentazione: in altro il Trionfo della Morte.
Sempre in altro a sinistra, originariamente separata dal Trionfo da una finestra vi è la citazione dell’Incontro tra i tre vivi ed i tre morti; nella fascia centrale troviamo invece la vera e propria Danza Macabra, sotto forma di una lenta processione in cui ogni uomo è accompagnato dal proprio scheletro, alter ego post mortem.
La parte inferiore dell’affresco, ora purtroppo quasi completamente perduta, rappresentava una sorta di Giudizio Universale, in cui il giusti ascendono e il male sprofonda nelle viscere degli abissi. L’affresco, datato 1485 (la data è leggibile nel primo cartiglio di sinistra), fu con molte probabilità eseguito da Giacomo Borlone de Buschis, pittore seriano.

Meno noti, ma altrettanto suggestivi e meritevoli di essere citati tra le eccellenze artistiche in ValSeriana, sono alcuni cicli di affreschi conservati in piccole chiese di montagna che si incontrano risalendo verso il ramo della valle che porta a Valbondione. Ad Oltressenda Alta, nella frazione di Nasolino, la chiesa dedicata a San Bernardo da Mentone ha da poco svelato un ciclo di affreschi cinquecenteschi.

A pochi chilometri dal borgo medievale di Gromo troviamo due eccellenze artistiche della ValSeriana, la quattrocentesca chiesa di San Michele Arcangelo a Colarete (frazione di Valgoglio) conserva al suo interno pregevoli affreschi che coprono quasi integralmente il presbiterio e la parete sinistra della navata.
Posta sopra un’altura visibile dalla strada provinciale la chiesa parrocchiale di Gromo San Marino (frazione di Gandellino) è tra le più antiche della valle e secondo alcuni documenti la navata sinistra era parte del chiostro di un antico monastero. Quest’area è decorata da diversi strati di affreschi tra i quali spicca la Teoria degli apostoli, ritenuta opera di Giacomo Borlone o della sua bottega.

A Rovetta la chiesa parrocchiale ospita nel presbiterio la pala della Gloria di Ognissanti, conosciuta anche come “Quadro del Paradiso”. L’opera fu realizzata da Tiepolo tra il 1734 e il 1736, anno in cui viene collocata all’interno dell’imponente ancona marmorea realizzata dalla bottega Fantoni.

Da non perdere in questo tuor alla scoperta delle eccellenze artistiche in ValSeriana, il ciclo di affreschi cinquecenteschi che adorna la cappella dell’Annunciata a Cerete, opera rivoluzionaria per la bergamasca, dove gli artisti mostrano di saper già utilizzare la prospettiva scientifica, uno dei principi cardine della pittura rinascimentale.
Tra le eccellenze artistiche, non manca in ValSeriana una testimonianza della scultura neoclassica, data dall’illustre scultore Giovan Maria Benzoni che, dopo gli studi all’Accademia Tadini di Lovere, perfezionò la propria tecnica a Roma e lavorò per numerosi committenti esteri. A Songavazzo, suo paese d’origine, è conservata l’Addolorata, opera del 1871 collocata presso la tomba della famiglia Benzoni all’ingresso del cimitero del paese. Altre opere sono ospitate presso la chiesa di San Bartolomeo.

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I grandi Pittori in ValSeriana https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/i-grandi-pittori-in-valseriana/ https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/i-grandi-pittori-in-valseriana/#respond Sat, 14 May 2016 15:05:11 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=8165 Itinerario alla scoperta dei grandi pittori in ValSeriana e Val di Scalve, un viaggio nelle chiese  tra affreschi rinascimentali e devozioni popolari.

La pittura religiosa ha da sempre caratterizzato la ValSeriana grazie ai numerosi esponenti locali che si sono distinti nel mondo, ma anche grazie alla presenza di artisti girovaghi che nella bergamasca hanno trovato la loro terra adottiva. In questo itinerario tra i grandi pittori in ValSeriana, vi proponiamo le 4 tele da non perdere: dal Tiepolo di Rovetta, al Moroni di Parre, fino al Tintoretto e Palma il Vecchio di Alzano Lombardo.

PARRE

Nella chiesa parrocchiale di S.Pietro a Parre spicca nell’ancona centrale, dietro l’altare maggiore, la pala “Madonna col bambino in trono e i santi Pietro, Paolo e Giovanni Evangelista” eseguita nel 1565 da Giovan Battista Moroni. L’opera è ricordata negli atti della visita apostolica di San Carlo Borromeo del 1575 come “Satis Pulcra”. In effetti la tela può essere considerata uno dei capolavori sacri del periodo maturo del pittore albinese, quando si assiste ad un impoverimento cromatico per giungere ad effetti più naturalistici. La scena mostra il Bambin Gesù che si sporge dalla braccia della madre per consegnare le chiavi a San Pietro, rappresentato col pastorale e il grandioso piviale. Compaiono sulla scena San Paolo, rappresentato con spada e libro e, da dietro le spalle di San Pietro, si intravede il volto di San Giovanni Evangelista. La scena è rappresentata con molta naturalezza entro uno schema compositivo che si ricollega alla maniera del Moretto.

ROVETTA

Il nostro viaggio tra le opere dei grandi pittori in ValSeriana ci porta nella Chiesa parrocchiale di Tutti i Santi a Rovetta, è conservata la pala della “Gloria di Ognissanti”, conosciuta anche come “Quadro del Paradiso”: l’imponente tela di 3,70 metri di altezza per 2,45 metri di lunghezza, spicca dietro l’altare maggiore e fu realizzata da Giambattista Tiepolo nel 1734 su richiesta di Andrea Fantoni.

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Il “Quadro del Paradiso” si contraddistingue per lo sviluppo verticale della composizione in cui spicca in primo piano la figura di San Pietro caratterizzata dallo suo sguardo fisso sul pubblico, richiamando l’attenzione dell’osservatore. Alle sue spalle, chino e concentrato nell’atto della preghiera, è San Narno, che contribuisce a definire il forte impatto drammatico. Sul piano successivo un gruppo di santi osserva la scena sacra che ha luogo in cielo, dove il volo leggero degli angeli rende ancora più eterea l’immagine della Vergine, che sembra fondersi con la luce. La pala è considerata una delle opere più importanti della prima maturità dell’artista veneto.

ALZANO LOMBARDO

L’ultima tappa dell’itinerario dedicato alla scoperta dei grandi pittori in ValSeriana, ci fa scoprire il suggestivo Museo d’Arte Sacra San Martino ad Alzano Lombardo che ospita il “San Cristoforo”, dipinto attribuito al Tintoretto. Probabilmente proveniente dalla raccolta di Brera, che custodiva le opere confiscate nelle soppressioni napoleoniche, la tela fu acquistata dalla Fabbriceria San Martino intorno al 1820-1821. La tela raffigura l’episodio della conversione di San Cristoforo nel momento culminante: Cristoforo, che sta sprofondando nell’acqua, si volta per osservare il bambino che ha sulle spalle e che, dopo aver raggiunto con grande fatica la sponda opposta, si rivela essere Cristo.
Assistono alla scena la Madonna, le cui vesti sono della stessa tonalità di quelle del Bambino, e due dignitari della corte dogale, riccamente abbigliati, committenti dell’opera che, caratterizzata dagli elementi tipici del maestro veneziano, come la pennellata energica e la forte drammaticità, è oggi attribuita alla sua mano nella sua fase matura e quindi databile intorno al 1575.

ALZANO LOMBARDO

Una delle opere più belle dell’artista bergamasco Palma il Vecchio è conservata ad Alzano Lombardo: si tratta della pala di “San Pietro Martire”, il grande dipinto proveniente dalla chiesa alzanese di San Pietro e oggi conservata nel Museo San Martino. Palma il Vecchio lo abbozza a Venezia per la chiesa dei domenicani di San Giovanni e Paolo, appalto che verrà però vinto da Tiziano. Ma la vera novità è l’aspetto rivoluzionario di entrambe le opere: per la prima volta un martirio è al centro della pala d’altare, contribuendo alla nascita della pala moderna. Il progetto di Palma è interessante e Lorenzo Lotto, grande amico di Palma, convince l’architetto Isabello (lo stesso della chiesa di Santo Spirito a Bergamo) ad inserirlo nella chiesa di San Pietro che stava ultimando ad Alzano. Ad oggi inoltre la pala è l’unica sopravvissuta perché quella di Tiziano andò distrutta in un incendio: quella di Palma resta così l’unica importante traccia della vicenda e prima grande testimonianza degli inizi del protestantesimo nel nord Italia.

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Arte e vita contadina in ValSeriana | 1 https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/arte-e-vita-contadina-in-valseriana-1/ https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/arte-e-vita-contadina-in-valseriana-1/#respond Sat, 20 Apr 2024 10:18:54 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=8222 La storia e l’economia della ValSeriana sono strettamente legate alla cultura, all’ arte e vita contadina che, ancora prima di quella commerciale ed industriale, era alla base della quotidianità di ogni famiglia e si conserva oggi in diverse realtà museali e culturali lungo tutta la Valle.

Luoghi di approfondimento e conoscenza sono i musei etnografici che attraverso le loro raccolte narrano ai visitatori storie di vita quotidiana, di lavori umili e faticosi ma anche tradizioni preziose che altrimenti rischierebbero di andare perse.

La media valle ospita, ad Albino, nella frazione di Comenduno, il Museo Etnografico della Torre. Incorporato in alcune sale della Villa Regina Pacis, attrae dall’esterno per la sua maestosità, mentre all’interno ospita molte curiosità tra cui la ricostruzione di una “cantina contadina” e un percorso didattico che documenta la sequenza produttiva dal granturco al frumento.
Sempre ad Albino, nella frazione di Casale, il Museo etnografico della valle del Lujo conserva una serie di attrezzi dedicati agli antichi mestieri artigianali con un’attenzione particolare alla produzione dei “Biligòcc”, le castagne affumicate tipiche dalla contrada. La zona è infatti ricca di castagneti e il goloso frutto autunnale in passato veniva raccolto dai contadini e fatto affumicare per poterlo conservare più a lungo e per ricavarne farina. Nell’edificio, che ospita il museo, è possibile visitare un essiccatoio e scoprirne il funzionamento.

Ma il nostro percorso non finisce qui! Altre due tappe ci condurranno alla scoperta dell’ arte e vita contadina in ValSeriana e Val di Scalve sulle tracce del tessile e, in alta ValSeriana, vi racconteremo storie di acqua e case rurali.

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Giovan Battista Moroni | Tappa 2 https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/giovan-battista-moroni-in-val-seriana-2-tappa/ https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/giovan-battista-moroni-in-val-seriana-2-tappa/#respond Tue, 07 Jun 2016 15:42:49 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=8197 La seconda tappa dell’itinerario dedicato a Giovan Battista Moroni risale la valle lungo la strada provinciale che porta a Clusone, soffermandosi a Fiorano al Serio e a Parre.

A pochi chilometri da Albino (per rileggere la prima tappa e scoprire le opere del Moroni nella sua città natale clicca qui), si raggiunge Fiorano al Serio che, nella chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire, conserva il polittico di San Giorgio eseguito da Moroni intorno al 1575.
Incassato in un imponente cornice il polittico è composto da le sei tele impostate su tre diversi registri. Al centro il santo patrono della chiesa è rappresentato a cavallo, ai suoi piedi una donna, riccamente vestita, indica il drago ormai sconfitto. Nei pannelli laterali la prima fascia è composta da S. Alessandro, sulla sinistra, riconoscibile dallo stendardo con il giglio rappresentato alle sue spalle, che si rivolge allo spettatore indicando la pala centrale, e S. Defendente, rappresentato invece di tre quarti e rivolto verso la scena principale. Nella seconda fascia sono rappresentate a sinistra S. Lucia e a destra S. Apollonia, che tiene nella mano sinistra una pinza con un dente a ricordo delle torture subite prima del martirio, la Santa è nota ancora oggi come protettrice dei denti. I fondali in pietra contro cui sono rappresentati i santi ricordano le scelte stilistiche fatte da Moroni per i suoi ritratti, quasi a rendere i santi più vicini a noi. Infine nella cimasa è rappresentata la Vergine con il Bambino. È interessante ricordare che durante il primo conflitto mondiale, per decisione governativa, l’intero polittico fu portato a Roma e venne ricollocato nella sua sede originale il 18 luglio del 1920.

Risalente al 1564 è la commissione per la pala con la Madonna col Bambino in trono e i ss. Pietro, Paolo e Giovanni Evangelista per la chiesa di S. Pietro a Parre, ultimata pochi anni dopo.
Al centro spicca la figura di S. Pietro, proteso a riceve le chiavi che il Bambino gli porge, sulla sinistra, di spalle, San Paolo regge la spada da cui fu trafitto nel martirio mentre a destra, in secondo piano, si scorge S. Giovanni Evangelista. La Vergine è collocata entro una nicchia ma si sporge un poco per avvicinare il figlio a S. Pietro.

Ultima opera in questa zona è la Madonna con il Bambino e i SS. Andrea e Pietro che Moroni firmò nel 1577 per la parrocchiale di Fino del Monte. Maria è rappresentata come sempre in alto, al centro della composizione, e tiene tra le braccia il Bambino stringendone dolcemente un piedino. Più in basso i santi sono assorti nella contemplazione: a sinistra san Paolo regge la grande croce capovolta, simbolo del suo martirio, mentre a destra San Pietro è riconoscibile dalle chiavi che tiene in mano.

Il viaggio alla scoperta delle opere di Giovan Battista Moroni continua a Pradalunga, Ranica e Villa di Serio.

 

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Arte e vita contadina in ValSeriana | 2 https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/arte-e-vita-contadina-in-valseriana-2/ https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/arte-e-vita-contadina-in-valseriana-2/#respond Fri, 10 Jun 2016 19:47:14 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=8223 Nella prima tappa del percorso attraverso l’arte e vita contadina in ValSeriana (leggi qui), abbiamo conosciuto due importanti musei etnografici che ci raccontano storie di vita quotidiana, di lavori umili e faticosi ma anche tradizioni.

Lasciando Albino e proseguendo verso l’alta valle, poco prima di Ponte Nossa si incontra sulla sinistra la Val del Riso, anticamente ricca di miniere e oggi sede del Museo Etnografico Scientifico di Oneta che conserva cimeli antichi relativi alla storia economica della valle legati in particolare alla vita contadina, alla tessitura, al lavoro del boscaiolo e, ovviamente, all’estrazione mineraria. Il museo ha anche una vocazione scientifica e grazie a diverse attività di laboratorio permette soprattutto alle scolaresche di approfondire tematiche legate alla scienza.

Altro importante punto di riferimento è il Museo Etnografico Alta Val Seriana (MEtA), situato ad Ardesio. Le sale, recentemente riallestite, sono suddivise in tre sezioni tematiche: filatura e tessitura della lana, ben rappresentata grazie ad un grande telaio ancora funzionante, lavoro dei boscaiolo e dei carbonai e lavoro in miniera. Di grande interesse la raccolta di antichi documenti e la sezione di cartografia storica.

LEGGI ANCHE> Arte e vita contadina: la via della lana

Anche la Val di Scalve conserva un passato contadino e deve il suo sviluppo economico allo sfruttamento dei giacimenti minerari. La storia locale è documentata dal Museo Etnografico di Schilpario, ospitato all’interno di un antico mulino sapientemente ristrutturato, dove è ancora visibile una macina per le farine e un torchio per la produzione dell’olio di lino, utilizzato per alimentare le lampade ma anche come medicinale e come ingrediente per la cucina. Come per gli altri musei le raccolte di attrezzi relativi alla vita contadina e al lavoro nelle miniere hanno ampio spazio all’interno della collezione, da segnalare però l’inedita sezione dedicata all’emigrazione, un fenomeno che ha fortemente coinvolto la Valle nel secolo scorso per ripercuotersi sulla vita di molte famiglie.

Un interessante e inedito punto di vista sul lavoro contadino è offerto dal Museo delle pietre coti (Mupic) di Nembro. Vero e proprio strumento di lavoro le pietre coti erano utilizzate per affilare le falci e altri attrezzi di uso comune; l’area della bassa Val Seriana compresa tra Nembro e Pradalunga era nell’Ottocentro tra i principali produttori di queste pietre che venivano estratte e lavorate a mano per poi essere esportate in Italia e all’estero. È interessante notare che il Museo è ospitato nell’antica casa della famiglia Bonorandi, titolare di una delle due ditte produttrici di pietre coti esistenti a Nembro, azienda che fu attiva sino ai primi anni Sessanta del Novecento.

Nella vicina Pradalunga sorge il Laboratorio-Museo fratelli Ligato, in passato sede dell’industria Gavazzi, che offre al visitatore la possibilità di visitare un laboratorio artigianale e di scoprire le diverse fasi di lavorazione delle pietre coti, tramandate da generazioni all’interno dell’opificio di famiglia, toccando con mano antichi utensili e manufatti.

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Eccellenze artistiche in ValSeriana | 1 https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/eccellenze-artistiche-in-valseriana/ https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/eccellenze-artistiche-in-valseriana/#respond Fri, 10 Jun 2016 20:32:30 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=8228 Arricchite nei secoli dalle comunità locali che vi investirono tempo e fatica, le eccellenze artistiche in ValSeriana sono ospitate da chiese di inestimabile valore, molte delle quali meritano il viaggio a volte al di fuori delle strade principali e regalano soste inedite alla scoperta di luoghi inaspettati.

Lasciando la città di Bergamo e risalendo la valle il primo paese da alta rilevanza artistica che incontriamo lungo la strada è sicuramente Alzano Lombardo. La maestosa Basilica di San Martino, posta nel centro storico, ha nelle vicinanze l’importante Museo delle sagrestie che, oltre alle pregiate sagrestie lignee della bottega Fantoni, conserva il Martirio di San Pietro da Verona firmato da Palma il Vecchio e collocabile intorno al 1526-28. L’opera fu commissionata per la trecentesca chiesa di san Pietro Martire, rimaneggiata nel Cinquecento dall’architetto Pietro Isabello per volere dei padri Domenicani.

Poco distante dal moderno abitato di Alzano sorge il borgo di Olera, oggi noto per aver dato i natali al Beato Fra Tommaso e per custodire, all’interno della chiesa di San Bartolomeo, il bellissimo polittico di Cima da Conegliano. L’opera fu probabilmente commissionata all’artista da tagliapietre emigrati a Venezia, i quali pensarono sin da subito alla collocazione nella chiesa attuale testimoniata dalla presenza dell’originale santo patrono ligneo collocato al centro del polittico.

Un altro importante polittico, di fattura più antica, è conservato presso la chiesa di San Bartolomeo ad Albino. In pieno centro storico, poco lontano dalla parrocchiale di San Giuliano la piccola chiesa medievale, da poco restaurata, colpisce per le decorazioni ad affresco che narrano la vita del Santo, ma ad attirare l’attenzione è certamente l’eccellente opera del milanese Pietro Bussolo, un polittico ligneo con sculture a tutto tondo dipinte ed inserite in un’ampia cornice dorata.

Tra le eccellenze artistiche in ValSeriana, non possiamo non visitare Casnigo  e l’interessante ciclo di affreschi decora la casa del suffragio, costruita alla fine del Trecento e utilizzata sia come sede dell’omonima confraternita sia, nella parte esterna, come portico del cimitero. Proprio quest’area, ampliata nel Seicento, presenta una serie di affreschi purtroppo parzialmente deteriorati le scende centrali rappresentano San Michele arcangelo che annienta il demonio, la Vergine che raccoglie il sangue di Cristo Crocifisso e l’Angelo custode, nella fascia superiore una serie di stemmi mentre nella zona della scalinata è raffigurato un Crocifisso con i Disciplini.

Continuiamo il viaggio tra le eccellenze artistiche in ValSeriana per ammirare suggestivi e magnifici affreschi in altri emozionanti siti da visitare.

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Borgo storico Cantoni a Oneta https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/borgo-storico-cantoni-oneta/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:27 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/nucleo-storico-cantoni-oneta/ Il borgo storico Cantoni di Oneta è collocata a 980 mt di altitudine, in ottima posizione panoramica, da cui si spazia con una sola visuale tutta la Valle del Riso.

Conserva integro in molti edifici l’aspetto originale delle antiche destinazioni, siano esse abitative, oppure finalizzate all’attività dell’allevamento e dell’agricoltura. L’impianto urbano è collocabile nel periodo tra il XIV° e XV° secolo. Di particolare interesse il caseggiato datato 1678, con un bel portico interno, e la bella chiesa settecentesca  dedicata a S. Antonio Abate ricca di opere d’arte.

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La Diga del Barbellino, storia di grandi opere https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-diga-del-barbellino-storia-grandi-opere/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:25 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/diga-del-barbellino-valbondione/  

La Diga del Barbellino è una delle tante testimonianze della storia delle grandi opere dei primi decenni del 1900 che si possono ancora ammirare in ValSeriana

La costruzione della diga è stata progettata a partire dal 1917. L’idea di costruire una diga che raccogliesse le acque della zona prevedeva inizialmente la costruzione di una diga all’altezza del Pian del Campo, ovvero nella parte alta della vallata che dall’abitato di Fiumenero si dirige verso il Pizzo Redorta, ma, nonostante il bacino sopra Fiumenero prevedeva una capienza maggiore, la conformazione delle montagne dove la diga doveva essere costruita era stata giudicata insicura e per questo è stata preferita la costruzione della diga del Barbellino. La costruzione della diga fu terminata nel novembre del 1931. La diga era stata costruita pensando all’ingente richiesta di energia che serviva alla Valle Seriana, dove l’industria (soprattutto tessile) si stava sviluppando a pieno ritmo.

Il lago del Barbellino è un bacino artificiale situato sopra Valbondione. E’ il più grande lago artificiale delle Orobie bergamasche, mentre è secondo se si considera anche la porzione Valtellinese, dietro al lago di Belviso.

Situato a un’altezza di 1.862 m, raccoglie le acque provenienti dalla Valle del Trobio, dalla Valle della Cerviera, dalla Valle della Malgina, dalla Valle del Lago e dal Lago del Barbellino Naturale / Sorgenti del Serio.

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Il caratteristico colore verdastro è dovuto alla torbidità delle acque provenienti dalla Valle del Trobio, vallata racchiusa tra il Monte Costone, il Monte Trobio, il Monte Gleno, il Pizzo dei Tre Confini e il Pizzo Recastello, e alla sommità della quale si adagia il Ghiacciaio del Gleno, uno dei pochi ghiacciai ancora in vita nelle Orobie bergamasche, e sicuramente il più importante.

Per raggiungerlo si parte da Valbondione e si prosegue lungo la carrabile in direzione del Rifugio Antonio Curò. La passeggiata ha pendenza pressoché regolare fino a giungere al salto delle Cascate del Serio.
Qui è possibile prendere il sentiero ripido, che prevede un percorso più breve ma con maggior pendenza, o si può proseguire lungo la carrabile panoramica che si arrampica lungo il lato della vallata piegando in più tornanti e che termina in prossimità del lago lungo un sentiero scavato nella roccia.

La costruzione della diga è stata progettata a partire dal 1917. L’idea di costruire una diga che raccogliesse le acque della zona prevedeva inizialmente la costruzione di una diga all’altezza del Pian del Campo, ovvero nella parte alta della vallata che dall’abitato di Fiumenero si dirige verso il Pizzo Redorta, ma, nonostante il bacino sopra Fiumenero prevedeva una capienza maggiore, la conformazione delle montagne dove la diga doveva essere costruita era stata giudicata insicura e per questo è stata preferita la costruzione della diga del Barbellino. La costruzione della diga fu terminata nel novembre del 1931. La diga era stata costruita pensando all’ingente richiesta di energia che serviva alla Valle Seriana, dove l’industria (soprattutto tessile) si stava sviluppando a pieno ritmo.

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Chiesa parrocchiale di Santo Stefano Protomartire https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-santo-stefano-protomartire/ Fri, 24 Jun 2016 07:07:07 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=9268 La Chiesa parrocchiale di Santo Stefano Protomartire di Villa di Serio venne insignita del titolo di prepositurale il 21 ottobre 1764, giorno della sua consacrazione per mano del patriarca di Venezia Marcantonio Bragadin.

Costruita nell’arco di 5 anni per volontà del parroco Don Giuseppe Grada e della popolazione che contribuì generosamente, la chiesa ingloba una porzione della vecchia parrocchiale del XV secolo, entro un perimetro in cui, con il sobrio campanile quattrocentesco, si trova la chiesetta di S. Lorenzo, camposanto fino ai primi anni dell’Ottocento.
Poco distante, la chiesa di S. Bernardino (1505) in cui sono conservati alcuni affreschi con la storia di S. Rocco, provenienti dalla vecchia chiesa parrocchiale quattrocentesca.
La prepositurale, ampliata nel 1928, conserva pregevoli opere d’arte tra cui tele del Salmeggia, del Moroni e del Cavagna, affreschi del Ferrari e del Quaglio.

 

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Borghi antichi – Gorno https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/borghi-antichi-gorno/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:25 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/borghi-antichi-gorno/ Le testimonianze di antiche costruzioni civili all’interno del paese di Gorno sono tutt’oggi presenti in alcune delle sue contrade.
Tra i borghi meglio conservati, viste le continue evoluzioni degli edifici e l’aumento demografico della popolazione, le contrade di San Giovanni, Peroli, Cavagnoli e Calchera.
Nella contrada di San Giovanni l’omonima chiesa è considerata uno degli edifici più antichi del paese e tutto il borgo, nonostante le modifiche avvenute nei secoli, ha mantenuto la sua struttura originaria, preservando numerosi edifici che mostrano elementi che ne datano la loro costruzione, come gli architravi in pietra, decorati anche da stemmi familiari.
La contrada di Peroli, divisa tra Peroli alti e Peroli Bassi, ha mantenuto anch’essa intatta la sua struttura originaria. Peroli alti sono stati ristrutturati in parte alla fine del XX secolo dagli stessi abitanti, senza stravolgere l’urbanistica e l’aspetto degli stessi, mentre in Peroli Bassi da ricordare c’è sicuramente la casa torre detta Casa del tesoro del Guelfo, che secondo alcuni recenti studi daterebbe la sua prima edificazione al XIV secolo.
Cavagnoli è un’altra delle contrade che meglio conserva il suo nucleo storico, situato nella zona che viene comunemente chiamata Cavagnoli vecchi. Se anche in questo caso una parte degli edifici sono stati ristrutturati, altri sono momentaneamente in abbandono, tra cui l’edificio che conserva l’affresco del Leone Veneto, simbolo della dominazione veneta, che vede la sua costruzione del suo nucleo centrale datata XV secolo.
Villassio, sede centrale del paese, se conserva edifici e cortili antichi, son meno visibili esternamente, visto che è stata una delle contrade che più di altre ha subito modifiche negli anni. Così come Erdeno e Sant’Antonio, che conservano alcune antiche abitazioni ma con testimonianze meno rilevanti.
Nella parte bassa del paese, nonostante la contrada Riso sia citata sin dal XVI secolo conserva pochissime testimonianze, così come non sono più presenti gli antichi mulini che venivano elencati per la macina del frumento e la casa torre citata in alcuni documenti del 1512.
La contrada Fondo Ripa e del Santissimo Crocefisso sono più recenti, così some contrada Campello, considerata l’ultima nata all’interno del paese agli inizi del XX secolo.

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Chiesa di San Francesco – Oltressenda https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-francesco-oltressenda/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:24 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-francesco-oltressenda/ Lungo la strada che dalla frazione Valzurio porta alla conca del Möschel si incontra la frazione Spinelli. All’inizio della piccola contrada si trova la chiesetta dedicata a San Francesco d’Assisi.

Non si conosce la data della costruzione ma la si fa risalire ai primi decenni del 1500. è una costruzione molto semplice, di forma ret-tangolare con un retro a piccola sacrestia. Domina l’altarino in muratura un bel quadro di ottima fattura, risalente al 1634, che rappresenta la Vergine con il Bambino, le fanno corona ai piedi i Sant’Antonio Abate, San Fran-cesco d’Assisi, Santa Margherita, San Carlo Borromeo e San Defendente. Si dice firmato sul retro da un certo Piombiolus Pictor Crem – sis 1634.

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Il Paese del Baghet – Casnigo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/il-paese-del-baghet-casnigo/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:30 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/il-paese-del-baghet-casnigo/ Le prime testimonianze sull’uso di un cornamusa in terra orobica le troviamo in Santa Maria Maggiore a Bergamo, nell’affresco “Albero della vita” datato 1347, e nel castello di Bianzano, dove sono raffigurati due putti suonatori di cornamusa, collocabili nell’ultimo quarto del 1300. Recenti lavori di ricerca, condotti dallo studioso Valter Biella, hanno portato ad una rivalutazione di questo patrimonio etnomusicale considerato scomparso e di cui si era perso ogni traccia. I dati raccolti permettono di delineare diverse zone in cui era suonata la cornamusa bergamasca: tra queste la media Valle Seriana con la confluente Val Gandino. In quest’area all’inizio del Novecento erano ancora certamente attivi una decina di musicisti. Ultimo erede di essi è stato Giacomo Ruggeri, detto “Fagòt” di Casnigo (1905-1990): la sua figura è stata lo snodo fondamentale nella conoscenza della cornamusa bergamasca che ha permesso di salvare questo patrimonio. Presso Casnigo infatti sono conservati 2 dei 7 strumenti storici superstiti.

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Museo Etnografico scientifico-minerario https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-etnografico-scientifico-minerario/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:27 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-etnografico-scientifico-minerario-oneta/ Museo tematico, attualmente in fase di allestimento, il Museo Etnografico scientifico-minerario è disposto su una superficie di 450 mq, comprenderà spazi riservati all’etnografia, all’attività mineraria e alcuni laboratori scientifici.

Per la parte etnografica si potranno osservare centinaia di oggetti  con particolare riferimento al mondo contadino, all’attività della tessitura e quella relativa all’antico lavoro del boscaiolo. La parte mineraria, attività estrattiva che ha interessato il territorio di Oneta per molti secoli,  verrà allestita con gli strumenti di lavoro d’epoca, vi sarà una sezione dedicata ai minerali. Il percorso  minerario si estenderà poi all’esterno con la possibilità di visitare un tratto di miniera.

Per la parte scientifica, due sale del Museo Etnografico scientifico-minerario verranno destinate a esperimenti di  laboratorio: elettromagnetismo, effetti del suono e sui gas, trasmissioni radio e altri esperimenti interessanti  a favore delle scolaresche, dove gli studenti potranno osservare direttamente gli effetti prodotti dalle prove di laboratorio con la possibilità di essere parte attiva nel produrre l’esperimento.

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Teatro Liberty del Circolo Fratellanza – Casnigo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/teatro-liberty-del-circolo-fratellanza-casnigo/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:30 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/teatro-liberty-del-circolo-fratellanza-casnigo/ La proposta di edificare un teatro in stile Liberty, risale alla seduta consigliare del 27 febbraio 1921, quando il Consiglio del Circolo decide di costruire un salone ad uso teatro e cinematografico al posto delle due stalle, col preciso intento di dare non solo ai soci ma a tutta Casnigo un locale di riunione in cui poter passare qualche ora di svago e divertimento istruttivo. Il progetto di esecuzione venne messo in atto nel settembre 1921 e si concluse nel gennaio 1922 con manodopera in parte gratuita. Il teatro, che nella sua epoca migliore ha avuto l’onore di ospitare personaggi di spicco, dopo un lungo periodo di abbandono, è stato sapientemente recuperato e restaurato dalla Società di Mutuo Soccorso Circolo Fratellanza negli anni 2005-2006 ed è ora di nuovo utilizzabile. Il Circolo Fratellanza, oggi, intende riprendere lo spirito originario ripensando alle attuali povertà in campo culturale, sociale, civile, morale rivalutando i valori dell’altruismo e della solidarietà.

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Chiesa prepositurale di San Michele – Leffe https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-prepositurale-di-san-michele-leffe/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:30 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-prepositurale-di-san-michele-leffe/ Situata nel centro storico, ha un’origine antichissima,  le prime notizie scritte sono datate 1263, quando vennero redatti gli statuti comunali. In quei tempi la chiesa, che condivideva già il ruolo di parrocchiale, ricopriva una grande importanza anche nella vita sociale, dal momento che nella propria piazza si svolgeva il consiglio comunale. Fu demolita una prima volta nel 1597, con i lavori di ricostruzione che durarono fino al 1609, quando venne inaugurata con una struttura quattro volte più grande, con tre navate rivolte ad occidente. Nel 1718 venne nuovamente demolita per far spazio all’edificio tutt’ora esistente, progettato da Francesco Muttoni. Si presenta con una navata unica, con la volta affrescata da medaglioni raffiguranti episodi della vita di san Michele, opera di Giovanni Brighenti. Ai lati della navata sono ricavate numerose cappellette dove sono presenti diverse opere pittoriche e  scultoree tra cui il simulacro ligneo della venerata Madonna Addolorata opera di Andrea Fantoni.

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Chiesa di San Martino – Leffe https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-martino-leffe/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:30 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-martino-leffe/ Le prime notizie scritte riguardanti la chiesa di S.Martino risalgono al 1336. La chiesa è preceduta da un ampio sagrato in pavé che si sviluppa dal fronte al fianco sinistro della chiesa. La facciata della chiesa si presenta liscia e semplice dotata di un’alta zoccolatura in ceppo locale su cui posa una muratura in pietra a spacco, ed è conclusa da un pronunciato sporto di gronda a due spioventi. Al centro vi è un portale in arenaria decorato di due mezze colonne con relativo basamento e capitelli, che reggono una trabeazione completa di timpano spezzato. Attraverso l’ingresso principale si perviene al vano della chiesa che si presenta ad una sola navata suddivisa da lesene in cinque campate. Tra le lesene sui due lati della chiesa sono ricavate cinque cappelle laterali per parte con vetrate semicircolari che danno luce alla chiesa. La parete di fondo della chiesa è occupata dall’arco trionfale del presbiterio. Chiuso da due tratti di balaustra con gradinata di tre gradini limitata solo alla parte centrale il presbiterio è a pianta rettangolare seguito dal coro anch’esso con pianta rettangolare ma con asse perpendicolare al primo.

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Chiesa Arcipresbiterale Plebana – Casnigo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-arcipresbiterale-plebana-casnigo/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:29 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-arcipresbiterale-plebana-casnigo/ La storia della chiesa Arcipresbiterale Plebana di Casnigo, dedicata a San Giovanni Battista è antica. Fu fondata nel 1100 come chiesa madre della Valgandino, ed elevata al titolo arcipresbiterale nel 1460. All’interno della chiesa si possono ammirare tele dei principali pittori bergamaschi tra il Cinquecento e il Settecento e dipinti di scuola veneziana del Cinquecento e Seicento, nonché pregevoli opere di scultura dal XV al XX secolo. Uno degli elementi di maggiore interesse presente nella struttura è la sacrestia: gli armadi in noce e radica che occupano interamente le quattro pareti della sacrestia, sono opera di Ignazio Hillipront (1673-1748), scultore nativo del Tirolo. Si compone di quattro armadi ad intagli con scolpite quaranta teste di angeli e cinquantotto statue di santi e figure simboliche. Nell’armadio che serve per la vestizione dei sacerdoti, vi è una nicchia con uno splendido crocifisso fra due angeli cariatide, pregiata opera di inizio Settecento attribuita ad Andrea Fantoni (1659-1734).

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Santuario della Madonna d’Erbia – Casnigo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-madonna-d-erbia-casnigo/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:29 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-madonna-d-erbia-casnigo/ La comunità di Casnigo si riconosce da alcuni secoli nella devozione alla Vergine Maria, apparsa in località Erbia, dove i casnighesi le hanno costruito e dedicato un santuario. Esisteva, nel 1550 circa, dipinta sul muro di una stalla, un’antica immagine di Maria nell’atto di nutrire al suo seno il Bambino Gesù ed i montanari che lavoravano e transitavano sul posto, rapiti dall’amabilità che traspariva dal suo volto, presero a pregarla ed invocarla, vedendosi esauditi nei propri bisogni. Si sparse allora la voce che fosse un’immagine miracolosa, e come succede in tali casi, vi fu un accorrere di gente numeroso e continuo. Solo verso la fine del Settecento o sul principio dell’Ottocento si eresse una piccola chiesetta, benedetta nel 1813, incorporandovi il muro del fienile riportante la venerata immagine, che fu così sottratta alle intemperie e convenientemente difesa. Nel santuario è conservata, esposta in una teca in vetro, l’ultima talare indossata dal Santo Papa Giovanni Paolo II: questa reliquia di un così importante Papa è diventata oggi meta di pellegrinaggi.

Santuari della fede, Santuari di cultura” è un itinerario realizzato nell’ambito del “Progetto bando Turismo Religioso” promosso da Regione Lombardia, UnionCamere Lombardia, PromoIsola e PromoSerio.

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Museo Maestro Luigi Pezzera – Gazzaniga https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-luigi-pezzera-gazzaniga/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:29 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-luigi-pezzera-gazzaniga/ Le pareti dei corridoi delle scuole elementari in Via Dante sono stati arricchiti di due musei: uno tecnico scientifico, del maestro Luigi Pezzera ed uno che rappresenta la storia dello sci.
Il museo tecnico scientifico è la valorizzazione della didattica del maestro Pezzera che negli anni ’60 aveva insegnato proprio nelle scuole elementari di Gazzaniga in modo originale e innovativo. Egli stesso, con il coinvolgimento degli alunni e dei genitori, aveva costruito le apparecchiature esposte e ancor oggi funzionanti.
Il museo dello sci, realizzato dalla locale Sottosezione CAI nel 2012, rappresenta l’excursus di questo sport. Gli attrezzi esposti, a volte veri cimeli storici, evidenziano l’evoluzione che hanno avuto gli sci, nelle forme e nei materiali, in oltre cento anni di storia. Sul muro del corridoio che porta alle aule del piano terra, sono affissi oltre un centinaio di sci che testimoniano la lunga storia di questo sport. Si inizia con gli sci in legno, senza attacchi e senza lamine risalenti alla fine dell’ottocento, poi sci con attacchi empirici, e poi sci di seconda generazione in multistrato e infine a quelli di ultima generazione in carbonio.

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Museo dello sci – Gazzaniga https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-dello-sci-gazzaniga/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:28 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-dello-sci-gazzaniga/ Le pareti dei corridoi delle scuole elementari in Via Dante sono stati arricchiti di due musei: uno tecnico scientifico, del maestro Luigi Pezzera ed uno che rappresenta la storia dello sci. Il museo dello sci, realizzato dalla locale Sottosezione CAI nel 2012, rappresenta l’excursus di questo sport. Gli attrezzi esposti, a volte veri cimeli storici, evidenziano l’evoluzione che hanno avuto gli sci, nelle forme e nei materiali, in oltre cento anni di storia. Sul muro del corridoio che porta alle aule del piano terra, sono affissi oltre un centinaio di sci che testimoniano la lunga storia di questo sport. Si inizia con gli sci in legno, senza attacchi e senza lamine risalenti alla fine dell’ottocento, poi sci con attacchi empirici, e poi sci di seconda generazione in multistrato e infine a quelli di ultima generazione in carbonio.

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Giardino geologico della Val Seriana – Gazzaniga https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/giardino-geologico-della-val-seriana-gazzaniga/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:28 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/giardino-geologico-della-val-seriana-gazzaniga/ E’ realizzato in un’area di circa 3000 metri quadrati in Via Salici ed è attraversato nella parte più a Sud dalla pista ciclopedonale Bergamo-Clusone. Il luogo è posto a confine con il fiume Serio da cui è diviso dallo svincolo della superstrada Bergamo-Clusone.
Prima dell’ingresso al sottopassaggio, in fondo a Via Salici che immette nell’area, è stato realizzato un Info Point con panchine, fontana e tabellone che illustra il “Percorso turistico dei colli di Gazzaniga” di cui il Giardino Geologico costituisce il punto di partenza e di arrivo.

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Pezzoli Franca Arte Contemporanea – Casa Matteo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/pezzoli-franca-arte-contemporanea-casa-matteo/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:28 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/pezzoli-franca-arte-contemporanea-clusone/ Lo spazio Atelier d’Arte nasce 20 anni fa e si occupa di eventi d’arte, mostre e collettive.
Negli ultimi anni, la galleria ha ospitato diverse mostre personali di artisti nazionali come Bruno Lucchi, Franco Rognoni, Maria Rosario Stigliano, Vincenzo Vanin, Sergi Barnils, Francesco Musante e Trento Longaretti.

Al suo interno, Franca Pezzoli, ospita un laboratorio artigianale di decorazione di porcellane.


APERTURE
lunedì 10.00 – 12.00/16.00 – 19.00
martedì su appuntamento
mercoledì chiuso
giovedì 10.00 – 12.00/16.00 – 19.00
venerdì 10.00 – 12.00/16.00 – 19.00
sabato 10.00 – 12.00/16.00 – 19.00
domenica su appuntamento

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Sorgenti Nossana – Ponte Nossa https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/sorgenti-nossana-ponte-nossa/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:28 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/sorgenti-nossana-ponte-nossa/ Per ciò che concerne l’idrografia, oltre al fiume Serio, numerosi sono i corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale. Il principale è la Nossana, affluente del Serio da destra, che si sviluppa nell’omonima valle e che raccoglie le acque di numerosi piccoli rivoli composti dalle acque in eccesso provenienti dalle propaggini circostanti. L’importanza di questo corso d’acqua è legata sia alla presenza di numerosi magli che nel corso dei secoli garantirono prosperità al paese, sia al fatto che le sue acque alimentano un acquedotto che, con una portata stimata tra i 900 ed i 1.500 litri al secondo, permette di soddisfare il fabbisogno idrico di 118.000 persone nella provincia di Bergamo. Le sorgenti sono meta di numerose visite da parte delle scolaresche che spesso vengono associate a quella del maglio Museo.

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Santuario Beata Vergine del Buon Consiglio e Chiesa di s. Maria Nascente https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-beata-vergine-del-buon-consiglio-chiesa-s-maria-nascente/ Fri, 24 Jun 2016 07:41:34 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=9269 Il Santuario Beata Vergine del Buon Consiglio e Chiesa di s. Maria Nascente di Villa di Serio, tuttora meta di numerosi devoti, venne costruito nei primissimi anni del Novecento sul prolungamento della chiesa quattrocentesca dedicata a Santa Maria Nascente, nei secoli passati assai più nota come chiesa della “Madonna dei Campi”. La chiesa quattrocentesca, a sua volta costruita a ridosso di un più antico sacello ritenuto di epoca anteriore al XIII secolo, conserva un’interessante serie di affreschi popolari che raccontano la storia e la fede dei secoli passati.

Dopo il difficile tempo seguito alle requisizioni napoleoniche, la chiesa  rifiorì più di prima con la nuova devozione alla Madonna sotto il titolo di Vergine del Buon Consiglio. Tanto fu l’afflusso di pellegrini per tutto il secolo XIX che fu necessario costruire un nuovo santuario, consacrato nel 1904, mantenendo però integra l’antica, preziosa chiesa dedicata alla “Madonna dei Campi”.

Ricco di storia e di arte, questo luogo di spiritualità raccoglie fedeli, che amano sia il culto di Maria, ma anche l’arte religiosa. Per questa particolarità, merita una riflessione e una visita durante tutto l’anno.

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Chiesetta della Madonna della Neve – Oltressenda https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesetta-della-madonna-della-neve-oltressenda/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:24 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesetta-della-madonna-della-neve-oltressenda/ Piccola chiesa costruita in fianco alla strada che conduce alla contrada del Dosso. La facciata è decorata da una porta centrale affiancata da due finestre tutte con contorno di vivo sagomato con cornice di coronamento.

Attraverso l’ingresso principale si perviene al vano della chiesa che si presenta ad una navata con tre campate, di cui la terza costituisce il presbiterio. Lesene appena pronunciate poggianti su zoccolatura in marmo grigio di Camerata, dividono le tre campate e sostengono il cornicione poco sporgente al di sopra del quale s’imposta l’involto a curva semiovoidale a tre centri.

Il pavimento è in marmette di graniglia nella navata; il presbiterio è in rilievo di un gradino rispetto all’aula e presenta un altare addossato alla parete di fondo, tutto in marmo di Abazia con specchiature in marmo di Camerata.

Il tabernacolo è in marmo bianco di Camerata e nell’ancona si trova la tela della Madonna. Due aperture di porta ai lati dell’altare mettono nella piccola sacrestia che si pre-senta con pavimentazione in marmette di graniglia, pareti intonacate a civile e soffitto con volta a crociera.

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Chiesa di Santa Margherita Vergine e Martire – Oltressenda https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-santa-margherita-vergine-e-martire-oltressenda/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:24 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-santa-margherita-vergine-e-martire-oltressenda/ La chiesa è circondata da un portico sviluppato su due lati, con eleganti colonnette poggianti sul muretto con copertura in pietra locale. L’interno è una breve aula a volta con presbiterio a pianta ottagonale. L’ancona in stucco racchiude la pala raffigurante la Vergine con il Bambino e ai lati Santa Margherita e Sant’Antonio Abate. Di rilievo due statue lignee, San Rocco e San Sebastiano, di scuola fantoniana. L’altare maggiore in stile neo classico è di fattura recente, verso al metà del secolo scorso. L’altare dei morti, in legno, porta la pala di Bartolomeo Litterini (1719). Il vero gioiello della chiesa è l’altare della Madonna del Rosario, opera dei Fantoni in marmo policromo con angeli adoranti, le statue di San Domenico e di Santa Caterina da Siena e un medaglione al paliotto raffigurante la fuga in Egitto. Nella nicchia al centro c’è la statua in legno della Vergine del Rosario, pure fantoniana. Sopra il portale settecentesco d’ingresso c’è l’organo fabbricato dalla ditta Perolini da Villa d’Ogna nel 1839.

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Chiesa dei Santi Sette Fratelli Martiri e Chiesa di Santa Lucia – Ranica https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-dei-santi-sette-fratelli-martiri-e-chiesa-di-santa-lucia-ranica/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:19 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-dei-santi-sette-fratelli-martiri-e-chiesa-di-santa-lucia-ranica/ La chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Sette Fratelli Martiri e a loro madre Santa Felicita, è stata edificata sul luogo della precedente chiesa, risalente al 1524, della quale rimane soltanto parte del campanile restaurato nel 1934. I lavori di costruzione della nuova chiesa iniziarono nel 1783 su progetto dell’ architetto Giacomo Caniana (1750-1790) – nipote del più noto Giovan Battista – e furono portati a termine nel 1801 dall’architetto ranichese Simone Elia ( – allievo di Leopoldo Pollak – che apportò modifiche al progetto iniziale. All’ interno sono custodite opere di grande valore, tra cui le decorazioni con storie, figure e allegorie sacre realizzate dal milanese Francesco Comerio (1747-1827). Preziosi i dipinti presenti nella chiesa fra cui due opere di Giovanbattista Moroni (1524 circa- 1578) il “Battesimo di Cristo” – un polittico a 5 scomparti – e il “Cristo crocifisso con santi”. Tra le altre opere all’interno della Chiesa troviamo di Gian Paolo Cavagna (1556 -1627) la “Deposizione” già patrimonio dell’antica Chiesa , di Francesco Coghetti (1802 – 1876) il “Martirio dei sette fratelli martiri” e di Carlo Ceresa (1609 – 1679) la “Madonna in coro additata da San Giovanni”.
La chiesa di Santa Lucia sorge adiacente alla chiesa parrocchiale e ne condivide il sagrato. L’appartenenza di questa piccola chiesa al vecchio cimitero, offre la spiegazione della presenza all’interno di affreschi con riferimenti alla morte. La sua facciata è caratterizzata da un ampio portale d’ingresso in bronzo realizzato dall’ artista Piero Cattaneo (1929 – 2003) e contornato in pietra di Sarnico con alta trabeazione e finestra semicircolare appoggiata immediatamente sopra.

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Chiesa di San Benedetto in Abbazia – Albino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-benedetto-in-abbazia-albino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:19 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-benedetto-in-abbazia-albino/ La chiesa di San Benedetto è di fondazione benedettina, essendo stata promossa dal vescovo Gregorio, anch’egli monaco, nell’aprile 1136. La primitiva costruzione si presentava sobria e priva di decorazioni  scultoree; la pianta originaria si suppone sia stata a navata unica con copertura lignea, intersecata dal transetto su cui s’innestavano le tre absidi. Nel 1542 vennero apportate modifiche alla chiesa; in particolare fu realizzata una nuova cappella, intitolata al Santissimo Redentore. La Chiesa, a partire dal 1843, fu soggetta ad interventi di ampliamento con l’aggiunta delle due navate suddivise in tre campate; l’attuale facciata deriva dalle modificazioni apportate al principio del XX secolo.

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Chiesa parrocchiale di San Giuliano Martire – Albino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-di-san-giuliano-martire-albino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:19 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-di-san-giuliano-martire-albino/ La chiesa parrocchiale dedicata a San Giuliano Martire ha origini anteriori all’anno mille. Quella attuale è stata innalzata tra il 1807 e il 1816, su disegno dell’architetto Simone Elia, in stile neoclassico e consacrata nel 1835.  Numerose e di indubbio valore sono le opere custodite all’interno, tra le quali spiccano dipinti di Giovan Battista Moroni (Cristo in Croce con i santi Bernardino da Siena e Antonio da Padova, Trinità), Enea Salmeggia (Annunciazione nella cappella del confessionale), Gian Paolo Cavagna (Vergine con Bambino e i santi Rocco, Sebastiano e Cristoforo sull’altare dedicato ai tre santi; Vergine con Bambino, San Giovannino con i santi Marco, Carlo Borromeo e Pietro sull’altare di S. Marco), Francesco Zucco (Madonna in gloria e i santi Lorenzo e Gottardo nella cappella del confessionale), Giambettino Cignaroli (Madonna con Bambino e con i santi Albino e Giuliano al centro dell’abside del presbiterio), del Padovanino (San Francesco d’Assisi in preghiera nell’altare di San Francesco), Gian Giacomo Barbello (Miracolo di S. Antonio da Padova nella sagrestia) e dei pittori locali Carnelli, Ceroni e Pezzotta. Di recente scoperta nella sagrestie un ciclo di affreschi della bottega Marinoni.

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Mausoleo Briolini – Gazzaniga https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/mausoleo-briolini-gazzaniga/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:18 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/mausoleo-briolini-gazzaniga/ Questa artistica costruzione marmorea è nata per volontà testamentaria di Decio Briolini, ricco industriale della seta, come tomba cimiteriale della famiglia atta a contenere in appositi sarcofagi esclusivamente le salme, sua e della moglie, di un fratello e di due sorelle e dei genitori. è però adattata all’interno a cappella per celebrare le messe di suffragio, quattro al mese per sette mesi come da legato di Decio. Data la maestosità dell’imponente edificio e l’armonica composizione neogotica, esso assume la funzione anche di Mausoleo, celebrativo della munificenza dei personaggi sepolti. Al tempo stesso infine serve a far ‘ricordare’ ai posteri la vita delle persone e del tempo in cui esse vissero, particolarmente il periodo in cui l’industria della seta risollevò l’economia di tutta la comunità.

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Santuario Madonna del Frassino – Oneta https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-madonna-del-frassino-oneta/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:17 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-madonna-del-frassino-oneta/ Nel corso della sua lunga storia, il santuario si è arricchito di opere d’arte significative: affreschi, quadri, sculture e arredi che colpiscono per l’alto livello qualitativo, frutto del talento raffinato di tanti artigiani che hanno dato un grande contributo per il decoro del santuario. Primo fra tutti Gerolamo da Santa Croce, con il meraviglioso polittico sopra l’altare maggiore del 1524; Antonio Cifrondi, con la pala d’altare di destra del 1720 circa; Grazioso Fantoni, con i due splendidi angeli adoranti in marmo bianco di Carrara del 1760; Giovanni Brighenti, con i quattro affreschi sulla navata centrale del 1830 circa, ed altri artisti meno noti o ignoti, ma che hanno dato lustro al santuario.

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Monastero e chiesa di S. Anna – Albino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/monastero-e-chiesa-di-s-anna-albino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:19 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/monastero-e-chiesa-di-s-anna-albino/ La chiesa viene edificata intorno alla metà del Cinquecento a servizio del monastero carmelitano femminile. Ampliata a partire dal 1742, su progetto dell’arch. Giovan Battista Caniana, fu completata verso il 1790. Esternamente si presenta a pianta quadrata con al centro una luminosa cupola decorata da un ciclo pittorico a tempera di Filippo Comerio. La chiesa contiene un coro di notevole interesse con 37 stalli intarsiati.
Adiacente al complesso monastico, nel Cinquecento, è attestata l’abitazione del pittore Giovan Battista Moroni. Fondatrice del monastero di S. Anna fu Lucrezia Agliardi da Vertova della quale il pittore Moroni realizzò un ritratto oggi nelle collezioni del Metropolitan Museum di new York.

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Santuario della Beata Vergine del Miracolo – Albino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-beata-vergine-del-miracolo-albino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:20 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-beata-vergine-del-miracolo-albino/ L’antico Santuario della Beata Vergine del Miracolo, edificato nel XV secolo su una precedente abitazione privata, è conosciuto anche con il nome di “Santuario della Madonna della Gamba”. Dotato di un elegante campanile, all’interno del Santuario si possono ammirare le opere d’arte degli artisti Salmeggia, Ceresa, Cappella, Raggi e una cripta che custodisce un prezioso gruppo ligneo dei Fantoni.
Il 9 ottobre ricorre la festa del Santuario, durante la quale viene organizzata una fiera nelle vie adiacenti l’edificio.

Santuari della fede, Santuari di cultura” è un itinerario realizzato nell’ambito del “Progetto bando Turismo Religioso” promosso da Regione Lombardia, UnionCamere Lombardia, PromoIsola e PromoSerio.

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Chiesa di San Bernardo da Mentone – Oltressenda https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-bernardo-da-mentone/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:23 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-bernardo-da-mentone/ Nella parrocchiale troviamo opere di scuola fantoniana: l’altare maggiore in legno dorato e scolpito con statuette, fregi e colonnette tortili ed il coro con particolari cariatidi di faccia umana. La tribuna è a tempietto tripartito a due ordini con intagli, statuette, colonnette tortili, testine d’angeli e festoni di fiori e frutta, sormontato da un fastigio intagliato che regge la slanciata statuetta del cri-sto risorto. La parte superiore, l’effettiva tribuna, è at-tribuita a Gian Giuseppe Piccini. Oltre all’altare maggiore troviamo anche l’altare del Rosario e l’altare di Sant’Antonio (detto dei morti). Quello del Rosario conserva una tavola raffigurante la Madonna con il Bambino e i Santi Giovanni Battista e Francesco di Francesco Rizzo di Santa Croce. La pala dell’altare dei morti raffigura Sant’Antonio da Padova rapito in estasi dall’apparizione del bambino Gasù. L’organo, del 1809, è opera della ditta Perolini di Villa d’Ogna. Nel restauro delle facciate sono emerse tracce di affreschi cinquecenteschi. All’interno possiamo trovare una croce in legno realizzata dal Manzù.

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Esposizione di minerali Casa Gregori – Schilpario https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/esposizione-di-minerali-casa-gregori/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:22 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/esposizione-di-minerali-casa-gregori/ L’esposizione di minerali di Casa Gregori è il frutto della conoscenza del territorio scalvino, della passione e del duro lavoro di ricerca del collezionista Sandro Capitanio, sul territorio scalvino e all’interno delle miniere di ferro quando erano ancora in attività.
Esposti e ordinati in diverse vetrine si trovano numerosi campioni significativi di minerali, suddivisi in tre principali reparti: quello locale, con minerali raccolti sul territorio della Val di Scalve, quello italiano, che vede al proprio interno pietre provenienti da tutte le regioni d’Italia, e infine il reparto internazionale, che vanta la presenza di minerali provenienti dalla Cina, Stati Uniti, America Latina, Africa, Australia, Siberia, Pakistan e Afghanistan ottenuti grazie allo scambio con altri collezionisti.
Viene ampliato il discorso alla geologia della valle.
Prima della visita l’ospite assisterà ad un’introduzione al mondo dei minerali, che va dalla descrizione dei loro elementi costitutivi, come reticolo cristallino e la forma molecolare, ad un breve excursus sulla geologia e sulla formazione della Val di Scalve.
E’ possibile visitare la mostra su appuntamento.

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Parco Minerario Ing. Andrea Bonicelli https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/parco-minerario-ing-andrea-bonicelli/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:21 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/parco-minerario-ing-andrea-bonicelli/ Il parco minerario, costituito nel 1998 per volontà di alcuni appassionati, è un museo specializzato, all’interno del quale è possibile visitare alcuni tratti dei 60 Km di gallerie che caratterizzano l’antico centro minerario. Visitare questi percorsi messi in sicurezza e accompagnati da guide competenti offre la possibilità di verificare direttamente la cruda realtà che riporta alla fatica e al rischio di questo lavoro, nel quale si sono cimentate intere generazioni di scalvini. Il duro lavoro dell’estrazione di minerali ferrosi dalle miniere è stata infatti la principale occupazione degli uomini, e purtroppo anche dei bambini, della Val di Scalve, a partire dall’epoca romana fino agli anni Settanta, epoca della chiusura.
Le visite guidate si svolgono sia in sotterraneo che in superficie. Esistono attualmente tre percorsi visitabili in sotterraneo parte a bordo degli antichi trenini minerari, parte a piedi: il gruppo di miniere denominate “Stentada-Bèrbera”, “Spiazzo-Gaffione” e il cantiere “Gaffiona” individuata per laboratorio mineralogico. Il percorso esterno invece è denominato “Sentiero delle miniere”. L’escursione al Parco Minerario non si esaurisce con la visita ai sotterranei, ma offre la possibilità di vedere all’opera il lavoro prodotto da un maglio dell’Ottocento. In un edificio recentemente ristrutturato ed adibito a museo è possibile osservare la collezione di lampade da miniera risalenti all’epoca romana oltre a quelle di più recente utilizzo.

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Museo Etnografico https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-etnografico/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:21 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-etnografico-di-schilpario/ Il principale scopo del Museo Etnografico di Schilpario è di conservare il patrimonio storico e culturale della realtà della Valle di Scalve.

Nel contempo esso ha la sua ragion d’essere nella volontà di tramandare alle nuove generazioni la memoria storica relativa agli usi e costumi degli abitanti dello stesso luogo. L’attenzione è quella di non sganciare i reperti dall’ambiente di riferimento ma di mantenere con questo uno stretto legame, di lanciare ponti e collegamenti tra il museo e le altre realtà presenti sul territorio atte alla trasmissione della memoria storica.

Lo stesso è stato allestito nel 1986 ma già negli anni ’70 era stata espressa la volontà da parte del Comune di rilevarne la struttura per poi realizzarlo. Le attrezzature, i documenti e gli oggetti custoditi al suo interno sono stati raccolti da volontari e riguardano attività lavorative antecedenti gli anni ’50 e ’60 del XX secolo quali:

1 -L’ attività agricola e dell’allevamento;
2 -L’attività della silvicoltura;
3 -L’attività artigianale;
4 -L’ attività mineraria.

Vi sono poi riferimenti all’emigrazione, fenomeno particolarmente acuto in Valle negli anni che vanno dal 1890 al 1920, e reperti relativi alla vita quotidiana e familiare.
E’ da sottolineare che è in atto un riallestimento che proporrà un’esposizione periodica a tema: quello del 2015 sarà “L’antico dialogo dell’uomo con la Natura” nell’ambito dell’attività agricola e dell’allevamento.

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Le Ville Storiche – Ranica https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/le-ville-storiche-ranica/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:20 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/le-ville-storiche-ranica/ La villa Baldini in località Viandasso è uno degli ultimi complessi di cascina padronale che ha conservato dal 1700 ad oggi la tipica struttura a due corti interne separate. In epoca romana fu un presidio di guardia e a partire dal XIII secolo fu dotata di sistema difensivo, di cui resta tutt’ora visibile la torre. Dal XVIII secolo fu trasformata in casa di campagna, con masseria e stalle, attorno alla quale si svilupparono le colture dei cereali, della vite e della cipolla. Nella seconda metà del XIX secolo venne acquisita dalla famiglia Baldini, che vi fece insediare anche una filanda. Attualmente la struttura, al centro di un’opera di rivalutazione, ospita un asilo nido, un’associazione di falconieri ed un percorso didattico sull’antica coltivazione di frutti.
Villa Beretta, edificata nella seconda metà del XVII secolo in località Chignola presenta un parco attiguo alla struttura principale che si presenta arricchita con affreschi e decorazioni. In centro al paese troviamo Villa Adelasio risalente al XIV sec., da funzione difensiva diviene villa di campagna subendo nei secoli diversi rimaneggiamenti a seconda delle esigenze e dei canoni estetici delle diverse epoche.
Alle spalle della chiesa parrocchiale, si trova villa Morlacchi, residenza borghese risalente al XVIII secolo. Dotata di un corpo principale affrescato dal Salvatoni, con due ali perpendicolari ed un brolo, nel XX secolo venne suddivisa in numerosi appartamenti privati. Sempre nel centro storico di rivelante importanza storica di epoca medioevale c’è il Castello che presenta caratteristiche derivanti dalla sua funzione difensiva.

Villa Baldini Via Viandasso, 33 – loc. Viandasso
Villa Beretta – Via Chignola Alta
Villa Morlacchi – Via G. Zopfi, 22

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Chiesa Parrocchiale di Sant’Antonio da Padova – Peia https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-di-sant-antonio-da-padova-peia/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:30 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-di-sant-antonio-da-padova-peia/ Edificata a partire dal 1427, quando ancora Peia era contrada di Gandino, la chiesa conosce una lunga evoluzione nel corso del tempo fino a raggiungere l’aspetto attuale con gli interventi di primo Novecento: una profusione di stucchi e dorature, integrati con gli affreschi del Cavalleri raffiguranti i Miracoli di Sant’Antionio da Padova, le danno quell’aspetto di solenne magnificenza che la contraddistingue. Dopo che la parrocchia di Peia acquisisce l’indipendenza da quella di Gandino (1561), la chiesa si arricchisce di molti dipinti di notevole qualità, tra i quali spiccano la Trinità e santi di Giovan Paolo Cavagna (primo quarto del XVII secolo), la Pietà Francesco Zucco (1624), la Crocifissione di Gian Giacomo Pandolfi (1612), la Madonna del Rosario di Giambettino CIgnaroli (1729) e l’Estasi di Sant’Antonio da Padova di Ponziano Loverini (1921).

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Chiesa di Santa Croce e Sant’Alessandro – Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-santa-croce-e-sant-alessandro-gandino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:43 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-santa-croce-e-sant-alessandro-gandino/ Il variegato impianto urbano di Gandino presenta, tra le altre peculiarità, una notevole presenza di edifici sacri che costellano la pianta del borgo e circondando il maggiore di essi: la Basilica dell’Assunta. Tali chiese sono dette, secondo il gergo canonico, sussidiarie e furono erette in varie epoche comprese tra il XV e gli inizi del XX secolo. Certamente una così numerosa presenza di edifici ecclesiastici testimonia un’atavica fede ma anche il desiderio di ciascuna contrada, dei relativi nobili e soprattutto delle varie confraternite che si susseguono nella storia gandinese di riconoscersi, oltre che nella chiesa madre, in una chiesa più piccola e, per così dire, personalizzata che potesse competere con le altre per bellezza e ricchezza.
Nascono così, tra le più importanti, la chiesa di San Giuseppe e quella del Suffragio, quella di San Pietro e quella conventuale di San Carlo e San Mauro anche se certamente la più grande e bella di queste chiese è quella di Santa Croce e Sant’Alessandro.
La chiesa fu consacrata da Polidoro Foscari, vescovo di Bergamo, nel 1446 ed è l’edificio di culto più antico a Gandino dopo la Basilica. L’ampia e luminosa facciata recentemente restaurata presenta un alto portico biastilo con archi sovrastati da tre finestre a loro volta intercalate con quattro lesene che nascendo con testine d’angelo si raccordano al cornicione che continua lungo la facciata laterale lungo via Dante. L’impianto interno è ancora quattrocentesco anche se la chiesa fu pesantemente ridecorata in epoca settecentesca e presenta oggi una notevole unità decorativa che ben si inserisce nei principali dettami del gusto barocco.
Sopra la porta d’ingresso è ubicato, secondo un modello ricorrente in tutte le chiese sussidiarie, l’oratorio ad uso della confraternita del Carmelo che ha sede proprio nella chiesa di Santa Croce e Sant’Alessandro. Oltre all’altare maggiore e ai due altari laterali dedicati l’uno a San Luigi Gonzaga, l’altro a San Nicola da Bari, la chiesa conserva la cappella con lo splendido altare della Madonna del Carmelo realizzato dai Fantoni di Rovetta nel 1735. Al Centro dell’altare ligneo è la statua della Madonna opera di Cesare Zonca attorniata da angeli e cherubini. In posizione laterale, inginocchiate verso la Vergine sono la statua di San Simone Stock e Santa Teresa d’Avila entrambi santi carmelitani. L’altare non manca di stupire per l’ardimentosa impostazione e presenta ampie porzioni di intaglio dorato che culminano con la radiosa stella posta sul fastigio della corona. La cappella del Carmine, che ospita tele di Francesco Palazzo e Pietro Gualdi fu affrescata da Giulio Quaglio mentre le medaglie dell’ampia navata della chiesa furono affidate a Bernardo Luca Sanz. Le medaglie della volta del coro furono invece rifatte da Luigi Morgari.
Il registro decorativo inferiore della chiesa segue il modello delle chiese- quadrerie venete ed è letteralmente ricoperto da grandi teleri ad olio inframezzati con lesene e stucchi. I dipinti più importanti sono opera del veronese Paolo Zimengoli. Altre decorazioni e stucchi sono opera del piemontese Morgari e del luganese Giovan Maria Sciolli.
Ubicata in posizione laterale alla chiesa sorge un seconda aula restaurata nel 1925 ma che risale a tempi assai antichi probabilmente ai primi anni del XIV secolo e denominata “Oratorio dei Disciplini” dall’uso liturgico che l’antica confraternita faceva di questo spazio in tempi remoti. La decorazione murale neo – gotica opera del pittore gandinese Michele Frana oltre a conferire un aspetto particolarmente sobrio alla cappella riproduce anche alcuni affreschi oggi conservati al museo.
Al centro è l’altare ligneo che ospita una interessante crocefissione secentesca di sapore nordico. Accanto si può ammirare un bel pendant di due dipinti di ignoto settecentesco che raffigurano rispettivamente l’incontro di Gesù con la samaritana al pozzo e il battesimo di Gesù.
La grande sacrestia ospita ancora oggi le numerose e pregiate dotazioni della chiesa che spaziano dai tessuti ai ricami, agli argenti, agli intagli e che ne fanno la più ricca di tutte le chiese sussidiarie gandinesi.

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Chiesa di San Gottardo a Cirano – Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-gottardo-a-cirano-gandino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:42 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-gottardo-a-cirano-gandino/ A monte dell’abitato di Gandino, compresa nella frazione di Cirano che è parrocchia autonoma dal 1969, si trova la cinquecentesca chiesa dei santi Gottardo e Bartolomeo Apostolo. Qui si venera, con annuale festa fra fine luglio e inzio agosto, la B.V. della Sanità. Il piccolo campanile ospita un concerto di 9 campane in Do 4 (concerto da 8 con la 7a minore, nota Sib 4). La campana maggiore è antica, fusa nel 1650 (non è indicato il fonditore). La 2a e la 3a (Re4 e Mi4) sono della ditta Barigozzi (MI) – 1954. Nel 1987 il concerto è stato portato a 5 campane (aggiungendo la 4a e la 5a, Fa4 e Sol4) e nel 1991 sono state aggiunte le 3 piccole e il semitono.

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Chiesa di San Giuseppe – Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-giuseppe-gandino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:42 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-giuseppe-gandino/ La chiesa dedicata a san Giuseppe, collocata lungo l’antica via Mirandola, è fra le più antiche esistenti in parrocchia: risale infatti al XVI secolo.  Vi ha sede la Confraternita di San Giuseppe, che coordina ogni anno alla prima domenica di settembre i festeggiamenti in onore di S.Francesco da Paola. Molto probabilmente il culto del santo è stato diffuso a Gandino nel 1740-41 dai frati Minimi, che in quel periodo risiedevano in una chiesa ed in un convento a Bergamo. La Confraternita di San Giuseppe è di antichissima istituzione, dato che gli archivi ne confermano l’esistenza a partire dal 1516, quando erano addirittura un centinaio i membri attivi. L’erezione canonica della Confraternita è datata 1596 e nel 1798 fu soppressa dal governo napoleonico, che ne incamerò tutti i beni. Fu riattivata nel 1867 ed a oggi segue con particolare cura i vari lavori di manutenzione e restauro relativi alla Chiesa di San Giuseppe.

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Basilica di Santa Maria Assunta – Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/basilica-di-santa-maria-assunta-gandino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:41 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/basilica-di-santa-maria-assunta-gandino/ La grande piazza Emancipazione è il cuore della comunità poiché non solo è il luogo dove, davanti alla cittadinanza convocata “more solito” e cioè “ad tolam batu-tam et ad campanas sonatas” venne firmato l’atto di emancipazione dalla servi-tù feudale (1233), ma anche perché è il centro della vita religiosa ed artistica. Su questa piazza sorge la splendida basilica, si affaccia il museo di arte sacra, la casa parrocchiale e palazzi storici.
La Basilica di Santa Maria Assunta è uno dei monumenti più interessanti e origi-nali della terra di Bergamo. Si tratta di un organismo che ha subito profonde tra-sformazioni nel tempo; esso sorge sull’antica chiesa del duecento, riedificata nel 1421 e successivamente ampliata nel 1469 fino a definirsi come nuova e origina-lissima opera architettonica, dove gli stili si fondono in una unità compositiva. La trasformazione radicale dell’edificio antico, che in parte si fonde con il nuovo, ini-zia nel 1623 e termina nel 1640 con la costruzione della stupefacente cupola cen-trale alla chiesa e che si appoggia lateralmente sui murature d’ambito e sui quat-tro poderosi pilastri polilobati realizzati con pietra locale. Si tratta di una soluzio-ne a pianta combinata dove il segno longitudinale e trasversale trovano una sinte-si felice.
Gli elementi architettonici di maggiore rilievo sono: la grande cupola ottagonale, scavata da otto arconi, affrescata con architetture illusionistiche dal veneziano Lambranzi nel 1681; la maestosità degli altari per i quali furono utilizzati marmi selezionati e preziosi; le casse dei due organi che decorano le pareti laterali del presbiterio; le splendide balaustre di bronzo del 1590. Sono numerose le opere d’arte custodite in questa chiesa decorata non solo da pittori di area veneta e lom-barda ma anche da artisti mitteleuropei. Qui è conservato il più importante ciclo pittorico a carattere religioso del Ceruti costituito da 40 tele ed affreschi. Ma vi so-no opere importanti di pittori quali il Cantarini, il Dandini, il Mango, il Barbello, Balestra, lo Zimengoli e opere scultoree del Fantoni, del Caniana, del Marengo, dello Schmidel .
L’esterno è un gioco di volumi finiti con ceppo locale scabro ed evidenziati nella loro forma geometrica da lesene e bordi di pietra bianca. Su tutto domina il gran-de tiburio lombardo e l’alto campanile esagonale con cupola a cipolla.
Bellissimo il portale principale disegnato da Domenico Rossi nel 1712 e i portali laterali incorniciati dal grande arco del protiro.

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Santuario della Madonnina – Colere https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-madonnina-colere/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:41 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-madonnina-colere/ Il santuario della Madonnina, situato fuori dal centro abitato in località Dezzo di Scalve, è stato edificato nel XVII secolo su una preesistente santella, dove si narra che il 2 luglio 1654 un vecchio pastore malato, proveniente da Borno, ebbe la visione della Madonna, che lo guarì da sbocchi di sangue.
In occasione dell’anniversario dell’apparizione, (2 luglio) si tiene ogni anno una grande festa. La giurisdizione è della parrocchia di Colere ma tutti gli scalvini nutrono enorme devozione.
Il santuario fu distrutto nel 1923 dal “Disastro del Gleno” e venne riedificato, sullo stesso luogo, alcuni anni dopo.
Luogo di culto già in epoca preistorica.

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Villaggio minatori e miniere – Colere https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/villaggio-minatori-e-miniere-colere/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:41 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/villaggio-minatori-e-miniere-colere/ Le miniere un tempo erano molto importanti perché rappresentavano l’unico posto di lavoro dal quale i residenti guadagnavano un modesto salario per sfamare le famiglie. Nelle miniere di Colere si estraeva sostanzialmente la fluorite, oggi non più in funzione ma aperte alle visite di turisti.
La storia dell’estrazione mineraria a Colere conobbe la sua fine negli ultimi anni ’70 non per esaurimento del minerale, ma per eccessivi costi di trasporto e della manodopera.

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Via Mala https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/via-mala/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:41 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/via-mala-e-orrido-colere/ [IMPORTANTE. Il passaggio pedonale nel tratto di strada della Via Mala denominato Rovinacani è vietato per distacco massi e ghiaccio | Ordinanza  del Comune di Colere del 12 ottobre 2020 | Divieto vigente fino alla messa in sicurezza del tratto]


Il nome via Mala dice già molto. E ripercorrendo questo antico tracciato (esisteva già nell’Alto Medioevo e venne rifatto tra il 1473 e il 1827) che collega la Val di Scalve alla Valcamonica, lungo la valle del Dezzo, arriva la conferma; i vertiginosi precipizi che terrorizzavano i viaggiatori del passato lasciano tuttora senza fiato, e anche se le auto utilizzano una nuova strada, quasi interamente in galleria, il vecchio itinerario può essere tranquillamente ripercorso.

Si può, volendo, affrontare anche dal basso e cioè lungo il sentiero sul fondo della gola che si raggiungono discendendo una scalinata di 275 gradini. Qui i precipizi si trasformano in pareti alte fino a 500 metri. E lo spettacolo è ugualmente suggestivo.

Talmente suggestivo che un gruppo di giovani architetti ha pensato di mettere a punto un progetto per valorizzarlo. Con un ponte osservatorio sulla stessa gola che ne è diventato il simbolo.

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Chiesa di Santa Maria Nascente – Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-santa-maria-nascente-gandino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:43 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-santa-maria-nascente-gandino/ Il nome “del Suffagio” con cui tutti i gandinesi ricordano questa chiesa è legato alla presenza dell’altare dei morti e al culto dell’Addolorata, ma in verità la chiesa (che si trova in fondo al sagrato della Basilica) è dedicata a S.Maria Nascente.
Ogni anno a settembre viene esposto il simulacro di Maria Bambina, una particolare statua realizzata in cera d’api e per questo soggetta ad una particolare cura nel corso dell’anno. Il simulacro probabilmente non apparteneva alla chiesa del Suffragio, ma proviene dalla dotazione dell’antico Orfanotrofio. La chiesa accoglie anche un altro simulacro mariano, quello dell’Addolorata, in un intreccio liturgico che sottolinea i vari momenti della vita di Maria. Le celebrazioni, con processione solenne e canto dello Stabat Mater si tiene alla terza domenica di settembre.

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Convento francescano di San Bernardino – Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/convento-francescano-di-san-bernardino-gandino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:43 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/convento-francescano-di-san-bernardino-gandino/ Il convento, che sorge in località Ruviali (ad Ruviales) e che oggi ospita la Casa di Riposo, venne costruito nell’ultimo trentennio del secolo XV per i frati minori osservanti della Regola di San Francesco. Grazie alle generose donazioni di privati e al non meno generoso legato del condottiero Bartolomeo Colleoni, capitano generale della Repubblica di Venezia, che nel suo ultimo testamento (27 ottobre 1475) lasciò in favore dell’erigendo convento la somma di 200 lire imperiali, i lavori — già iniziati nella primavera del 1473 — poterono procedere regolarmente. Nel 1478 vennero ultimati il dormitorio e il chiostro, e nel 1481 l’annessa chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie e a San Bernardino, che sarà solennemente consacrata il 17 maggio 1489 da mons. Leone vescovo di Scizia.
Per il completamento della sala capitolare bisognerà attendere fino all’anno 1501, quando, ormai terminate le opere murarie, furono eseguiti i begli affreschi monocromi già attribuiti ai pittori Bernardino e Antonio Marinoni, figli di Giovanni da Desenzano.
Il convento sorge su un’altura detta ad Ruviales, prossima alla cinta delle mura di Gandino. Il complesso, di notevoli dimensioni e dalla chiara organizzazione planimetrica, è costituito da un grande chiostro con arcate a sesto acuto sul quale si affacciano corpi edilizi a varia destinazione funzionale, che costituiscono l’organismo articolato di ogni convento. La fronte longitudinale della grande chiesa in stile gotico francescano chiudeva verso Nord il chiostro.
Dopo la soppressione decretata dalla Repubblica Cisalpina, le nuove esigenze imposero trasformazioni dell’organismo architettonico e, lentamente, alcune parti di esso vennero abbandonate; è il caso della chiesa di Santa Maria delle Grazie e di San Bernardino spogliata delle sue opere migliori (La Deposizione eseguita da Gian Battista Moroni nel 1566, ora alla Pinacoteca Carrara di Bergamo, e L’ Assunzione della Vergine con Santi di Enea Salmeggia, opera che si trova nella chiesa di S. Alessandro della Croce a Bergamo). Prima della demolizione di questo edificio sacro, avvenuta nel 1963, si provvide allo stacco di alcuni affreschi custoditi ora nel museo della Basilica di Gandino. Dalla demolizione furono salvati: il chiostro, decorato con una interessante meridiana e con affreschi cinquecenteschi e secenteschi recentemente restaurati, il corpo edilizio a due piani che delimita ad Est il chiostro e la splendida sala capitolare posta al piano primo, addossata all’antico presbiterio.
La sala, che si apre su un ampio loggiato finito con arcatelle a tutto sesto, propone una pianta quadrata ed una volta ad ombrello. Ciò che la rende unica è la decorazione a tempera delle lunette. Sono ritratte in monocromo verde figure a mezzo busto di santi e personaggi francescani, opera del 1501 attribuita alla bottega del Marinoni. La decorazione della volta è essenziale e propone una semplice greca a segnare le costolature dell’ombrello; in ogni spicchio è proposto il monogramma dell’Euca-ristia, attributo di Bernardino da Siena, nei colori verde e giallo ocra.
L’unica finestra che illumina la sala capitolare dà sul chiostro e presenta una pronunciata strombatura decorata. Sulla parete Nord, che delimitava il presbiterio e che fa da muro alla sala capitolare, sono ancora visibili, seppure ormai in forma di larva, gli affreschi antichi e le nicchie trilobate che venivano utilizzate per custodire l’arredo liturgico.

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Convento-Museo delle Suore Orsoline – Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/convento-museo-delle-suore-orsoline-gandino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:44 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/convento-museo-delle-suore-orsoline-gandino/ “Celebrare vuol dire avere un passato che rivive nel presente per animare di speranza il futuro”. Con queste parole le Suore Orsoline di Maria Vergine Immacolata di Gandino annunciavano nel dicembre 2008 le celebrazioni per il 150° anniversario del riconoscimento dell’Istituto. Ad un anno di distanza l’auspicio ha trovato compimento in un’ importante realizzazione: un Museo Antologico ospitato nel Convento di Gandino, inaugurato domenica 3 gennaio 2010.
Nelle ampie sale collocate sopra la portineria di via Castello sono ricostruiti due secoli di storia dell’Istituto delle Orsoline, fondato a Gandino il 3 dicembre 1818 da Don Francesco Della Madonna. Il 19 luglio 1858 il Vescovo di Bergamo mons. Pietro Luigi Speranza emise di decreto di approvazione canonica della “Congregazione di Orsoline sotto la protezione della Beata Vergine Maria concepita senza macchia originale” nominando Superiora madre Maria Bona Rovelli. Il Vescovo Speranza si recò a Gandino il successivo 26 luglio per la professione religiosa di diciannove Orsoline, tre delle quali già presenti alla fondazione nel 1818.
Le Orsoline oggi hanno la propria Casa Generalizia a Bergamo in via Masone e sono presenti in ogni parte del mondo: Brasile, Argentina, Polonia, Kenya, Eritrea ed Etiopia. Nell’ambito delle celebrazioni giubilari le Orsoline di Gandino hanno promosso nel 2008, insieme alla Comunità Montana Val Seriana, l’edizione di un libro dedicato al contributo delle suore all’emancipazione femminile in Val Seriana.
Particolarmente suggestivo il contesto delle Cantine del Convento, ora visitabili e recuperate. Si tratta di un dedalo per certi versi ancora sconosciuto, che occupa una porzione significativa della struttura conventuale, quasi paritaria a quella di superficie. Un tempo in queste sale si conservavano le derrate alimentari del Convento e addirittura veniva pigiata l’uva e prodotto il vino.

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Chiesa della Crocetta – Gromo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-della-crocetta-gromo/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:48 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-della-crocetta-gromo/ La Chiesa della Crocetta fu costruita a Gromo in occasione del colera del 1856, è di modeste dimensioni ed è dedicata alla B.V. Addolorata.

Ad accogliere il visitatore è un piccolo porticato di costruzione recente con due archi con in mezzo una colonna in pietra con capitello. Affreschi del ‘500 sono venuti alla luce nel corso di recenti restauri.
Sulla parete di fondo si nota un piccolo affresco dedicato alla Madonna Addolorata.

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