Chiesa Parrocchiale S. Lucia Vergine e Martire – Pradalunga

Pradalunga | Punti di interesse

Nel 1923 si insedia ufficialmente il nuovo parroco don Luigi Minelli.
Il parroco stesso sceglie dove erigere l’edificio sacro e riceve da ogni famiglia la sottoscrizione mensile dell’offerta destinata a sostenere la spesa.

Si inizia con la preparazione del materiale da costruzione e la prestazione gratuita ed entusiastica della popolazione, ragazze comprese: si trattava di trasportare dal Serio al cantiere, mediante una catena umana, l’enorme quantità di borlanti di fiume per il consolidamento delle fondazioni.
Viene incaricato per il progetto l’ing. Dante Fornoni di Bergamo.
La prima pietra verrà posata nel 1931.

Dopo aver ultimato le fondamenta, la costruzione della chiesa viene affidata ad un impresa edile sempre con materiale preparato dalla popolazione. Nel 1933 viene terminata anche la copertura della volta, affrescata nel 1934.

La Chiesa è consacrata il 3 ottobre 1936 dal vescovo Adriano Bernareggi che la dedicò a Santa Lucia vergine e martire e sigillò nell’altare maggiore le reliquie dei santi Fermo, Rustico, Eurosia e Luigi Gonzaga. L’anno seguente viene abolita l’antica chiesetta di san Fermo e il titolo viene trasferito alla vecchia parrocchiale.

Edifico imponente, rivestito con blocchi di pietra albina locale diversamente sagomati, presenta all’interno mirabili affreschi che ingentiliscono la volta e le pareti, ad imitazione delle chiese medievali. La facciata ha un singolare profilo a salienti curvilinei; l’interno è un’unica aula coperta da un’ampia tazza più un profondo presbiterio; la finta incrostazione marmorea è della ditta Pietro Monzio Compagnoni.

Dalla vecchia parrocchiale provengono gli altari settecenteschi del Rosario e dei Defunti (1768), splendidi esemplari del barocchetto locale con medaglia al paliotto e colonne di marmi pregiati, e dipinti vari tra cui le tavolette dei misteri del rosario di Enea Salmeggia (m 1626), la tela delle sante Lucia, Maddalena e Apollonia dello stesso (la figura di Lucia fu in epoca recente sconciamente deturpata da un drappo nero verdastro, sovra dipinto a coprile le mammelle), e la delicata Madonna del Rosario di Francesco Cappella detto Dagiù (m. 1784).

La tela nell’altare dei defunti rappresenta la trinità con san Francesco di Sales, una santa Carmelitana e anime purganti.
Il campanile fu completato nel 1956 dalla ditta Brozzoni sempre su disegno del Fornoni.
L’organo è un Bossi del 1773 (Carlo Bossi di Borgo Canale è capostipite della famosa dinastia di organari bergamaschi).

Pregevoli, in particolare, gli affreschi del pittore locale, ma di fama europea, Emilio Nembrini (1912/2002): “Gesù fra i dottori” che campeggia arditamente sulla volta, eseguito a soli 22 anni, l’Annunciazione sull’Arco di trionfo, e le splendide stazioni della via Crucis che raccontano in modo commovente il percorso di Gesù verso il Calvario, con originali ed inaspettati accostamenti cromatici e la forte espressività dei volti. Anche gli episodi salienti della vita di S. Lucia sono raccontati attraverso quadri ed affreschi.

Nel 1965 il Nembrini eseguirà anche i 14 affreschi della via Crucis.
Le volte e gli affreschi sono stati restaurati nel 2014.
Gli altri affreschi sono stati dipinti dai fratelli Muzio Compagnoni di Albano S. Alessandro mentre la glorificazione di santa Lucia al centro della volta principale è opera di Pietro Servalli.

Sul sagrato, il busto bronzeo dedicato a Padre Luigi Carrara (1933/1964), martire della fede barbaramente ucciso in Congo e beatificato nel 2023.

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