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Tante idee per vivere al meglio le tue vacanze

Quando il presepe è casa

A Fiumenero, Orezzo e Cirano la Natività è allestita fra contrade e vecchi mestieri. Il tempo diventa magia.

Nel 2019 l’Italia avrà l’onore di veder celebrata la città di Matera come
“Capitale Europea della Cultura”.
Qui, nella suggestiva area dei “Sassi”, si tiene ogni anno un suggestivo
presepe vivente, per il quale accorrono visitatori da ogni parte.
Il percorso si snoda per cinque km; con ricostruzioni realistiche degli antichi mestieri della Galilea, minuziosi costumi e interpretazioni dal vivo di attori professionisti. Artigiani, pastori e musicisti indicano ai turisti il cammino da seguire fino alla grotta.

Anche la Val Seriana ha la sua “Matera”, con allestimenti suggestivi resi possibili dal sapiente lavoro di tanti volontari.
Uno dei Presepi Viventi più apprezzati si svolge a Fiumenero di Valbondione, con circa duecento comparse disseminate nel borgo, dove i visitatori riscoprono come si viveva nei primi anni del Novecento.
Organizzare un presepe vivente significa tornare indietro nel tempo. E non a quello di Gesù, ma a quello dei nostri nonni che spaccavano la legna e aggiustano ombrelli, mentre la nonna preparava i casoncelli e girava ol  bastù de la polenta. Per l’occasione i bambini tornano a scuola nelle aule di
un tempo e cantano le canzoni di una volta.
A salutare il Salvatore, ci sono i militari in congedo, un forno da cui escono deliziose pagnotte, il fabbro al lavoro nella sua fucina. Non mancano carbonai, scarpulì, macellai; vengono riproposte la vita familiare e la celebrazione di un matrimonio.
Non è raro che qualche visitatore, inebriato dal profumo dei ricordi, addirittura commosso, mormori tra sè: «È proprio come una volta».

E un tuffo nel passato, alla scoperta di antichi mestieri oggi praticamente
scomparsi, che coinvolge non solo la gente di Fiumenero, ma anche di Valbondione e Lizzola e molte associazioni del territorio, in primis gli Amici del Presepe.
«Il contributo del Comune è molto importante – sostiene Monica Morandi assessore al turismo e all’identità locale – perchè aiuta nelle fasi organizzative e garantisce copertura assicurativa al complesso allestimento. Spesso si tratta infatti, di case rimaste chiuse per quarant’anni e sfuggite per questo all’onda della modernità. Ora le abbiamo riaperte e già da ottobre sono cominciati i lavori di allestimento delle strutture, con la preparazione degli impianti di illuminazione e il collocamento delle stufe.
Non dimentichiamoci, infatti, che per amor di realismo tra le comparse abbiamo anche bambini ed anziani: devono stare al caldo».

Più raccolto, ma con una maggior anzianità di servizio dato che viene proposto da oltre vent’anni, è il Presepe Vivente organizzato dalla Pro Loco di Orezzo, frazione di Gazzaniga collocata alle pendici del monte Cedrina, salendo verso Ganda.
Nel pomeriggio di domenica 6 gennaio, giorno dell’Epifania, via Leone XIII si anima: impagliatori, boscaioli, casari, maniscalchi, lavandaie e artigiani, ma anche animali per la gioia dei  bambini, assaggi di cibi locali e la possibilità di riscaldarsi con bevande calde.
Ancora una volta c’è il richiamo agli antichi mestieri e agli attrezzi di una volta, con l’aggiunta degli spaccapietre che estraevano e lavoravano il famoso marmo nero di Gazzaniga, detto anche “Nero Assoluto d’Italia”. Un materiale impiegato nella realizzazione e nella decorazione di molte chiese ed edifici storici presenti in Bergamasca.
Verso la fine del pomeriggio partirà il corteo dall’inizio della via e giungerà alla Natività, posizionata in una stalla ancora in attività, circondata dai figuranti nelle vesti di pastori e angeli. Sono tanti i visitatori che raggiungono il borgo di Orezzo per  assistere alla rappresentazione della Nascita di Cristo, conquistati soprattutto dall’architettura delle case che in molti tratti conservano ancora le caratteristiche di un tempo. «Vengono da tutta la Bergamasca, ma anche da fuori provincia – rivela Simone Vettorello, presidente della Pro Loco di Orezzo – e se ne tornano a casa ben contenti. Oltre all’obiettivo di  valorizzare il borgo, lo scopo è di far respirare a tutti un’aria natalizia e di tradizione.
Un’accoppiata ideale per questo periodo dell’anno.
Se i volontari continuano a presentarsi significa che il presepe funziona, non solo per i grandi ma anche per i più piccoli, incuriositi dai lavori tradizionali come ol rasgòt, ol gerler e ol marengù.
La speranza è di poter continuare ancora per molti anni, con nuovi mestieri e sempre più volontari».

Il presepe vivente più giovane è quello di Cirano, frazione di Gandino. L’iniziativa era nata nel 2012 come alternativa alla recita dei ragazzi alla Messa di Natale. Su proposta del parroco di allora, si pensò di ricreare le scene della Natività nei cortili delle più antiche case di Cirano.                        Nel pomeriggio di sabato 22 dicembre, nel cortile che si affaccia su Piazza F.lli Calvi, arriva anche Babbo Natale con il suo fedele Elfo, che accoglie i bambini per una foto ricordo. In piazza le bancarelle animano i mercatini
di Natale, con vendita di prodotti tipici e natalizi.
Il vero Presepe Vivente si tiene con la rappresentazione della Nascita di Cristo e la riproposizione degli antichi mestieri con decine di figuranti in costume sparsi per il borgo.
Non mancheranno i musicanti che allieteranno i visitatori, così come gli apprezzati assaggi di vin brulè, ideale per  riscaldarsi.
I bambini avranno anche la possibilità di ricevere il “battesimo della sella” montando su un simpatico pony. «Vogliamo creare una sorta di
villaggio natalizio, per i visitatori provenienti da tutta la Val Gandino
– dice Andrea Rudelli, uno degli organizzatori -.
Per la piccola comunità di Cirano (circa 700 persone) il ricordo della Natività è l’evento centrale del periodo natalizio. Aiuta a sentirsi più uniti ed è l’occasione per ritrovarsi per uno scambio di auguri.                            L’augurio è che anche quest’anno un “Bambino nato per noi” faccia riscoprire il bello di stare insieme, in pace.
Rievocare gli antichi mestieri offre inoltre l’opportunità di tramandare a figli e nipoti le tradizioni e i valori smarriti nella civiltà odierna».

In Valle Seriana c’è infine un presepe… semi-vivente. È quello creato da Giuseppe Russo, avventore abituale del bar Bèi Momenc di Nese, frazione di Alzano, che propone una realizzazione davvero singolare. «Ogni anno – spiega – l’ambientazione è diversa. L’anno scorso abbiamo realizzato un igloo dove abbiamo collocato la Natività, sorvegliata dagli husky che trainano la slitta e circondata da orsi polari e foche con fare curioso.                È completamente realizzato con materiali di scarto, sostegni in ferro e strati di gesso. La vera particolarità è data dalle figure umane: i loro volti sono quelli degli  avventori del bar. Sono assolutamente riconoscibili, chi viene a vedere il presepe lo nota subito ».

Natale… è sentirsi a casa.

Articolo di Elena Conti per VALseriana & Scalve Magazine