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Nella storia e nel cuore
La Casa dell’Orfano di Clusone ha accolto più di ventimila ragazzi e nel 2025 celebra il Centenario di fondazione. Nel ricordo di mons. Giovanni Antonietti che ne fu fondatore, decolla un progetto di salvaguardia e valorizzazione.
Un uomo, un galantuomo, un sacerdote secondo il cuore di Dio generoso e dolce come il pane e l’aria, gentile e forte come un fiore di roccia, operoso e pulito come un ruscello alpino, lascia il mondo un po’ più buono, un po’ più bello, un po’ più felice di quando lo trovò quando ci venne”. La figura e l’opera di mons. Giovanni Antonietti sono ben condensate nell’appassionato ricordo scritto da mons. Luigi Cortesi il 23 novembre 1976, quando il prete morì nell’amata Casa dell’Orfano a Ponte Selva di Clusone. L’articolata struttura, punto cardine nella storia educativa e culturale della ValSeriana, celebra nel 2025 il suo Centenario. Fondata e inaugurata il 24 giugno del 1925 da mons. Antonietti, è stata punto di riferimento per l’accoglienza e l’educazione di migliaia di orfani di guerra: tra il 1925 e gli anni ’50, oltre ventimila ragazzi hanno trovato in questo luogo ospitalità, assistenza, istruzione, preparazione alla vita adulta e formazione spirituale e culturale. Un modello educativo pioneristico e unico nel suo genere, cresciuto in un periodo storico segnato dalle difficoltà economiche e sociali del dopoguerra. Oggi, la Casa dell’Orfano non solo custodisce questa straordinaria eredità, ma continua a valorizzarla attraverso numerose attività di conservazione, ricerca e promozione culturale promosse dalla Fondazione Casa dell’Orfano Mons. Giovanni Antonietti e dall’Associazione ex allievi e amici di mons. Antonietti e con il coordinamento generale di Sergio Primo Del Bello.
«Oggi – spiega Attilio Fantoni, Presidente della Fondazione – mentre celebriamo un percorso di generosità silenziosa, di dedizione, accoglienza e amorevole cura verso i più fragili, guardiamo con fiducia anche al futuro. La Fondazione e l’Associazione hanno intrapreso un percorso comune per salvaguardare, restaurare e valorizzare l’immenso patrimonio della Casa, con un impegno economico importante reso possibile anche dal contributo delle istituzioni del nostro territorio».
Monsignor Antonietti nacque a Cirano, frazione di Gandino, il 7 febbraio 1892, orfano di padre alla nascita, frequentò il Seminario sin dalle elementari. Durante la Grande Guerra fu cappellano militare nel battaglione del V Alpini e prestò la propria opera sullo Stelvio e successivamente sul Monte Nero e Bassano del Grappa, prima di essere al fianco del battaglione Moncenisio dall’Adamello al Tonale. Meritò due medaglie d’argento al valor militare. Smessa la divisa fu fondatore e presidente (dal 1955 al 1969) dell’Associazione Cappellani d’Italia. Ripreso il servizio sacerdotale in diocesi (curato a Chiuduno), fondò nel 1925 la Casa dell’Orfano a Clusone. Alla comunità natale di Cirano donò il terreno su cui, nel 1951, sorsero le scuole, così come la vicina area su cui negli anni ’60 fu avviata la costruzione di un teatro, divenuto presto chiesa provvisoria a seguito del crollo del campanile sulla parrocchiale, avvenuto il 21 settembre 1968. Mons. Giovanni Antonietti morì nel 1976 e riposa nell’amata Casa dell’Orfano.
«Le iniziative promosse in occasione del Centenario – aggiunge Luigi Rozzoni, presidente dell’Associazione – sono pensate per valorizzare e far conoscere maggiormente i luoghi a cui mons. Giovanni Antonietti ha dato vita. Gli appuntamenti ci consentono di fare memoria quanto di buono è stato fatto in favore degli orfani di guerra e dei bambini che, arrivati da tutta Italia, nella Casa hanno potuto avere il necessario, frequentare la scuola e affrontare il futuro. È un’occasione per ripensare il ruolo della Casa oggi, con l’augurio che possa continuare a svolgere la sua preziosa funzione di accoglienza».
L’articolato programma di celebrazioni prevede, sino a novembre, due mostre, visite guidate, conferenze e un convegno di studi dedicato alla valorizzazione storica e culturale della Casa dell’Orfano. Momento solenne sarà la celebrazione del Centenario il 22 giugno, mese in cui è stato fondato l’ente nel 1925, che vedrà la presenza delle autorità civili e religiose, con il Vescovo di Bergamo Mons. Francesco Beschi a celebrare la S. Messa. Quanto proposto in occasione del Centenario è il risultato di un lungo percorso iniziato nel 2006 e proseguito negli anni con attività di recupero, riordino e inventariazione dell’archivio, restauro di opere, mobili e arredi lignei e catalogazione della biblioteca. Nel corso del 2025, per la loro esposizione durante la mostra “Il Tempo Ritrovato”, sono stati restaurati e riportati all’originaria bellezza molti dei quadri di proprietà della Casa, oltre alla scultura dei due orfanelli di Giovanni Avogadri. Nell’anno in corso sarà completata la digitalizzazione dell’archivio dello sterminato epistolario di mons. Antonietti, che negli anni ha intrattenuto rapporti di penna con figure religiose, politiche e sociali di alto livello. Fra queste ci sono Papa Giovanni XXIII, oggi Santo, il poeta patriota Gabriele D’Annunzio e Giovannino Guareschi, che fu a Clusone nel 1951 e i cui funerali nel 1968 a Roncole Verdi (Parma) furono presieduti proprio da mons. Antonietti.
Con il progetto del Centenario verrà completata, inoltre, la catalogazione del patrimonio di libri conservati presso la Portineria della Casa, con adesione alla Rete delle Biblioteche Nazionali. Accanto a progetti di tutela e ricerca, sono previste iniziative di promozione culturale e turistica per far conoscere la storia della Casa e il suo patrimonio alla comunità locale e ai visitatori. Oltre al nuovo sito www.casadellorfano.it, saranno realizzati allestimenti permanenti per la fruizione culturale del sito e nuovo materiale informativo.
Articolo di Giambattista Gherardi per VAL estate 2025



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