Archeologia industria Val Seriana | 2

2^ tappa – Continua il nostro viaggio sulle tracce dell’archeologia industriale verso l’alta valle alla ricerca delle più remote risorse materiche e industriali

Abbiamo scoperto come questo percorso di archeologia industriale si sia generato appena al di fuori dalla città di Bergamo e ora procediamo ulteriormente verso l’alta valle.

Nei pressi del comune Cene è difficile non notare gli edifici del Cotonificio Valty-Wildy, ora Texcene SpA. Le strutture industriali tardo ottocentesche (1874), volute dagli imprenditori svizzeri da cui deriva il nome originario, sono divise dal corso del fiume Serio per sfruttarne le acque e dalla seconda metà del XX secolo il sito del cotonificio è stato frammentato in attività artigiane minori di vari settori. Tuttavia ancora oggi è ben visibile la duplice struttura originaria: lo stabilimento produttivo e le case operaie, separati dal fiume e collegati dal ponte in pietra.

Una fortissima concentrazione di elementi relativi all’archeologia industriale è riscontrabile anche nella zona tra i comuni di Ponte Nossa e Villa d’Ogna, laddove sono visibili, sulle Sponde del Serio, diverse industrie storiche come il cotonificio Cantoni (1968), già De Angeli Frua dal 1910 e precedentemente Cotonificio Bergamasco da fine XIX secolo. Sempre del periodo tardo ottocentesco è anche il complesso della manifattura tessile Festi Rasini, sulla riva destra del Serio a Villa d’Ogna (1889).

Infine a Valbondione, nella località Gavazzo, rimane l’importante struttura dei forni fusori, testimoni silenziosi della secolare attività di estrazione dei minerali ferrosi in alta ValSeriana. In particolare è il tardo Ottocento che vede l’industrializzazione del sito con la creazione della grande struttura produttiva e della particolare palazzina in stile liberty (recentemente ristrutturata), adibita ad ufficio per i dirigenti del sito industriale.

Sempre nel comune di Valbondione è assolutamente consigliabile, a chi ama camminare, una visita alla diga idroelettrica del Barbellino, realizzata a quota 1.800 m.s.l. e costruita tra il 1917 e il 1931 per rifornire di energia elettrica i numerosi centri industriali seriani.

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Oggi la struttura della diga è meta di escursioni per lo straordinario contesto ambientale montano in cui è incastonata, ma soprattutto in occasione delle aperture delle cascate del Serio, che danno vita ad uno spettacolare triplice salto d’acqua di oltre 300 metri, evento unico al mondo.

Infine, una curiosità imperdibile di architettura novecentesca, collocata in una delle aree a vocazione naturalistica più belle del contesto seriano. Tra Rovetta e Songavazzo il ponte Valleggia, un ponte in cemento armato che consente di superare il torrente omonimo, costruito tra il 1910 e l’anno successivo. Per la sua archeologia e per la sua realizzazione strutturale rappresenta uno dei primi ponti in cemento armato a struttura leggera realizzati in Europa.

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