Capù de Par


La leggenda narra che un bambino di una povera famiglia contadina, vedendo i genitori vendere sempre i capponi ai signori ricchi, si lamentava con la mamma per il fatto che lui rimanesse sempre con la bocca asciutta di quella prelibatezza. La madre, stanca di vedere il figlio triste, ideò “i capù”: Prese una bella pallina di ripieno priva di carne, ma ben saporito e l’avvolse in una foglia di verza, la fece bollire e poi la presentò al figlio, che poté così gustarsi ance lui il suo “capù”.

I capù sono semplici involtini di verza tipici della bergamasca e delle Alpi; quelli di Parre si differenziano dagli altri sia per il metodo di cottura (vengono bolliti nel brodo di vitello o manzo, con in pezzo di lardo o pancetta), che per il ripieno, rigorosamente di magro ossia senza carne, caratteristica in comune con gli Scarpinòcc.

Come per questi ultimi anche i Capù vengono celebrati con una sagra, che si tiene tra fine luglio ed i primi di agosto da più di vent’anni.

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