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Tante idee per vivere al meglio le tue vacanze

Fra i castagni del Misma

Non solo frutti, quando ricci e castagni disegnano il paesaggio

È il mondo delle castagne, ed è bello andarci in questi giorni di autunno quando i frutti sono maturi e i ricci che li proteggono cadono dagli alberi.

È bello andarci in questi giorni perché i nostri castagni stanno rinascendo dopo un lungo periodo di malattia, dopo anni in cui si temette per la loro sopravvivenza e ci si era avviati a pensare alle nostre colline ormai prive di questo albero prezioso, che nelle zone prealpine ha trovato per secoli un habitat ideale.

Lo racconta anche Hermann Hesse quando in “Narciso e Boccadoro” spiega che questo albero è amico di climi più miti di quelli che si registravano nella fredda Germania.
Il mondo delle castagne si apre sopra Pradalunga, accanto al fiume Serio, salendo verso il Monte Misma; si trovano in questa zona castagneti ampi, che ancora conservano alberi secolari, negli ultimi anni consegnati a nuova vita.

Si può raggiungere Pradalunga da Bergamo con il tram della ValSeriana, oppure in auto usando l’asse interurbano, o ancora in bicicletta approfittando della pista ciclabile della valle.

 

Scopri la ciclovia della ValSeriana

 

Un percorso suggestivo è quello che parte dalla frazione Cornale (382 metri di quota) dove si può imboccare il sentiero 539. Si parcheggia l’auto in una di queste vie e si prende la via Fara fino a quando troviamo una strada sterrata sulla destra, a fondo chiuso. Ci sono dei cartelli con i tempi di cammino, per la cima del Misma si parla di 2 ore e 45 minuti, ma ci si può arrivare comodamente in due ore e un quarto.

La stradina diventa presto una scalinata che porta alla seconda chiesa di Cornale; quindi il percorso diviene una strada cementata dove si svolta a sinistra e si procede tra alcune ville; il sentiero si impenna e supera duecento metri di dislivello fino ad arrivare a un pascolo, dove si presenta una biforcazione; noi teniamo la destra e arriviamo a un altro percorso cementato che oltrepassiamo seguendo la traccia del sentiero 539; si viaggia ora in mezzo ai castagni e alle betulle, con tratti impervi e altri tranquilli;
arriviamo ai 699 metri della località La Forca dove si trova un piccolo capanno per la caccia; ora camminiamo tra betulle e castagni per una ventina di minuti fino al Pratolt, tra prati e bosco, un castagneto dove è possibile osservare anche castagni secolari.

Ci sono alberi il cui diametro arriva quasi a un metro e mezzo; per la precisione, il castagno più grande arriva a 168,8 centimetri di diametro del tronco (a un metro e trenta centimetri di altezza) mentre la chioma nel suo punto più ampio tocca gli undici metri e il tronco arriva a cinque metri e trenta centimetri.
Ci sono castagni la cui chioma arriva anche al diametro di dodici metri!
È un piccolo paradiso degli alberi che gli alpini di Pradalunga curano con amore, come se fosse il loro giardino.

Alberi che sono stati rigenerati dopo la lotta contro le malattie che li affliggevano, a cominciare dal cancro corticale del castagno (che negli ultimi anni ha perso la sua virulenza) e dalla presenza del cinipide (o vespa cinese), sconfitto grazie a un insetto antagonista, il Torymus.
Il piccolo paradiso dei castagni è qui, sopra Cornale, nella zona del Pradolt, alla Baita Pratolina dove, nei giorni festivi, i volontari del Gaf (Gruppo alpinisti Forcella di Pradalunga) curano un servizio ristoro e dove è possibile gustare piatti prelibati.

La Forca si trova a 699 metri di quota, qui alla Baita Pratolina superiamo di poco gli 800 metri; ci si trova in un paesaggio fatato, che a qualcuno farà tornare alla mente i prati e boschi del paese degli Hobbit, e con loro le pagine di Tolkien, del Signore degli Anelli.

In questi giorni, il tappeto del bosco è intessuto di foglie dorate, allungate, dai bordi seghettati, e dai ricci dischiusi e da frutti marroni e lucidi.
Le foglie sulle piante giocano fra i toni del giallo e del verde. È un paesaggio misto, di bosco rado e di prato, dalle forme curvilinee, di una particolare dolcezza. Anche in queste zone il castagno ha ripreso vita in questi ultimi anni e sta tornando a costituire una ricchezza.

Esiste un’associazione di castanicoltori del Misma che negli anni scorsi per il mese di ottobre organizzava tra Albino, Pradalunga, Gaverina, Baita Pratolina e Santuario della Forcella una serie di interessanti iniziative.

Al Pradolt e alla Baita Pratolina è possibile arrivare anche dal Santuario della Madonna della Neve (dove si trova anche un ristorante) che viene raggiunto dall’abitato di Pradalunga attraverso una carrozzabile che procede a tornanti.

Il santuario si trova circa a seicento metri di quota, alla Forcella; venne costruito nel Seicento, per un voto fatto dai cittadini di Pradalunga in occasione della peste manzoniana, quella del 1630; la Forcella era un punto di snodo importante per una Via Mercatorum di epoca medievale.
È possibile arrivare in questo luogo anche in auto: la si può lasciare nell’ampio parcheggio e quindi imboccare il sentiero.
Per la verità, la stradina poi prosegue, parallela al sentiero e, sugli ottocentocinquanta metri di quota, vicino alle cave delle pietre coti, piega a destra arrivando di nuovo al Pradolt. Da qui si può decidere di salire fino alla cima del Monte Misma, senza difficoltà.

Qui ai Prati Alti ci sono diverse baite e capanni; il sentiero si unisce a una strada carrozzabile per qualche centinaio di metri, fino a una biforcazione con un cartello che indica “Le Vie del Misma”; noi teniamo la destra seguendo sempre il 539; tutti e due i sentieri vanno in cima al monte, ma il primo è in forte pendenza mentre il 539 procede in maniera più tranquilla; dopo un tratto pianeggiante bisogna piegare a sinistra, si sale con alcuni tornanti; poi altro bivio: se si va a sinistra si sceglie un sentiero più ripido, andando dritti si opta per quello più pianeggiante.
In un quarto d’ora saremo comunque alla croce di ferro del Monte Misma, a 1160 metri di quota, dopo un paio di ore di cammino: verremo ripagati da un panorama mozzafiato sulle Orobie.