Punti di interesse Archivi - Sito ufficiale Valseriana e Val di Scalve https://www.valseriana.eu/categorie_arte/punti-di-interesse/ Portale turistico Sat, 20 Apr 2024 10:04:07 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 125612197 Museo della miniera e dell’emigrazione https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-della-miniera-e-dellemigrazione/ Sat, 06 Apr 2024 09:20:17 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=67631 Il Museo nasce dal forte interesse della famiglia Rota di Nembro a mantenere viva la memoria di una storia, che è stata l’esperienza di molte famiglie italiane nel periodo successivo alla II Guerra Mondiale

Il museo, allestito dove vi era già un foro nella roccia, è stato ricostruito proprio come l’entrata in miniera di fronte a cui poteva trovarsi un emigrato italiano. Nel corso di tutti questi anni, è stato arricchito di testimonianze preziose e dal grande valore storico (attrezzi, materiali, documenti e foto), grazie all’impegno della famiglia Rota nel recuperare oggetti direttamente in Belgio.

La gestione è curata dall’associazione Emigranti Nembresi, in collaborazione con la Coop. Interculturando.

Fra i principali obiettivi che il museo si pone, c’è la diffusione di conoscenza del fenomeno delle emigrazioni che hanno interessato l’Italia nel secondo dopo guerra, comprendere il fenomeno delle immigrazioni che interessano l’Italia oggi, mantenere sempre vivo il ricordo della tragedia avvenuta a Marcinelle in Belgio nel 1956

 


IL MUSEO OSPITA INIZIATIVE CULTURALI DURANTE TUTTO L’ANNO.

PER INFORMAZIONI SULLA VISITA E ORARI DI APERTURA CONTATTARE:
Ufficio Cultura Comune di Nembro
035.471362
cultura@nembro.net

ALCUNI DETTAGLI:

ACCESSIBILITÀ
Il Museo risulta parzialmente accessibile; di fronte all’ingresso è presente un fondo con ghiaia e un gradino basso.

PARCHEGGI
Parcheggio Via Lonzo, Piazzetta dell’Emigrante – gratuito
La fermata TEB più vicina è NEMBRO CENTRO. Dalla stazione al museo sono circa 17 minuti a piedi

 

]]>
67631
Casa Beato Alberto e il Ponte che balla https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/casa-beato-alberto-e-il-ponte-che-balla/ Tue, 09 May 2023 08:20:56 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61403 11 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA 


11 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

Di grande importanza è la casa del Beato Alberto, laico vissuto nel XIII secolo, nativo di Villa d’Ogna.

Posta sul fondovalle in località Sant’Alberto ed edificata nel corso del XIII secolo, la casa natale fu trasformata nei secoli seguenti in convento, tanto che ancora oggi si può notare l’abside di quello che era l’attiguo santuario, distrutto da una frana nel 1813. All’interno della casa si può ammirare l’altare a lui dedicato.

Alberto nacque nel 1214 a Villa d’Ogna da una famiglia di modesti contadini. Tra il 1240 e il 1255 morirono prima i genitori e poi la moglie. Così Alberto decise di abbandonare tutti i suoi beni, cedendo tutto alla comunità di Villa, in favore dei bisognosi. Si trasferì poi a Cremona dove si dedicò all’attività di bracciante e di brentatore; si occupò inoltre di carità, fondando un ospedale per gli infermi vicino alla Chiesa di San Mattia, poi distrutta. Sempre a Cremona si aggregò all’Ordine dei frati predicatori come

terziario secolare.

Il Laicato Domenicano, ramo della Famiglia Domenicana, esisteva già ai tempi di San Domenico intorno ai conventi dei frati domenicani; nato come ‘Ordine della Penitenza’ o ‘Ordine della Milizia di Gesù Cristo’, era addirittura preesistente all’Ordine regolare stesso. In altri casi si riconoscevano con il termine “Le Mantellate/I Mantellati” per via della mantella nera che portavano in segno di austerità e penitenza nel costume. Figlia di maggior splendore, fra le Mantellate, è proprio santa Caterina da Siena. Alberto, da quanto si apprende dalla documentazione, svolse diversi pellegrinaggi a Roma, a Gerusalemme e a Santiago di Compostela. Morì a Cremona il 7 maggio 1279.
Nella sua casa natia, nella frazione di Sant’Alberto a Villa d’Ogna, esiste una chiesetta a sua memoria.
Verso la metà del XVIII secolo la Compagnia dell’Arte dei Brentatori di Bologna scelse come proprio patrono il beato Alberto da Villa d’Ogna, per avere egli esercitato in gioventù il mestiere del «brentatore». La prima festa
del patrono della Compagnia venne celebrata il 13 agosto 1572.

Ora, potreste raggiungere il punto di partenza nei pressi del parco della Festi Rasini, ma prima di ritornare sui vostri passi vi consigliamo una deviazione verso il “ponte ballerino”, al di là della strada provinciale. Una splendida esperienza che vi regalerà una vista naturalistica sul fiume Serio. Ritornati al parco potrete ascoltare alcune indicazioni per fruire dei percorsi e sentieri naturalistici che il territorio offre, nonché alcune note sull’accoglienza e l’enogastronomia.

]]>
61403
Il complesso industriale “Festi Rasini”, il parco e la ciclopedonale https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/il-complesso-industriale-festi-rasini-il-parco-e-la-ciclopedonale/ Tue, 09 May 2023 08:19:47 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61402 10 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA


10 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

Siete nel parco pubblico della frazione Festi Rasini per concedervi una pausa prima di riprendere il viaggio alla scoperta di Villa d’Ogna. Da qui potete accedere alla sponda del fiume Serio e camminare lungo la pista ciclopedonale che attraversa il paese.

Nei pressi del parco è ubicata la chiesa di Santa Maria Nascente.

Edificata con singola navata nel 1990, presenta linee semplici ma moderne con muratura in mattoni a vista. All’interno si distingue la pavimentazione in marmo bianco e giallo, senza tuttavia alcuna decorazione artistica o architettonica.

La frazione Festi Rasini è un’area prettamente residenziale e industriale. Nella seconda parte del XIX secolo, contestualmente all’Unità d’Italia, si verificò uno sviluppo dell’industria mediante l’introduzione di realtà operanti nell’ambito tessile che in breve si insediarono sul territorio, la principale delle quali fu proprio la “Festi Rasini”. Fondata nel 1889 e diretta dalle omonime famiglie di industriali milanesi Festi e Rasini, cominciò ad attrarre in modo significativo gli abitanti dei paesi vicini, permettendo un considerevole aumento dei residenti nel comune. Gli abitanti, invariati tra il 1861 ed il 1881, raddoppiarono sul finire del secolo, toccando quota 1364

nel 1901. Il polo produttivo era posto sulla riva orografica destra del Serio e, anche grazie allo sfruttamento delle acque del fiume prelevate in località “Valzella” di Ardesio, era dotato di 8000 fusi e garantiva il lavoro a centinaia di operai, condizione che lo rese il terzo gruppo tessile della Lombardia.
La maggior parte degli edifici della frazione furono costruiti per i dirigenti della Festi Rasini e per le famiglie degli operai. L’idea dell’azienda infatti era quella di creare una sorta di villaggio operaio, con la costruzione di un convitto per le operaie residenti in altri paesi, di un asilo, di una scuola elementare e di offrire altri servizi alle famiglie dei lavoratori.

A partire dalla seconda metà del 1900 gli stabilimenti tessili subirono un drastico ridimensionamento fino ad arrivare alla completa chiusura. Nel frattempo le realtà legate all’industria tessile vennero affiancate e sostituite da attività operanti nei settori meccanico, meccano-tessile ed artigianale.
Nel luglio del 1944 il paese di Villa d’Ogna fu teatro di due rastrellamenti ad opera di soldati nazi-fascisti, alla ricerca di alcuni partigiani rifugiatisi sul territorio. Il rastrellamento causò la morte di cinque persone e la distruzione dell’abitato di Valzurio.
A questo punto, potete raggiungere la casa del Beato Alberto presso l’omonima località.

——————————–

fotografie: © Lino Olmo – linoolmostudio.it

]]>
61402
La Chiesa parrocchiale di San Matteo Apostolo e del Sacro Cuore https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-chiesa-parrocchiale-di-san-matteo-apostolo-e-del-sacro-cuore/ Tue, 09 May 2023 08:18:07 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61401 9 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA 


9 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

Nel 1937 si diede inizio alla costruzione della nuova Chiesa, su progetto dell’ingegnere Fornoni. I lavori furono affidati alla locale Cooperativa Sant’Alberto e si protrassero fino al 1953, quando il 22 agosto venne consacrata dal Vescovo di Imola Mons. Benigno Carrara. Spronata dal parroco don Pietro Forzenigo, tutta la popolazione concorse alla sua edificazione, sia lavorando attivamente sul cantiere, sia partecipando

economicamente.

Le pietre ricavate dalle montagne circostanti furono trasportate sul cantiere con dei carretti, i mezzi allora a disposizione della comunità. Lo stesso dicasi per la sabbia che, sottratta al greto del Serio, veniva messa in sacchetti e trasportata da giovani e adulti.

L’opera fu finanziata quasi del tutto dalla popolazione, un buon aiuto si ottenne inoltre dalle trattenute sulla busta paga delle maestranze della Manifattura Festi Rasini.

Il mastodontico edificio, costruito in pietra lavorata fa spicco per la sua imponenza pur mancando il campanile; si erge a trenta metri di distanza dalla vecchia Chiesa Parrocchiale.

Il giorno successivo alla consacrazione e in occasione del 50° anniversario della traslazione del corpo del Beato Alberto, fu visitata dall’allora Patriarca di Venezia, Card. Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII e dedicata a San Matteo e al Sacro Cuore di Gesù. Internamente la chiesa a croce latina ha tre altari: quello maggiore dedicato a San Matteo Apostolo è opera di Costante Coter, quello di destra è dedicato alla Madre di Dio e quello di sinistra in marmo rosso variegato e alabastro è dedicato al Beato Alberto su disegno
di Fornoni. Una teca conserva le spoglie del Beato.
Notevoli e di pregiata fattura sono le tele di Domenico Carpinoni, originario di Clusone, realizzate nel 600 e trasferite dal Santuario alla nuova chiesa. Raffigurano “la Madonna del Rosario con i Santi Domenico e Caterina” e “i Santi Rocco, Defendente e Sebastiano”.
Tutt’intorno alla navata centrale troviamo i quadri della Via Crucis, ad opera di Manini (1956). Il tabernacolo è stato realizzato dalla scuola del Beato Angelico. Fra le varie opere di compimento della Chiesa vanno ricordati: il materiale fonoassorbente alle pareti, il pavimento di granito sardo, la ricomposizione del presbiterio, la statua bronzea della Madonna opera dello scultore Elia Ajolfi, i lavori a sbalzo su argento per la reliquia del Beato Alberto dello scultore Nani, la porticina del tabernacolo in argento di Eugenio Lattuada.
Usciti dalla chiesa, rientrate verso la piazza del municipio, osservando anche gli affreschi che decorano alcuni palazzi. Da qui, potete raggiungere a piedi, in bicicletta o in auto la località Festi Rasini, nei pressi del parco pubblico, per proseguire questo itinerario.

———————————-

fotografie: © Lino Olmo – linoolmostudio.it

]]>
61401
Palazzo Moroni https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/palazzo-moroni/ Tue, 09 May 2023 08:13:49 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61395 6 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA 


6 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

Le mura che circondano la residenza estiva dei conti Moroni sono interrotte dai due portali d’ingresso con archi a tutto sesto e portoni imponenti, protetti alla base dai robusti paracarri. È di particolare rilevanza l’edificio, oltre il torrente Ogna, originariamente appartenuto ai conti Moroni e frequentato dalla famiglia bergamasca per le vacanze estive. La grande villa e il parco furono costruiti nel XVII secolo dai nobili bergamaschi Moroni. Principalmente vissuta come residenza di villeggiatura, ma strategica
per i numerosi interessi commerciali in Alta ValSeriana dei nobili bergamaschi. Diversi rimaneggiamenti architettonici hanno trasformato il complesso monumentale di cui rimane visibile però l’impostazione palatina. Attualmente l’edificio è di proprietà dell’Istituto don Luigi Palazzolo delle Suore Poverelle e dal 1920 Palazzo Moroni è sede di un convento monastico.

Su prenotazione o provando a chiedere alle religiose, si può visitare il suo interno. Di notevole pregio è il cortile e l’atrio col porticato e la cappella. Si possono notare le antiche colonne che una volta ospitavano i cavalli dei conti e dei nobili ospiti. Si possono osservare ancora alcuni anelli infissi nelle strutture ai quali erano legati i cavalli a riposo. Bello è il notevole parco che circonda il palazzo, ancora tenuto in parte come giardino all’italiana. Nella parte a nord del giardino si può ammirare un’antica torretta di sorveglianza, che custodiva il passaggio della mulattiera delle merci provenienti dalle antiche vie commerciali verso Oltressenda Alta. All’uscita del palazzo potreste percorrere la mulattiera che vi porterà, in pochi minuti di cammino, verso la chiesa di San Lorenzo, permettendovi di camminare in un ambiente naturale affascinante. Oppure potreste visitare la chiesa successivamente con i vostri mezzi, una volta rientrati nella piazza comunale da dove siete partiti per la visita.

———————————

fotografie: © Lino Olmo – linoolmostudio.it

]]>
61395
La chiesa di San Lorenzo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-chiesa-di-san-lorenzo/ Tue, 09 May 2023 08:14:36 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=61396 7 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA 


7 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE

Lungo la mulattiera che da Palazzo Moroni conduce alla chiesa di San Lorenzo si può apprezzare l’ambiente naturalistico delle antiche vie che in tempi remoti erano percorse dai commercianti con i muli per vendere i prodotti in piazza di Ogna.

Degna di nota è la chiesa di San Lorenzo, situata lungo la vecchia mulattiera che conduce a Nasolino. La semplice struttura è ad una navata, suddivisa in tre campate da due lesene, con il presbiterio a pianta rettangolare. Quest’ultimo, più stretto della navata, lascia ai lati due spazi dove sono conservati la tela dell’Incoronazione della Vergine e la nicchia con la statua di San Lorenzo.

Dalla chiesetta si può godere di un bel panorama dall’alto su Villa d’Ogna.

Ora, ripercorrendo il cammino a ritroso fino al Municipio, potrete avvicinarvi alla parte più antica del territorio, con un percorso che fa tappa all’antica chiesa parrocchiale di San Matteo Apostolo, eretta nel XI secolo e poi successivamente riedificata.

——————————–

fotografie: © Lino Olmo – linoolmostudio.it

]]>
61396
Miniera Sant’Aloisio in Valle Trompia https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/miniera-santaloisio-in-valle-trompia/ Sat, 25 Feb 2023 15:49:51 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=59903 La Miniera S.Aloisio di Collio V.T. è inserita nell’Itinerario La Via del Ferro e delle Miniere della Valle Trompia.
Nota come la più importante miniera italiana per l’estrazione della siderite, minerale di ferro, chiuse definitivamente nel 1984, in seguito alla progressiva recessione dell’attività estrattiva a partire dagli anni ’30. All’inizio degli anni Duemila, la sede entrò a far parte del Sistema Museale.

Oggi è possibile compiere due appassionanti itinerari esplorativi e conoscitivi:
1. IL TREKKING MINIERARIO
Il percorso, della lunghezza di circa 2 Km, si dipana all’interno delle gallerie sotterranee in cui è possibile ammirare l’affascinante scenario naturale delle diverse formazioni geologiche

2. IL PARCO AVVENTURA
Il percorso propone una vera e propria avventura tra ponti tibetani, passerelle tirolesi e scale a pioli.

La miniera ospita inoltre un centro Speleoclimatico che si sviluppa per 1.400 m. Si viene condotti a bordo di un trenino all’interno delle gallerie per circa 400m ed è possibile percorrere il resto della miniera a piedi, lungo un percorso totalmente cementato e illuminato, con panchine per riposarsi, tavoli, fotografie storiche, attrezzi originali.

INFO PER LA VISITA
Il museo è dotato di audioguide in italiano e inglese ascoltabili presso il museo o direttamente da casa.

APERTURE PARCO AVVENTURA E TREKKING:
Tutte le domeniche nei mesi di aprile, maggio, giugno, settembre, ottobre: 10-18
Sabato e domenica nei mesi luglio: 10-18
Tutti i giorni dal 5 al 27 agosto: 10-18
Visite previste: 11.00 – 14.30 – 16.15 (ultimo ingresso)

COSTI IN ORARIO DI APERTURA:
Visita in miniera
Intero: 10 euro (dai 14 anni in su)
Ridotto: 8 euro (fino 13 anni; gruppi minimo 20 persone paganti biglietto)

Visita in miniera + parco avventura
Intero: 21 euro (dai 14 anni in su)
Ridotto (fino ai 13 anni): 16 euro

Per info e prenotazioni (obbligatorie): 339.6055118  | miniereskimine@gmail.com



La società Miniere Ski-Mine è parte della rete coordinata da Promoserio nell’ambito del progetto Nel cuore della Terra. In viaggio tra valli bergamasche e bresciane realizzato in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

]]>
59903
Miniera Marzoli in Valle Trompia https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/miniera-marzoli-in-valle-trompia/ Sat, 25 Feb 2023 15:32:39 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=59901 La Miniera Marzoli di Pezzaze è inserita nell’itinerario La Via del Ferro e delle Miniere della Valle Trompia.

Aperta al pubblico dal 1999, la sede museale definita “Le miniere” rappresenta oggi un luogo di memoria collettiva ed accedervi equivale a varcare la soglia di un luogo ove tutti i sensi sono pronti a cogliere ogni minima variazione.
La prima opportunità di visita è data dall’ingresso nelle viscere della montagna con un treno che permette al visitatore di vivere un’esperienza affascinante e irripetibile. Grazie alla presenza di sagome scure che si intravedono nelle diramazioni laterali, sono evocati i momenti del duro lavoro dei minatori. Il riallestimento del 2011 propone riproduzioni visive e sonore che arricchiscono l’esperienza sensoriale.
Alla visita in galleria si aggiunge lo spazio museale dedicato a “Il Mondo dei Minatori e dell’Arte del Ferro”, allestito nell’edificio un tempo riservato a funzioni di servizio dell’attività produttiva e ai dipendenti della miniera. Il museo si compone di due sezioni dedicate rispettivamente all’illustrazione storico-scientifica della realtà mineraria del luogo e alle opere in ferro dello scultore Vittorio Piotti (1935-2000).

INFO PER LA VISITA
Il museo è dotato di audioguide in italiano e inglese ascoltabili presso il museo o direttamente da casa.

APERTURE:
Tutte le domeniche nei mesi di febbraio, marzo, aprile, maggio, ottobre, novembre, dicembre: 10-12 / 14-17
Sabato e domenica nei mesi di giugno, luglio, agosto, settembre: 10-12 / 14-18
Tutti i giorni ad agosto: 10-12 / 14-18

COSTI IN ORARIO DI APERTURA:
Intero: 10 euro (dai 14 anni in su)
Ridotto: 8 euro (dai 4 ai 13 anni; gruppi minimo 20 persone paganti biglietto)
Gratuito: 0-3 anni

Per info e prenotazioni (obbligatorie): 339.6055118  | miniereskimine@gmail.com


 

La società Miniere Ski-Mine è parte della rete coordinata da Promoserio nell’ambito del progetto Nel cuore della Terra. In viaggio tra valli bergamasche e bresciane realizzato in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

]]>
59901
La via del ferro e delle miniere in Valle Trompia https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-via-del-ferro-e-delle-miniere-in-valle-trompia/ Sat, 25 Feb 2023 15:21:02 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=59899 La Valle Trompia è caratterizzata dal tipico contesto montano, con consuetudini rurali e pastorali, ma manifesta storicamente anche una specifica vocazione alla metallurgia: sin dall’antichità è la “Valle del Ferro”, con la presenza di siti minerari e luoghi di fusione e lavorazione del metallo. Dalla seconda metà dell’ 800 la diffusione di forme produttive di tipo industriale e di nuovi modelli economici ha determinato la trasformazione del territorio e delle consuetudini sociali, con il permanere di elementi propriamente rurali nelle realtà più appartate di montagna e una evoluzione che ha mutato l’intero fondovalle con ripercussioni sul paesaggio montano.

LA VIA DEL FERRO E DELLE MINIERE
Si tratta forse dell’itinerario più caratterizzante fra quelli individuati in Valle Trompia. La Via attraversa l’evoluzione delle attività estrattive e siderurgiche e le testimonianze che il passato produttivo ha lasciato fra i monti, lungo i corsi d’acqua, negli abitati, in un territorio che più di altri è stato investito negli ultimi decenni da una trasformazione radicale.
Un territorio caratterizzato da specificità che solo la geologia e la mineralogia possono spiegare: l’antica filiera produttiva prendeva infatti idealmente il via dai siti minerari dell’alta Valle, passava attraverso gli impianti di fusione prossimi ai corsi d’acqua fino ad arrivare alle fucine della media-bassa Valle, all’interno delle quali avveniva la trasformazione del ferro.

La memoria del lavoro, che assegnò per secoli un ruolo di primo piano ai forgiatori e ai maestri di forno triumplini, è radicata nelle cose e negli edifici, negli strumenti, nei gesti e nelle parole che rappresentano vive testimonianze di un’esperienza secolare, richiamando una realtà la cui progressiva emarginazione non si è risolta in una cancellazione irreversibile.
È proprio nella dimensione della memoria collettiva che territori come quello triumplino si sono resi conto di poter riscoprire e quindi aggiornare la propria identità.

INFO PER LA VISITA
La “Via del Ferro e delle Miniere” è anche la denominazione dell’itinerario proposto dal Sistema Museale di Valle Trompia alle scuole, ai gruppi ed ai singoli visitatori. Attraverso visite guidate e laboratori didattici è possibile scoprire l’antica filiera produttiva legata all’estrazione del ferro: il Borgo del Maglio di Ome, il Museo i Magli di Sarezzo, il Museo delle Armi e della Tradizione Armiera di Gardone Val Trompia, il Museo Il Forno di Tavernole, il reticolo delle gallerie della Miniera Marzoli di Pezzaze e della Miniera S. Aloisio di Collio, le grandi strutture estrattive e le innumerevoli bocche di miniera che restano nell’alta Valle, rappresentano le tappe principali di un itinerario che è parte integrante della rete degli itinerari e dei musei del lavoro bresciani.



La Comunità Montana Valle Trompia è parte della rete coordinata da Promoserio nell’ambito del progetto Nel cuore della Terra. In viaggio tra valli bergamasche e bresciane realizzato in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

]]>
59899
Le grotte della Val Brembana https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/le-grotte-della-val-brembana/ Sat, 25 Feb 2023 15:00:27 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=59895 Il territorio della Val Brembana è ricco di bellezze culturali conosciute a più ma anche di tesori nascosti, custoditi nel cuore della terra.
Un mondo sotterraneo quelle delle Grotte caratterizzato da un’insolita, ma straordinaria conformazione geologica. A forgiare a questo mondo sotterraneo, non solo l’acqua che erode le rocce creando stallattiti e stallagmiti e modellano conformazioni di rocce in forme straordinarie, ma anche l’uomo con l’azione di estrazione mineraria.

LE GROTTE DEL SOGNO DI SAN PELLEGRINO TERME
Scoperte nel 1931 da Ermenegildo Zanchi, chiamato il «nonno degli abissi», e già dall’anno successivo aperte alle visite del pubblico (furono le prime attrezzate in Lombardia).
Dal 2016 le Grotte, situate tra le località Vetta e Aplecchio, sono visitabili grazie al lavoro della Cooperativa «OTER: Orobie Tourism, Experiece of Real», un gruppo di giovani nato nel 2015, inizialmente come associazione, volto alla promozione turistica della Valle Brembana.

INFO PER LA VISITA
La Visita, della durata di circa 30 minuti, prevede un percorso di risalita (per garantire maggior sicurezza) che, dalla parte più bassa delle grotte, passa lungo i cunicoli impreziositi da stalattiti e stalagmiti.
Durante il tour è anche possibile vedere il passaggio che permise a Ermenegildo Zanchi di scoprire le Grotte, nel lontano 1932.
Per prenotazioniwww.orobietourism.com

 

LE GROTTE DELLE MERAVIGLIE DI ZOGNO
Il complesso delle Grotte delle Meraviglie si apre entro il bancone calcareo di color grigio chiaro che sovrasta la provinciale per la valle Brembana in prossimità della galleria di Zogno. La formazione geologica è quella denominata “Calcare di Zù” ricca di coralli, del Retico Inferiore. Il complesso ha due accessi: quello superiore con una stretta apertura (Büs de la Marta), che consente la discesa lungo una serie di pozzi verticali, con un dislivello complessivo di 60 metri circa; quello inferiore, ubicato nel parco sovrastante la provinciale per la valle Brembana, offre in alternativa una comoda via di accesso alle grotte, lungo una galleria artificiale, scavata nella roccia, lunga 73 metri, con andamento sinuoso e in leggera salita fino a raggiungere la grotta più interna.
Le grotte devono la loro fama alla generosità e alla tenacia di Ermenegildo Zanchi del Gruppo Grotte S. Pellegrino che ne fece una delle prime grotte turistiche d’Italia nel 1939.

INFO PER LA VISITA
La grotta è turistica e ben illuminata. Per bambini anche piccoli non ci sono problemi. Non si puo’ entrare con passeggini o zaini. I bimbi vanno accompagnati camminando o tenuti in braccio.
Per prenotazione gruppi o scuole EXTRA CALENDARIO o per qualsiasi informazione: 366.4541598 | giovanni@grottedellemeraviglie.com


Le Grotte e le Miniere visitabili della Val Brembana, grazie alla collaborazione di Visit Brembo, fanno parte della rete coordinata da Promoserio nell’ambito del progetto Nel cuore della Terra. In viaggio tra valli bergamasche e bresciane realizzato in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

]]>
59895
Le miniere di Dossena https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/le-miniere-di-dossena/ Sat, 25 Feb 2023 14:35:28 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=59893 Dossena vanta un passato minerario di tutto rispetto probabilmente risalente all’epoca etrusca. Durante il periodo romano Dossena era un importante centro minerario dell’impero. All’interno delle antiche miniere venivano condannati Ad Metalla gli schiavi di Roma. È forse per questo che nasce proprio in questo piccolo paese montano la prima chiesa della valle brembana.

I lavori di ripristino delle miniere di Dossena, in località Paglio, sono iniziati nel settembre 2014, grazie al lavoro di 80 volontari coordinati dal Comune di Dossena. La pulizia dagli antichi detriti, l’illuminazione e la messa in sicurezza dei tunnel prefissati, hanno reso possibile l’inaugurazione avvenuta il 6 dicembre 2014, e la successiva apertura del 2 maggio 2015, lungo un tragitto relativamente breve attraverso antichi scavi minerari.

LA VISITA IN MINIERA
Visitare le Miniere di Dossena è come vivere una avventura nel passato. Percorrendo le gallerie con il caschetto in testa e la torcia in mano, non potrai fare a meno di immaginare i minatori che vi lavoravano per giorni interi, senza mai vedere la luce del sole.
Il percorso si snoda tra grotte naturali e gallerie artificiali, seguendo le antiche rotaie dei carrelli utilizzati per il trasporto dei materiali.
Tunnel scavati nella roccia, camini di aerazione, carrelli arrugginiti, un laghetto sotterraneo che scompare alla vista inghiottito dagli abissi …Affronterai i percorsi in totale sicurezza con le attrezzature fornite dall’organizzazione. Avrai l’occasione di vedere da vicino gli antichi strumenti di lavoro, con l’ausilio di una guida che narrerà le origini e la storia delle miniere, i minerali presenti e le tecniche di estrazione, seguendoti passo-passo in tutto il tragitto.
Per info e prenotazioni: www.visitdossena.it

COSA FARE DOPO UNA VISITA ALLE MINIERE?
1. Sfida l’altezza percorrendo il Ponte del Sole; si tratta del ponte tibetano più lungo al mondo a pedata discontinua e senza tiranti laterali
2. Metti alla prova coordinazione e coraggio nell’unico parco Speleologico europeo, un percorso attrezzato in sicurezza, da vivere in chiave ludica e culturale. 
3. Divertiti a cercare i Murales diffusi tra le vie del borgo montano; troverai 30 opere realizzate in tre fasi successive, nel 1981, nel 1982 e nel 1984 su progetto dell’artista locale Filippo Alcaini.



Il Comune di Dossena e le associazioni del territorio fanno parte della rete coordinata da Promoserio nell’ambito del progetto Nel cuore della Terra. In viaggio tra valli bergamasche e bresciane realizzato in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

 

]]>
59893
Fondazione Giusi Pesenti Calvi – ETS https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/fondazione-giusi-pesenti-calvi-ets/ Fri, 27 Jan 2023 11:13:24 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=59304 La Fondazione Giusi Pesenti Calvi è stata fondata dal Comune di Alzano Lombardo nel 2020 al fine di ottemperare alle disposizioni testamentarie connesse all’eredità pervenuta alla città dal dottor Giuseppe Pesenti Calvi (1925-2018), tra cui la gestione e conservazione della vasta e antica proprietà “Belvedere”, della casa-museo e del suo patrimonio culturale, la prosecuzione dell’attività agricola, l’indizione annuale di Borse di Studio e del “Roving” di tiro istintivo con l’arco, oltre alla promozione di attività sociali, sportive e culturali, a partire dalla valorizzazione dell’eredità culturale propria del compendio “Belvedere” e delle sue relazioni col territorio.

Approfondisci di più la storia del Belvedere QUI

Cuore del sito è il Belvedì, edificio di antiche origini riconfigurato in residenza nel 1959 dal dott. Pesenti Calvi. La villa è una casa-museo che ospita una collezione molto articolata di dipinti, arredi, suppellettili e altri oggetti d’interesse, oltre all’archivio storico. Nella proprietà, di grande fascino paesistico, altri immobili rurali e la prima cava Italcementi.


Il sito è visitabile in occasione delle visite guidate, potete vedere quelle in programma -> QUI
Il sito non è accessibile ai disabili. 

Parcheggi nelle vicinanze:
– via Olera
– via Fornaci

Fermate nelle vicinanze:
– 30 minuti da TEB Alzano Centro
– autobus linea 26, fermata Nese

]]>
59304
Museo Casa dell’Orfano Mons. Antonietti https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-casa-dellorfano-mons-antonietti/ Sun, 21 Aug 2022 07:08:46 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=57155 La Casa dell’Orfano di Clusone fu fondata nel 1925 da Mons. Giovanni Antonietti (1892 – 1976), sacerdote e cappellano militare nella Prima guerra mondiale.

La struttura si estende su cinquantacinquemila metri quadri abbracciati dai sentieri della splendida Pineta clusonese e ospita diversi edifici che permettono di rivivere le tappe della storia che caratterizzò questo sito.

La chiesa è dedicata a Cristo Re, progettata dall’Ing. Luigi Angelini nel 1929 e affrescata da Pasquale Arzuffi, Pietro Servalli e Fermo Taragni; la casa portineria, edificio Liberty costruito nel 1931 su progetto dell’Ing. Pietro Savoldelli ed ospita la sezione museale.
La sala maggiore infine, oggi museo commemorativo, è integralmente dipinta con ricordi di guerra.

Il Museo ospita la stanza di Monsignore, l’archivio e le stanze di rappresentanza con arredi e opere d’arte dell’epoca. Si conservano inoltre le copie dei dipinti donati alla collezione del MAT – Museo Arte Tempo, dove sono attualmente esposti nella sede in Palazzo Marinoni Barca, sempre a Clusone.


APERTURE ESTATE 2023
sabato 15.00 – 18.30
domenica 10.00 – 12.00

]]>
57155
Museo Parrocchiale Santa Maria Assunta di Vertova https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-parrocchiale-santa-maria-assunta-di-vertova/ Mon, 24 Jan 2022 14:08:30 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=52391 Il percorso museale, inaugurato nel 2008 e facente parte della Rete dei Musei della Diocesi di Bergamo, si pone come naturale completamento del già ricchissimo itinerario artistico che si snoda attraverso la Chiesa parrocchiale di Vertova e le due sacrestie.

L’edificio sacro, alla sobria eleganza dell’esterno, contrappone una stupefacente e sontuosa decorazione interna. Le sale del museo, ospitate negli antichi ambienti posti nelle adiacenze della prepositurale e abilmente recuperati, raccolgono un ricco patrimonio, organizzato secondo criteri espositivi tematici.
Tra questi temi (Patroni, iconografia mariana, chiese sussidiarie, Venerdì Santo) spicca quello del Tesoro, la cui sala è stata recentemente rinnovata e implementata.

La chiesa, le sacrestie e il museo custodiscono le opere di artisti tra i più rinomati del panorama barocco bergamasco. Il Crocifisso di Andrea Fantoni, protagonista della sacra rappresentazione del Venerdì Santo, si accompagna alla statua del Risorto del medesimo autore. Tra i dipinti spicca, in particolare, la “Madonna con Bambino in trono e Santi” di Enea Salmeggia.


Il Museo Parrocchiale si inserisce come tappa imprescindibile per gli appassionati di arte sacra che in ValSeriana possono approfondire il tema e meravigliarsi di fronte alla ricchezza custodita nelle Basiliche e negli annessi musei lungo un tour nella Valle delle Basiliche.
Il percorso tra arte e devozione contempla, oltre a quello di Vertova, anche il Museo della Basilica di Alzano Lombardo con le sue sagrestie fantoniane, il Museo di Gandino e da ultimo le sale espositive del Museo d’arte sacra di Clusone

Una visita al Museo d’Arte Sacra di Vertova è consigliata anche a tutti coloro che vogliono dare un tocco di cultura a una giornata all’insegna della natura: la parrocchia e il museo distano infatti solo 3 km dall’inizio del sentiero della Val Vertova,  paradiso naturalistico con pozze cristalline e sentieri incontaminati.

 


INFO PER LA VISITA
Il museo è visitabile tutte le domeniche dalle 15.30 alle 18.00

Biglietto intero: 5 € (comprensivo di visita guidata al Museo, alla Basilica e alle 2 sagrestie)
Biglietto ridotto 3 € (per gruppi e scolaresche)

]]>
52391
MuMeSE – Museo Memoriale di Sciesopoli Ebraica Casa dei bambini di Selvino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/mumese-museo-memoriale-di-sciesopoli-ebraica-casa-dei-bambini-di-selvino/ Tue, 06 Oct 2020 13:30:20 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=45085 Tra il 1945 e il 1948 a Selvino, nella colonia chiamata “Sciesopoli”, sono stati accolti 800 bambini e ragazzi ebrei, sopravvissuti alla Shoah. Qui hanno ritrovato la vita dopo essersi salvati dalla violenza nazifascista, ormai senza più famiglie né abitazioni cui tornare. Qui hanno ritrovato le proprie identità e iniziato a guardare al futuro.
Per un paradosso della storia, il grande edificio disegnato dall’Architetto Paolo Vietti Violi nel 1932, dove si educavano i giovani al fascismo, è diventato il luogo di rinascita delle vittime di quello stesso regime.

Dopo il 1948 Sciesopoli ha continuato a svolgere un ruolo importante come colonia estiva e, durante l’anno scolastico, anche come scuola materna ed elementare: si calcola che nell’arco di quasi quarant’anni abbia ospitato almeno 50.000 bambini.
La colonia è stata chiusa nel 1985, ma non si è mai esaurito il ricordo di quella storia, tenuto vivo dai selvinesi, dai testimoni diretti e dai loro eredi. Con la scomparsa di molti dei bambini vissuti a Sciesopoli, si è sentita la necessità di raccogliere le loro storie con libri, ricerche, documentari, mostre, attività, culminati nel settembre del 2015 nel grande incontro per i settant’anni della presenza ebraica.
Con questo Museo la storia dei Bambini di Selvino, che a Sciesopoli hanno ritrovato la loro infanzia rubata, è messa a disposizione di tutti per mantenere viva la memoria e il messaggio di speranza.

Il Museo ospita steli in legno con incisioni dei nomi degli 800 bambini, accolti in Selvino a Sciesopoli, sopravvissuti alla Shoah.
Pannelli descrittivi dei vari periodi storici di Sciesopoli oltre a mappe e documentari (anche di Rai Storia).

Vieni a visitare tutti i musei aderenti al Circuito Mus.E.O. – Musei Est Orobie.


ORARI DI APERTURA
Aperto ogni prima domenica del mese.
Ingressi alle ore: 10,00 – 10,30 – 11,00 – 11,30 – 15,00 -15,30 – 16,00 – 16,30


COSTI INGRESSO
Ingresso intero: € 5,00 a persona (brochure compresa)
Bambini fino a 5 anni – ex Bambini di Selvino e familiari – autorità – disabili: gratuito (brochure compresa)
Ingresso scolaresche: € 2,00 a persona (brochure compresa)
Iniziative convenzionate con il Comune: € 2,00 a persona (brochure compresa)
Acquisto brochure: € 0,50

 

 

]]>
45085
Casa della Pierina https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/casa-della-pierina/ Sat, 28 Dec 2019 16:31:29 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=41214 La Pierina era la sarta del paese: entrare nella sua casa permette al visitatore di capire come si viveva ad inizio Novecento a Parre. La struttura della casa risale al XVI secolo, ben conservata e visitabile, e si sviluppa su tre piani: è possibile vedere i locali della cucina, il “selter”, cioè la stanza più fresca della casa che fungeva da frigorifero, il laboratorio di sartoria della Pierina, la stalla, le camere da letto, la stanza per la lavorazione del miele, la soffitta.

Visitare la casa della Pierina è fare un viaggio all’indietro nel passato, in una casa della Parre di inizio Novecento. Tra i molti oggetti e utensili della vita quotidiani, tanti sono stati realizzati interamente a mano dal padre di Pierina, riciclando spesso materiali di scarto, in modo da ridurre al più possibile le spese della famiglia ingegnandosi con ciò che già si aveva in casa. Inoltre è ben documentata la specializzazione della Pierina, la sartoria, attraverso i suoi quaderni con appunti, riviste di moda dell’epoca, disegni, nastri, pizzi.


APERTURE
Visite su appuntamento contattando Scopri Parre.

]]>
41214
Santuario della Santissima Trinità https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-santissima-trinita/ Mon, 21 Oct 2019 16:28:53 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=40198 Sulla sommità del monte Cϋsen (dal gaì, la lingua dei pastori, che significa “roccia”), dove già probabilmente esisteva un’edicola o una cappella semidistrutta, si erge oggi l’oratorio della S.S Trinità di Parre.
Il primo documento che ne attesta l’esistenza riguarda la visita del vescovo Cornaro del 1565. La chiesa fu eretta per iniziativa del parrese Giacomo Cominelli detto Mistrù.

Una caratteristica particolare della vita dell’oratorio è stata per secoli la presenza fissa di un romito, cioè di una persona che si dedicava ad una vita solitaria, talvolta con impegni religiosi, e custodiva la chiesetta.

La chiesa ha subito in seguito numerosi interventi di restauro, conservazione e ampliamento. Il campanile in pietra viva con tre campane è datato 1610; del 1700 sono invece l’adiacente casa del custode e il loggiato in pietra di Sarnico.
Altro dettaglio di rilievo è che la S.S Trinità, a differenza di tutte le altre chiese, è stata costruita rivolta a nordest e non verso est, verso il sole nascente, simbolo di Gesù. È stata una scelta obbligata considerata la roccia viva sottostante.

Di rara bellezza è l’affresco della Madonna col Bambino, che da quasi cinque secoli attira la devozione dei fedeli. Particolare suggestivo è anche il panorama che si gode dall’ampio loggiato della chiesa.

Essa è raggiungibile attraverso un ripido sentiero a gradini che parte una decina di metri dopo l’arco di San Cristoforo o dalla “vià di Prècc” una mulattiera che parte anch’essa da San Cristoforo arriva a Cima Campella e porta al piazzale con fontana appena sotto il santuario, distante solo una decina di minuti.

Scopri tutti i luoghi della fede in ValSeriana

 

]]>
40198
Spazio Espositivo Gleno https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/spazio-espositivo-gleno/ Wed, 20 Feb 2019 14:40:51 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=33903 Quasi cento anni sono passati dal crollo della Diga del Gleno a Vilminore di Scalve il 1 dicembre 1923. Nel corso di questi anni la diga ha rappresentato per le comunità della Val di Scalve una presenza fissa e una fonte di “appaesamento”.
La diga del Gleno ha assunto diversi significati per diverse comunità (valligiani, turisti, storici locali, ingegneri) e oggi rappresenta un caso esemplare di eredità culturale immaginata da valorizzare per il futuro. Il disastro è lontano nel passato, ma la presenza fisica della diga danneggiata continua a generare significati attuali.

Nel corso degli ultimi quindici anni si sono succedute molte iniziative culturali volte a ricordare e riscoprire il disastro del Gleno. Queste iniziative dimostrano la forte presenza della diga del Gleno nell’intera valle, facendo di essa una risorsa da sviluppare. Ci sono state numerose pubblicazioni, articoli scientifici, opere teatrali , dischi musicali, documentari, film, oltre a mostre e ricerche condotte da ricercatori locali, dalla scuola e dalla biblioteca comunale. Questi prodotti culturali dimostrano la forte presenza della diga del Gleno nella riproduzione dell’identità locale scalvina e testimoniano le potenzialità di questa presenza per uno sviluppo locale che sia in grado di valorizzarla.

Leggi l’articolo sul disastro della Diga del Gleno, scritto per VALSeriana & Sclave Magazine – autunno 2018

La Proloco intende raccontare la presenza e il significato della diga del Gleno oggi, tra le persone che abitano la Valle, attraverso l’allestimento dello Spazio Espositivo Gleno nel centro del paese di Vilminore, utilizzando materiale fotografico d’archivio, materiale fotografico appositamente realizzato per rendere identificabile in maniera univoca il legame tra la diga e le persone della Valle oggi.

L’iniziativa proposta cerca di fare il punto sull’immaginario legato alla diga del Gleno, con l’obiettivo di mettere in evidenza l’attualità della presenza della diga e le potenzialità che essa fornisce oggi per uno sviluppo culturale e turistico della Valle di Scalve.

A supporto di questo progetto archivistico è disponibile online il nuovo sito dedicato.

Visita il sito www.archiviogleno.it

Per organizzare una visita o un percorso guidato allo Spazio Espositivo Gleno per scolaresche o gruppi si chiede di contattare la Pro Loco Vilminore al numero 0346.51002 o tramite mail proloco.vilminore@scalve.it

Lo Spazio Espositivo Gleno è stato realizzato dalla Pro loco Vilminore in collaborazione con la Biblioteca comunale di Vilminore e con il Comune di Vilminore di Scalve.

Organizza il tuo trekking alla Diga

 

]]>
33903
BACS Arte e Società https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/bacs-arte-e-societa/ Fri, 11 Aug 2017 15:02:00 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=23509/ BACS Arte e Società espone opere d’arte contemporanee che si confrontano col pensiero sociologico, nella sintesi espressiva dell’arte.

Le arti visive trovano nella cittadinanza attiva, nell’impegno sociale, le motivazioni per svilupparsi in ascolto della sociologia.
La sociologia trae linfa nella sintesi espressiva dell’arte e insieme sviluppano visionarietà.

Le opere d’arte contemporanee si confrontano col pensiero sociologico, questo lo scopo dell’associazione culturale artists.sociologists che ha una sua sede espositiva a Leffe (BG) in via Donizetti 40/42, studio dell’artista Patrizia Bonardi.

L’associazione è stata fondata nel 2016 da Bonardi sulla scorta della sua tesi di ricerca “Incontri inattesi quando artisti e sociologi dialogano” 2009.
Il confronto in artists.sociologists fra artisti e sociologi avviene principalmente secondo questa modalità:
– i saggi sociologi sono a fondamento delle mostre e ne ispirano i contenuti (omonimia fra saggi alla base degli eventi e titolo delle mostre)
– nell’associazione gli artisti mostrano il frutto delle loro ricerche ai sociologi e ai pensatori sociologici che scrivono testi di respiro sociale ispirati dalle loro opere

artists.sociologists nasce come progetto sui social nel marzo 2015, per un anno costruisce una piattaforma tesa al dialogo fra gli operatori delle arti visive e della sociologia che anche attualmente risulta il trampolino di lancio delle sue iniziative e della formazione di un pensiero di arte partecipativa e di una sociologia che guarda l’arte.

]]>
23509
Convento della Ripa https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/convento-della-ripa/ Sat, 20 Apr 2024 10:05:14 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=23474/ Il 9 ottobre 1440, presso il notaio Gabriele Borrelli, sotto gli occhi di molti testimoni, viene redatto un documento che racconta ciò che è appena avvenuto a Desenzano, nella Valle Seriana Inferiore. Venturina, una ragazzina di undici anni, affetta da un male che le aveva fatto “morire” la gamba sinistra, è guarita: è stata la Madonna, “apparsa in tutto il suo splendore”, a compiere il miracolo e a chiederle di fare erigere su una “certa ripa” una cappella per ricordare a tutti quel che è accaduto.

Ecco il primo nucleo della RIPA, luogo di devozione alla Vergine, costruito grazie al contributo di Conzino Signori di Comenduno e di molte altre donazioni: prima semplice cappella, poi chiesa e, pochi anni dopo, convento della Congregazione dei Carmelitani di Mantova. Anche oggi il complesso è formato da un convento e da due chiese: l’una, ad aula unica con presbiterio a terminazione rettilinea, è chiamata “superiore” perché nel 1478 venne edificata una seconda chiesa, detta invece “inferiore”, dedicata all’Annunciazione, per dare spazio al fervore religioso dei pellegrini e garantire la serenità e il raccoglimento in preghiera dei frati. Quest’ultima è ora riconoscibile solo dall’esterno essendo oggi utilizzata come lattoneria.

Molte e interessanti sono invece le testimonianze artistiche che ornano la chiesa superiore e ne testimoniano l’importanza come centro di culto per il territorio: i tondi della bottega dei Marinoni, posti negli spicchi della volta a ombrello all’ingresso; il Padre eterno circondato da angeli, affrescato nella lunetta del nicchione absidale e l’affresco che raffigura la Madonna col Bambino e Santi.
Di particolare valore sono gli interventi di entrambi i Moroni, padre e figlio, relativi all’altare della Vergine del miracolo.

Tra il 1595 e il 1596 venne incaricato il pittore bergamasco Enea Salmeggia, detto il Talpino, per la realizzazione del quadro rappresentante la Vergine con i santi Pietro, Alessandro, Arnaldo da Comenduno (o Agostino) e Alberto Carmelitano: il dipinto, firmato e datato “Aeneas Salmetia Bergomensis F.1596”, si può dunque ammirare sull’ancona dell’altare maggiore.
Legati, indulgenze, feste, fiere: sono molteplici i segni che testimoniano il rapporto strettissimo tra convento e territorio nei secoli XVI e XVII.
Quando, nel 1738, la visita pastorale del vescovo di Bergamo attesta la presenza nel convento della Ripa di otto Padri e quattro laici, risulta evidente la contrazione in atto, in linea con quanto avviene altrove e che dalla metà del Settecento interessa anche i territori della Repubblica di Venezia. Nel 1788 il Monastero viene soppresso ed il patrimonio venduto in un’asta ai privati: ad un patrizio di Bergamo, Antonio Adelasio, i beni di Gavarno; a Lorenzo Zanchi e Pietro Bertani, i terreni di Desenzano e Comenduno. Il 20 marzo 1801 Pier Girolamo Zanchi vende a Luigi Briolini per 62500 lire l’ex convento e il possesso della Ripa. La famiglia Briolini userà il convento per insediarvi una filanda.

La Cooperativa Sociale La Fenice Onlus acquista il Convento nel settembre 2007. Oggi ospita la sede dell’Associazione Diaforà, uno spazio per l’ospitalità, La Ripa Boutique Hotel, e uno per la ristorazione, Nasturzio, una sala convegni e alcuni uffici. Lo spazio all’aperto è composto da un giardino ornato da piacevoli betulle, favorevole alla pausa meditativa e alla socialità.

Sfoglia la brochure

 

Santuari della fede, Santuari di cultura” è un itinerario realizzato nell’ambito del “Progetto bando Turismo Religioso” promosso da Regione Lombardia, UnionCamere Lombardia, PromoIsola e PromoSerio.

 

 

]]>
23474
Santuari della fede, Santuari di cultura https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuari-della-fede-santuari-cultura/ Wed, 09 Aug 2017 10:35:53 +0000 https://www.valseriana.eu/?post_type=arte&p=23428/ Il legame tra uomo e fede sta alle origini di qualsiasi insediamento, un legame che ha segnato in modo particolarmente significativo i luoghi in cui viviamo. Dal profilo di ogni città e paese si innalzano talvolta maestosi, a volta discreti, ma pur sempre solenni campanili, punti di riferimento, oggi come un tempo, quando il suono delle loro campane richiamava i contadini dalle campagne all’imbrunire o quando scandisce ogni momento della vita civile e religiosa.

Santuari della fede, Santuari di cultura” è un itinerario realizzato nell’ambito del “Progetto bando Turismo Religioso” promosso da Regione Lombardia, UnionCamere Lombardia, PromoIsola e PromoSerio.

]]>
23428
Villa Carrara https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/villa-carrara/ Fri, 24 Jun 2016 07:59:48 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=9270 Interessante per architettura e dimensioni oltre che per la storia secolare che l’accompagna, la Villa Carrara, unica nel suo genere a Villa di Serio, fu dimora padronale fino al 1978, anno in cui morì la nobile Camilla ultima discendente della famiglia Carrara.

Racchiusa tra la centrale via Papa Giovanni e la pedecollinare via Mascarelli, Villa Carrara copre 1275 mq sviluppando su tre piani una superficie utile di 1971 mq per oltre 10200 mc di volume complessivo. L’area scoperta di diretta pertinenza della villa è divisa tra cortile e giardino e misura circa 5000 mq, a cui vanno aggiunti 1200 mq relativi al cortile e alla casa rurale (proprietà privata) contigui alla villa.

Ad una prima osservazione appare evidente come l’intero complesso sia sorto in modi e tempi tutt’altro che univoci, fra il XV e il XVIII secolo.
Su di un primo edificio più antico, forse rurale, si innestò verso la fine del 1500 una costruzione ben più nobile per fattura e dimensione. È questo il corpo di fabbrica a ovest dell’edificio che, se pur in gran parte compromesso dalle sovrapposizioni succedutesi, non ha perso la sua originaria eleganza. Qui troviamo la bella corte chiusa con le rimesse e le scuderie: spazio prezioso quest’ultimo, forse ampliato durante il periodo d’oro di Villa Carrara, tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVII secolo.

Sul lato opposto, propaggine a nord-est della villa, resiste fino a noi una casa rurale con corte spaziosa, portico e vasta cantina, di epoca seicentesca, dove, dopo la costruzione della parte nobile, alloggiavano i coloni e il fattore con la sua famiglia.

Al centro, disposta su un’ampia elle, la villa padronale vera e propria, di fattura seicentesca ma con probabili e forse notevoli aggiustamenti e abbellimenti di inizio Settecento.
Uno slargo nella via Papa Giovanni – l’antica contrada del Pozzo – contrassegna tuttora l’ingresso della villa cui si giunge attraverso il viale, entro il piccolo parco con alberi ad alto fusto. Fino al 1850 lo slargo era anche punto di raccordo con la contrada Barzaga che, lambendo il parco e l’intero complesso, attraversava i due broli della villa e quindi la contrada dei Mascarelli (l’attuale via Mascarelli) per inoltrarsi infine nei campi detti delle Barzaghe.

Oltre il bel portale sovrastato da un balcone, oltre l’atrio e il vasto porticato, si apre la corte nobile. Da qui, un lungo viale oggi scomparso, attraversava il giardino padronale,superava la cancellata delimitata dalle due uccelliere e tagliava linearmente in due il brolo Mascarello fino a spegnersi contro una grande muraglia di prospettiva a ridosso del muro confinante con la contrada Mascarelli.
Villa Carrara è stata acquistata dal Comune alla fine degli anni ’90; dal 2000 ospita la biblioteca e dal 2001 anche gli altri uffici comunali.

]]>
9270
Borgo storico Cantoni a Oneta https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/borgo-storico-cantoni-oneta/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:27 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/nucleo-storico-cantoni-oneta/ Il borgo storico Cantoni di Oneta è collocata a 980 mt di altitudine, in ottima posizione panoramica, da cui si spazia con una sola visuale tutta la Valle del Riso.

Conserva integro in molti edifici l’aspetto originale delle antiche destinazioni, siano esse abitative, oppure finalizzate all’attività dell’allevamento e dell’agricoltura. L’impianto urbano è collocabile nel periodo tra il XIV° e XV° secolo. Di particolare interesse il caseggiato datato 1678, con un bel portico interno, e la bella chiesa settecentesca  dedicata a S. Antonio Abate ricca di opere d’arte.

Clicca qui e scopri quando visitare Oneta con i Percorsi Turistici Culturali con degustazione di Sapori Seriani!

]]>
8682
La Diga del Barbellino, storia di grandi opere https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-diga-del-barbellino-storia-grandi-opere/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:25 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/diga-del-barbellino-valbondione/  

La Diga del Barbellino è una delle tante testimonianze della storia delle grandi opere dei primi decenni del 1900 che si possono ancora ammirare in ValSeriana

La costruzione della diga è stata progettata a partire dal 1917. L’idea di costruire una diga che raccogliesse le acque della zona prevedeva inizialmente la costruzione di una diga all’altezza del Pian del Campo, ovvero nella parte alta della vallata che dall’abitato di Fiumenero si dirige verso il Pizzo Redorta, ma, nonostante il bacino sopra Fiumenero prevedeva una capienza maggiore, la conformazione delle montagne dove la diga doveva essere costruita era stata giudicata insicura e per questo è stata preferita la costruzione della diga del Barbellino. La costruzione della diga fu terminata nel novembre del 1931. La diga era stata costruita pensando all’ingente richiesta di energia che serviva alla Valle Seriana, dove l’industria (soprattutto tessile) si stava sviluppando a pieno ritmo.

Il lago del Barbellino è un bacino artificiale situato sopra Valbondione. E’ il più grande lago artificiale delle Orobie bergamasche, mentre è secondo se si considera anche la porzione Valtellinese, dietro al lago di Belviso.

Situato a un’altezza di 1.862 m, raccoglie le acque provenienti dalla Valle del Trobio, dalla Valle della Cerviera, dalla Valle della Malgina, dalla Valle del Lago e dal Lago del Barbellino Naturale / Sorgenti del Serio.

LEGGI ANCHE> Trekking alla Diga del Barbellino

Il caratteristico colore verdastro è dovuto alla torbidità delle acque provenienti dalla Valle del Trobio, vallata racchiusa tra il Monte Costone, il Monte Trobio, il Monte Gleno, il Pizzo dei Tre Confini e il Pizzo Recastello, e alla sommità della quale si adagia il Ghiacciaio del Gleno, uno dei pochi ghiacciai ancora in vita nelle Orobie bergamasche, e sicuramente il più importante.

Per raggiungerlo si parte da Valbondione e si prosegue lungo la carrabile in direzione del Rifugio Antonio Curò. La passeggiata ha pendenza pressoché regolare fino a giungere al salto delle Cascate del Serio.
Qui è possibile prendere il sentiero ripido, che prevede un percorso più breve ma con maggior pendenza, o si può proseguire lungo la carrabile panoramica che si arrampica lungo il lato della vallata piegando in più tornanti e che termina in prossimità del lago lungo un sentiero scavato nella roccia.

La costruzione della diga è stata progettata a partire dal 1917. L’idea di costruire una diga che raccogliesse le acque della zona prevedeva inizialmente la costruzione di una diga all’altezza del Pian del Campo, ovvero nella parte alta della vallata che dall’abitato di Fiumenero si dirige verso il Pizzo Redorta, ma, nonostante il bacino sopra Fiumenero prevedeva una capienza maggiore, la conformazione delle montagne dove la diga doveva essere costruita era stata giudicata insicura e per questo è stata preferita la costruzione della diga del Barbellino. La costruzione della diga fu terminata nel novembre del 1931. La diga era stata costruita pensando all’ingente richiesta di energia che serviva alla Valle Seriana, dove l’industria (soprattutto tessile) si stava sviluppando a pieno ritmo.

]]>
8677
Chiesa parrocchiale di Santo Stefano Protomartire https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-santo-stefano-protomartire/ Fri, 24 Jun 2016 07:07:07 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=9268 La Chiesa parrocchiale di Santo Stefano Protomartire di Villa di Serio venne insignita del titolo di prepositurale il 21 ottobre 1764, giorno della sua consacrazione per mano del patriarca di Venezia Marcantonio Bragadin.

Costruita nell’arco di 5 anni per volontà del parroco Don Giuseppe Grada e della popolazione che contribuì generosamente, la chiesa ingloba una porzione della vecchia parrocchiale del XV secolo, entro un perimetro in cui, con il sobrio campanile quattrocentesco, si trova la chiesetta di S. Lorenzo, camposanto fino ai primi anni dell’Ottocento.
Poco distante, la chiesa di S. Bernardino (1505) in cui sono conservati alcuni affreschi con la storia di S. Rocco, provenienti dalla vecchia chiesa parrocchiale quattrocentesca.
La prepositurale, ampliata nel 1928, conserva pregevoli opere d’arte tra cui tele del Salmeggia, del Moroni e del Cavagna, affreschi del Ferrari e del Quaglio.

 

]]>
9268
Borghi antichi – Gorno https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/borghi-antichi-gorno/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:25 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/borghi-antichi-gorno/ Le testimonianze di antiche costruzioni civili all’interno del paese di Gorno sono tutt’oggi presenti in alcune delle sue contrade.
Tra i borghi meglio conservati, viste le continue evoluzioni degli edifici e l’aumento demografico della popolazione, le contrade di San Giovanni, Peroli, Cavagnoli e Calchera.
Nella contrada di San Giovanni l’omonima chiesa è considerata uno degli edifici più antichi del paese e tutto il borgo, nonostante le modifiche avvenute nei secoli, ha mantenuto la sua struttura originaria, preservando numerosi edifici che mostrano elementi che ne datano la loro costruzione, come gli architravi in pietra, decorati anche da stemmi familiari.
La contrada di Peroli, divisa tra Peroli alti e Peroli Bassi, ha mantenuto anch’essa intatta la sua struttura originaria. Peroli alti sono stati ristrutturati in parte alla fine del XX secolo dagli stessi abitanti, senza stravolgere l’urbanistica e l’aspetto degli stessi, mentre in Peroli Bassi da ricordare c’è sicuramente la casa torre detta Casa del tesoro del Guelfo, che secondo alcuni recenti studi daterebbe la sua prima edificazione al XIV secolo.
Cavagnoli è un’altra delle contrade che meglio conserva il suo nucleo storico, situato nella zona che viene comunemente chiamata Cavagnoli vecchi. Se anche in questo caso una parte degli edifici sono stati ristrutturati, altri sono momentaneamente in abbandono, tra cui l’edificio che conserva l’affresco del Leone Veneto, simbolo della dominazione veneta, che vede la sua costruzione del suo nucleo centrale datata XV secolo.
Villassio, sede centrale del paese, se conserva edifici e cortili antichi, son meno visibili esternamente, visto che è stata una delle contrade che più di altre ha subito modifiche negli anni. Così come Erdeno e Sant’Antonio, che conservano alcune antiche abitazioni ma con testimonianze meno rilevanti.
Nella parte bassa del paese, nonostante la contrada Riso sia citata sin dal XVI secolo conserva pochissime testimonianze, così come non sono più presenti gli antichi mulini che venivano elencati per la macina del frumento e la casa torre citata in alcuni documenti del 1512.
La contrada Fondo Ripa e del Santissimo Crocefisso sono più recenti, così some contrada Campello, considerata l’ultima nata all’interno del paese agli inizi del XX secolo.

]]>
8676
Chiesa di San Francesco – Oltressenda https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-francesco-oltressenda/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:24 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-francesco-oltressenda/ Lungo la strada che dalla frazione Valzurio porta alla conca del Möschel si incontra la frazione Spinelli. All’inizio della piccola contrada si trova la chiesetta dedicata a San Francesco d’Assisi.

Non si conosce la data della costruzione ma la si fa risalire ai primi decenni del 1500. è una costruzione molto semplice, di forma ret-tangolare con un retro a piccola sacrestia. Domina l’altarino in muratura un bel quadro di ottima fattura, risalente al 1634, che rappresenta la Vergine con il Bambino, le fanno corona ai piedi i Sant’Antonio Abate, San Fran-cesco d’Assisi, Santa Margherita, San Carlo Borromeo e San Defendente. Si dice firmato sul retro da un certo Piombiolus Pictor Crem – sis 1634.

]]>
8672
Il Paese del Baghet – Casnigo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/il-paese-del-baghet-casnigo/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:30 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/il-paese-del-baghet-casnigo/ Le prime testimonianze sull’uso di un cornamusa in terra orobica le troviamo in Santa Maria Maggiore a Bergamo, nell’affresco “Albero della vita” datato 1347, e nel castello di Bianzano, dove sono raffigurati due putti suonatori di cornamusa, collocabili nell’ultimo quarto del 1300. Recenti lavori di ricerca, condotti dallo studioso Valter Biella, hanno portato ad una rivalutazione di questo patrimonio etnomusicale considerato scomparso e di cui si era perso ogni traccia. I dati raccolti permettono di delineare diverse zone in cui era suonata la cornamusa bergamasca: tra queste la media Valle Seriana con la confluente Val Gandino. In quest’area all’inizio del Novecento erano ancora certamente attivi una decina di musicisti. Ultimo erede di essi è stato Giacomo Ruggeri, detto “Fagòt” di Casnigo (1905-1990): la sua figura è stata lo snodo fondamentale nella conoscenza della cornamusa bergamasca che ha permesso di salvare questo patrimonio. Presso Casnigo infatti sono conservati 2 dei 7 strumenti storici superstiti.

]]>
8693
Museo Etnografico scientifico-minerario https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-etnografico-scientifico-minerario/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:27 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-etnografico-scientifico-minerario-oneta/ Museo tematico, attualmente in fase di allestimento, il Museo Etnografico scientifico-minerario è disposto su una superficie di 450 mq, comprenderà spazi riservati all’etnografia, all’attività mineraria e alcuni laboratori scientifici.

Per la parte etnografica si potranno osservare centinaia di oggetti  con particolare riferimento al mondo contadino, all’attività della tessitura e quella relativa all’antico lavoro del boscaiolo. La parte mineraria, attività estrattiva che ha interessato il territorio di Oneta per molti secoli,  verrà allestita con gli strumenti di lavoro d’epoca, vi sarà una sezione dedicata ai minerali. Il percorso  minerario si estenderà poi all’esterno con la possibilità di visitare un tratto di miniera.

Per la parte scientifica, due sale del Museo Etnografico scientifico-minerario verranno destinate a esperimenti di  laboratorio: elettromagnetismo, effetti del suono e sui gas, trasmissioni radio e altri esperimenti interessanti  a favore delle scolaresche, dove gli studenti potranno osservare direttamente gli effetti prodotti dalle prove di laboratorio con la possibilità di essere parte attiva nel produrre l’esperimento.

]]>
8681
Teatro Liberty del Circolo Fratellanza – Casnigo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/teatro-liberty-del-circolo-fratellanza-casnigo/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:30 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/teatro-liberty-del-circolo-fratellanza-casnigo/ La proposta di edificare un teatro in stile Liberty, risale alla seduta consigliare del 27 febbraio 1921, quando il Consiglio del Circolo decide di costruire un salone ad uso teatro e cinematografico al posto delle due stalle, col preciso intento di dare non solo ai soci ma a tutta Casnigo un locale di riunione in cui poter passare qualche ora di svago e divertimento istruttivo. Il progetto di esecuzione venne messo in atto nel settembre 1921 e si concluse nel gennaio 1922 con manodopera in parte gratuita. Il teatro, che nella sua epoca migliore ha avuto l’onore di ospitare personaggi di spicco, dopo un lungo periodo di abbandono, è stato sapientemente recuperato e restaurato dalla Società di Mutuo Soccorso Circolo Fratellanza negli anni 2005-2006 ed è ora di nuovo utilizzabile. Il Circolo Fratellanza, oggi, intende riprendere lo spirito originario ripensando alle attuali povertà in campo culturale, sociale, civile, morale rivalutando i valori dell’altruismo e della solidarietà.

]]>
8692
Chiesa prepositurale di San Michele – Leffe https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-prepositurale-di-san-michele-leffe/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:30 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-prepositurale-di-san-michele-leffe/ Situata nel centro storico, ha un’origine antichissima,  le prime notizie scritte sono datate 1263, quando vennero redatti gli statuti comunali. In quei tempi la chiesa, che condivideva già il ruolo di parrocchiale, ricopriva una grande importanza anche nella vita sociale, dal momento che nella propria piazza si svolgeva il consiglio comunale. Fu demolita una prima volta nel 1597, con i lavori di ricostruzione che durarono fino al 1609, quando venne inaugurata con una struttura quattro volte più grande, con tre navate rivolte ad occidente. Nel 1718 venne nuovamente demolita per far spazio all’edificio tutt’ora esistente, progettato da Francesco Muttoni. Si presenta con una navata unica, con la volta affrescata da medaglioni raffiguranti episodi della vita di san Michele, opera di Giovanni Brighenti. Ai lati della navata sono ricavate numerose cappellette dove sono presenti diverse opere pittoriche e  scultoree tra cui il simulacro ligneo della venerata Madonna Addolorata opera di Andrea Fantoni.

]]>
8695
Chiesa di San Martino – Leffe https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-martino-leffe/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:30 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-martino-leffe/ Le prime notizie scritte riguardanti la chiesa di S.Martino risalgono al 1336. La chiesa è preceduta da un ampio sagrato in pavé che si sviluppa dal fronte al fianco sinistro della chiesa. La facciata della chiesa si presenta liscia e semplice dotata di un’alta zoccolatura in ceppo locale su cui posa una muratura in pietra a spacco, ed è conclusa da un pronunciato sporto di gronda a due spioventi. Al centro vi è un portale in arenaria decorato di due mezze colonne con relativo basamento e capitelli, che reggono una trabeazione completa di timpano spezzato. Attraverso l’ingresso principale si perviene al vano della chiesa che si presenta ad una sola navata suddivisa da lesene in cinque campate. Tra le lesene sui due lati della chiesa sono ricavate cinque cappelle laterali per parte con vetrate semicircolari che danno luce alla chiesa. La parete di fondo della chiesa è occupata dall’arco trionfale del presbiterio. Chiuso da due tratti di balaustra con gradinata di tre gradini limitata solo alla parte centrale il presbiterio è a pianta rettangolare seguito dal coro anch’esso con pianta rettangolare ma con asse perpendicolare al primo.

]]>
8694
Chiesa Arcipresbiterale Plebana – Casnigo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-arcipresbiterale-plebana-casnigo/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:29 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-arcipresbiterale-plebana-casnigo/ La storia della chiesa Arcipresbiterale Plebana di Casnigo, dedicata a San Giovanni Battista è antica. Fu fondata nel 1100 come chiesa madre della Valgandino, ed elevata al titolo arcipresbiterale nel 1460. All’interno della chiesa si possono ammirare tele dei principali pittori bergamaschi tra il Cinquecento e il Settecento e dipinti di scuola veneziana del Cinquecento e Seicento, nonché pregevoli opere di scultura dal XV al XX secolo. Uno degli elementi di maggiore interesse presente nella struttura è la sacrestia: gli armadi in noce e radica che occupano interamente le quattro pareti della sacrestia, sono opera di Ignazio Hillipront (1673-1748), scultore nativo del Tirolo. Si compone di quattro armadi ad intagli con scolpite quaranta teste di angeli e cinquantotto statue di santi e figure simboliche. Nell’armadio che serve per la vestizione dei sacerdoti, vi è una nicchia con uno splendido crocifisso fra due angeli cariatide, pregiata opera di inizio Settecento attribuita ad Andrea Fantoni (1659-1734).

]]>
8691
Santuario della Madonna d’Erbia – Casnigo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-madonna-d-erbia-casnigo/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:29 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-madonna-d-erbia-casnigo/ La comunità di Casnigo si riconosce da alcuni secoli nella devozione alla Vergine Maria, apparsa in località Erbia, dove i casnighesi le hanno costruito e dedicato un santuario. Esisteva, nel 1550 circa, dipinta sul muro di una stalla, un’antica immagine di Maria nell’atto di nutrire al suo seno il Bambino Gesù ed i montanari che lavoravano e transitavano sul posto, rapiti dall’amabilità che traspariva dal suo volto, presero a pregarla ed invocarla, vedendosi esauditi nei propri bisogni. Si sparse allora la voce che fosse un’immagine miracolosa, e come succede in tali casi, vi fu un accorrere di gente numeroso e continuo. Solo verso la fine del Settecento o sul principio dell’Ottocento si eresse una piccola chiesetta, benedetta nel 1813, incorporandovi il muro del fienile riportante la venerata immagine, che fu così sottratta alle intemperie e convenientemente difesa. Nel santuario è conservata, esposta in una teca in vetro, l’ultima talare indossata dal Santo Papa Giovanni Paolo II: questa reliquia di un così importante Papa è diventata oggi meta di pellegrinaggi.

Santuari della fede, Santuari di cultura” è un itinerario realizzato nell’ambito del “Progetto bando Turismo Religioso” promosso da Regione Lombardia, UnionCamere Lombardia, PromoIsola e PromoSerio.

]]>
8690
Museo Maestro Luigi Pezzera – Gazzaniga https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-luigi-pezzera-gazzaniga/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:29 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-luigi-pezzera-gazzaniga/ Le pareti dei corridoi delle scuole elementari in Via Dante sono stati arricchiti di due musei: uno tecnico scientifico, del maestro Luigi Pezzera ed uno che rappresenta la storia dello sci.
Il museo tecnico scientifico è la valorizzazione della didattica del maestro Pezzera che negli anni ’60 aveva insegnato proprio nelle scuole elementari di Gazzaniga in modo originale e innovativo. Egli stesso, con il coinvolgimento degli alunni e dei genitori, aveva costruito le apparecchiature esposte e ancor oggi funzionanti.
Il museo dello sci, realizzato dalla locale Sottosezione CAI nel 2012, rappresenta l’excursus di questo sport. Gli attrezzi esposti, a volte veri cimeli storici, evidenziano l’evoluzione che hanno avuto gli sci, nelle forme e nei materiali, in oltre cento anni di storia. Sul muro del corridoio che porta alle aule del piano terra, sono affissi oltre un centinaio di sci che testimoniano la lunga storia di questo sport. Si inizia con gli sci in legno, senza attacchi e senza lamine risalenti alla fine dell’ottocento, poi sci con attacchi empirici, e poi sci di seconda generazione in multistrato e infine a quelli di ultima generazione in carbonio.

]]>
8689
Museo dello sci – Gazzaniga https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-dello-sci-gazzaniga/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:28 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-dello-sci-gazzaniga/ Le pareti dei corridoi delle scuole elementari in Via Dante sono stati arricchiti di due musei: uno tecnico scientifico, del maestro Luigi Pezzera ed uno che rappresenta la storia dello sci. Il museo dello sci, realizzato dalla locale Sottosezione CAI nel 2012, rappresenta l’excursus di questo sport. Gli attrezzi esposti, a volte veri cimeli storici, evidenziano l’evoluzione che hanno avuto gli sci, nelle forme e nei materiali, in oltre cento anni di storia. Sul muro del corridoio che porta alle aule del piano terra, sono affissi oltre un centinaio di sci che testimoniano la lunga storia di questo sport. Si inizia con gli sci in legno, senza attacchi e senza lamine risalenti alla fine dell’ottocento, poi sci con attacchi empirici, e poi sci di seconda generazione in multistrato e infine a quelli di ultima generazione in carbonio.

]]>
8688
Giardino geologico della Val Seriana – Gazzaniga https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/giardino-geologico-della-val-seriana-gazzaniga/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:28 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/giardino-geologico-della-val-seriana-gazzaniga/ E’ realizzato in un’area di circa 3000 metri quadrati in Via Salici ed è attraversato nella parte più a Sud dalla pista ciclopedonale Bergamo-Clusone. Il luogo è posto a confine con il fiume Serio da cui è diviso dallo svincolo della superstrada Bergamo-Clusone.
Prima dell’ingresso al sottopassaggio, in fondo a Via Salici che immette nell’area, è stato realizzato un Info Point con panchine, fontana e tabellone che illustra il “Percorso turistico dei colli di Gazzaniga” di cui il Giardino Geologico costituisce il punto di partenza e di arrivo.

]]>
8687
Pezzoli Franca Arte Contemporanea – Casa Matteo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/pezzoli-franca-arte-contemporanea-casa-matteo/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:28 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/pezzoli-franca-arte-contemporanea-clusone/ Lo spazio Atelier d’Arte nasce 20 anni fa e si occupa di eventi d’arte, mostre e collettive.
Negli ultimi anni, la galleria ha ospitato diverse mostre personali di artisti nazionali come Bruno Lucchi, Franco Rognoni, Maria Rosario Stigliano, Vincenzo Vanin, Sergi Barnils, Francesco Musante e Trento Longaretti.

Al suo interno, Franca Pezzoli, ospita un laboratorio artigianale di decorazione di porcellane.


APERTURE
lunedì 10.00 – 12.00/16.00 – 19.00
martedì su appuntamento
mercoledì chiuso
giovedì 10.00 – 12.00/16.00 – 19.00
venerdì 10.00 – 12.00/16.00 – 19.00
sabato 10.00 – 12.00/16.00 – 19.00
domenica su appuntamento

]]>
8686
Sorgenti Nossana – Ponte Nossa https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/sorgenti-nossana-ponte-nossa/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:28 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/sorgenti-nossana-ponte-nossa/ Per ciò che concerne l’idrografia, oltre al fiume Serio, numerosi sono i corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale. Il principale è la Nossana, affluente del Serio da destra, che si sviluppa nell’omonima valle e che raccoglie le acque di numerosi piccoli rivoli composti dalle acque in eccesso provenienti dalle propaggini circostanti. L’importanza di questo corso d’acqua è legata sia alla presenza di numerosi magli che nel corso dei secoli garantirono prosperità al paese, sia al fatto che le sue acque alimentano un acquedotto che, con una portata stimata tra i 900 ed i 1.500 litri al secondo, permette di soddisfare il fabbisogno idrico di 118.000 persone nella provincia di Bergamo. Le sorgenti sono meta di numerose visite da parte delle scolaresche che spesso vengono associate a quella del maglio Museo.

]]>
8685
Santuario Beata Vergine del Buon Consiglio e Chiesa di s. Maria Nascente https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-beata-vergine-del-buon-consiglio-chiesa-s-maria-nascente/ Fri, 24 Jun 2016 07:41:34 +0000 http://www2.valseriana.eu/?post_type=arte&p=9269 Il Santuario Beata Vergine del Buon Consiglio e Chiesa di s. Maria Nascente di Villa di Serio, tuttora meta di numerosi devoti, venne costruito nei primissimi anni del Novecento sul prolungamento della chiesa quattrocentesca dedicata a Santa Maria Nascente, nei secoli passati assai più nota come chiesa della “Madonna dei Campi”. La chiesa quattrocentesca, a sua volta costruita a ridosso di un più antico sacello ritenuto di epoca anteriore al XIII secolo, conserva un’interessante serie di affreschi popolari che raccontano la storia e la fede dei secoli passati.

Dopo il difficile tempo seguito alle requisizioni napoleoniche, la chiesa  rifiorì più di prima con la nuova devozione alla Madonna sotto il titolo di Vergine del Buon Consiglio. Tanto fu l’afflusso di pellegrini per tutto il secolo XIX che fu necessario costruire un nuovo santuario, consacrato nel 1904, mantenendo però integra l’antica, preziosa chiesa dedicata alla “Madonna dei Campi”.

Ricco di storia e di arte, questo luogo di spiritualità raccoglie fedeli, che amano sia il culto di Maria, ma anche l’arte religiosa. Per questa particolarità, merita una riflessione e una visita durante tutto l’anno.

]]>
9269
Chiesetta della Madonna della Neve – Oltressenda https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesetta-della-madonna-della-neve-oltressenda/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:24 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesetta-della-madonna-della-neve-oltressenda/ Piccola chiesa costruita in fianco alla strada che conduce alla contrada del Dosso. La facciata è decorata da una porta centrale affiancata da due finestre tutte con contorno di vivo sagomato con cornice di coronamento.

Attraverso l’ingresso principale si perviene al vano della chiesa che si presenta ad una navata con tre campate, di cui la terza costituisce il presbiterio. Lesene appena pronunciate poggianti su zoccolatura in marmo grigio di Camerata, dividono le tre campate e sostengono il cornicione poco sporgente al di sopra del quale s’imposta l’involto a curva semiovoidale a tre centri.

Il pavimento è in marmette di graniglia nella navata; il presbiterio è in rilievo di un gradino rispetto all’aula e presenta un altare addossato alla parete di fondo, tutto in marmo di Abazia con specchiature in marmo di Camerata.

Il tabernacolo è in marmo bianco di Camerata e nell’ancona si trova la tela della Madonna. Due aperture di porta ai lati dell’altare mettono nella piccola sacrestia che si pre-senta con pavimentazione in marmette di graniglia, pareti intonacate a civile e soffitto con volta a crociera.

]]>
8671
Chiesa di Santa Margherita Vergine e Martire – Oltressenda https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-santa-margherita-vergine-e-martire-oltressenda/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:24 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-santa-margherita-vergine-e-martire-oltressenda/ La chiesa è circondata da un portico sviluppato su due lati, con eleganti colonnette poggianti sul muretto con copertura in pietra locale. L’interno è una breve aula a volta con presbiterio a pianta ottagonale. L’ancona in stucco racchiude la pala raffigurante la Vergine con il Bambino e ai lati Santa Margherita e Sant’Antonio Abate. Di rilievo due statue lignee, San Rocco e San Sebastiano, di scuola fantoniana. L’altare maggiore in stile neo classico è di fattura recente, verso al metà del secolo scorso. L’altare dei morti, in legno, porta la pala di Bartolomeo Litterini (1719). Il vero gioiello della chiesa è l’altare della Madonna del Rosario, opera dei Fantoni in marmo policromo con angeli adoranti, le statue di San Domenico e di Santa Caterina da Siena e un medaglione al paliotto raffigurante la fuga in Egitto. Nella nicchia al centro c’è la statua in legno della Vergine del Rosario, pure fantoniana. Sopra il portale settecentesco d’ingresso c’è l’organo fabbricato dalla ditta Perolini da Villa d’Ogna nel 1839.

]]>
8669
Chiesa dei Santi Sette Fratelli Martiri e Chiesa di Santa Lucia – Ranica https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-dei-santi-sette-fratelli-martiri-e-chiesa-di-santa-lucia-ranica/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:19 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-dei-santi-sette-fratelli-martiri-e-chiesa-di-santa-lucia-ranica/ La chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Sette Fratelli Martiri e a loro madre Santa Felicita, è stata edificata sul luogo della precedente chiesa, risalente al 1524, della quale rimane soltanto parte del campanile restaurato nel 1934. I lavori di costruzione della nuova chiesa iniziarono nel 1783 su progetto dell’ architetto Giacomo Caniana (1750-1790) – nipote del più noto Giovan Battista – e furono portati a termine nel 1801 dall’architetto ranichese Simone Elia ( – allievo di Leopoldo Pollak – che apportò modifiche al progetto iniziale. All’ interno sono custodite opere di grande valore, tra cui le decorazioni con storie, figure e allegorie sacre realizzate dal milanese Francesco Comerio (1747-1827). Preziosi i dipinti presenti nella chiesa fra cui due opere di Giovanbattista Moroni (1524 circa- 1578) il “Battesimo di Cristo” – un polittico a 5 scomparti – e il “Cristo crocifisso con santi”. Tra le altre opere all’interno della Chiesa troviamo di Gian Paolo Cavagna (1556 -1627) la “Deposizione” già patrimonio dell’antica Chiesa , di Francesco Coghetti (1802 – 1876) il “Martirio dei sette fratelli martiri” e di Carlo Ceresa (1609 – 1679) la “Madonna in coro additata da San Giovanni”.
La chiesa di Santa Lucia sorge adiacente alla chiesa parrocchiale e ne condivide il sagrato. L’appartenenza di questa piccola chiesa al vecchio cimitero, offre la spiegazione della presenza all’interno di affreschi con riferimenti alla morte. La sua facciata è caratterizzata da un ampio portale d’ingresso in bronzo realizzato dall’ artista Piero Cattaneo (1929 – 2003) e contornato in pietra di Sarnico con alta trabeazione e finestra semicircolare appoggiata immediatamente sopra.

]]>
8655
Chiesa di San Benedetto in Abbazia – Albino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-benedetto-in-abbazia-albino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:19 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-benedetto-in-abbazia-albino/ La chiesa di San Benedetto è di fondazione benedettina, essendo stata promossa dal vescovo Gregorio, anch’egli monaco, nell’aprile 1136. La primitiva costruzione si presentava sobria e priva di decorazioni  scultoree; la pianta originaria si suppone sia stata a navata unica con copertura lignea, intersecata dal transetto su cui s’innestavano le tre absidi. Nel 1542 vennero apportate modifiche alla chiesa; in particolare fu realizzata una nuova cappella, intitolata al Santissimo Redentore. La Chiesa, a partire dal 1843, fu soggetta ad interventi di ampliamento con l’aggiunta delle due navate suddivise in tre campate; l’attuale facciata deriva dalle modificazioni apportate al principio del XX secolo.

]]>
8654
Chiesa parrocchiale di San Giuliano Martire – Albino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-di-san-giuliano-martire-albino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:19 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-di-san-giuliano-martire-albino/ La chiesa parrocchiale dedicata a San Giuliano Martire ha origini anteriori all’anno mille. Quella attuale è stata innalzata tra il 1807 e il 1816, su disegno dell’architetto Simone Elia, in stile neoclassico e consacrata nel 1835.  Numerose e di indubbio valore sono le opere custodite all’interno, tra le quali spiccano dipinti di Giovan Battista Moroni (Cristo in Croce con i santi Bernardino da Siena e Antonio da Padova, Trinità), Enea Salmeggia (Annunciazione nella cappella del confessionale), Gian Paolo Cavagna (Vergine con Bambino e i santi Rocco, Sebastiano e Cristoforo sull’altare dedicato ai tre santi; Vergine con Bambino, San Giovannino con i santi Marco, Carlo Borromeo e Pietro sull’altare di S. Marco), Francesco Zucco (Madonna in gloria e i santi Lorenzo e Gottardo nella cappella del confessionale), Giambettino Cignaroli (Madonna con Bambino e con i santi Albino e Giuliano al centro dell’abside del presbiterio), del Padovanino (San Francesco d’Assisi in preghiera nell’altare di San Francesco), Gian Giacomo Barbello (Miracolo di S. Antonio da Padova nella sagrestia) e dei pittori locali Carnelli, Ceroni e Pezzotta. Di recente scoperta nella sagrestie un ciclo di affreschi della bottega Marinoni.

]]>
8652
Mausoleo Briolini – Gazzaniga https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/mausoleo-briolini-gazzaniga/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:18 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/mausoleo-briolini-gazzaniga/ Questa artistica costruzione marmorea è nata per volontà testamentaria di Decio Briolini, ricco industriale della seta, come tomba cimiteriale della famiglia atta a contenere in appositi sarcofagi esclusivamente le salme, sua e della moglie, di un fratello e di due sorelle e dei genitori. è però adattata all’interno a cappella per celebrare le messe di suffragio, quattro al mese per sette mesi come da legato di Decio. Data la maestosità dell’imponente edificio e l’armonica composizione neogotica, esso assume la funzione anche di Mausoleo, celebrativo della munificenza dei personaggi sepolti. Al tempo stesso infine serve a far ‘ricordare’ ai posteri la vita delle persone e del tempo in cui esse vissero, particolarmente il periodo in cui l’industria della seta risollevò l’economia di tutta la comunità.

]]>
8649
Santuario Madonna del Frassino – Oneta https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-madonna-del-frassino-oneta/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:17 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-madonna-del-frassino-oneta/ Nel corso della sua lunga storia, il santuario si è arricchito di opere d’arte significative: affreschi, quadri, sculture e arredi che colpiscono per l’alto livello qualitativo, frutto del talento raffinato di tanti artigiani che hanno dato un grande contributo per il decoro del santuario. Primo fra tutti Gerolamo da Santa Croce, con il meraviglioso polittico sopra l’altare maggiore del 1524; Antonio Cifrondi, con la pala d’altare di destra del 1720 circa; Grazioso Fantoni, con i due splendidi angeli adoranti in marmo bianco di Carrara del 1760; Giovanni Brighenti, con i quattro affreschi sulla navata centrale del 1830 circa, ed altri artisti meno noti o ignoti, ma che hanno dato lustro al santuario.

]]>
8645
Monastero e chiesa di S. Anna – Albino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/monastero-e-chiesa-di-s-anna-albino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:19 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/monastero-e-chiesa-di-s-anna-albino/ La chiesa viene edificata intorno alla metà del Cinquecento a servizio del monastero carmelitano femminile. Ampliata a partire dal 1742, su progetto dell’arch. Giovan Battista Caniana, fu completata verso il 1790. Esternamente si presenta a pianta quadrata con al centro una luminosa cupola decorata da un ciclo pittorico a tempera di Filippo Comerio. La chiesa contiene un coro di notevole interesse con 37 stalli intarsiati.
Adiacente al complesso monastico, nel Cinquecento, è attestata l’abitazione del pittore Giovan Battista Moroni. Fondatrice del monastero di S. Anna fu Lucrezia Agliardi da Vertova della quale il pittore Moroni realizzò un ritratto oggi nelle collezioni del Metropolitan Museum di new York.

]]>
8656
Santuario della Beata Vergine del Miracolo – Albino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-beata-vergine-del-miracolo-albino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:20 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-beata-vergine-del-miracolo-albino/ L’antico Santuario della Beata Vergine del Miracolo, edificato nel XV secolo su una precedente abitazione privata, è conosciuto anche con il nome di “Santuario della Madonna della Gamba”. Dotato di un elegante campanile, all’interno del Santuario si possono ammirare le opere d’arte degli artisti Salmeggia, Ceresa, Cappella, Raggi e una cripta che custodisce un prezioso gruppo ligneo dei Fantoni.
Il 9 ottobre ricorre la festa del Santuario, durante la quale viene organizzata una fiera nelle vie adiacenti l’edificio.

Santuari della fede, Santuari di cultura” è un itinerario realizzato nell’ambito del “Progetto bando Turismo Religioso” promosso da Regione Lombardia, UnionCamere Lombardia, PromoIsola e PromoSerio.

]]>
8658
Chiesa di San Bernardo da Mentone – Oltressenda https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-bernardo-da-mentone/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:23 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-bernardo-da-mentone/ Nella parrocchiale troviamo opere di scuola fantoniana: l’altare maggiore in legno dorato e scolpito con statuette, fregi e colonnette tortili ed il coro con particolari cariatidi di faccia umana. La tribuna è a tempietto tripartito a due ordini con intagli, statuette, colonnette tortili, testine d’angeli e festoni di fiori e frutta, sormontato da un fastigio intagliato che regge la slanciata statuetta del cri-sto risorto. La parte superiore, l’effettiva tribuna, è at-tribuita a Gian Giuseppe Piccini. Oltre all’altare maggiore troviamo anche l’altare del Rosario e l’altare di Sant’Antonio (detto dei morti). Quello del Rosario conserva una tavola raffigurante la Madonna con il Bambino e i Santi Giovanni Battista e Francesco di Francesco Rizzo di Santa Croce. La pala dell’altare dei morti raffigura Sant’Antonio da Padova rapito in estasi dall’apparizione del bambino Gasù. L’organo, del 1809, è opera della ditta Perolini di Villa d’Ogna. Nel restauro delle facciate sono emerse tracce di affreschi cinquecenteschi. All’interno possiamo trovare una croce in legno realizzata dal Manzù.

]]>
8667
Esposizione di minerali Casa Gregori – Schilpario https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/esposizione-di-minerali-casa-gregori/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:22 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/esposizione-di-minerali-casa-gregori/ L’esposizione di minerali di Casa Gregori è il frutto della conoscenza del territorio scalvino, della passione e del duro lavoro di ricerca del collezionista Sandro Capitanio, sul territorio scalvino e all’interno delle miniere di ferro quando erano ancora in attività.
Esposti e ordinati in diverse vetrine si trovano numerosi campioni significativi di minerali, suddivisi in tre principali reparti: quello locale, con minerali raccolti sul territorio della Val di Scalve, quello italiano, che vede al proprio interno pietre provenienti da tutte le regioni d’Italia, e infine il reparto internazionale, che vanta la presenza di minerali provenienti dalla Cina, Stati Uniti, America Latina, Africa, Australia, Siberia, Pakistan e Afghanistan ottenuti grazie allo scambio con altri collezionisti.
Viene ampliato il discorso alla geologia della valle.
Prima della visita l’ospite assisterà ad un’introduzione al mondo dei minerali, che va dalla descrizione dei loro elementi costitutivi, come reticolo cristallino e la forma molecolare, ad un breve excursus sulla geologia e sulla formazione della Val di Scalve.
E’ possibile visitare la mostra su appuntamento.

]]>
8663
Parco Minerario Ing. Andrea Bonicelli https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/parco-minerario-ing-andrea-bonicelli/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:21 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/parco-minerario-ing-andrea-bonicelli/ Il parco minerario, costituito nel 1998 per volontà di alcuni appassionati, è un museo specializzato, all’interno del quale è possibile visitare alcuni tratti dei 60 Km di gallerie che caratterizzano l’antico centro minerario. Visitare questi percorsi messi in sicurezza e accompagnati da guide competenti offre la possibilità di verificare direttamente la cruda realtà che riporta alla fatica e al rischio di questo lavoro, nel quale si sono cimentate intere generazioni di scalvini. Il duro lavoro dell’estrazione di minerali ferrosi dalle miniere è stata infatti la principale occupazione degli uomini, e purtroppo anche dei bambini, della Val di Scalve, a partire dall’epoca romana fino agli anni Settanta, epoca della chiusura.
Le visite guidate si svolgono sia in sotterraneo che in superficie. Esistono attualmente tre percorsi visitabili in sotterraneo parte a bordo degli antichi trenini minerari, parte a piedi: il gruppo di miniere denominate “Stentada-Bèrbera”, “Spiazzo-Gaffione” e il cantiere “Gaffiona” individuata per laboratorio mineralogico. Il percorso esterno invece è denominato “Sentiero delle miniere”. L’escursione al Parco Minerario non si esaurisce con la visita ai sotterranei, ma offre la possibilità di vedere all’opera il lavoro prodotto da un maglio dell’Ottocento. In un edificio recentemente ristrutturato ed adibito a museo è possibile osservare la collezione di lampade da miniera risalenti all’epoca romana oltre a quelle di più recente utilizzo.

]]>
8662
Museo Etnografico https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-etnografico/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:21 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-etnografico-di-schilpario/ Il principale scopo del Museo Etnografico di Schilpario è di conservare il patrimonio storico e culturale della realtà della Valle di Scalve.

Nel contempo esso ha la sua ragion d’essere nella volontà di tramandare alle nuove generazioni la memoria storica relativa agli usi e costumi degli abitanti dello stesso luogo. L’attenzione è quella di non sganciare i reperti dall’ambiente di riferimento ma di mantenere con questo uno stretto legame, di lanciare ponti e collegamenti tra il museo e le altre realtà presenti sul territorio atte alla trasmissione della memoria storica.

Lo stesso è stato allestito nel 1986 ma già negli anni ’70 era stata espressa la volontà da parte del Comune di rilevarne la struttura per poi realizzarlo. Le attrezzature, i documenti e gli oggetti custoditi al suo interno sono stati raccolti da volontari e riguardano attività lavorative antecedenti gli anni ’50 e ’60 del XX secolo quali:

1 -L’ attività agricola e dell’allevamento;
2 -L’attività della silvicoltura;
3 -L’attività artigianale;
4 -L’ attività mineraria.

Vi sono poi riferimenti all’emigrazione, fenomeno particolarmente acuto in Valle negli anni che vanno dal 1890 al 1920, e reperti relativi alla vita quotidiana e familiare.
E’ da sottolineare che è in atto un riallestimento che proporrà un’esposizione periodica a tema: quello del 2015 sarà “L’antico dialogo dell’uomo con la Natura” nell’ambito dell’attività agricola e dell’allevamento.

]]>
8661
Le Ville Storiche – Ranica https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/le-ville-storiche-ranica/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:20 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/le-ville-storiche-ranica/ La villa Baldini in località Viandasso è uno degli ultimi complessi di cascina padronale che ha conservato dal 1700 ad oggi la tipica struttura a due corti interne separate. In epoca romana fu un presidio di guardia e a partire dal XIII secolo fu dotata di sistema difensivo, di cui resta tutt’ora visibile la torre. Dal XVIII secolo fu trasformata in casa di campagna, con masseria e stalle, attorno alla quale si svilupparono le colture dei cereali, della vite e della cipolla. Nella seconda metà del XIX secolo venne acquisita dalla famiglia Baldini, che vi fece insediare anche una filanda. Attualmente la struttura, al centro di un’opera di rivalutazione, ospita un asilo nido, un’associazione di falconieri ed un percorso didattico sull’antica coltivazione di frutti.
Villa Beretta, edificata nella seconda metà del XVII secolo in località Chignola presenta un parco attiguo alla struttura principale che si presenta arricchita con affreschi e decorazioni. In centro al paese troviamo Villa Adelasio risalente al XIV sec., da funzione difensiva diviene villa di campagna subendo nei secoli diversi rimaneggiamenti a seconda delle esigenze e dei canoni estetici delle diverse epoche.
Alle spalle della chiesa parrocchiale, si trova villa Morlacchi, residenza borghese risalente al XVIII secolo. Dotata di un corpo principale affrescato dal Salvatoni, con due ali perpendicolari ed un brolo, nel XX secolo venne suddivisa in numerosi appartamenti privati. Sempre nel centro storico di rivelante importanza storica di epoca medioevale c’è il Castello che presenta caratteristiche derivanti dalla sua funzione difensiva.

Villa Baldini Via Viandasso, 33 – loc. Viandasso
Villa Beretta – Via Chignola Alta
Villa Morlacchi – Via G. Zopfi, 22

]]>
8659
Chiesa Parrocchiale di Sant’Antonio da Padova – Peia https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-di-sant-antonio-da-padova-peia/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:30 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-di-sant-antonio-da-padova-peia/ Edificata a partire dal 1427, quando ancora Peia era contrada di Gandino, la chiesa conosce una lunga evoluzione nel corso del tempo fino a raggiungere l’aspetto attuale con gli interventi di primo Novecento: una profusione di stucchi e dorature, integrati con gli affreschi del Cavalleri raffiguranti i Miracoli di Sant’Antionio da Padova, le danno quell’aspetto di solenne magnificenza che la contraddistingue. Dopo che la parrocchia di Peia acquisisce l’indipendenza da quella di Gandino (1561), la chiesa si arricchisce di molti dipinti di notevole qualità, tra i quali spiccano la Trinità e santi di Giovan Paolo Cavagna (primo quarto del XVII secolo), la Pietà Francesco Zucco (1624), la Crocifissione di Gian Giacomo Pandolfi (1612), la Madonna del Rosario di Giambettino CIgnaroli (1729) e l’Estasi di Sant’Antonio da Padova di Ponziano Loverini (1921).

]]>
8696
Chiesa di Santa Croce e Sant’Alessandro – Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-santa-croce-e-sant-alessandro-gandino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:43 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-santa-croce-e-sant-alessandro-gandino/ Il variegato impianto urbano di Gandino presenta, tra le altre peculiarità, una notevole presenza di edifici sacri che costellano la pianta del borgo e circondando il maggiore di essi: la Basilica dell’Assunta. Tali chiese sono dette, secondo il gergo canonico, sussidiarie e furono erette in varie epoche comprese tra il XV e gli inizi del XX secolo. Certamente una così numerosa presenza di edifici ecclesiastici testimonia un’atavica fede ma anche il desiderio di ciascuna contrada, dei relativi nobili e soprattutto delle varie confraternite che si susseguono nella storia gandinese di riconoscersi, oltre che nella chiesa madre, in una chiesa più piccola e, per così dire, personalizzata che potesse competere con le altre per bellezza e ricchezza.
Nascono così, tra le più importanti, la chiesa di San Giuseppe e quella del Suffragio, quella di San Pietro e quella conventuale di San Carlo e San Mauro anche se certamente la più grande e bella di queste chiese è quella di Santa Croce e Sant’Alessandro.
La chiesa fu consacrata da Polidoro Foscari, vescovo di Bergamo, nel 1446 ed è l’edificio di culto più antico a Gandino dopo la Basilica. L’ampia e luminosa facciata recentemente restaurata presenta un alto portico biastilo con archi sovrastati da tre finestre a loro volta intercalate con quattro lesene che nascendo con testine d’angelo si raccordano al cornicione che continua lungo la facciata laterale lungo via Dante. L’impianto interno è ancora quattrocentesco anche se la chiesa fu pesantemente ridecorata in epoca settecentesca e presenta oggi una notevole unità decorativa che ben si inserisce nei principali dettami del gusto barocco.
Sopra la porta d’ingresso è ubicato, secondo un modello ricorrente in tutte le chiese sussidiarie, l’oratorio ad uso della confraternita del Carmelo che ha sede proprio nella chiesa di Santa Croce e Sant’Alessandro. Oltre all’altare maggiore e ai due altari laterali dedicati l’uno a San Luigi Gonzaga, l’altro a San Nicola da Bari, la chiesa conserva la cappella con lo splendido altare della Madonna del Carmelo realizzato dai Fantoni di Rovetta nel 1735. Al Centro dell’altare ligneo è la statua della Madonna opera di Cesare Zonca attorniata da angeli e cherubini. In posizione laterale, inginocchiate verso la Vergine sono la statua di San Simone Stock e Santa Teresa d’Avila entrambi santi carmelitani. L’altare non manca di stupire per l’ardimentosa impostazione e presenta ampie porzioni di intaglio dorato che culminano con la radiosa stella posta sul fastigio della corona. La cappella del Carmine, che ospita tele di Francesco Palazzo e Pietro Gualdi fu affrescata da Giulio Quaglio mentre le medaglie dell’ampia navata della chiesa furono affidate a Bernardo Luca Sanz. Le medaglie della volta del coro furono invece rifatte da Luigi Morgari.
Il registro decorativo inferiore della chiesa segue il modello delle chiese- quadrerie venete ed è letteralmente ricoperto da grandi teleri ad olio inframezzati con lesene e stucchi. I dipinti più importanti sono opera del veronese Paolo Zimengoli. Altre decorazioni e stucchi sono opera del piemontese Morgari e del luganese Giovan Maria Sciolli.
Ubicata in posizione laterale alla chiesa sorge un seconda aula restaurata nel 1925 ma che risale a tempi assai antichi probabilmente ai primi anni del XIV secolo e denominata “Oratorio dei Disciplini” dall’uso liturgico che l’antica confraternita faceva di questo spazio in tempi remoti. La decorazione murale neo – gotica opera del pittore gandinese Michele Frana oltre a conferire un aspetto particolarmente sobrio alla cappella riproduce anche alcuni affreschi oggi conservati al museo.
Al centro è l’altare ligneo che ospita una interessante crocefissione secentesca di sapore nordico. Accanto si può ammirare un bel pendant di due dipinti di ignoto settecentesco che raffigurano rispettivamente l’incontro di Gesù con la samaritana al pozzo e il battesimo di Gesù.
La grande sacrestia ospita ancora oggi le numerose e pregiate dotazioni della chiesa che spaziano dai tessuti ai ricami, agli argenti, agli intagli e che ne fanno la più ricca di tutte le chiese sussidiarie gandinesi.

]]>
8733
Chiesa di San Gottardo a Cirano – Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-gottardo-a-cirano-gandino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:42 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-gottardo-a-cirano-gandino/ A monte dell’abitato di Gandino, compresa nella frazione di Cirano che è parrocchia autonoma dal 1969, si trova la cinquecentesca chiesa dei santi Gottardo e Bartolomeo Apostolo. Qui si venera, con annuale festa fra fine luglio e inzio agosto, la B.V. della Sanità. Il piccolo campanile ospita un concerto di 9 campane in Do 4 (concerto da 8 con la 7a minore, nota Sib 4). La campana maggiore è antica, fusa nel 1650 (non è indicato il fonditore). La 2a e la 3a (Re4 e Mi4) sono della ditta Barigozzi (MI) – 1954. Nel 1987 il concerto è stato portato a 5 campane (aggiungendo la 4a e la 5a, Fa4 e Sol4) e nel 1991 sono state aggiunte le 3 piccole e il semitono.

]]>
8731
Chiesa di San Giuseppe – Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-giuseppe-gandino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:42 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-giuseppe-gandino/ La chiesa dedicata a san Giuseppe, collocata lungo l’antica via Mirandola, è fra le più antiche esistenti in parrocchia: risale infatti al XVI secolo.  Vi ha sede la Confraternita di San Giuseppe, che coordina ogni anno alla prima domenica di settembre i festeggiamenti in onore di S.Francesco da Paola. Molto probabilmente il culto del santo è stato diffuso a Gandino nel 1740-41 dai frati Minimi, che in quel periodo risiedevano in una chiesa ed in un convento a Bergamo. La Confraternita di San Giuseppe è di antichissima istituzione, dato che gli archivi ne confermano l’esistenza a partire dal 1516, quando erano addirittura un centinaio i membri attivi. L’erezione canonica della Confraternita è datata 1596 e nel 1798 fu soppressa dal governo napoleonico, che ne incamerò tutti i beni. Fu riattivata nel 1867 ed a oggi segue con particolare cura i vari lavori di manutenzione e restauro relativi alla Chiesa di San Giuseppe.

]]>
8730
Basilica di Santa Maria Assunta – Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/basilica-di-santa-maria-assunta-gandino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:41 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/basilica-di-santa-maria-assunta-gandino/ La grande piazza Emancipazione è il cuore della comunità poiché non solo è il luogo dove, davanti alla cittadinanza convocata “more solito” e cioè “ad tolam batu-tam et ad campanas sonatas” venne firmato l’atto di emancipazione dalla servi-tù feudale (1233), ma anche perché è il centro della vita religiosa ed artistica. Su questa piazza sorge la splendida basilica, si affaccia il museo di arte sacra, la casa parrocchiale e palazzi storici.
La Basilica di Santa Maria Assunta è uno dei monumenti più interessanti e origi-nali della terra di Bergamo. Si tratta di un organismo che ha subito profonde tra-sformazioni nel tempo; esso sorge sull’antica chiesa del duecento, riedificata nel 1421 e successivamente ampliata nel 1469 fino a definirsi come nuova e origina-lissima opera architettonica, dove gli stili si fondono in una unità compositiva. La trasformazione radicale dell’edificio antico, che in parte si fonde con il nuovo, ini-zia nel 1623 e termina nel 1640 con la costruzione della stupefacente cupola cen-trale alla chiesa e che si appoggia lateralmente sui murature d’ambito e sui quat-tro poderosi pilastri polilobati realizzati con pietra locale. Si tratta di una soluzio-ne a pianta combinata dove il segno longitudinale e trasversale trovano una sinte-si felice.
Gli elementi architettonici di maggiore rilievo sono: la grande cupola ottagonale, scavata da otto arconi, affrescata con architetture illusionistiche dal veneziano Lambranzi nel 1681; la maestosità degli altari per i quali furono utilizzati marmi selezionati e preziosi; le casse dei due organi che decorano le pareti laterali del presbiterio; le splendide balaustre di bronzo del 1590. Sono numerose le opere d’arte custodite in questa chiesa decorata non solo da pittori di area veneta e lom-barda ma anche da artisti mitteleuropei. Qui è conservato il più importante ciclo pittorico a carattere religioso del Ceruti costituito da 40 tele ed affreschi. Ma vi so-no opere importanti di pittori quali il Cantarini, il Dandini, il Mango, il Barbello, Balestra, lo Zimengoli e opere scultoree del Fantoni, del Caniana, del Marengo, dello Schmidel .
L’esterno è un gioco di volumi finiti con ceppo locale scabro ed evidenziati nella loro forma geometrica da lesene e bordi di pietra bianca. Su tutto domina il gran-de tiburio lombardo e l’alto campanile esagonale con cupola a cipolla.
Bellissimo il portale principale disegnato da Domenico Rossi nel 1712 e i portali laterali incorniciati dal grande arco del protiro.

]]>
8729
Santuario della Madonnina – Colere https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-madonnina-colere/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:41 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-madonnina-colere/ Il santuario della Madonnina, situato fuori dal centro abitato in località Dezzo di Scalve, è stato edificato nel XVII secolo su una preesistente santella, dove si narra che il 2 luglio 1654 un vecchio pastore malato, proveniente da Borno, ebbe la visione della Madonna, che lo guarì da sbocchi di sangue.
In occasione dell’anniversario dell’apparizione, (2 luglio) si tiene ogni anno una grande festa. La giurisdizione è della parrocchia di Colere ma tutti gli scalvini nutrono enorme devozione.
Il santuario fu distrutto nel 1923 dal “Disastro del Gleno” e venne riedificato, sullo stesso luogo, alcuni anni dopo.
Luogo di culto già in epoca preistorica.

]]>
8728
Villaggio minatori e miniere – Colere https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/villaggio-minatori-e-miniere-colere/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:41 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/villaggio-minatori-e-miniere-colere/ Le miniere un tempo erano molto importanti perché rappresentavano l’unico posto di lavoro dal quale i residenti guadagnavano un modesto salario per sfamare le famiglie. Nelle miniere di Colere si estraeva sostanzialmente la fluorite, oggi non più in funzione ma aperte alle visite di turisti.
La storia dell’estrazione mineraria a Colere conobbe la sua fine negli ultimi anni ’70 non per esaurimento del minerale, ma per eccessivi costi di trasporto e della manodopera.

]]>
8726
Via Mala https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/via-mala/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:41 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/via-mala-e-orrido-colere/ [IMPORTANTE. Il passaggio pedonale nel tratto di strada della Via Mala denominato Rovinacani è vietato per distacco massi e ghiaccio | Ordinanza  del Comune di Colere del 12 ottobre 2020 | Divieto vigente fino alla messa in sicurezza del tratto]


Il nome via Mala dice già molto. E ripercorrendo questo antico tracciato (esisteva già nell’Alto Medioevo e venne rifatto tra il 1473 e il 1827) che collega la Val di Scalve alla Valcamonica, lungo la valle del Dezzo, arriva la conferma; i vertiginosi precipizi che terrorizzavano i viaggiatori del passato lasciano tuttora senza fiato, e anche se le auto utilizzano una nuova strada, quasi interamente in galleria, il vecchio itinerario può essere tranquillamente ripercorso.

Si può, volendo, affrontare anche dal basso e cioè lungo il sentiero sul fondo della gola che si raggiungono discendendo una scalinata di 275 gradini. Qui i precipizi si trasformano in pareti alte fino a 500 metri. E lo spettacolo è ugualmente suggestivo.

Talmente suggestivo che un gruppo di giovani architetti ha pensato di mettere a punto un progetto per valorizzarlo. Con un ponte osservatorio sulla stessa gola che ne è diventato il simbolo.

]]>
8725
Chiesa di Santa Maria Nascente – Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-santa-maria-nascente-gandino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:43 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-santa-maria-nascente-gandino/ Il nome “del Suffagio” con cui tutti i gandinesi ricordano questa chiesa è legato alla presenza dell’altare dei morti e al culto dell’Addolorata, ma in verità la chiesa (che si trova in fondo al sagrato della Basilica) è dedicata a S.Maria Nascente.
Ogni anno a settembre viene esposto il simulacro di Maria Bambina, una particolare statua realizzata in cera d’api e per questo soggetta ad una particolare cura nel corso dell’anno. Il simulacro probabilmente non apparteneva alla chiesa del Suffragio, ma proviene dalla dotazione dell’antico Orfanotrofio. La chiesa accoglie anche un altro simulacro mariano, quello dell’Addolorata, in un intreccio liturgico che sottolinea i vari momenti della vita di Maria. Le celebrazioni, con processione solenne e canto dello Stabat Mater si tiene alla terza domenica di settembre.

]]>
8734
Convento francescano di San Bernardino – Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/convento-francescano-di-san-bernardino-gandino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:43 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/convento-francescano-di-san-bernardino-gandino/ Il convento, che sorge in località Ruviali (ad Ruviales) e che oggi ospita la Casa di Riposo, venne costruito nell’ultimo trentennio del secolo XV per i frati minori osservanti della Regola di San Francesco. Grazie alle generose donazioni di privati e al non meno generoso legato del condottiero Bartolomeo Colleoni, capitano generale della Repubblica di Venezia, che nel suo ultimo testamento (27 ottobre 1475) lasciò in favore dell’erigendo convento la somma di 200 lire imperiali, i lavori — già iniziati nella primavera del 1473 — poterono procedere regolarmente. Nel 1478 vennero ultimati il dormitorio e il chiostro, e nel 1481 l’annessa chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie e a San Bernardino, che sarà solennemente consacrata il 17 maggio 1489 da mons. Leone vescovo di Scizia.
Per il completamento della sala capitolare bisognerà attendere fino all’anno 1501, quando, ormai terminate le opere murarie, furono eseguiti i begli affreschi monocromi già attribuiti ai pittori Bernardino e Antonio Marinoni, figli di Giovanni da Desenzano.
Il convento sorge su un’altura detta ad Ruviales, prossima alla cinta delle mura di Gandino. Il complesso, di notevoli dimensioni e dalla chiara organizzazione planimetrica, è costituito da un grande chiostro con arcate a sesto acuto sul quale si affacciano corpi edilizi a varia destinazione funzionale, che costituiscono l’organismo articolato di ogni convento. La fronte longitudinale della grande chiesa in stile gotico francescano chiudeva verso Nord il chiostro.
Dopo la soppressione decretata dalla Repubblica Cisalpina, le nuove esigenze imposero trasformazioni dell’organismo architettonico e, lentamente, alcune parti di esso vennero abbandonate; è il caso della chiesa di Santa Maria delle Grazie e di San Bernardino spogliata delle sue opere migliori (La Deposizione eseguita da Gian Battista Moroni nel 1566, ora alla Pinacoteca Carrara di Bergamo, e L’ Assunzione della Vergine con Santi di Enea Salmeggia, opera che si trova nella chiesa di S. Alessandro della Croce a Bergamo). Prima della demolizione di questo edificio sacro, avvenuta nel 1963, si provvide allo stacco di alcuni affreschi custoditi ora nel museo della Basilica di Gandino. Dalla demolizione furono salvati: il chiostro, decorato con una interessante meridiana e con affreschi cinquecenteschi e secenteschi recentemente restaurati, il corpo edilizio a due piani che delimita ad Est il chiostro e la splendida sala capitolare posta al piano primo, addossata all’antico presbiterio.
La sala, che si apre su un ampio loggiato finito con arcatelle a tutto sesto, propone una pianta quadrata ed una volta ad ombrello. Ciò che la rende unica è la decorazione a tempera delle lunette. Sono ritratte in monocromo verde figure a mezzo busto di santi e personaggi francescani, opera del 1501 attribuita alla bottega del Marinoni. La decorazione della volta è essenziale e propone una semplice greca a segnare le costolature dell’ombrello; in ogni spicchio è proposto il monogramma dell’Euca-ristia, attributo di Bernardino da Siena, nei colori verde e giallo ocra.
L’unica finestra che illumina la sala capitolare dà sul chiostro e presenta una pronunciata strombatura decorata. Sulla parete Nord, che delimitava il presbiterio e che fa da muro alla sala capitolare, sono ancora visibili, seppure ormai in forma di larva, gli affreschi antichi e le nicchie trilobate che venivano utilizzate per custodire l’arredo liturgico.

]]>
8735
Convento-Museo delle Suore Orsoline – Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/convento-museo-delle-suore-orsoline-gandino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:44 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/convento-museo-delle-suore-orsoline-gandino/ “Celebrare vuol dire avere un passato che rivive nel presente per animare di speranza il futuro”. Con queste parole le Suore Orsoline di Maria Vergine Immacolata di Gandino annunciavano nel dicembre 2008 le celebrazioni per il 150° anniversario del riconoscimento dell’Istituto. Ad un anno di distanza l’auspicio ha trovato compimento in un’ importante realizzazione: un Museo Antologico ospitato nel Convento di Gandino, inaugurato domenica 3 gennaio 2010.
Nelle ampie sale collocate sopra la portineria di via Castello sono ricostruiti due secoli di storia dell’Istituto delle Orsoline, fondato a Gandino il 3 dicembre 1818 da Don Francesco Della Madonna. Il 19 luglio 1858 il Vescovo di Bergamo mons. Pietro Luigi Speranza emise di decreto di approvazione canonica della “Congregazione di Orsoline sotto la protezione della Beata Vergine Maria concepita senza macchia originale” nominando Superiora madre Maria Bona Rovelli. Il Vescovo Speranza si recò a Gandino il successivo 26 luglio per la professione religiosa di diciannove Orsoline, tre delle quali già presenti alla fondazione nel 1818.
Le Orsoline oggi hanno la propria Casa Generalizia a Bergamo in via Masone e sono presenti in ogni parte del mondo: Brasile, Argentina, Polonia, Kenya, Eritrea ed Etiopia. Nell’ambito delle celebrazioni giubilari le Orsoline di Gandino hanno promosso nel 2008, insieme alla Comunità Montana Val Seriana, l’edizione di un libro dedicato al contributo delle suore all’emancipazione femminile in Val Seriana.
Particolarmente suggestivo il contesto delle Cantine del Convento, ora visitabili e recuperate. Si tratta di un dedalo per certi versi ancora sconosciuto, che occupa una porzione significativa della struttura conventuale, quasi paritaria a quella di superficie. Un tempo in queste sale si conservavano le derrate alimentari del Convento e addirittura veniva pigiata l’uva e prodotto il vino.

]]>
8736
Chiesa della Crocetta – Gromo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-della-crocetta-gromo/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:48 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-della-crocetta-gromo/ La Chiesa della Crocetta fu costruita a Gromo in occasione del colera del 1856, è di modeste dimensioni ed è dedicata alla B.V. Addolorata.

Ad accogliere il visitatore è un piccolo porticato di costruzione recente con due archi con in mezzo una colonna in pietra con capitello. Affreschi del ‘500 sono venuti alla luce nel corso di recenti restauri.
Sulla parete di fondo si nota un piccolo affresco dedicato alla Madonna Addolorata.

]]>
8745
Chiesa di San Gregorio Magno – Gromo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-gregorio-magno-gromo/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:48 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-gregorio-magno-gromo/ La piccola Chiesa di San Gregorio Magno a Gromo, ora di proprietà comunale, è una costruzione che risale al 1335 e nasce, probabilmente, come oratorio privato dell’attiguo Castello Ginami.

Nel 1550 veniva utilizzata dalla comunità civile di Gromo come luogo per “far parlamento”. Venne completamente ristrutturata a fine ‘800 conservando il bel portale in pietra serena di fattura cinquecentesca.

Nella pala dell’altare maggiore è esposta la tela del 1621 di Enea Salmeggia, detto il Talpino, con la Madonna con Bambino tra i Santi Gregorio e Carlo Borromeo sovrastanti una visione dell’antico abitato di Gromo così come era nel 1600.

]]>
8744
Ex Convento di Fino del Monte https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/ex-convento-di-fino-del-monte/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:48 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/ex-convento-di-fino-del-monte/ Sorge nel centro storico, si sviluppa lungo il perimetro del cortile, con il caratteristico chiostro degli antichi conventi. Sui due lati dei cortile si affaccia il porticato con arcate in mattoni e colonne in Sarnico il cui grazioso capitello riporta tipici ornamenti del ‘400. Al piano superiore vi è il loggiato che ripete in scala ridotta il motivo precedente. La struttura originaria è, tuttora, ben visibile anche se superfetazioni edilizie ne hanno rovinato l’armonia.
Al cortile si accede mediante un bel portale in pietra di gusto romanico, con architrave sostenute da mensole sagomate. Sopra l’architrave vi è uno sfondato con arco a sesto acuto delimitato da un contorno di pietra sopra il quale vi è dipinto un affresco dei ‘400.
Ne è stato restaurato un primo lotto nel 2012. L’edificio si presenta ora come un armonico connubio tra antico e moderno e ospita numerosi eventi turistico-culturali.

]]>
8743
Chiesa S. Salvatore https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-s-salvatore/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:48 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-s-salvatore/ Edificata nella seconda metà del secolo XV viene rimaneggiata e portata all’attuale aspetto nel secolo XVII. Durante il secolo XVI viene adibita ad oratorio del convento delle suore francescane dell’ordine di Santa Chiara. L’ingresso è molto simile a quello del convento attiguo in ceppo rustico con architrave sostenuto da due capitelli sagomati. Nello sfondato sopra il portale si trova la sinopia di autore ignoto di un affresco cinquecentesco che rappresenta la Trasfigurazione. L’interno si presenta a pianta rettangolare, il soffitto a volta ribassato con due affreschi ottocenteschi eseguiti molto probabilmente da Pietro Brighenti di Clusone. L’altare è in legno scolpito e dorato in stile barocco eseguito in ambito culturale bergamasco e porta inciso l’anno 1675. Dietro l’altare troviamo una trasfigurazione di Enea Salmeggia (1621). Alle pareti possiamo ammirare due pannelli preparati da Romolo Paganelli. L’ultimo restauro risale al 1983. La chiesa è di proprietà del Consorzio Opera Pia della Misericordia dei Nobili da Fin.

]]>
8742
Chiesa parrocchiale dedicata a S. Andrea Apostolo https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-dedicata-a-s-andrea-apostolo/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:47 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-dedicata-a-s-andrea-apostolo/ Imponente edificio in stile neorinascimentale la cui costruzione è iniziata nel 1903 a ridosso dell’antica chiesa (abbattuta nel 1957 per far spazio alla strada provinciale) di cui rimangono tre affreschi del ‘400.
Inaugurata nel 1911 è stata successivamente integrata del campanile (1957) e ristrutturata (1972) e nel 2011.
Custodisce numerose opere d’arte: statue, altari, un Crocifisso ligneo dei Fantoni, dipinti su tela come una Risurrezione tra due santi ( sec. XVII), una Deposizione di Carlo Ceresa (1650) e quattro affreschi del sec. XVIII staccati dalle pareti prima della demolizione dellaa vecchia chiesa, Cristo risorto. Olio su tela attribuito alla sucola di L. Lotto.
Fra tutte le opere spicca la pala dell’altare maggiore del Moroni (1577), una delle sue migliori opere di soggetto sacro che ritrae la Madonna, Gesù e il santo patrono, Andrea e san Pietro.

]]>
8741
Castello di Fino del Monte https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/castello-di-fino-del-monte/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:47 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/castello-di-fino-del-monte/ Antica struttura muraria in blocchi di ceppo sulla fronte settentrionale, la meglio conservata. L’edificio originario, presumibilmente trecentesco ma forse anche innalzato in tempi diversi, ha subito numerose trasformazioni e pesanti manomissioni che ne hanno alterato i caratteri architettonici.
All’interno si affaccia sul cortile, l’alto porticato con arcate poggianti su massicce colonne in pietra arenaria, che sostiene i due piani fuori terra dell’edificio. Questo porticato sembrerebbe la parte più antica dell’edificio e potrebbe essere originale del sec. XIII.

]]>
8740
Palazzo Municipale – Cazzano https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/palazzo-municipale-cazzano/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:46 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/palazzo-municipale-cazzano/ La tradizione orale narra che Cazzano fu il luogo dove in epoca remota si trovò a vagare una Zingara danzante. Essa caratterizza lo stemma comunale, nel quale è anche raffigurato il Torrione, simbolo del paese e oggi sede municipale. E’ una fortezza risalente al 1200. Cazzano deve questo nome agli antichi nobili Cazzani, i quali avendo donato un lascito al paese ebbero tale onore. Il paese è citato lo si trova con il nome di Borgo Sant’Andrea nell’Atto di Emancipazione del Comune di Gandino del 6 luglio 1233. Dopo il 1435 Cazzano si staccò da Barzizza e nel 1459 si costituì in parrocchia. Il 14 luglio 1928 venne amministrativamente unificato a Casnigo riacquistando l’autonomia, con decreto del Presidente della Repubblica Gronchi, il 7 dicembre 1959.

]]>
8739
Chiesa di Sant’Andrea – Cazzano https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-sant-andrea-cazzano/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:45 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-sant-andrea-cazzano/ La chiesa parrocchiale in onore di Sant’Andrea a Cazzano è del XVIII secolo. La torre campanaria è stata finemente restaurata nel 2010. A partire dall’Anno 1000 la chiesa fu ingrandita e abbellita anche grazie ai Conti Greppi (il cui palazzo gentilizio dei Conti Greppi emigrati poi a Milano è tuttora visibile in paese). Dono del Conte Giovan Battista Greppi è il dipinto di Sant’Andrea (pala d’altare) già attribuito al pittore Andrea Appiani. L’altare in marmo della Madonna del S. Rosario e i due Angeli della tribuna dell’altar maggiore sono opere pregiate di Andrea Fantoni.

]]>
8738
Museo dei Presepi – Gandino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-dei-presepi-gandino/ Tue, 20 Dec 2022 07:00:44 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-dei-presepi-gandino/ 26 metri di vetrine in più, 50 presepi aggiunti, nuovi arrivi, ritinteggiatura delle sale, sono questi gli elementi che danno al Museo dei Presepi un aspetto nuovo per la stagione 2022-2023.

Riaperto il primo di novembre, i visitatori hanno potuto ammirare la nuova sistemazione delle sale che vedono non solo un’ esposizione secondo criteri di maggiore godibilità dei circa 700 presepi provenienti da tutto il mondo, ma anche presepi mai esposti per mancanza di spazio, ora l’hanno trovato grazie alle vetrine donate dall’orafo Mauro Moioli, al quale va il nostro grazie. Tra le curiosità, da non perdere, le ultime donazioni: il prezioso presepio scolpito nell’ambra, vera rarità, donato da S. E. Mons. Bonazzi insieme a uno proveniente dall’Africa; un altro, una natività data solo in comodato, assai originale per essere realizzato con marmo nero di Gazzaniga.

Nelle sale al secondo piano, anch’esse risistemate, trovano spazio opere di grande valore come la Madonna con Bambino del Bussolo, le ante lignee con le quattro formelle che raccontano la vita della Vergine dall’Annunciazione all’adorazione dei Magi, affreschi del primo Cinquecento legati al tema natalizio; da sottolineare anche la presenza del presepio donato da San Giovanni Paolo II.

Il nuovo aspetto del Museo è il risultato di un lungo lavoro condotto dagli Amici del Museo, soprattutto dalla componente femminile, già dall’estate scorsa; ai lavori ha dato il suo prezioso apporto anche qualche volontario della Basilica. Un vero lavoro di squadra in sinergia, dato con entusiasmo e gratuità per la salvaguardia del nostro patrimonio artistico e culturale.

Il Museo rimane aperto tutti i pomeriggi festivi e prefestivi dalle ore 14.30, ultimo ingresso alle 18.00.

(Descrizione redatta dal Rettore Francesco Rizzoni)

]]>
8737
Chiesa di Santa Maria Assunta in Borgo – Nembro https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-santa-maria-assunta-in-borgo-nembro/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:33 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-santa-maria-assunta-in-borgo-nembro/ La chiesa presenta resti databili, quelli più antichi, al V-VI secolo d.C. e una struttura più tarda medioevale.
Non si conosce bene il motivo della fondazione di questa chiesa. Importante fu la Confraternita di S. Maria, che la amministrava. Nel XVIII secolo fu utilizzata come parrocchia mentre era in costruzione l’attuale S. Martino. Con le soppressioni napoleoniche rischiava di diventare patrimonio del Demanio, ma l’allora arciprete Ronchetti, dopo una dura battaglia legale, riuscì a dimostrare che la chiesa era parte integrante della parrocchia. Durante la Prima Guerra Mondiale fu utilizzata da soldati feriti, dopodiché fu trascurata anche se, saltuariamente, era aperta per feste o per la preparazione alle Prime Comunioni. Dopo anni di abbandono, nel 2000 è stata restaurata e portata all’antico splendore, permettendo così di salvare un patrimonio ricco di storia che appartiene a tutti.

]]>
8707
Chiesa di San Sebastiano – Nembro https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-sebastiano-nembro/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:33 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-sebastiano-nembro/ La chiesa di S. Sebastiano, dedicata anche a S. Maria della Misericordia, fu edificata dal Consorzio della Misericordia di S. Maria (MIA). La data è incerta. Era sicuramente esistente nel 1408 quando il notaio Obertino da Clusone, morendo, lasciava dei terreni alla MIA. In cambio, ogni giorno, doveva esservi celebrata una messa. La chiesa presenta affreschi dei secoli XIV e XV, un grandioso polittico su due livelli con dieci tavole della fine del XV secolo di Gian Giacomo Gavazzi da Poscante e due tavole dei Santi patroni opera della bottega dei Fratelli Marinoni di Desenzano al Serio. Vi è inoltre un piccolo organo ottavino portativo da sala del ‘600.

]]>
8706
Chiesa di San Faustino – Nembro https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-faustino-nembro/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:33 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-faustino-nembro/ I primi documenti che parlano di questa chiesa risalgono al 1248. Sistemata più volte nel corso dei secoli, rimase a margine delle attività religiose del paese. Iniziò ad assumere un ruolo sempre più importante alla fine dell’Ottocento, per l’aumento della popolazione dovuto al vicino insediamento industriale della filatura Crespi. Nel 1965, con l’arrivo di don Giuseppe Adobati, la chiesa subì una radicale trasformazione su progetto dell’architetto Vito Sonzogni.
I santi Faustino e Giovita erano due fratelli bresciani che, durante le persecuzioni, si prodigarono per sostenere nella fede i cristiani. Catturati e torturati, furono infine decapitati nel 122 per ordine dell’imperatore Adriano. Sono patroni della città di Brescia.

]]>
8705
Chiesa Parrocchiale di San Martino – Nembro https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-di-san-martino-nembro/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:33 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-di-san-martino-nembro/ La chiesa fu costruita a partire dall’aprile 1752. Aperta al culto nel 1777, la chiesa fu consacrata il 16 maggio 1790 dal Vescovo Giampaolo Dolfin e dedicata a S. Martino Vescovo. Fu realizzata dall’architetto Luca Lucchini. Il campanile fu innalzato nel 1806, mentre la facciata, composta da due cornicioni orizzontali e suddivisa in tre ordini, fu completata nel 1821. Ha una pianta a croce greca con due maestose cupole di cui una elissoidale. All’interno presenta numerose opere d’arte e statue di santi.

]]>
8704
Chiesa di San Giovanni XXIII – Nembro https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-giovanni-xxiii-nembro/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:32 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-giovanni-xxiii-nembro/ Nel 1989 il parroco Don Cesare Gervasoni incarica l’architetto Remo Invernizzi del progetto per una nuova chiesa. Per l’occasione nasce il Comitato chiesa nuova formato da gavarnesi che sosterranno e seguiranno il progredire dei lavori. La costruzione ha inizio nel 1991 ed è aperta al culto, in occasioni particolari, dal 1995.
Il 29 ottobre 2000 il vescovo Mons. Roberto Amadei la consacra e la dedica al Beato Giovanni XXIII. L’edificio è posto in prossimità della collina e si apre sulla piazzetta denominata Pacem in Terris. La struttura è disegnata secondo i dettami post-conciliari e assume la forma di una grande e accogliente tenda con un’unica verticalità nel campanile. Le pareti esterne sono rivestite di pietra chiara. L’ingresso è preceduto da un semplice portico, al di sopra una finestra a losanghe forma una grande croce.

]]>
8703
Auditorium Modernissimo – Nembro https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/auditorium-modernissimo-nembro/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:32 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/auditorium-modernissimo-nembro/ Verso la fine del 1934, il cav. Francesco Moscheni decise di far erigere a proprie spese un “grandioso fabbricato” da adibire a sede dell’Opera Nazionale Balilla e di opere assistenziali. Del progetto fu incaricato lo studio dell’ing. Luigi Bergonzo di Bergamo. I lavori presero avvio nel giugno 1935 e l’inaugurazione avvenne il 17 maggio 1936. Il complesso era stato progettato per ospitare, in epoca fascista, la Gioventù Italiana del Littorio e pertanto prevedeva spazi per il teatro, il cinema e le adunanze, oltre a locali per l’assistenza. Successivamente prevalse l’uso esclusivo a sala per rappresentazioni cinematografiche e teatrali. Dopo anni di abbandono, nel 2005 venne affidato a Gritti Architetti un piano di intervento volto a riconfigurare il centro civico di Nembro. Il Modernissimo è stato così recuperato come spazio pubblico adattabile a eventi teatrali, musicali e cinematografici.

]]>
8702
Camminata della Valle del Lujo – Albino https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/camminata-della-valle-del-lujo-albino/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:32 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/camminata-della-valle-del-lujo-albino/ Il percorso si snoda tra numerosi sentieri, mulattiere e strade asfaltate attraversando i centri più caratteristici della valle tra i quali ad esempio: Dossello, Vall’Alta, Fiobbio, Abbazia, e Casale. Il tracciato è accessibile da più punti e poiché non presenta  grandi dislivelli può essere percorso facilmente da tutti senza particolari attrezzature, nonostante il tempo di percorrenza stimato sia all’incirca di quattro ore. Tra la flora si nota una prevalenza di carpino, frassino, nocciolo, castagno risultati dell’intensa coltura che un tempo permetteva la sopravvivenza di molte famiglie. Lungo il percorso, in prossimità di una vecchia cascina montana nota come “Cà di Prade”, si trovano diverse testimonianze delle vicissitudini e del lavoro dei valligiani della prima metà del secolo tra le quali ad esempio: la cappella votiva dedicata alla madonna di Lourdes, un abbeveratoio per il bestiame ed un lavatoio.  Proseguendo si giunge ad una santella sul cui lato vi è la macabra scritta: “O tu che mi guardi su, io ero come sei tu, tu diverrai come son io, dimmi un requiem e va con Dio” la quale precede una suggestiva vista panoramica di tutta l’alta valle del Lujo e costeggia la strada principale fino alla chiesa di Dossello. Dopo circa 50 metri si prosegue sul sentiero con vista sul monte Cornagera, Poieto, Rena, Alben, Arera, Secco, Altino, Colle Gallo, Pranzà, Pizzetto. La camminata si conclude alla piazza della chiesa di Casale da dove si gode un suggestivo panorama sulla valle e sulla vetta del pizzo Arera.

]]>
8701
Chiesa di Sant’Urbano – Peia https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-sant-urbano-peia/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:32 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-sant-urbano-peia/ La chiesa, nata con dedicazione al SS. Salvatore, è oggi nota con la devozione a S. Urbano dopo che nel 1622, dopo una ricostruzione dell’edificio, giungono qui le reliquie di S. Urbano papa, ottavo pontefice. Piccolo edificio affascinante nella sua semplice aula unica che accentra lo spazio, la chiesa accoglie all’altar maggiore una pregevolissima pala d’altare con la raffigurazione del Salvatore tra santi (fine XVI – inizi XVII sec.), di grande impatto cromatico.

]]>
8700
Chiesa di San Rocco – Peia https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-rocco-peia/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:31 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-san-rocco-peia/ Edificato nella prima metà del XVII secolo, l’oratorio nasce con dedicazione a Santa Liberata, acquisendo poi anche una codedicazione al santo protettore contro la peste S. Rocco, e conosce numerosi rimaneggiamenti nel corso del tempo. Piccolo edificio dal valore squisitamente devozionale, la chiesa si trova in un affascinante collocazione al limitare del bosco, affacciata su un declivio e circondata dagli alberi: questo aspetto agreste la rende luogo ricco di fascino, dove natura e devozione si intrecciano. Curiosa la porta laterale logorata a causa dei tagliaboschi che qui affilavano i propri falcetti, o la piccola apertura ricavata sotto la finestra in facciata per la raccolta delle offerte. Era una delle mete principali delle rogazioni (processioni campestri) che si svolgevano a maggio per propiziare la benedizione sui campi e sulle semine.

]]>
8699
Chiesa di Sant’Antonio Abate – Nembro https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-sant-antonio-abate-nembro/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:34 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-di-sant-antonio-abate-nembro/ La chiesa, costruita a partire dal 1450, fu consacrata il 15 luglio 1478 da Giacomo, vescovo di Lodi. Nel frattempo, il 17 dicembre 1458, Lonno divenne parrocchia autonoma con decreto del vescovo Ludovico Donato. L’edificio subì una radicale trasformazione tra il 1734 e il 1754, infine fu aggiunta una nuova campata nel 1899. La chiesa così rinnovata venne nuovamente consacrata dal vescovo Gaetano Camillo Guindani il 16 settembre 1900. Sant’Antonio Abate nacque in Egitto, sulle rive del medio Nilo. All’età di vent’anni, sentito il richiamo evangelico, vendette tutti i suoi beni e il ricavato lo diede ai poveri. Poi decise di ritirarsi in rifugi di penitenza: dapprima una celletta, poi un’antica tomba e infine il deserto sulle rive del mar Rosso. Il suo esempio suscitò uno dei più vasti movimenti dei primi secoli cristiani: egli fu l’Abate, cioè il padre, degli Eremiti che dopo la metà del III secolo, in numero sempre maggiore, fuggivano il mondo per ritirarsi nel deserto.
Nel medioevo divenne uno dei santi più popolari.

]]>
8708
Chiesa della Santissima Trinità di Trevasco – Nembro https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-della-santissima-trinita-di-trevasco-nembro/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:34 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-della-santissima-trinita-di-trevasco-nembro/ Trevasco è la denominazione con la quale viene oggi indicata la località dove sorge la chiesa della SS. Trinità.
Nel 1584 hanno avuto inizio i lavori per la sua costruzione. L’interno è molto semplice: un unico vano nel quale, superati due gradini, si apre il presbiterio. L’altare è decorato con intarsi a fiori e disegni arabescati, così come la balaustra. La parte superiore e il tabernacolo sono dorati. Dietro, sulla parete, in una grande cornice dorata, c’è un dipinto che raffigura La Trinità con i SS. Rocco e Bernardo. L’opera, in passato assegnata a Palma il giovane, è stata verosimilmente realizzata da un pittore bergamasco degli inizi del ‘600, fortemente influenzato dalla pittura veneta, ma legato anche alla cultura cremonese.

]]>
8709
MUPIC – Museo delle Pietre Coti Valle Seriana https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/mupic-museo-pietre-coti-valle-seriana/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:34 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/mupic-museo-pietre-coti-valle-seriana-nembro/ Il MUPIC – Museo delle Pietre Coti Valle Seriana costituisce una delle tante iniziative a carattere culturale e documentario intrapresa dalla Valle Seriana. Nembro e Pradalunga sono stati per secoli territori di produzione e di commercializzazione delle coti, pietre che servivano per ridare il filo agli attrezzi da taglio, in particolare alla falce fienaia. Nembro, in particolare, si caratterizzò come centro di lavorazione e di spedizione delle coti che dal paese partivano alla volta dei paesi europei ed extraeuropei. Nell’Ottocento, ben mille persone trovavano occupazione in vario modo nelle attività di lavorazione delle pietre: non solo gli uomini addetti all’escavazione, al trasporto, alla cernita ed al taglio, ma anche donne e bambini che prestavano la loro opera nella levigazione, sovente effettuata in ambito domestico.

]]>
8710
Villa di Celinate – Scanzorosciate https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/villa-di-celinate-scanzorosciate/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:40 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/villa-di-celinate-scanzorosciate/ L’ampio anfiteatro della collina di Celinate appare al visitatore che arriva da Scanzorosciate come un’immensa area completamente coltivata a vite. Villa Celinate è una delle più grandi ville di Scanzorosciate, ma anche una delle meglio conservate sia dal punto di vista architettonico che pittorico. La villa è composta da parti di epoche differenti e risulta formata da due strutture ad L accostate. Di proprietà dei conti Vitalba dal 1400 al 1800, nel 1802 la proprietà passò a Giacomo Alcaini di Martinengo. Dal 1990 la Villa è di proprietà di Luciano Pezzoli, che continua la tradizione viti-vinicola della tenuta, oltre a condurre un’attività di agriturismo.

]]>
8720
Parco dei Colli – Ranica https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/parco-dei-colli-ranica/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:37 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/parco-dei-colli-ranica/ Il Colle di Ranica fa parte del Parco dei Colli di Bergamo che comprende una vasta superficie anche nei comuni di Almé, Bergamo, Mozzo, Paladina, Ponteranica, Sorisole, Torre Boldone, Valbrembo, Villa d’Almé.Il Parco è il terzo parco regionale dopo quelli del Ticino e delle Groane. L’area racchiusa nel perimetro del Parco dei Colli presenta realtà molto diverse tra loro, che vanno dalla collina in senso stretto ad ambiti montani. Si tratta di un territorio dalle caratteristiche fisiche e morfologiche piuttosto eterogenee, che racchiude bellezze sia naturali sia architettoniche di grande pregio. Dalla trattoria in loc. Croce dei morti inizia il percorso del sentiero 606, passando per una prima croce di Torre Boldone e, seguendo la cresta, arrivando ad una seconda, quella di Ranica, sul Colle omonimo. In questo tratto è da segnalare il panorama a Sud, da Est ad Ovest, dall’imbocco della V. Seriana alla pianura e agli Appennini piacentini. Dal Colle di Ranica si scende deviando in un bosco di castagno, si prosegue per un viottolo fino alla “Pozza del Colle” (panorama sul Monte Zuccone). Seguendo la staccionata si arriva al bivio e seguendo l’indicazione “Croce dei morti” ci si inoltra in un bel bosco maturo di castagno in versante Nord della Valle Rossa. Si segnala la presenza di un grosso esemplare di Acero montano, chiamato il

]]>
8719
Parco di Villa Camozzi e Parco di Via Conciliazione – Ranica https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/parco-di-villa-camozzi-e-parco-di-via-conciliazione-ranica/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:36 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/parco-di-villa-camozzi-e-parco-di-via-conciliazione-ranica/ Il Parco di Villa Camozzi si trova nel centro del paese, in zona pedecollinare. Il parco pubblico fa parte del parco originario della Villa Camozzi (ampio circa di 60.000 mq) nel quale sono presenti numerosi alberi secolari. La porzione adibita a parco pubblico è dotata di un percorso pedonale lungo circa 500 metri, di un’area giochi per bambini, di zone relax e tavoli e servizi igienici.
Il parco di Via Conciliazione è situato ad est del centro storico e delimitato dalla tramvia delle valli, è un’area verde di circa 18.000 mq. realizzato fra il 2003 e il 2006. Lo spazio si presenta aperto – il parco non è recintato – libero e connesso con l’intorno: attraversabile e godibile ad ogni ora del giorno e della notte, in ogni stagione, è caratterizzato da alberi autoctoni con l’inserimento di percorsi d’acqua, rocce e sassi.
All’interno del parco sono stati creati spazi specifici come l’area feste, vari campi da gioco per il calcio, il basket, la pallavolo, l’area skate, l’area gioco bimbi e il padiglione che ospita un bar e i servizi igienici.
Grazie al parco ludico-sportivo, il comune di Ranica è risultato vincitore (per la seconda categoria: comuni da 5.000 a 15.000 abitanti) del Premio “La città per il verde 2009”, organizzato da “Il Verde Editoriale”.

]]>
8718
Centro di Spiritualità e Cultura https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/centro-di-spiritualita-e-cultura-geltrude-comensoli-ranica/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:36 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/centro-di-spiritualita-e-cultura-geltrude-comensoli-ranica/ La denominazione originaria della casa era “Villa Gamba”, dal nome dell’antico proprietario, Giuseppe Gamba, borghese colto e raffinato, patriota risorgimentale. La villa era composta da circa cinquanta vani, molti dei quali decorati. Il soffitto del salone principale era affrescato con decorazioni floreali ad opera del pittore Galvani. Diverse le sale “a tema”, tra cui spiccava la sala della Rivoluzione Francese. La proprietà comprendeva un magnifico parco, all’interno del quale c’era un giardino all’italiana, su modello dei giardini delle ville fiorentine.
Passata all’Istituto delle Suore Sacramentine verso la fine degli anni ’50, la villa divenne casa di spiritualità per le Suore della congregazione e fu internamente ristrutturata. Negli ultimi anni è andata incontro ad un’ulteriore riorganizzazione ed ha avuto un ampliamento. Il suo nome ora è Centro di Spiritualità e Cultura “Geltrude Comensoli”, dal nome della Santa Fondatrice delle Sacramentine. É aperta a religiosi e laici. L’edificio ha mantenuto sulla facciata esterna il suo assetto originario. Anche l’ampio parco ha conservato il suo splendore. Sul versante interno si è creato un cortile circondato da un porticato a volte, quasi un chiostro, per favorire un clima di silenzio e di riflessione a coloro che intendono trascorre giorni di preghiera o di riposo. La cappella delle celebrazioni ospita un pregevole mosaico dell’artista P. Marko Rupnik, Gesuita. Anche l’annessa cappellina dell’adorazione è frontalmente rivestita di un mosaico del medesimo artista.
Il Centro organizza: corsi di esercizi spirituali aperti a tutti, religiosi e laici; giornate di ritiro e di deserto; corsi di formazione umana e convegni culturali. Accoglie persone singole e gruppi organizzati che vogliano condividere la finalità della casa. Un ulteriore servizio viene offerto a coloro che intendono pernottare e fare la prima colazione al Centro, oppure avvalersi della modalità di mezza pensione.

]]>
8717
Associazione culturale gli Zanni di Ranica https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/associazione-culturale-gli-zanni-ranica/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:35 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/associazione-culturale-gli-zanni-ranica/ L’Associazione Culturale Gli Zanni nasce come gruppo di folklore nel 1967 e a partire dagli anni ’70 iniziano un lavoro di ricerca, di approfondimento mutando la definizione del gruppo in “Compagnia per la Cultura e le Tradizioni Popolari”.

Favorito dal clima del Folk Revival cresce l’impegno per l’indagine storico-sociale e il recupero delle origini.
I componenti della Compagnia sono eterogenei per età, professione, provenienza ed interessi, ma tutti accomunati dalla passione per le tradizioni e per le varie forme di espressione artistica del popolo.

La Compagnia presenta diversi spettacoli: una ricostruzione teatrale dei momenti comunitari del popolo, con esempi desunti dalla tradizione in aree diverse e in epoche diverse nonché momenti di animazione di piazza con danze etniche popolari oltre a spettacoli con soli canti e musiche popolari divisi per tematiche: il lavoro, la guerra e la Resistenza, la condizione della donna, l’osteria e la festa..

Annualmente organizza momenti d’incontro con rappresentative estere di folklore, oltre ad effettuare tournée di lavoro all’estero, con lo scopo di conoscere e far conoscere aspetti diversi di cultura popolari.
Durante questi anni di attività sono stati inoltre raccolti circa 200 strumenti musicali dell’area popolare che sono esposti nella sede dell’Associazione.

Visita il sito www.glizanni.it

]]>
8716
Chiesetta di San Rocco al Colle e Chiesetta di S. Dionisio – Ranica https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesetta-di-san-rocco-al-colle-e-chiesetta-di-s-dionisio-ranica/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:35 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesetta-di-san-rocco-al-colle-e-chiesetta-di-s-dionisio-ranica/ Al sec. XVI risalgono le prime notizie della chiesetta di San Rocco al Colle, in origine una semplice cappelletta chiusa da un cancello ligneo, come risulta dalla relazione della visita pastorale di San Carlo Borromeo, poi ampliata all’inizio del sec. XVII, quando assunse l’aspetto attuale di chiesetta rustica. In località Viandasso, si trova la chiesetta di S. Dionisio, la cui costruzione avvenne presumibilmente dopo la visita apostolica di San Carlo (1575), ma anteriormente al sec. XVIII.

In località Chignola sorgeva la più antica chiesa di Ranica, dedicata alla Madonna Addolorata, di cui è rimasta solo l’architettura esterna. La chiesa era annessa ad un Convento (la cui esistenza è attestata già dal 1334), che fu prima dei Monaci Benedettini Cluniacensi e quindi nel 1489 passò ai Frati Serviti che vi abitarono fino al 1660, quando il Convento fu soppresso dal governo veneto. Tra il sec. XVIII e XX, l’edificio venne ristrutturato e trasformato in villa residenziale.

]]>
8715
Chiesa Parrocchiale S.S. Cristoforo e Vincenzo – Pradalunga https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-s-s-cristoforo-e-vincenzo-pradalunga/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:35 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-s-s-cristoforo-e-vincenzo-pradalunga/ La Parrocchia di Pradalunga viene eretta staccandosi da quella di Nembro nel XV sec. Viene consacrata ai Ss. Cristoforo e Vincenzo dal Vescovo Guindani nel 1885. L’attuale chiesa, edificata sulla precedente chiesa quattrocentesca, è progettata da Caniana nel 1734: il Caniana, “praeclaro architetto” di Romano di Lombardia, ha progettato numerose chiese bergamasche e progettista di opere da intarsio. La facciata non subisce alterazioni da un successivo prolungamento nel 1898, quando l’arch. Muzio (sua è anche la facciata della basilica di Alzano L.do) riprogetta le attuali facciata e gradinata.
La facciata è a tre ordini sovrapposti con ripiegamento convesso delle ali, grande finestra circolare e statue.
La torre campanaria cinquecentesca, spostata nell’attuale posizione nel ‘700, è stata rialzata di 8 metri nel 1865, contestualmente al rifacimento dell’abside, arricchita di stucchi e di ori. Non è da escludere che una parte dei pietroni del campanile provenga dalla valle dei Prigionieri, appena sopra l’abitato di Pradalunga dove esisteva una miniera di pietre da muro e da opera
All’esterno della chiesa, su uno spigolo della torre, è visibile la pietra su cui è scolpito il monogramma di S. Bernardino “IHS” con la H sormontata dalla croce e la data “Marzo 1521”, pietra documento che presumibilmente apparteneva alla chiesa demolita.
La chiesa offre notevoli pezzi artistici: una tavola di S. Cristoforo del ‘500, la pala del crocifisso di Cossali del 1602, affreschi di Loverini, A. Maironi ed Emilio Nembrini. Celebre è lo stendardo eucaristico di G.B. Moroni del 1578.
G.B. Moroni, pittore di origine albinese del XVI sec. e importante ritrattista di fama nazionale, ha raffigurato sul fronte dello stendardo S. Cristoforo e, sul retro, il trionfo eucaristico. S. Cristoforo, martirizzato nel 250d.C.. L’organo è dei Serassi.
Notevoli sono gli altari del Ss. Rosario e Crocifisso del 1766.
Il vuoto che in diversi punti si avverte all’interno, sotto il pavimento, è dovuto alla presenza delle fosse comuni, utilizzate fino agli inizi del’800 per la sepoltura dei cadaveri.

]]>
8714
Chiesa Parrocchiale S. Lucia Vergine e Martire – Pradalunga https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-s-lucia-vergine-e-martire-pradalunga/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:35 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-s-lucia-vergine-e-martire-pradalunga/ Nel 1923 si insedia ufficialmente il nuovo parroco don Luigi Minelli.
Il parroco stesso sceglie dove erigere l’edificio sacro e riceve da ogni famiglia la sottoscrizione mensile dell’offerta destinata a sostenere la spesa.
Si inizia con la preparazione del materiale da costruzione e la prestazione gratuita ed entusiastica della popolazione, ragazze comprese: si trattava di trasportare dal Serio al cantiere, mediante una catena umana, l’enorme quantità di borlanti di fiume per il consolidamento delle fondazioni.
Viene incaricato per il progetto l’ing. Dante Fornoni di Bergamo.
La prima pietra verrà posata nel 1931.
Dopo aver ultimato le fondamenta, la costruzione della chiesa viene affidata ad un impresa edile sempre con materiale preparato dalla popolazione. Nel 1933 viene terminata anche la copertura della volta, affrescata nel 1934:
La Chiesa è consacrata il 3 ottobre 1936 dal vescovo Adriano Bergareggi che la dedicò a Santa Lucia vergine e martire e sigillò nell’altare maggiore le reliquie dei santi Fermo, Rustico, Eurosia e Luigi Gonzaga. L’anno seguente viene abolita l’antica chiesetta di san Fermo e il titolo viene trasferito alla vecchia parrocchiale.
L’imponente edificio progettato dal Fornoni è rivestito da pietra albina locale con prevalenza di conci squadrati alla perfezione. La facciata ha un singolare profilo a salienti curvilinei; l’interno è un’unica aula coperta da un’ampia tazza più un profondo presbiterio; la finta incrostazione marmorea è della ditta Pietro Monzio Compagnoni.
Dalla vecchia parrocchiale provengono gli altari del Rosario e dei Defunti (1768), splendidi esemplari del barocchetto locale con medaglia al paliotto e colonne di marmi pregiati, e dipinti vari tra cui le tavolette dei misteri del rosario di Enea Salmeggia (m 1626), la tela delle sante Lucia, Maddalena e Apollonia dello stesso (la figura di Lucia fu in epoca recente sconciamente deturpata da un drappo nero verdastro, sovra dipinto a coprile le mammelle), e la delicata Madonna del Rosario di Francesco Cappella detto Dagiù (m. 1784).
La tela nell’altare dei defunti rappresenta la trinità con san Francesco di Sales, santa Carmelitana e anime purganti.
Il campanile fu completato nel 1956 dalla ditta Brozzoni sempre su disegno del Fornoni.
L’organo è un Bossi del 1773 (Carlo Bossi di Borgo Canale è capostipite della famosa dinastia di organari bergamaschi.
La disputa di Gesù nel tempio fra i dottori e l’Annunciazione a Maria sono le prime due opere della carriera di Emilio Nembrini (nato a Pradalunga nel 1912); gli altri affreschi sono stati dipinti dai fratelli Muzio Compagnoni di Albano S. Alessandro mentre la glorificazione di santa Lucia al centro della volta principale è opera di Pietro Servalli.
Nel 1965 il Nembrini eseguirà anche i 14 affreschi della via Crucis.
Le volte e gli affreschi sono stati restaurati nel 2014.

]]>
8713
Santuario della Madonna dello Zuccarello https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-madonna-dello-zuccarello/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:34 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-madonna-dello-zuccarello-nembro/ La tradizione fa risalire la fondazione del Santuario della Madonna dello Zuccarello all’8 dicembre 1374 per volontà del nobile Bernardo Vitalba, che sul colle aveva il suo castello.

Per secoli la chiesa rimase di proprietà della famiglia Vitalba e solo nel 1847 fu trasferita alla Fabbriceria della Parrocchia di Nembro. Lungo la mulattiera che sale alla chiesa della Madonna dello Zuccarello vi sono le tribuline dei Misteri del Rosario, documentate nel 1738, ma probabilmente erette nella metà del ‘600.

La festa patronale, particolarmente frequentata dai nembresi, ricorre l’8 agosto.

Del castello è rimasto ben poco: solo le tracce dell’antico fossato e all’interno una parte del muro, posto a fianco della scala per salire alla cantoria.

#sanctuary #madonnadellozuccarello #trees #pit #Nembro #Bergamo #italy

Un post condiviso da Beatrice (@beatemarca) in data:

In origine fu costruita una semplice cappella addossata alle pareti dell’antica dimora. Un primo ampliamento fu effettuato nel ‘500; l’ultimo nei primi decenni del ‘900. Nel 2004 si è concluso il restauro del complesso che sorge intorno al Santuario della Madonna dello Zuccarello.

]]>
8712
Museo della Miniera – Nembro https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-della-miniera-nembro/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:34 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/museo-della-miniera-nembro/ Il Museo nasce dal forte interesse della famiglia Rota di Nembro a mantenere viva la memoria di una storia che non è solo l’esperienza di vita da loro vissuta, ma che è stata l’esperienza di molte famiglie italiane nel periodo successivo alla II Guerra Mondiale, quella dell’emigrazione e del lavoro in miniera in Belgio. Il museo, allestito in una cavità della roccia e denominato dal Comune “Piazzetta dell’Emigrante”, è stato ricostruito come l’entrata in miniera di fronte a cui poteva trovarsi un emigrato italiano. Nel corso di tutti questi anni è stato fortemente arricchito di testimonianze preziose e dal grande valore storico (attrezzi, materiali, documenti e foto), grazie all’impegno della famiglia Rota nel recuperare oggetti direttamente in Belgio. Tutti gli elementi che compongono il museo sono stati catalogati come “Collezione Lino Rota”.

]]>
8711
Santuario della Madonna delle Grazie – Peia https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-madonna-delle-grazie-peia/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:31 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/santuario-della-madonna-delle-grazie-peia/ Fondata, secondo la tradizione, tra il 1576 e il 1580 durante la cosiddetta Peste di S. Carlo, la chiesa nasce probabilmente come piccola santella dedicata alla Madonna delle Grazie. Nel 1630, nel corso della peste del Manzoni, la primitiva tribulina viene trasformata in chiesetta. Già oggetto di grande devozione, l’attenzione dei peiesi per questo luogo crebbe con l’epidemia di colera del 1836: Nel 1926 Pietro Servalli dipinge il grande affresco con il voto della comunità di Peia per questo contagio. Un piccolo matroneo sopra il porticato d’entrata custodisce alcuni ex voto del XX secolo. All’altar maggiore si trova una Madonna con Bambino di Lorenzo Calegari, datata al 1585: oggetto di grande devozione, questa tele venne dotata nel 1970 di due preziose corone dorate. Il 5 agosto una suggestiva processione all’imbrunire raggiunge il Santuario, a rinnovare la ferma devozione dei peiesi verso questo luogo.

]]>
8697
Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta – Ardesio https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-di-santa-maria-assunta-ardesio/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:05 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-parrocchiale-di-santa-maria-assunta-ardesio/ La prima notizia della presenza di una chiesa in Valcanale risale al 25 agosto 1546 quando il vescovo di Bergamo Vittore Soranzo compie la visita pastorale. Tuttavia l’inizio della fondazione della parrocchia di Valcanale è del 1604 e termina con il 4 dicembre 1609 quando il vescovo Milani la separa dalla cura della parrocchia d’Ardesio. L’attuale edificio ha linee artistiche proprie del ‘700. Fino alla seconda metà dell’800 l’ingresso principale era considerato quello laterale sulla destra; oggi svolge tale funzione quello sul fondo. La nuova chiesa di Santa Maria Assunta di Valcanale, alla quale si era interessato nel 1714 Andrea Fantoni, fu costruita dall’anno 1732 all’anno 1738, sopra la preesistente cappella già descritta dalla visita pastorale di San Carlo Borromeo (10 settembre 1575). Tale chiesa fu poi consacrata solo in tempi recenti: 7 luglio 1923 per mano del vescovo Luigi Maria Marelli. Di notevole valore è l’ancona che raccoglie i 15 misteri del rosario e che fa da cornice alla nicchia in cui è conservata la statua della madonna del Rosario. L’altare maggiore è della scuola fantoniana e risale al 1726. Un particolare interessante sono le due grandi e moderne copie dello Sposalizio della Vergine e della Deposizione di Gesù di Raffaello Sanzio acquistate a Firenze nel 1942. Con l’ultimo restauro conclusosi nel 2005 sono state appese alle pareti le 14 stazioni della via Cruci realizzate da Trento Longaretti. La singolare bellezza dei 14 dipinti è data, come ha sottolineato l’artista stesso, dalla ricerca che egli ha fatto sul volto del Cristo” a volte semplicemente dolente, a volte drammaticamente contratto per il dolore insostenibile”.

]]>
8594
Chiesa del Paradiso – Clusone https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-del-paradiso-clusone/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:02 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/chiesa-del-paradiso-clusone/ Costruita nel XVI secolo, come estensione di un quattrocentesco monastero, la chiesa del Paradiso deve il suo odierno aspetto a diversi interventi strutturali e decorativi tra Settecento e Novecento. Secondo la tradizione, la sua prima costruzione fu realizzata con pietre derivanti dalla distruzione di fortilizi ghibellini e guelfi, che nel corso del XV secolo erano molto diffusi sull’altopiano clusonese. L’edificio cinquecentesco venne eretto attorno al precedente affresco della “Pietà”, particolare, miracolosa e devotissima rappresentazione del dolore mariano. Tra gli elementi artistici di maggior nota al suo interno, vanno menzionati sicuramente il novecentesco Altare della Visitazione, opera di Virginio Muzio con la ripresa di elementi fantoniani, gli altari laterali (dell’Addolorata, del Crocefisso, di s. Lucia, di s. Giuseppe e della Concezione) e i numerosi dipinti dei pittori clusonesi come Domenico Carpinoni, Antonio Cifrondi, Giovan Battista Brighenti e Giovanni Trussardi Volpi.

]]>
8579
La Danza Macabra e l’Oratorio dei Disciplini di San Bernardino – Clusone https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-danza-macabra-e-l-oratorio-dei-disciplini-di-san-bernardino-clusone/ Tue, 14 Jun 2016 13:20:02 +0000 http://www2.valseriana.eu/arte-e-cultura/la-danza-macabra-e-l-oratorio-dei-disciplini-di-san-bernardino-clusone/ L’oratorio dei Disciplini di San Bernardino, adiacente al maestoso edificio della basilica, attira spesso le attenzioni del visitatore non certo per le sue dimensioni ma per un particolare dipinto affrescato sulla sua facciata. Convenzionalmente  conosciuto come Danza Macabra, in realtà l’affresco è una sorta di antologia dei temi macabri quattrocenteschi, uniti in un’unica imponente rappresentazione: in altro il Trionfo della Morte; sempre in altro a sinistra, originariamente separata dal Trionfo da una finestra vi è la citazione dell’Incontro tra i tre vivi ed i tre morti; nella fascia centrale troviamo invece la vera e propria Danza Macabra, sotto forma di una lenta processione in cui ogni uomo è accompagnato dal proprio scheletro, alter ego post mortem; la parte inferiore dell’affresco, ora purtroppo andata quasi completamente perduta, rappresentava una sorta di Giudizio Universale, in cui il giusti ascendono e il male sprofonda nelle viscere degli abissi. L’affresco, datato 1485 (leggibile nel primo cartiglio di sinistra), fu con molte probabilità eseguito da Giacomo Borlone de Buschis, pittore seriano.

]]>
8578