Tante idee per vivere al meglio le tue vacanze
Cinque terre, mille sentieri
La corona di monti che domina la Val Gandino offre una miriade di itinerari lungo tracciati agevoli di media montagna. Dal Farno a Valpiana, sino ad affacciarsi sui laghi d’Endine e Iseo: c’è solo l’imbarazzo della scelta.
“A due passi da te”. Il claim pubblicitario che spesso accompagna le campagne promozionali della Val Gandino punta deciso sulla vicinanza dei borghi storici di Gandino, Leffe, Casnigo, Cazzano S.Andrea e Peia. Non meno importante rilevare che quei “due passi” possono essere fatti in tutta serenità anche lungo la miriade di sentieri che punteggia i monti che fanno da corona a quelli che molti hanno definito come “Le Cinque terre di montagna”.
In effetti l’area a tutti nota per gli aspetti artistici e architettonici (basti citare la Basilica di S.Maria Assunta a Gandino e il Santuario della Ss.Trinità a Casnigo, definito la Sistina della Bergamasca) è meta ideale per i buongustai, visto che siamo nel reame del Mais Spinato di Gandino, e per gli appassionati di trekking montano. Qui non ci sono pareti rocciose da scalare e vette da conquistare (anche se la falesia di Fontanei attrezzata dal Gruppo Koren è fatta apposta per smentirci), ma tanti percorsi che offrono escursioni facili e panorami incomparabili.
A farla da padrone è innanzitutto il Monte Farno, meta sempre più gettonata e per questo spesso al limite del sold out per quanto riguarda la disponibilità di parcheggi in quota. Non è un caso che molti rimpiangano oggi la Seggiovia che sino agli anni ’70 saliva in quota dal paese, così come lo skilift installato lungo “il Discesone”, probabilmente il primo installato in Lombardia. Un segnale inequivocabile di come, per scoprire l’essenza dei monti della Val Gandino si possa decisamente optare per i “due passi” di cui sopra partendo magari dai centri abitati di Gandino, Barzizza o Cirano, oppure dalla zona dei Santuari a Monte di Casnigo. C’è davvero l’imbarazzo della scelta.

Per gli escursionisti che vogliono salire in quota verso Farno (consigliati i giorni infrasettimanali) o Valpiana, è necessario munirsi di tagliando “Gratta & Sosta” negli esercizi pubblici del paese, oppure (per il Farno) utilizzare il distributore automatico posto in località Gervàs, quasi al culmine della strada carrabile. I parcheggi sono disponibili nell’area della ex Colonia delle Orsoline (destinata alla demolizione), dove dal 2024 è attivo il nuovo ufficio turistico, gestito da Promoserio grazie a una convenzione con il Comune di Gandino. In zona anche lo storico Rifugio Monte Farno (con servizio di ristorazione a base di piatti tipici e servizio pizzeria il venerdì e il sabato sera – 035.745286) e la “Baita di Peter”, uno spaccio agricolo dove si può degustare anche un freschissimo “gelato di monte”. Qui un tempo salivano migliaia di sciatori e l’Albergo Pineto era addirittura di proprietà dell’Atalanta.
I numerosi itinerari permettono di accontentare turisti ed escursionisti, arrivando a toccare i 1636 metri del Pizzo Formico, balcone panoramico sulle Orobie bergamasche, dominato dalla grande Croce (in territorio di Clusone) collocata nel 1933 per i diciannove secoli dalla morte di Cristo. Per raggiungerla poco oltre il Rifugio Monte Farno si può optare per il sentiero panoramico a sinistra, che tocca anche il caratteristico Roccolino Moretti, con un impianto arboreo davvero suggestivo.

Non meno interessante il “Percorso delle Malghe” che si sviluppa per circa dieci chilometri lungo la strada agrosilvopastorale che collega la conca del Farno agli alpeggi della Montagnina. Lungo il tracciato si trovano cinque aree di sosta, collocate in punti panoramici, attrezzate con grandi sedute (ricavate da un antico cedro tagliato in paese) e con un pannello esplicativo che di volta in volta tratta un argomento legato al mondo rurale. Si parla delle malghe, della vita del malgaro, delle qualità delle erbe dei pascoli di altura da cui derivano le qualità organolettiche del latte prodotto e dei formaggi freschi e stagionati. Meta di molte escursioni nell’area del Farno è il Rifugio Parafulmine, raggiungibile in circa 90 minuti di cammino dal parcheggio in zona Colonia. Il sentiero è perfetto anche per una gita in mountain o e-bike. Il rifugio è accessibile tutto l’anno, ma per aperture e prenotazioni (non a mezzogiorno) sono disponibili le pagine social @rifugioparafulmine oppure il numero 329.9634386. Da non dimenticare la Baita dei Cornei, locale legato alla Pista di Fondo della Montagnina, che offre (neve permettendo) tre anelli: Rosso (3,5 km), Nero (5 km) e Azzurro (7,5 km sino al Rifugio Parafulmine). Non lontana dal Farno è l’area della Tribulina della Guazza, legata all’omonima chiesetta recuperata nel 1976 dal CAI Valgandino. Qui si trovano anche il bivacco Baroncelli e, dal 2002, la grande Croce dei Pastori, realizzata a ricordo della preesistente del 1716.
Per esplorare nuovi orizzonti c’è il tracciato ad anello della “Traversata tra i Pizzi”. È suddiviso in sette tappe, con itinerari che presi singolarmente sono adatti per uscite a corto raggio, ma uniti in un unico anello propongono un percorso per i camminatori più esperti. Partendo dalla Ss. Trinità a Casnigo, si toccano Pizzo Casnigo, Monte Farno, Pizzo Formico, Pizzo del Corno, Monte di Sovere, Monte Grione, Monte Sparavera, Monte Pizzetto, Madonna del Pizzo e Monte Croce. Con la prima tappa (segnavia 542-543) si raggiunge il Roccolo del Giundit a 823 mt. di altitudine e successivamente i 1285 metri del Monte Farno. La seconda tappa porta alla piana del Campo d’Avene, toccando il Pizzo Formico con la relativa croce, piana della Montagnina, Tribulino dei Morti. La terza tappa percorre il sentiero 548/a sino al Pizzo Corno e successivamente il segnavia 545 porta alla Pozza Crus e alla Baita Monte Alto, gestita dal CAI Valgandino e un tempo sede di comando della Brigata partigiana Garibaldi. La quarta tappa allarga gli orizzonti sui laghi d’Endine e Iseo, giungendo al monte di Sovere e alla Malga Lunga, sede del Rifugio Museo della Resistenza Bergamasca. Dal Monte di Sovere, in circa 5 chilometri di tracciato panoramico, si raggiungono Monticelli, Pozza dei Sette Termini e Panchina del Doppio Lago (una Big Bench da cui si ammirano Lago d’Endine e Lago d’Iseo). Il tratto finale, sesta e settima tappa, comprende il monte Pizzo, sopra Peia, con la grande statua della Madonna della Vita. Attraverso il sentiero 513 si prosegue sino al passo della Forcella, dove prende il via la tappa finale che porta in comune di Leffe, sul monte Croce e successivamente allo stadio Martinelli.

Come avrete notato c’è un mondo infinito oltre al Farno, che si sviluppa soprattutto verso Valpiana, raggiungibile con una strada carrabile di montagna di circa otto chilometri (anche qui da ricordare il Gratta & Sosta). Si può salire a piedi dal Fondovalle (antichi opifici di Gandino) sino alla località Fontanei e qui prendere l’antica mulattiera che porta in quota fino alla chiesetta di Santa Maria degli Angeli. Da qui si può proseguire verso Croce di Corno (un altro segno di devozione eretto nel 1925), oppure verso Baita del Monte Alto (340.0061261) o Malga Lunga (347.4763335). Da non dimenticare il Percorso del Bosco, con pannelli didattici dedicati ad animali, flora e pozze d’abbeverata. A bassa quota per chi cerca un tracciato agevole (poche decine di minuti) c’è anche l’area del Laghetto Corrado, un invaso per la pesca sportiva realizzato in località Fagioleda e ora attrezzato (grazie agli Amici del Laghetto) ad area pic nic per famiglie. Si raggiunge dal Fondovalle, lasciando l’auto vicino agli antichi opifici (sotto i quali passa un tunnel carrabile) e salendo verso la Fonte dei Nonni.
C’è davvero l’imbarazzo della scelta per fare due passi in Val Gandino.
Articolo di Giambattista Gherardi per VAL estate 2025



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