Mostra Quirino Gasparini
Da 6 Set 2021 a 30 Nov 2021 Gandino
Mostre
Nell’ambito delle celebrazioni per il Terzo Centenario della nascita del compositore Quirino Gasparini (1721-1778) il Museo della Basilica di Gandino dedica all’illustre concittadino una particolare esposizione, allestita fino al prossimo 30 novembre nelle sale del Museo dei Presepi, a pochi passi dalla Basilica di Santa Maria Assunta. E’ uno stupefacente viaggio nel tempo, che offre al visitatore la possibilità di immergersi nell’ambiente settecentesco che ruotava intorno ai musicisti, ai nobili e al clero. Lo stesso vissuto prima a Gandino e successivamente a Torino (dove fu maestro di cappella del Duomo e maestro di corte presso Casa Savoia.
Tessuti e sculture
Nella prima sala sono esposti alcuni tra i più antichi tessuti del Museo gandinese, insieme alle ante lignee e alla Madonna del Bussolo opera d’inizio ‘500; oggetti che anche Quirino Gasparini ha ammirato nella sua chiesa. Tra gli oggetti curiosi il bussolotto che i capifamiglia gandinesi usavano per l’elezione a scrutinio segreto del prevosto e del secondo parroco; un’urna in legno in cui il votante infilava la mano per far cadere, nel buco del sì o del no, la ghianda del cerro; si tratta dell’antico diritto dello Jus Patronatus concesso ai capifamiglia gandinesi già a partire dal 1475 ed esercitato fino al 1956, quando fu eletto il vicario don Francesco Ghilardi.
Studiolo e strumenti musicali
Nella seconda sala è stato ricostruito quello che poteva essere lo studio del prete Gasparini: il tavolino fratino, il calamaio, il crocifisso da tavola per la preghiera e la meditazione, i manoscritti musicali che Gasparini ha lasciato alla sua parrocchia. C’è anche un paradisino (piccolo altare portatile) che al tempo veniva utilizzato per portare il viatico agli infermi con concorso di popolo, segno della carità e pietà cristiane. Nell’orizzonte culturale di Gasparini era fortemente presente il tema della morte, diverse sue composizioni sacre s’ispirano a questo motivo che nella mostra trova espressione nel macabro esposto: una tela con uno scheletro vestito da musicista a ricordare l’ineluttabilità della morte. La grande vetrina addossata alla parete contiene la riproduzione fotografica del mottetto “Adoramus te, Christe”, per oltre un secolo attribuito a Mozart e inserito nel catalogo Köchel con il numero K327. Si deve al musicologo e maestro di cappella a Salisburgo, Hermann Spies, la restituzione della paternità del brano a Gasparini, con un articolo del 1922 pubblicato sulla rivista organistica tedesca Gregorius Blatt. Gli strumenti musicali, provenienti da collezione privata, testimoniano la prestigiosa tradizione liutaia cremonese e musicale italiana; ci ricordano che Gasparini fu anche un provetto violoncellista.
L’apparato aulico della corte ecclesiastica
La terza sala è un tuffo nello sfarzo dei vestiti ecclesiastici del ‘700. Il guardaroba ecclesiastico era sontuoso, ricco e adorno di ogni orpello: dal tessuto in semplice seta di taffetas, ai bottoni imbottiti, alle nappe, ai cingoli e alle lunghe code a strascico, fino a 12 metri per i cardinali e 7 metri per i vescovi. In esposizione sono presenti una veste da cerimoniere, detta anche “soprana”, della tradizione gandinese; una cappamagna ed una talare con mozzetta da vescovo; una talare paonazza con coda (abbottonatura sul retro) da caudatario o chierico addetto a sostenere le estremità delle vesti dei papi, di cardinali e di altri prelati con diritto del pontificale.
Nelle vetrine si trovano alcuni oggetti liturgici in uso fino alla riforma del Concilio Vaticano II, come chiroteche o guanti, borsa e velo da calice, manipolo, bugia e pace.
Due paramenti documentano l’aggiornamento della moda ecclesiastica nel XVIII secolo: una dalmatica col disegno dal sapore orientaleggiante che Venezia introdusse agli inizi del ‘700, il famoso tessuto bizzarro; una pianeta con magete o paillettes applicate color rosso e oro che accompagnano piccoli rami di fiori che disegnano esagoni come in un giardino; essa è stata tratta da un vestito nuziale; spesso le nobildonne, per sensibilità religiosa e devozione, facevano dono alla chiesa di un loro vestito sfarzoso e prezioso.
Abiti nobiliari del ‘700
La quarta sala ospita manichini con abiti importanti, tre maschili e tre femminili; esempi della ricercatezza con cui vestivano le donne e gli uomini della nobiltà che si divideva tra feste e salotti colti. Era uso, non solo femminile, arricchire gli abiti con dettagli sfarzosi, aggiungendo merletti in argento oppure ricercati e preziosi come le due strisce in merletto “punto Sedan” fatte cascare dalle già ricche maniche. Il tessuto, mai banale, è scelto per farsi guardare e stupire: si va dai ricami, ai preziosi filati in oro e argento, al contrasto dei colori dalle più svariate tonalità degli spolini di seta. Non potevano mancare i gioielli: in esposizione due “châtelaine” dorate, una maschile con orologio e l’altra femminile con gli attrezzi per cucire. Nelle vetrine una serie di sottomarsine e gilet maschili, corpetti e giacchini femminili esempi di tessuti preziosi con trame in oro, argento e seta policroma; ambizione di ogni nobile era avere un ricco guardaroba da poter sfoggiare negli incontri mondani e nelle solenni ricorrenze religiose. In due vetrine alcuni oggetti curiosi che accompagnavano l’abbigliamento femminile, come scarpette, calze, giarrettiere e cuffie.
Gli “ex voto” o “grazia ricevuta”, sono una preziosa testimonianza non solo di fatti accaduti a Gandino nel pieno Settecento, ma anche di vita quotidiana e documentano i costumi del tempo.
La devozione a Maria, specialmente delle giovani spose che chiedevano in dono la maternità e una particolare protezione, contribuì al notevole arricchimento del guardaroba dei simulacri mariani. Un esempio è la veste della Madonna del Carmine, forse la più preziosa per presenza di argento e oro filato e per ricchezza cromatica del disegno; testimonianza dell’alto livello dei tessuti prodotti dalle manifatture lombarde nella prima metà del Settecento, grazie all’elevata professionalità delle loro maestranze.
La mostra è stata voluta dal rettore del Museo della Basilica, Francesco Rizzoni, insieme al gruppo “Amici del Museo”. Preziosa la collaborazione della collezionista Mara Bertoli di Castiglione delle Stiviere (Mn) che ha messo a disposizione parte della sua raccolta di abiti antichi originali. A lei va il ringraziamento di tutto il gruppo.
“QUIRINO GASPARINI – musica e costume nel ‘700”
GANDINO – MUSEO DELLA BASILICA sezione Presepi
fino al 30 novembre 2021
Aperto solo su prenotazione tutti i giorni dalle 9 alle 18 (tel. 340.6775066)
Ingresso consentito presentando il Green Pass
DETTAGLI DELL'EVENTO
Ora di inizio: 09:00:00
Ora di fine: 18:00:00
Organizzatore: Le Cinque Terre della Valgandino
CONTATTI
- Piazza Emancipazione, 10 Gandino
- 340.6775066
- Sito internet
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