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Tante idee per vivere al meglio le tue vacanze

Ovunque protetti

Volontari al lavoro nei giorni dell’emergenza, ma anche quotidiane certezze per le comunità e il territorio. Unità d’intenti e condivisione operativa. E una grande fiducia nei giovani.

A fine febbraio abbiamo tutti detto, letto e scritto che la ValSeriana e la Val di Scalve non si sarebbero fermate. Sappiamo tutti che risvolti tremendi hanno avuto, nel giro di pochi giorni quei giustificati slanci ottimistici. Eppure, percorrendo a ritroso questi mesi surreali, non possiamo che confermare quel messaggio, rileggendolo in chiave diversa.

Tutti abbiamo sofferto, la maggior parte di noi bloccata in casa dal lockdown. Qualcuno invece ha avuto l’onere di soffrire correndo, macinando chilometri dentro e fuori la Lombardia, mantenendo vivi quei servizi essenziali che sono alla base della rete sociale di una comunità.
I molti gruppi territoriali di Protezione Civile, le associazioni di volontariato, il Corpo Volontari Presolana, la Croce Blu di Gromo, la Croce Verde di Colzate: sono loro che hanno permesso alle nostre Valli di non fermarsi.

Sino a pochi giorni prima della tremenda irruzione del Covid 19 fra gli impegni istituzionali c’erano (e ci sono) pasti da distribuire agli anziani, persone da accompagnare per cure in ospedale, sentieri in quota da manutenere, manifestazioni cui prestare assistenza o piste da sci sulle quali assicurare soccorso. Da un giorno con l’altro centinaia di volontari sono diventati, loro malgrado, protagonisti di un’emergenza sanitaria mai sperimentata prima.

«È l’arte di reinventarsi ogni giorno che rende questo lavoro così appassionante – esordisce Valerio Zucchelli, coordinatore della Croce Blu di Gromo in cui opera da 37 anni – Non ci si stanca mai perché c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare». È con questo entusiasmo, con questa voglia di mettere al servizio delle Comunità Montane, dei Comuni e della popolazione le proprie competenze che è iniziata l’avventura degli operatori di primo soccorso e dei volontari durante l’emergenza.

Parlando con loro, si percepisce tuttora una frenesia di fondo e l’impossibilità di capire cosa stesse succedendo nelle Valli: «Abbiamo estratto corpi da macerie  durante le più grandi calamità naturali europee e operato in situazioni di guerra – spiega Francesco Rossoni, nella Protezione Civile di Alzano Lombardo dal 2003 e presidente dal gennaio 2020 -, ma eravamo pronti. Sapevamo già prima di partire come ci saremmo dovuti muovere sul campo. Nei giorni a cavallo tra febbraio e marzo, invece, nessuno aveva idea di cosa stessimo andando ad affrontare».

La difficoltà iniziale di dare risposte alle innumerevoli richieste di aiuto è il tratto comune e distintivo: l’urgenza di reperire dispositivi di protezione individuale, saturimetri e, soprattutto, ossigeno. «Le telefonate delle persone che chiedevano ossigeno erano infinite, ma non sapevamo dove andare a cercarlo» dice Ivan Bianchi, volontario in Val di Scalve di Protezione Civile ANA Bergamo gruppo di Vilminore-Azzone-Schilpario V.A.S., del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e della sezione locale della Croce Rossa Italiana. «Non mi ricordo – aggiunge – quante chiamate abbiamo fatto in quelle notti: era diventata come una caccia all’oro». Alla fine, grazie a tenacia e spirito di adattamento, sono riusciti ad assecondare (nel limite delle loro capacità e anche oltre) la maggior parte delle urgenze sanitarie.

Dai loro racconti si percepisce l’intenso rapporto con il dolore della gente e la sensibile attenzione alla fragilità psicologica che si stava diffondendo. «Uno dei momenti più significativi – sottolinea Zucchelli – è stato quando, insieme all’Unità Centrale di Emergenza, abbiamo compreso come il suono continuo delle sirene delle ambulanze non facesse che alimentare il panico e l’apprensione nelle persone. Nonostante gli obblighi di legge abbiamo condiviso la decisione di muoverci senza far rumore». Tutti, qui in ValSeriana e Val di Scalve, non possiamo che leggere questa scelta come una carezza all’intera comunità.

Da questa emergenza è emerso ancora più forte come questi Corpi siano il punto di riferimento della gente e il mezzo attraverso cui le persone riescono anche ad aiutare gli altri. «Nei giorni di emergenza la cosa sicuramente più toccante e inedita – riferisce Giudy, consigliere e volontaria del Corpo Volontari Presolanaè stato veder riconosciuto il valore del soccorritore. Siamo stati sommersi dalla generosità dei cittadini: chi con
aiuti economici, chi con mascherine, chi ha donato tempo prezioso per supportarci nella gestione operativa». È l’aspetto che deve essere ricordato, come rimarca anche Bianchi dalla Val di Scalve: «La chiave per uscire da questa situazione, che deve diventare testimone per le future azioni – spiega -, è rappresentata dall’unione, dallacondivisione e dallo scambio di idee tra gli enti coinvolti per organizzare un nuovo sistema di lavoro».

E non azzardiamoci a dire a tutte queste persone che sono stati eroi. Sono stati fondamentali, certo, ma lo sono costantemente per le Valli, rappresentano bene quei valori di orgoglio e senso d’appartenenza che uniscono l’intero territorio. E lo fanno senza troppo clamore. Esserci per loro è parte di una mission che hanno abbracciato prima ancora di indossare la divisa catarifrangente. «Protezione Civile significa proteggere una comunità – afferma convinto Rossoni che già guarda al futuro – e per proteggerla è indispensabile conoscerla, incontrare le persone, rispettare e collaborare con le altre realtà impegnate nell’assistenza e nella salvaguardia dell’ambiente. Nulla di tutto questo è pensabile senza conoscere perfettamente il territorio in cui si opera. Credo nei giovani: hanno dimostrato di avere tenacia, consapevolezza delle situazioni difficili e sensibilità verso l’altro».

A parlare di legame con il territorio interviene anche Fulvio Canova, presidente del Corpo Volontari Presolana dal 2011. Anziché ricordare le giornate di emergenza, preferisce valorizzare i progetti che l’associazione porta avanti da anni sui sentieri ai piedi della Presolana. «Importante – dice – è il servizio di baite in affitto: abbiamo in gestione la Baita Malga Campo, la Baita Pozzetto e la Malga Cornetto Bassa. Sono a disposizione di compagnie che vogliono trascorrere vacanze nel relax dell’Altopiano». Prosegue sottolineando come per il C.V. Presolana promuovere un territorio equivale a metterlo in sicurezza: «In prossimità delle baite sono state posizionate colonnine di ricarica e-bike, dotate di defibrillatori: uno fra i primi progetti di “sentieri cardioprotettiin Europa, al quale abbiamo dedicato molte energie, in sinergia con il Comune di Castione della Presolana e con Promoserio. Abbiamo tantissimi sentieri con un’alta capacità attrattiva, ma stiamo lavorando per renderli percorribili da tutti gli sportivi».

Ivan Bianchi pone l’accento sull’importanza della salvaguardia ambientale: «È bello vedere – sottolinea – come negli ultimi anni sia cresciuta la consapevolezza da parte di turisti e cittadini nei confronti dell’ambiente montano. Dobbiamo fare ancora tanta strada, ma credo che grazie al lavoro di squadra a tutti sia permesso di vivere le Valli nella loro naturale essenza». Zucchelli sorride quando pensa che nonostante le enormi difficoltà degli scorsi mesi siano già arrivate richieste di assistenza per eventi. Più che altro gli amministratori gli hanno chiesto consiglio. «L’assistenza e il primo soccorso rimangono i capisaldi del nostro agire ma collaborare alle grandi manifestazioni è sempre una bella soddisfazione». Lo sguardo finisce su una foto d’archivio di Gromo Medievale: «Questa è una festa di grande risonanza, permette al pubblico di conoscere identità e storia del paese: ci teniamo a far sì che tutto sia perfetto». Quest’anno si dovrà abbandonare il classico format e c’è un po’ di rammarico, ma il pensiero orgoglioso va anche al gran lavoro svolto con molti altri volontari, che grazie alla strumentazione avanzata a disposizione hanno illuminato la Presolana, il Pizzo Camino, ma anche e soprattutto lo spettacolo notturno delle Cascate del Serio.

Il vero spettacolo sono comunque loro, i volontari, pronti a vigilare sul nostro territorio. A guidarli, in ogni frangente, sono l’amore, la passione e la volontà di proteggere l’ambiente e le comunità in cui vivono.
Con loro siamo in buone mani.

Articolo per VAL  estate 2020