Blog

Tante idee per vivere al meglio le tue vacanze

Il Belvedere di Giusi Pesenti Calvi

Il lascito dell’imprenditore morto nel 2018 al Comune di Alzano Lombardo: un incredibile patrimonio fra arte, storia e natura.

Nel parco della proprietà Belvedere, sulle colline di Alzano Lombardo, ci sono tre querce secolari. Sono alberi bellissimi e enormi, ognuno con più di 150 anni. In un angolo un po’ più in là, nella valletta, c’è quello che una volta era un tiro a segno. Alcune lettere ritrovate a posteriori, dicono che lì i garibaldini siano venuti a provare i loro fucili, donati dall’allora proprietario della tenuta, il conte Defendente Piccinini, prima della spedizione dei Mille. Forse c’è stato anche Giuseppe Garibaldi, in persona. Seduto sul bordo di una delle meravigliose fontane della tenuta, l’Eroe dei Due Mondi avrebbe addirittura gustato delle fresche angurie. È un patrimonio storico e immobiliare enorme quello che Giuseppe Pesenti Calvi, detto “Giusi”, discendente della famiglia di imprenditori del cemento, ha lasciato al Comune di Alzano Lombardo.

Interni del Belvedere

Sulla facciata della meravigliosa villa che domina la tenuta ci sono ancora gli stemmi di famiglia. Oggi la struttura è gestita dalla Fondazione Giusi Pesenti Calvi. Il Comune l’ha fondata il 20 luglio 2020 ottemperando al testamento dell’imprenditore, morto nel 2018, a novantatré anni. La Fondazione, che ha cominciato ad operare nel 2021, non ha fini di lucro. Persegue esclusivamente finalità culturali, sociali e di pubblica utilità, nell’interesse della comunità di Alzano Lombardo. Obiettivi espressi nello Statuto, che la Fondazione realizza attraverso i rendimenti del patrimonio finanziario, in linea con quanto indicato nel testamento dell’imprenditore. Fra gli obblighi testamentari ci sono anche la conservazione, il mantenimento e la prosecuzione dell’attività agricola della tenuta. Per questo la Fondazione è già arrivata un accordo con l’Università di Milano, facoltà di agraria, e sta lavorando con quelle di Bergamo e Brescia, oltre che con Cariplo, per le attività culturali.

Viale del Belvedere

La Fondazione è guidata da un consiglio d’amministrazione composto dalla presidente Mariangela Carlessi, dal vicepresidente Sergio Valetti, dal consigliere Fabrizio Bonomi e dal revisore dei conti Daniela Barbara Morlacchi. Gestisce il patrimonio che l’imprenditore ha lasciato al Comune. Ovvero, un’area di circa 54 ettari per lo più composta da bosco, 10 fabbricati (la maggior parte vincolati a monumentale, in area paesaggistica), tra i quali la nota “villa Belvedì”, realizzata negli Anni Sessanta su più antiche preesistenze.

La costruzione, chiamata anche Castello, è la testimonianza di una storia gloriosa ma non ostentata. Si trova all’imbocco della strada che, dalla Büsa di Alzano, si avvia verso le frazioni di Olera e di Monte di Nese. Perfettamente inserita nel paesaggio naturalistico e rurale circostante, è incastonata sulle pendici del Monte Colletto. La sua posizione è strategica: lungo uno dei più importanti tracciati viari delle epoche antiche, la via Mercatorum, fino al Cinquecento unico accesso per gli scambi commerciali con la Valle Brembana.

Fontana presente all’interno del parco del Belvedere

«Tutta la proprietà è vincolata dalla Soprintendenza – spiega la presidente Carlessi – e per rendere fruibile l’accesso alla villa, che è una casa museo, serve un adeguamento della strada, attualmente uno sterrato a tornanti poco funzionale ad attività pubbliche. Stiamo cercando di reperire i fondi attraverso un bando per poi sottoporre il progetto alla Soprintendenza. Nel frattempo abbiamo restaurato la Cappella settecentesca che sarà inaugurata nel 2023. E dobbiamo lavorare anche su un fronte franoso a monte della villa, che va sistemato». Oggi la villa – che sovrasta su sinuosi terrazzamenti lungo la collina, fino a pochi decenni fa coltivati a vite, e si trova ai piedi del fitto bosco che si estende a monte -, è perfettamente conservata. Elegante, ma non eccessiva, è circondata da alberi e ha un viale d’accesso costellato di maestosi cipressi. Qui non è difficile immaginare Pesenti Calvi a passeggio, con i guanti bianchi del blasone e la proverbiale gentilezza con i suoi ospiti.

Giuseppe Pesenti Calvi era nato il 6 gennaio 1925 a Nese, nella Villa fatta erigere dal nonno Carlo Pesenti all’antica proprietà Montecchio. Era stato il nonno, nel 1906 a fondare la storica società che nel 1927 diventerà Italcementi. La famiglia, con una rapida ascesa, diventò fra le principali della borghesia industriale italiana. Giuseppe fin da piccolo mostrò grande passione per la terra e per la campagna. Tanto che nel 1956 si laureò in Scienze Agrarie a Pisa con una tesi su “Vini da pasto e vini speciali”. Dalla madre ereditò grandi proprietà terriere nella Bassa Bergamasca. A Martinengo diede vita a un’importante azienda per l’allevamento dei bovini da latte che rimase la sua attività principale fino agli anni Duemila. Dal nonno paterno invece acquisì la grande tenuta Belvedere, che trasformò nella sua casa di campagna. Qui sui terrazzamenti, coltivava vino Merlot. Profondamente legato alla sua terra, alle sue origini, al ruolo che la famiglia rivestì per la città in cui era nato, Pesenti Calvi morì nell’amata residenza del Belvedere il 12 febbraio 2018, designando quale erede universale il Comune di Alzano Lombardo. La sua salma riposa nella Cappella Pesenti, disegnata da Luigi Angelini, nel cimitero di Alzano. Sulla lapide, una semplice iscrizione: “Agricoltore”.

Esterni del Belvedere

Oggi la Fondazione che porta il suo nome dispone anche di un Comitato tecnico scientifico che si occupa di attività di consulenza per i diversi organi della Fondazione e di formulare pareri non vincolanti sulle attività, le linee guida, i programmi e gli obiettivi inerenti le finalità dell’ente. Del Comitato fanno parte Maria Mencaroni Zoppetti, Riccardo Panigada, Ugo Castelletti, Doriano Bendotti e Bruno Pirola. «La Fondazione gestisce gli immobili con lo strumento giuridico del diritto di superficie per trent’anni. Il loro valore di proprietà superficiali è stimato in oltre 5 milioni di euro. I terreni sono concessi in usufrutto gratuito per trent’anni, per un valore di 230mila euro. Il valore dei mobili, suppellettili e attrezzature agricole è di oltre 800mila euro. La gestione del patrimonio immobiliare e mobiliare del “Belvedere”, rimasto in proprietà al Comune di Alzano Lombardo, segue criteri e indicazioni testamentarie specifiche e stringenti», spiega ancora Carlessi.

Cancello di ingresso al Belvedere

Inoltre, ogni anno la Fondazione mette in palio borse di Studio per studenti del settore agricolo, forestale e ambientale, organizza il torneo annuale del Roving (caccia con l’arco, disciplina di cui l’imprenditore era appassionato), promuove attività culturali, sociali e sportive. Dalla sommità della villa si gode un panorama meraviglioso delle colline, che digradano verso valle. Insomma, grazie al lascito di Giusi Pesenti Calvi e al lavoro della Fondazione, un pezzo importante della storia e della bellezza della terra bergamasca continua a vivere, immutato, nel tempo.

Articolo scritto da Wainer Preda per VALSeriana & Scalve Magazine – inverno 2022/2023