Chiesa Parrocchiale S.S. Cristoforo e Vincenzo – Pradalunga

Pradalunga | Punti di interesse

La parrocchiale di Pradalunga è posta su un’alta e ripida scalinata, con ripiegamento convesso delle ali e ingentilita da eleganti lesene e un bel rosone, la chiesa torreggia imponente e maestosa nel centro storico.

La Chiesa viene eretta staccandosi da quella di Nembro nel XV sec. Viene consacrata ai Ss. Cristoforo e Vincenzo dal Vescovo Guindani nel 1885. L’attuale chiesa, edificata sulla precedente chiesa quattrocentesca, è progettata da Gian Battista Caniana nel 1734: il Caniana, “praeclaro architetto” di Romano di Lombardia, ha progettato numerose chiese bergamasche e realizzato opere da intarsio. La facciata non subisce alterazioni da un successivo prolungamento nel 1898, quando l’arch. Muzio (sua è anche la facciata della basilica di Alzano L.do) riprogetta le attuali facciata e gradinata. La facciata è a tre ordini sovrapposti con ripiegamento convesso delle ali, grande finestra circolare e statue.

La torre campanaria cinquecentesca, spostata nell’attuale posizione nel ‘700, è stata rialzata di 8 metri nel corso dell’Ottocento, contestualmente al rifacimento dell’abside, arricchita di stucchi e di ori. Non è da escludere che una parte dei pietroni del campanile provenga dalla valle dei Prigionieri, appena sopra l’abitato di Pradalunga dove esisteva una miniera di pietre da muro e da opera.

All’esterno della chiesa, su uno spigolo della torre, è visibile la pietra su cui è scolpito il monogramma di S. Bernardino “IHS” con la H sormontata dalla croce e la data “Marzo 1521”, pietra documento che presumibilmente apparteneva alla chiesa demolita.

Molto suggestivo è il coro ligneo, con due commoventi pitture del gandinese Ponziano Loverini (1845/1929) dedicate a S. Giuseppe nella bottega di falegname mentre si intrattiene con Gesù ancora fanciullo, e un probabile S. Vincenzo raffigurato in un ambiente esterno costruito su toni caldi e accesi.
La chiesa offre inoltre notevoli pezzi artistici: una tavola di S. Cristoforo del ‘500, la pala del crocifisso di Cossali del 1602, affreschi del pittore pradalunghese di fama europea Emilio Nembrini (1912/2002).

Celebre è lo stendardo eucaristico di G.B. Moroni del 1578.
G.B. Moroni, pittore di origine albinese del XVI sec. e importante ritrattista di fama nazionale, ha raffigurato sul fronte dello stendardo S. Cristoforo e, sul retro, il trionfo eucaristico. S. Cristoforo, martirizzato nel 250d.C..

L’organo è dei Serassi.
Notevoli sono gli altari settecenteschi del Ss. Rosario e Crocifisso del 1766.
Il vuoto che in diversi punti si avverte all’interno, sotto il pavimento, è dovuto alla presenza delle fosse comuni, utilizzate fino agli inizi del’800 per la sepoltura dei cadaveri.

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