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Tante idee per vivere al meglio le tue vacanze

Con le Orobie nel cuore

Martina Bellini di Clusone, giovane promessa dello sci di fondo nazionale. E un sogno olimpico a due passi da casa.

«Serenità». Lo dice col sorriso e gli occhi che, giusto per un istante, paiono staccarsi dall’obiettivo per vagare tra le mille polaroid scattate negli anni dal suo cervello e dal suo cuore. Martina Bellini non ha dubbi quando le si chiede cos’è, per lei, la ValSeriana. Clusone e lo Orobie sono molto più di casa. Sono il suo rifugio, il suo punto di equilibrio. E sa Dio quanto sia fondamentale averne uno quando hai 22 anni e da almeno sei vieni ritenuta l’astro nascente dello sci di fondo italiano. La pressione e le paure di un’atleta che si aggiungono a quelle di un’adolescente. In questi casi, è fondamentale avere radici profonde e salde alle quale aggrapparsi per evitare di farsi abbattere dai venti e dalle intemperie.

«Tra una competizione e l’altra, viaggio molto. Quando però inizio a vedere stagliarsi all’orizzonte il profilo di Città Alta e le nostre montagne, ogni tensione se ne va. Casa, finalmente. Vedere le mie strade, le mie montagne, mi tranquillizza, mi fa stare bene. Avere vicino le persone che mi vogliono bene, che mi conoscono, è una cosa bella. So che comunque andranno le cose, qua sarò sempre Martina». Cioè la bambina che, per imitare i due cugini più grandi («Sono i fratelli che non ho, praticamente»), a cinque anni ha voluto indossare un paio di sci e non li ha più mollati. Specialità, fondo. Da sempre. «Non so come mai. Non c’è un motivo particolare. È stato il destino forse. Fatto sta che non ho più cambiato».
Anche perché Martina è andata subito fortissimo. Vinceva, eccome se vinceva. Impossibile non notarla. A 18 anni, col diploma in Ragioneria ancora da conquistare, è entrata nell’Esercito, lasciando per la prima volta lo Sci Club 13 Clusone. Il primo salto tra i grandi, pur restando nella categoria junior. Poi, a 19 anni, il secondo salto, quello tra i senior. «E lì ho traballato un po’. La stagione scorsa è stata la più dura. Cambia tutto, ti rendi conto che ogni cosa deve ruotare solo attorno a quello. Cambia il centro di gravità, dalle ore di allenamento alla cura che devi prestare a ogni minimo dettaglio. Ero spaesata, anche perché da Junior andavo forte ed ero abituata bene, tra i grandi invece il livello degli avversari è più alto e per quanto tu possa essere preparata l’impatto è un’altra cosa». Al suo fianco, però, c’era un altro bergamasco, seriano doc: Renato Pasini, tecnico della nazionale U23 di sci di fondo. E di Gromo. «C’è sempre stato, ha creduto in me. Mi ha dato la forza di andare avanti. Vivere in modo così difficile la scorsa stagione mi ha permesso di capire tante cose».

Dopo ogni temporale spunta il Sole. E Martina lo ha capito sulla propria pelle tornando ad alti livelli dopo tanto lavoro e tante difficoltà. Lo ha capito anche a inizio febbraio, quando alla seconda edizione del Bergamo Ski Tour ha ottenuto un bronzo nello sprint e un argento della distance. «È stato bellissimo fare risultato a casa, davanti alle persone che mi conoscono da sempre. Abbiamo gareggiato a Gromo. Prima delle gare ero tesa, ma la spinta del tifo mi ha caricato un sacco. In più l’evento era stato organizzato veramente benissimo».
Ovviamente, mentre ne parla il sorriso è stampato sul suo volto. Sta parlando di casa, della sua Valle, della «serenità» quindi. Qualcosa che, a suo parere, tutti dovrebbero scoprire. «Lo dico seriamente: qui abbiamo tutto. In estate, durante gli allenamenti in bici o di corsa, giro la ValSeriana in lungo e in largo e abbiamo posti stupendi, fantastici. Mancano i servizi, però. Per portare qui la gente e soprattutto tenerla, dobbiamo migliorare ancora tanto. E manca anche un po’ di coraggio, di voglia di osare. L’estate scorsa, quando l’Atalanta è venuta in ritiro a Clusone, è stato fantastico. Un bellissimo delirio. Gente dappertutto, feste. Dovrebbe essere così ogni estate».

Magari un giorno, in un futuro lontano, Martina penserà a mostrare al mondo le bellezze della sua terra. Perché nonostante sia giovane e talentuosa, lo sguardo è già rivolto all’orizzonte: studia Economia all’Università («Mi piacciono i numeri, un sacco») e sa che la carriera di un atleta è soggetta a tante, troppe incognite. La sua razionalità, però, barcolla quando le si ricordano le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. «Mamma mia, che sogno! Le Olimpiadi in generale, ma quelle in particolare. Nel 2026, poi, avrei l’età perfetta… sarebbe stupendo esserci, un sogno che si realizza. A casa per di più». Già, a casa. Perché gira che ti rigira, alla fine sempre lì si torna. Il luogo perfetto, la “serenità”.

Articolo di Andrea Rossetti per VALSeriana & Scalve Magazine