Trekking Nona- Passo della Manina
Vilminore di Scalve | Val di Scalve | Trekking e Sentieri
Tra la val Seriana e la val di Scalve si trova il bellissimo passo della Manina, caratterizzato dalla presenza dell’iconica chiesetta “della Manina” costruita nel 1949.
Il passo separa i comuni di Valbondione, da una parte, e di Vilminore di Scalve dall’altra. Giunti alla destinazione quindi si può godere della splendida vista sui pizzi più alti dell’alta val Seriana e contemporaneamente, voltandoci verso il punto di partenza, dovrebbe esse ben distinguibile anche il massiccio della Presolana. E’ possibile raggiungere il passo della Manina partendo da Lizzola, frazione di Valbondione, oppure da Nona, frazione di Vilminore di Scalve, con una camminata di circa 1h/1.30h,
Partenza
Per raggiungere la Frazione Nona di Vilminore di Scalve, è possibile arrivare salendo da Vilminore, lungo la strada dell’Oltrepovo, oppure da Colere, passando per la Valnotte e la frazione Teveno di Vilminore. (Nota per Estate 2025: dal 30 giugno all’8 Agosto, la frazione è raggiungibile solo da Colere, per chiusura Provinciale 58).
Il gruppo di case che costituisce il piccolo paesino di Nona è veramente molto piccolo e gli spazi adibiti a parcheggio sono limitati. Fortunatamente però, una volta superata la chiesa, è possibile svoltare a destra in una stradina abbastanza stretta che conduce appena fuori dal paese, in un parcheggio di terra battuta. Nel periodo estivo, per parcheggiare a Nona, è necessario munirsi di Gratta&sosta (acquistabile anche presso l’Osteria della Nona) , o pagare la sosta tramite App Easy Park. (Pass Parcheggio a Vilminore di Scalve – Val di Scalve)
Percorso
Dal centro del paese, viene segnalato il percorso per imboccare il sentiero CAI 408 e raggiungere il passo della Manina. Circa una cinquantina di metri dopo aver superato il torrente che scorre al confine del paese, in località Giavallo, il sentiero si stacca dalla carraia e prosegue a mezza costa, questo tratto è denominato localmente “Vià de Olt” e era percorso dagli Strusì (i trascinatori di slitte che portavano a valle il materiale ricavato dalle miniere).
Giunti a quota di circa 1.500m, una volta usciti dal primo tratto di bosco, si può ammirare il Rifugio Case Rosse, un tempo abitazione dei minatori, oggi rifugio privato del CAI di Celadina.
Da qui si può già iniziare a vedere la sagoma della chiesetta della Manina in lontananza, e si può procedere fino alla meta lungo il sentiero CAI 408, oppure seguendo una variante sulla destra che porta alla stessa destinazione. Poco sopra il rifugio Case Rosse si incontra poi una lapide in pietra su cui è riportata l’iscrizione: “Gelpi Pietro, morto l’11 dicembre 1877 dall’età di 46 anni dall’alpestre mortale gelo lo colpì”.
Appena toccato il cartello che segna quota 1.798m la vista si apre su un paesaggio completamente nuovo, con la vista del Pizzo Coca, il Redorta e il Diavolo; alla nostra destra il monte Sasna, il Gleno e il Cimone. Sotto di noi invece si vede Lizzola e i suoi impianti di risalita. A un centinaio di metri sulla destra dalla Chiesetta della Manina, è possibile ammirare un ceppo con le indicazioni relative alle montagne circostanti.
Per il rientro dalla Manina, è possibile seguire una variante del sentiero 408 nel primo pezzo, per poi riscendere a Nona.
Guarda la mappa del percorso QUI
Fonti informazioni e fotografie: Stefano Poma, Scalve.it, Donatella Moro
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