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Tante idee per vivere al meglio le tue vacanze

Luci che sorprendono

L’Orologio Fanzago di Clusone anima emozioni, “dialogando” con la Chiesa parrocchiale di Bratto: quando il futuro s’illumina di passione

Quando si è in viaggio in borghi e città ricche di storia, si ama entrare in anticipo nello spirito del luogo. Succede così che davanti ai capolavori (quelli segnalati dalla guide turistiche e dai blogger più affermati) si arrivi preparati e “imparati”. Non è così per i dettagli più nascosti: i portoni che aprono su antiche corti e le scalette dal selciato incerto sono dettagli che ci sorprendono e affascinano: stupiscono perché sono imprevisti, nuovi allo sguardo. Su queste considerazioni si basa un’efficace promozione territoriale che deve stimolare la curiosità del potenziale viaggiatore comunicando quanto di più bello potrà trovare, ma al tempo stesso garantire l’effetto sorpresa, per assicurare autenticità e profondità all’esperienza di visita.

Una delle scende del videomapping

In questo gioco tra luoghi imperdibili e dettagli nascosti, ci sono sempre e comunque dei capolavori simbolo, “eccellenze” culturali che la storia ci ha consegnato e che siamo propensi a considerare luoghi sacri.

Forse è per questo motivo che quando il Comune di Clusone ha iniziato a ipotizzare di “accendere” la Torre dell’Orologio con una proiezione animata la prima reazione è stata: «Ma proprio lui? Proprio l’Orologio che è bello così, che si basta da solo con quella miriade di simboli, colori, movimenti, che dal 1583 è garanzia di tecnica, meccanica e creatività insieme?». L’atteggiamento era di imbarazzo, quasi come se “intervenire” su di lui, seppur in modo temporaneo, fosse una mancanza di rispetto verso quel Pietro Fanzago che lo progettò e lo consegnò alla sua Clusone dimostrando «con l’ingegno e la manualità che le stelle, solo in minima parte, sono mosse da ragioni a noi oscure ». Chissà poi se mentre concepiva un meccanismo tanto ardito, Fanzago si sarebbe immaginato un successo simile, che ancor oggi vede garantito ogni giorno il caricamento manuale.

Nella provocazione lanciata dal Comune però si poteva intravedere una grande opportunità: quella di valorizzare uno dei beni culturali più noti di tutta la Lombardia, l’Orologio Planetario Fanzago appunto, creando nuovi punti di vista, generando emozioni inedite grazie a uno spettacolo innovativo. Quindi… sfida accettata: ci si è messi al lavoro per creare qualcosa di grande, scenografico e soprattutto qualitativamente all’altezza del luogo.

Il videomapping sulla Torre dell’Orologio non poteva certo essere solo un groviglio di fasci luminosi, scintillii e musiche accattivanti: il rischio di creare qualcosa di inopportuno era reale. Non tanto per turisti e visitatori che nelle ore serali si sarebbero trovati immersi in uno spettacolo comunque d’impatto, quanto piuttosto nei confronti di Clusone e dei suoi cittadini, che quotidianamente convivono con questa bellezza e l’hanno eletta a simbolo della propria storia.

Meccanismo di orologio presente al MAT

Il cuore del progetto risiedeva proprio lì: regalare qualcosa di eccezionale a coloro che vivono, lavorano, amano Clusone. Compreso Pietro Fanzago, che eccezionale lo è stato per davvero. Un modo per sviluppare un sentimento identitario che, si sa, è lo strumento più potente per presentarsi poi come una destinazione vera, autentica, accogliente e generosa, desiderosa di condividere con turisti e visitatori il proprio patrimonio storico e artistico.

Per creare uno spettacolo che in pochi minuti potesse accendere l’immaginazione è stato necessario sviluppare un progetto che raccontasse una storia, un’idea che prendesse forma e movimento, facendo in modo che la Torre del Municipio non diventasse un puro supporto, un “telo bianco” su cui semplicemente proiettare. Grazie alla sensibile creatività del cartoonist Adriano Merigo (animatore video dal 1980 come collaboratore dello studio Bozzetto per pubblicità e sigle di programmi Rai) è nato “Una Torre di Luce”.

È stato un lavoro complesso, ma condiviso da Comune e PromoSerio e dal creativo. Un felice incontro tra diverse idee, un approccio di reciproca fiducia che ha portato a un risultato davvero apprezzato. Mesi di ragionamenti sulla miglior strumentazione da utilizzare, incontri per ottimizzare i tempi, le animazioni degli Angioletti nei quattro lati dell’Orologio, e ancora le serate dei test tecnici a guardare la Torre, sempre da un’unica prospettiva, mappature da perfezionare. Ore a guardare l’Orologio, con alte aspettative e una grandissima curiosità di vedere finalmente collocato al suo posto ciò che era stato fino al quel momento solo un rendering su uno schermo pc. «Il videomapping, dal punto di vista dei contenuti, non si discosta da altri progetti di animazione spiega Merigo, quello che cambia in modo evidente è l’unicità del lavoro; seguendo la struttura architettonica della parete su cui si proiettano le immagini, serve dare attenzione a tutti gli elementi che si incontrano: finestre, mensole, la disposizione dei muri… Si lavora per qualcosa che non è trasportabile su altre pareti».

Adriano Merigo – cartoonist

Poi l’accensione ufficiale: perfetto nelle proporzioni, fluido nella narrazione, un audio che ne alimenta la potenza, piazza Orologio gremita di gente con il naso all’insù per vedere lo spettacolo. E che spettacolo! Non solo la prima sera, perché a ottobre e novembre sono state tanti gli spettatori arrivati da ogni parte. L’Orologio in questo modo prende vita e ci racconta in modo elegante tutto quello che Pietro Fanzago è riuscito a combinare con ingranaggi e con una sola lancetta che gira in senso antiorario: i venti, le fasi lunari, gli equinozi e i solstizi, i segni zodiacali, i mesi, le ore, i minuti, lo scorcio su quel meccanismo che racchiude il segreto di tutto questo e che altrimenti, nelle ore notturne, i turisti non potrebbero scoprire. C’è stato spazio per raccontare a turisti e clusonesi anche di un altro illustre baradello, quel Giovanni Legrenzi che non conobbe Fanzago perché visse nel Seicento. In quell’epoca portò eccellenza nel campo musicale diventando riferimento per il barocco europeo. Clusone gli ha dedicato Musica Mirabilis, un festival internazionale inaugurato l’8 ottobre 2022 e che proseguirà fino al 2026, quando ricorrerà il quarto centenario della sua nascita. Un progetto che aspira a essere multidisciplinare, con l’arte e la cultura sempre a muovere relazioni e idee.

Come sempre, le buone intuizioni e le relazioni costruttive, generano progetti che non si esauriscono in un battito di ciglia. Così, la “Torre di Luce” continuerà ad accendere Piazza dell’Orologio nei prossimi mesi: a sorpresa, per il periodo natalizio l’Orologio parlerà non solo di sé, ma anche del contesto culturale, naturalistico, sociale della comunità della quale, da cinquecento anni, scandisce tempi e stagioni. D’ora in poi tutti potranno godere di due immagini complementari dell’Orologio: una scientifica, didascalica, alla luce del giorno, e una emozionante, coinvolgente, rapida, in movimento ed esclusiva, che brilla nella notte.

Le luminarie accenderanno ValSeriana e Val di Scalve nel periodo natalizio, è la tradizione del Natale che lo richiede. Grazie all’operazione di videomapping a Clusone si è riusciti a fare un passo in avanti: la “Città del Tempo” è la tappa irrinunciabile di un percorso emozionale, che passa anche da Castione della Presolana, con una proiezione entusiasmante che valorizza l’architettura imponente della Chiesa Parrocchiale di Bratto in occasione dei 150 anni dalla costituzione della Parrocchia e in concomitanza con la ventesima edizione dei Mercatini di Natale.

Chiesa Parrocchiale di Bratto

La Valle si illumina e attraverso le nuove tecnologie valorizza i suoi capolavori, crea una geografia artistica grazie alla potenza della luce, delle immagini, dei colori. Un fascio luminoso che unisce enti, professionisti, volontari e illumina passione e futuro. Nel 2023, anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, anche le Valli, insieme ai due capoluoghi, potranno stupire i visitatori e offrire esperienze uniche. Ciascuno brilla di luce propria: in ValSeriana c’è tanta voglia di condividerla.

 

Articolo di Serena Bonetti per VALSeriana & Scalve Magazine – inverno 2022/2023